No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070116

small world


Eccomi qua, dopo lenticchie e spinaci e un film argentino. Versione casalingo, che ho preferito scrivervi invece che fare l'alternativo e andare a vedere un film cinese e magari fare quasi tardi a lavoro anche domattina come questa mattina. Perchè, alla fine, bisogna lavorare.
Una serie di pensieri confusi e ordinatissimi, as usual. Questa sera ho ripreso, speriamo con continuità, ad andare a camminare la consueta ora serale; sarà più difficile adesso, ma dovevo farlo. Avevo sospeso prima di andare in Argentina, quindi erano due mesi e mezzo. Troppo. Infatti, la schiena ha subito segnato rosso. Dopo neppure 10 minuti ero già da buttare. Ma ho tenuto duro, e dopo mezz'ora andavo via liscio come un vecchietto tenuto bene. E, come sempre, il mare la sera fa sempre la sua porca figura.

Sono andato a fare un weekend lungo a Barcelona, il fine settimana appena passato. Ryanair, sia benedetta, vola da Pisa(....ci siamo capiti) a Girona per pochi spiccioli. Mentre prenotavo il volo per la trasferta del Livorno di febbraio per la partita di ritorno contro l'Espanyol (non la Cintolese, con tutto il dovuto rispetto per la Cintolese), mi sono reso conto che questi voli costano davvero poco. E allora, visto che ho ancora in piedi un'amicizia, l'ho voluta rinfrescare di persona. Qualche incomprensione, normale credo, usando le mail e gli sms, in una lingua che in fondo non è propriamente la tua, e quindi il fisiologico bisogno di vedersi, guardarsi negli occhi e parlare, dirsi cose che è difficile spiegare per scritto. Sembra paradossale, in un mondo ormai completamente virtuale, ma è proprio così. E' andata bene, direi.

Giovedì notte a Girona, venerdì mattina e primo pomeriggio giro per la città, bella, devo dire, ben conservata, piuttosto antica, poi il treno per Barcelona; i complimenti per il castigliano, l'accorgersi di riconoscere addirittura gli accenti. Cenare con il fratello (e la fidanzata) al quale molto spesso mi accomunava, e riconoscere che in fondo è proprio vero. Fare la spesa al supermercato, ascoltare i suoi racconti, quello che le è successo in questi 8 anni nei quali non ci siamo visti, riconoscere il piccolo appartamento, chiederle di persone conosciute solo per bocca sua e mai viste di persona. Cercare di capire quale linea di autobus dovrò prendere per andare allo stadio Olimpico per la partita del Livorno, passeggiare per Plaza de Catalunya e Paseig de Gracia, e accorgersi che è cambiato poco, forse in meglio. Cercare un libro per un favore ad un'amica, consigliare film e musica, andare al cinema, il Verdi, il d'essai per eccellenza nella capitale catalana, e sbagliare film (La masai bianca, uscirà tra un po' in Italia, ve ne parlerò), ma notare con una punta di orgoglio che in cartellone c'erano Las consecuencias del amor e La spettatrice, due bei film italiani. Constatare ancora una volta che ormai è impossibile riconoscere la nazionalità delle persone dall'abbigliamento, vedere qualcosa della stessa persona un po' in tutte le donne, in tutte le voci femminili, confidarsi e raccontarsi.

La faccio finita, che poi vi annoio. Progetti su progetti di viaggio in continuazione. Vivere è la parola d'ordine.

1 commento:

lafolle ha detto...

chissà che girone a girona