No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091031

moto

alla fine la moto l'ho venduta , ho messo l'annuncio mercoledì sera su un sito di moto usate e giovedì avevo già il compratore. stamattina abbiamo fatto il passaggio di propietà.
vedremo in primavera se riesco a prendere una moto più comoda per andare al lavoro.
ciao domi, buona continuazione di vita con il nuovo proprietario barbuto.
ciao

guarda da tutte e due le parti


Look Both Ways - Amori e disastri - di Sarah Watt 2009


Giudizio sintetico: si può vedere


Adelaide, Australia, è venerdì e fa un caldo tremendo. E' appena accaduto un terribile incidente ferroviario: un treno è deragliato poco prima di entrare in galleria, e diverse carrozze si sono schiantate sul muro adiacente il tunnel. Meryl, una pittrice fondamentalmente timida e solitaria, sta tornando dal funerale del padre, morto all'improvviso; scesa alla stazione, mentre cammina lungo i binari, rimuginando sulla catastrofe e su altre decine di possibili tragedie, che potrebbero accadere anche a lei, vede un uomo che gioca col suo cane inciampare e finire sotto un treno. Arrivano Andy, un giornalista costantemente scontento della sua vita, un matrimonio fallito alle spalle, una moglie che lo tratta sempre come un irresponsabile, due figli piccoli che vede quando gli spetta, e Nick, un fotografo che ha appena scoperto di avere un cancro: Phil, il capo, al quale lo ha appena detto, lo manda a casa per un po', ma Andy non lo fa neppure parlare, e se lo porta sul luogo dell'incidente.

Andy intervista Meryl, già sentita dalla polizia in qualità di testimone, mentre Nick vede arrivare la moglie del morto, che non sa ancora dell'accaduto, e coglie con una fotografia l'attimo in cui lei capisce che è successo qualcosa: all'improvviso, vede il cane correre verso di lei. La fotografia verrà scelta da Phil per la prima pagina del giornale dell'indomani. Andy torna a casa e scopre che Anna, la ragazza col quale sta uscendo, è incinta. Nick il giorno seguente va a correre ed incontra Meryl, la saluta, ci scambia qualche parola, e si sente attratto da lei. Phil si scopre pieno d'amore per la sua famiglia e smette di fumare. Anche Anna smette di fumare.


Film strano, particolare, questo debutto dell'australiana Watt, del 2005 e arrivato pochi mesi fa in Italia; la regista si era occupata fin'ora di cortometraggi di animazione. Infatti, lo stile di Look Both Ways (bel titolo, orribile quello italiano) è molto "impressionista" oserei dire: i sogni, o meglio gli incubi dei protagonisti sono mostrati in animazione, i dialoghi sono disseminati qua e là, si passa da un personaggio all'altro anche solo per qualche istante, per un primo piano solitario o per una semplice inquadratura suggestiva, umorale, il tutto molto spesso accompagnato da una colonna sonora che punta sui pezzi lenti, acustici, romantici, molto videoclip-style, con una fotografia pulita e molto luminosa. E' una regia molto ruffiana, diciamolo pure, che punta molto sull'inquadratura ad effetto o anche su pretesti narrativi spettacolari (guardate come la regista "usa" l'acquazzone domenicale, per "risolvere" le storie), ma un po' fini a se stessi, un montaggio serratissimo che alza il ritmo pur avendo di fronte un film tutto sommato lento, ma alla fine, non c'è niente di male in tutto ciò: il film è esile ma, si nota, fatto col cuore, pensando (come dice nei titoli di coda) alle persone care che se ne sono andate troppo presto, però non cerca di commuovere a tutti i costi, nonostante in pratica sia un film sulla morte. Invita ad accettarla, ma solo quando sarà davvero arrivata. Niente di più corretto, se ci pensate bene.

Cast sconosciuto ma ben amalgamanto, tutti recitano senza andare mai sopra le righe, risaltano Justine Clarke (Meryl) e William McInnes (Nick), ma anche gli altri non sfigurano.

Il finale, se avete dimestichezza con un noto serial che, qualche anno fa, affrontò per cinque stagioni il solito tema, con un approccio forse un po' più sfacciato, vi ricorderà senza dubbio il finale proprio di quella serie televisiva. Quindi, diciamo che la Watt dimostra qualche ingenuità, ma si ispira a cose valide, non ha paura di affrontare temi scomodi, la "confezione" è accattivante, per cui possiamo aspettarci qualcosa di buono in futuro.

20091030

arg/uru/bra/par ott 09 - 183

A Bs As sono le 8 e 39 mentre scrivo, e io sono andato a dormire verso le 4,00, dopo birra e caipirinha (fatta da un brasiliano, uno dei tanti nell'ostello), e soprattutto una lunghissima ciacchierata (una delle tante) con Santi, diminutivo di Santiago, il "portiere di notte" dell'ostello, un porteño giovane, studente di Storia dell'Arte, aspirante regista anche di animazione, molto bravo in italiano (ha studiato in una scuola italiana ed é stato un paio di volte in Italia: ieri sera mi raccontava di quando, insieme ai suoi compagni, compró del fumo vicino alla Stazione Centrale...).
Sono sveglio perché ho salutato Juli, che usciva per andare a lavoro e nel pomeriggio partirá per il fine settimana ad Arteaga, quindi era l'ultima volta che ci vedevamo, per questa vacanza.
La commozione é stata sopraffatta dalla stanchezza, ma soprattutto mascherata dalle risate.

halloween


Alessio si prepara per la festa pagana piu' famosa del mondo.

arg/uru/bra/par ott 09 - 183


Se c'è una cosa che mi piace del mio carattere, é quella di riuscire a socializzare con qualsiasi fascia d'etá. Sono capitato sul traghetto insieme a una scolaresca di Montevideo (il Colegio Inglés, come potete dedurre dalla maglia di Nicolas, al centro), che andava in gita a Puerto Madryn a vedere le balene e i pinguini (vedi Argentina nov 06). Ragazzini e ragazzine di 12 anni circa. Dopo 30 minuti, mentre ero in coda per comprare una bottiglietta d'acqua, uno di loro mi fa (ero accanto all'altro amico nella foto, del quale, purtroppo, non ricordo il nome): "tu sei l'amico di loro?". Si era giá sparsa la voce.
In realtá li stavo circuendo per arrivare ad una professoressa...

arg/uru/bra/par ott 09 - 182

arg/uru/bra/par ott 09 - 181


Sempre Colonia.

arg/uru/bra/par ott 09 - 180


Il faro.

arg/uru/bra/par ott 09 - 179


Uno scorcio che ricorda un po' L'Avana, anche se non ci sono mai stato.

arg/uru/bra/par ott 09 - 178


Alcune delle isolette di fronte a Colonia, nel mezzo del Rio de la Plata. A 45 km, in linea retta, c'è Bs As.

arg/uru/bra/par ott 09 - 177


Una vista da Colonia del Sacramento (Uruguay), l'escursione di ieri.

arg/uru/bra/par ott 09 - 176

Un edificio moderno, strano e affascinante, nella zona di Puerto Madero, proprio davanti al Terminal marittimo di Buquebus, l'azienda che monopolizza i trasporti navali da Bs As all'Uruguay.

bombe vicine


Appunti per una storia di guerra - Gipi


In un luogo indefinito, che sembra la provincia italiana, vicino ad una città di media grandezza indefinita, che somiglia a una città di media grandezza italiana, è in corso una guerra, della quale non conosciamo né le ragioni, né sappiamo qualcosa dei gruppi o degli eserciti che la combattono. Tre amici, Stefano detto il Killerino, Christian e Giuliano, girovagano per questo luogo dove i paesi hanno tutti nomi di santi, e cercano di sopravvivere. Tra di loro, il Killerino è il leader naturale, cattivo, dal coltello facile e cresciuto in un quartiere difficile, Christian sta in mezzo, mentre Giuliano si sente diverso e fa sogni strani: lui viene da una famiglia ricca, e gli altri gli rimproverano in ogni momento che, quando vuole, può fare una telefonata e tornare a casa, al sicuro, mentre loro non hanno questa possibilità. Conoscono Felice, detto Felix, un boss locale seguito da alcuni scagnozzi inquietanti, che traffica in tutto, anche con la guerra. Prende in simpatia immediatamente il Killerino, e affida loro dei compiti loschi, che cambieranno la vita dei ragazzi.

Gipi questa volta immagina, ma come sempre racconta una parte di sé. Una parte importante: il suo sentirsi diverso ai tempi della scuola, nei confronti dei compagni che venivano dai quartieri più poveri di Pisa, e che rispetto a lui sembravano già degli uomini (e ce lo dice apertamente in Un appartamento su Marte, note raccolte alla fine dei tre capitoli di questa graphic novel). Oltre a tutto ciò, innesca una riflessione sulle guerre di oggi (la domanda, come dice il racconto e come ripete l'autore, sempre nelle note, è: "quanto ti devono scoppiare vicino le bombe, per farti dire che una guerra è tua?"), che purtroppo è sempre più attuale. In questa Italia di provincia, che ricorda la Bosnia, ma dove si riconosce facilmente Pisa e le campagne circostanti (per essere precisi, quelle verso Nord Est), Gipi ancora una volta si mette a nudo, sceneggia cinematograficamente (beccatevi il finale) una sorta di romanzo di formazione, e illustra il tutto con splendide tavole a olio (cosa che, ancora lui stesso, definisce "una cosa un po' da pazzi") e chiaroscuri magnifici.

I dialoghi sono secchi, taglienti, molto "toscani", e le note citate prima, Un appartamento su Marte, poste, nell'edizione Rizzoli 24/7, dopo il fumetto, e prima della postfazione di Goffredo Fofi, ugualmente divertenti, ma anche toccanti ed esplicative.

viaggio al cuore della tortura


Viaje al corazón de la tortura - di Isabel Coixet 2003


Giudizio sintetico: da vedere


"Vivimos de espaldas al dolor, vivimos cada uno en su pequeño mundo, intentando permanecer ajenos al dolor de los otros, y ajenos también a los que están cerca de los que sufren, haciendo como si no pasara nada. Se tortura sistemática en más de la mitad de los países del mundo. Estos datos no pertenecen a la Edad Media ni al Imperio Romano, sino a un informe de las Naciones Unidas del año 2002. En este viaje hemos descubierto algunas, pocas, cosas. La más importante es que, pese a que la crueldad, el odio y la maldad parecen inherentes a la naturaleza humana, el valor, el coraje, y la generosidad también lo son".


"Viviamo di spalle al dolore, viviamo ognuno nel suo piccolo mondo, tentando di rimanere lontani dal dolore degli altri, e lontani anche da quelli che stanno vicini a quelli che soffrono, facendo finta che non sta succedendo niente. Si tortura sistematicamente in più della metà dei paesi del mondo. Questi dati non appartengono al Medio Evo o all'Impero Romano, bensì a un rapporto dell'ONU dell'anno 2002. In questo viaggio abbiamo scoperto alcune, poche, cose. La più importante è che, seppure la crudeltà, l'odio e il male sembrano inerenti alla natura umana, anche il valore, il coraggio e la generosità lo sono".


Andato in onda nel 2006 sul secondo canale della televisione spagnola TVE, all'interno di una serie chiamata Valor Humano, questo documentario che la regista spagnola Isabel Coixet ha girato nel 2003, a detta sua, ha generato poi il suo film La vita segreta delle parole. Pare infatti che il personaggio di Hanna, interpretato dalla splendida Sarah Polley, sia largamente ispirato alle esperienze e alla figura di Inge Genefke, che appare nel documentario, la fondatrice di IRCT, International Rehabilitation Council for Torture victims, organizzazione danese che si occupa appunto di dare assistenza alle vittime di torture.

La Coixet intervista alcuni membri dell'organizzazione, che a loro volta introducono alcuni "clienti", come li chiamano loro, vittime di tortura che sono stati assistiti da loro: Achana, indiana, torturata a Calcutta, unica indiana che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini (vincendo la causa), Hussein, sindacalista turco torturato in Turchia, poi fuggito in Grecia e da lì in Danimarca, dove si è ricostruito una vita e si occupa di ragazzi problematici in una scuola, dopo di che si "trasferisce" a Sarajevo dove, guidati da un altro membro dell'organizzazione, fa la conoscenza di alcuni personaggi che sono stati nei campi di concentramento della ex Jugoslavia durante la guerra, come a dimostrare che la tortura esiste molto, molto vicino alle nostre case.

Documentario molto bello, girato con tocco delicato e partecipe, segno tangibile del fatto che, se si vuole, si può fare televisione "alta" e intelligente.


20091029

gira mondo


Mondo - di Tony Gatlif 1995


Giudizio sintetico: si può vedere


Mondo è un bambino curioso, e un giorno arriva in città. Non si sa da dove viene, non ha genitori, non ha nessuno; non sa leggere, non sa scrivere, non va a scuola. Però è gentile con tutti, e piano piano, tutta la città, senza accorgersene, non sa più fare a meno di lui.


Tratto da un racconto di Jean-Marie Gustave Le Clézio e girato tra Nizza e Mentone, Mondo, pur essendo una favola, sposa perfettamente le tematiche rom, vagabonde e nomadi di Gatlif, e ci mette in guardia dalla diffidenza verso "il diverso"; di questi tempi ce n'è bisogno.

Mano leggera e soprattutto poetica, direzione degli attori, piuttosto sconosciuti, perfetta (il bambino che interpreta Mondo, Ovidiu Balan, che ritroveremo in Gadjo Dilo - Lo straniero pazzo di Gatlif, è spettacolare, ma non solo lui), ci regala alcuni personaggi indimenticabili e leggiadri: è un peccato quando scompaiono. E a quel punto, anche la Terra se ne accorge...

20091028

arg/uru/bra/par ott 09 - 175


Appunti sparsi:
-a Bs As va fortissimo il dog-sitter. Soprattutto nei grandi (e bellissimi) parchi, se ne trovano a dozzine. Meglio loro dei turisti che si precipitano a fargli foto dai finestrini dei bus dei City Tour, come se non ne avessero mai visto uno.
-Dietro a me, sul bus del City Tour, sono capitati 6 italiani nordisti di mezza etá (quindi poco piu' anziani di me). Quando la guida ha sbuffato perché vicino a Plaza de Mayo c'era "la solita" protesta che interrompeva una strada (erano portuali), uno di loro per fare una battuta simpatica ha detto che erano quelli dell'UDC. Ormai il PD non lo considerano piu'. Se vi puó rincuorare, non capivano una parola di spagnolo e neppure di inglese, tra di loro c'era una che fingeva di capire, e per questo stavano per scendere alla fermata piu' lontana dal loro albergo. E se pensate che li abbia aiutati, vi sbagliate. Purtroppo, la guida gli é andata incontro. Spero si siano persi.
-In Argentina, complice il cambio, ci sono frotte di turisti brasiliani. E brasiliane. Chi pensa che le brasiliane siano tutte fighe, si sbaglia.
-Se volete pronunciare pizza come gli argentini, dite PIXA. La fugazza è una sorta di pizza senza niente (Vi dice niente? Praticamente é genovese, ed é la focaccia) ma solo con cipolla (esiste una variante anche con la mozzarella), e la fainá non é un animale, bensì una sorta di farinata, come la farinata genovese (e la torta di ceci livornese). Non c'é l'equivalente del 5 & 5. Dovremmo pensarci. Io e la mia amica stiamo pensando a delle cabañas sul Lago Puelo, Chubut, Argentina. Per spostarmi mi compro un pick up vecchio di 20 anni, e lei un pulmino Wolksvagen. Voi?
-Ormai in tutte le grandi cittá, ma anche in quelle piccole, le ragazze soprattutto camminano con le cuffie dei loro aipod nelle orecchie. E' un peccato. Come facciamo a dire loro parole galanti, a sussurrar loro complimenti divertenti? Come dite? Non ne siamo mai stati capaci, quindi si sono messe le cuffie tutte insieme?

Nella foto: un aipod su tacchi, nella peatonal.

arg/uru/bra/par ott 09 - 174


Questa é molto bella. Se qualcuno di voi ha visto La notte delle matite spezzate, deve sapere che l'originale é La noche de los lápices, dove lápices sta per gli studendi che si opponevano al regime, che si era installato con un golpe.

arg/uru/bra/par ott 09 - 173


Aspettando l'autobus, in Avenida de Mayo.

arg/uru/bra/par ott 09 - 172

L'obelisco.

arg/uru/bra/par ott 09 - 171


arg/uru/bra/par ott 09 - 170


...Casa Rosada (sede governativa).

arg/uru/bra/par ott 09 - 169


Protesta "fissa" dei reduci delle Malvinas (Falkland) in Plaza de Mayo, davanti alla....

arg/uru/bra/par ott 09 - 168

arg/uru/bra/par ott 09 - 167


Scusate, ma il soggetto nella sua interezza mi é parso spettacolare.

arg/uru/bra/par ott 09 - 166


Scene da La Boca, esattamente davanti alla Bombonera: sono rimasto sul bus quando il City Tour si é fermato, avendo visto tutto il giorno precedente, e c'era questa casa spettacolare con solo donne e bambine, e un sacco di bici sul terrazzo al primo piano. Peccato per la luce, ero controsole.

arg/uru/bra/par ott 09 - 165

El Caminito, sempre La Boca.

arg/uru/bra/par ott 09 - 164


Il vecchio ponte simbolo del barrio, e dietro il Ponte Avellaneda, che, appunto, supera il Riachuelo e va da La Boca ad Avellaneda.

arg/uru/bra/par ott 09 - 163


City Tour: "playground" nel barrio de La Boca.

arg/uru/bra/par ott 09 - 162


Il lato "stretto" della Bombonera. Fu costruito con le case intorno, e da quella parte é in corso un contenzioso per abbattere le case limitrofe ed allargare lo stadio: i proprietari non ne vogliono sapere di andarsene.

arg/uru/bra/par ott 09 - 161

Dentro la Bombonera, lo stadio del Boca Juniors. Il settore di mezzo é quello degli ultras, chiamati La Doce (il dodicesimo uomo, ma c'é tutta una storia lunghissima dietro, magari un giorno ve la racconto).

arg/uru/bra/par ott 09 - 160


Questa é molto bella. Ovviamente, la guida era del River ed ero il solo partecipante, perché tutti vogliono vedere la Bombonera, lo stadio del Boca e di Maradona. Dopo il 33esimo campionato vinto dal River, contro i 22 del Boca, come sempre succede, hanno stampato diversi tipi di manifesti per prendersi in giro. Questo usa un modo di dire argentino, te quedaste sin el pan y sin la torta (rimanere con un pugno di mosche, piu' o meno), sottolineandolo con un cestino di pane e un portadolci vuoti, e scrivendoci sotto: 33 campionati. Non ci raggiungono piu'.

arg/uru/bra/par ott 09 - 159


Uno scorcio della bacheca con i trofei, mentre sfilava la banda e le majorettes.

arg/uru/bra/par ott 09 - 158


Scorcio del Monumental vuoto.

arg/uru/bra/par ott 09 - 157

Oggi, visita guidata ai due stadi di River Plate e Boca Juniors. Stadio Monumental, del River, gabinetti fotografati al buio. Una cosa favolosa.

arg/uru/bra/par ott 09 - 156

Things I Never Told You


Le cose che non ti ho mai detto - di Isabel Coixet 1997


Giudizio sintetico: da vedere


Ann lavora in un negozio di audio-video insieme ad una collega un po' sciroccata che non fa altro che lasciarsi e riprendersi col suo ragazzo. Il ragazzo di Ann, invece, è a Praga per lavoro. Una sera la chiama e le fa capire che si è innamorato di un'altra. Il mondo di Ann le crolla addosso. Più arrabbiata che disperata, chiama una specie di telefono amico; alla telefonata risponde Don, un ragazzo che vende case per conto di suo padre, ma che non riesce a risolvere nemmeno i suoi di problemi. Ann inoltre, decide di farsi prestare una videocamera e riprendersi mentre dice le cose che non ha mai detto al suo ex, e gliele invia a Praga. Le affida al suo vicino di casa, Paul, da sempre innamorato di lei, dato che lavora in una ditta di spedizioni; ma Paul, attratto morbosamente da tutto quanto sia di Ann, le apre e le guarda. Nel frattempo, per caso, Don entra nel negozio dove Ann lavora...


Secondo lungometraggio per la catalana, anche se il primo, Demasiado viejo para morir joven, risulta introvabile, e debutto oltreoceano, in quel continente nordamericano che la lancerà verso un successo giusto. Una storia corale, seppure il personaggio principale rimanga quello di Ann, interpretata da una sempre ammirevole Lili Taylor (un'attrice che non ha particolari pregi, bisogna riconoscerlo, se non quello di risultare sempre vagamente triste, ma che amo ugualmente e non riesco a spiegarmi neppure da solo perchè), delicata e perfino filosofeggiante senza essere pesante, molto parlata senza essere noiosa, il film è una riflessione sull'amore e sui rapporti di coppia tutto sommato positiva. Scritta dalla stessa Coixet, la sceneggiatura è piacevole e contiene bei dialoghi, anche divertenti perfino in situazioni drammatiche o addirittura grottesche. La fotografia non è perfetta ma si fa guardare, gli attori sono diretti perfettamente e forniscono prove diligenti. Risulta amorevole anche la collega di Ann, interpretata da una apparentemente superficiale Leslie Mann. Curiosa la parte riservata a Alexis (Robert) Arquette, ormai attrice transgender, nella parte di Paul, che si ritrova innamorato di una transessuale (interpretata dalla bella Debi Mazar). Bravo anche Andrew McCarthy, l'altro protagonista Don. Bel finale. Raccomandato a chi è stato mollato da poco.

20091027

arg/uru/bra/par ott 09 - 155

arg/uru/bra/par ott 09 - 154


Le abitazioni sulle isolette che esistono e "nascono" nel delta del Tigre, che si butta a sua volta nel Rio de la Plata. Ve lo giuro: incantevole.

arg/uru/bra/par ott 09 - 153


Uno strano aggeggio per pulire l'acqua dai rifiuti galleggianti.

arg/uru/bra/par ott 09 - 152


Tigre, dintorni di Bs As, Puerto de los Frutos.

arg/uru/bra/par ott 09 - 151


Dopo oltre un'ora dalla fine della partita, usciamo dal Monumental. Qua fanno uscire prima i tifosi ospiti, e quelli del Boca ovviamente si sono messi a scorazzare per il settore prima di uscire.

arg/uru/bra/par ott 09 - 150

arg/uru/bra/par ott 09 - 149


I tifosi del Boca sono sopra di noi. Ecco perché lo stadio sembra tutto del River.

arg/uru/bra/par ott 09 - 148

arg/uru/bra/par ott 09 - 147

Alcune bandiere di scherno verso i tifosi del Boca Juniors: c'è scritto La mentira se acabó (la bugia è finita) e ci sono degli altoparlanti con un segnale di divieto. Pare che abbiano scoperto che la hinchada del Boca si aiutasse, per i cori, con degli altoparlanti.

arg/uru/bra/par ott 09 - 146

La coreografia coinvolge tutto lo stadio.

arg/uru/bra/par ott 09 - 145


Si vede male, ma lo zoom era al massimo: se fate caso al bordo del secondo anello, vedete degli ombrelli rossi e bianchi: entrano così gli ultras, ballando.

arg/uru/bra/par ott 09 - 145

arg/uru/bra/par ott 09 - 144

arg/uru/bra/par ott 09 - 143

La coreografia si va definendo, mentre è in corso la partita delle riserve.

arg/uru/bra/par ott 09 - 142

Domenica, il Monumental si va riempiendo.

arg/uru/bra/par ott 09 - 142

La Milonga nel barrio de La Boca e la band di Luciano.