No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130818

Monte Nebo

Har Nevo - The Black Heart Rebellion (2013)


Dimenticatevi le coordinate classiche del black metal, o del dark, del gothic, dell'industrial, dello sludge, del noise. Anche solo per un istante. Poi, vincete la diffidenza, e ascoltate questo secondo disco del combo belga che risponde al nome di The Black Heart Rebellion, affiliato, per così dire, al collettivo multiculturale Church of Ra, e calatevi completamente nella loro musica. Al di là del tribalismo sperimentale dei pur grandiosi Neurosis, meno metal, ma anche meno folk-etno dei Negura Bunget, tanto per determinare delle coordinate, seppur vaghe, questa band riesce da subito a generare un suono tipico, che ingloba tutti gli elementi che ho citato prima e oltre (metal, ma difficile definirli così, folk, ma da loro ai vari cantautori folk ce ne corre, dark, ma anche se in Into the Land of Another sembra di ascoltare degli Interpol nella loro - inesistente - fase indiana, è sicuramente difficile definirli anche così), e che quindi corrono un rischio, sicuramente enorme: non piacere a nessuno, amante dei generi succitati, oppure piacere e accontentare molti ascoltatori open-minded, sempre che siano alla ricerca di cose nuove, ricercate, succulente proprio perché percorrono strade inesplorate.
La componente percussiva è fondamentale, nell'economia sonora dei TBHR, e può generare perfino una sorta di fiatone, così come sembrano suggerire loro stessi nell'iniziale Avraham, ma l'atmosfera evocativa, oserei dire biblica (a partire dal titolo del disco, che è il nome ebraico del monte Nebo, il luogo dove secondo il Deuteronomio, Mosé ebbe la visione della Terra Promessa), l'insieme delle percussioni tribali, l'uso delle chitarre in modalità soft-drone, la voce di Pieter Uyttenhove (inizialmente non particolarmente esaltante come timbro, ma man mano che si prosegue con gli ascolti decisamente funzionale, e capace di un buon ventaglio espressivo, pur conservando quel sottile andamento monocorde/cantilenante), crea un insieme che, come detto, potrà interessare i più curiosi. Insomma, concedete loro quantomeno un ascolto, perché ritengo questo Har Nevo uno dei lavori decisamente meno catalogabili ascoltato negli ultimi tempi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che figata!


Anna dai capelli Rossi

monty ha detto...

A costo di essere fastidioso:
spero che questa rinnovata vena
musicale non sia una parentesi estiva
perchè personalmente me la sto davvero godendo!
Bella Ale!

jumbolo ha detto...

Monty, è tutto spiegato nella recensione di John Grant. Per approfondire un minimo, è decisamente più faticoso parlare di tanti dischi diversi, e non avendo poi così tanto tempo, c'è sempre il rischio di non essere esaurienti. Però, la somma che viene fuori da meno cinema, anche in casa perché più concentrato sulle serie, e un po' più di tempo per ascoltare più musica, questo dovuto a come "vivo" l'andare al mare io, e cioè molto tempo, anche se solo nei weekend, solo, sonnecchiando con la musica in cuffia, addirittura leggendo, e questo è il risultato. non credo di poter continuare per altri due mesi a recensire ogni giorno un disco, ma per il momento carne al fuoco ce n'è.