No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140127

Southampton - Gennaio 2014 (4)

Oh, when the saints go marching in...
E' un bello spettacolo, il rientro, nonostante si possa apprezzare l'enorme molo di carico delle petroliere sulla riva alla nostra sinistra, prima di arrivare in porto. Si sbarca, si rientra a casa, mi smacchio l'unica felpa che mi ero portato dietro, quella che indosso, del resto per due giorni non era il caso di portarsi dietro troppo (e già sapete che sono uno che viaggia leggero), mi faccio una doccia che nonostante il freddo si suda ugualmente, rimetto tutto quel poco nello zaino, sono pronto. Per cena Paolo fa il suo piatto forte, risotto ai funghi, e dopo cena sorveglio Ricky che gioca con i binari del suo trenino mentre sempre Paolo prepara il bagaglio per lui e per il figlio, l'indomani partono anche loro per l'Italia, per un breve periodo. Si va a dormire presto, siamo tutti un po' cotti; momenti quasi commoventi, saluto MP e Ricky che poco prima piagnucolando aveva dichiarato "I don't like Alessandro andare via domani", ma tanto si sa che ci rivediamo. So benissimo che l'ospite è come il pesce, ma so anche che quando si abita lontano dalle proprie radici fa piacere avere amici per casa. Il sonno, quindi, è quello dei giusti.
Il mattino del lunedì mi sveglio presto, non voglio essere di peso, mi preparo rapidamente e l'intenzione era di bere solo un caffè, ma Paolo mi fa fare colazione lo stesso. Usciamo prima delle 6,00, in una Southampton umida e pressoché deserta, percorriamo le rive dell'Itchen, più o meno, verso l'aeroporto, e ci lasciamo sulla destra lo stadio di St. Mary, la "casa" dei Saints. Arriviamo in 10 minuti, saluto Paolo con gratitudine, ci rivediamo presto.
Controlli di sicurezza, bagno, gate, attesa. L'aereo parte con oltre 30 minuti di ritardi per problemi di de-icing, ma nessuno si preoccupa: la flemma inglese. C'è da ricordarsi di rimettere l'orologio indietro di un'ora, all'arrivo in Francia.
Orly, trenino, cambio di terminal, coda per i controlli di diversi minuti. Bellezze nere francesi impiegate nella sicurezza da perderci la testa. Gate individuato, attesa di un po'; easyJet qua organizzatissima, divide i cancelli d'imbarco per numero di sedia, tutto liscio come l'olio. Faccio una bellissima battuta aiutando una tizia a sistemare il suo bagaglio nella cappelliera e mi sento soddisfatto. Ho un sonno che alla fine, verso le 13,00, è vinto solo dalla fame. Purtroppo il fisico e i sedili ormai non mi permettono più di dormire della grossa sull'aereo.
Si arriva in orario, accendo il telefonino, mia sorella mi dice che sono al ristorante/self service dell'aeroporto a pranzo. Vado che ho fame. Mio padre, mia sorella, mio nipote che mi ha visto sulla scaletta e mi ha riconosciuto, che mi abbraccia e mi comunica che a Valencia ci vuole andare in febbraio a non a marzo (è un po' di tempo che gli ho proposto di andare tre giorni a Valencia, prendere un albergo vicino alla Ciutat de les Arts i les Ciències e visitarla per bene, soprattutto l'aquario, l'Hemisfèric ed il Museo delle scienze Principe Felipe; non è mai stato all'estero e in aereo, ma so per certo che questo tipo di cose gli piacciono, e la proposta era di andare in marzo, che in febbraio ho già prenotato, per me, tre giorni a Siviglia). Parlo con mia sorella e capisco che c'è solo un fine settimana libero: vediamo se ce la facciamo a prenotare.
Le (piccole) avventure continuano, e chissà che non ne esca fuori un (piccolo) compagno di viaggio...

Grazie a MP, Paolo e Ricky. You'll never walk alone.
E grazie a tutti quelli che ogni tanto "viaggiano" con me.
Alla prossima.

4 commenti:

Alessandra ha detto...

Wow.. belli questi weekend. . Sarebbero da fare spesso...

jumbolo ha detto...

Ci proviamo, quest'anno ci provo con maggiore intensità dell'anno scorso.

cipo ha detto...

Grazie a te della visita, Ale!

Alessandra ha detto...

Bravoo Ale te che puoi... ciaoo... ;-)