No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20190719

Nero membro del KKK

BlackKklansman - Di Spike Lee (2018)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

Nei primi anni '70, Ron Stallworth viene assunto al dipartimento di polizia di Colorado Springs: è il primo agente afro-americano. Assegnato inizialmente all'archivio, subisce insulti razzisti dai suoi colleghi (alcuni). Dopo aver chiesto di essere trasferito alle investigazioni sotto copertura, come primo incarico deve infiltrarsi in una manifestazione locale, durante la quale il leader nazionale per i diritti civili Stokely Carmichael, terrà un discorso. Il lavoro va fin troppo bene: Ron conosce Patrice Dumas, la presidente della Black student union al Colorado College, e si capisce che ne potrebbe nascere qualcosa. Mentre Patrice accompagna Carmichael al suo hotel, viene fermata da Andy Landers, un agente razzista dello stesso dipartimento di Ron, che minaccia l'uomo e palpeggia la donna.
Dopo la manifestazione, Ron viene riassegnato alla divisione intelligence. Dopo aver realizzato che in città esiste una divisione del Ku Klux Klan, telefona al presidente della sezione locale, spacciandosi per bianco, e riesce a convincerlo a farlo membro. A quel punto, per proseguire l'infiltramento, il collega ebreo Flip Zimmerman prende il posto fisico di Ron, e fa conoscenza con i membri del Klan, che si lasciano scappare qualcosa su un "attacco imminente".

L'ultimo film di Spike Lee, che all'ultima cerimonia per l'assegnazione degli Oscar ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura non originale, ha diversi punti che giocano a suo favore. La storia è già di per sé fantastica, grottesca in un modo in cui solo la realtà riesce ad essere. L'adattamento di Lee è geniale negli inserti iniziale e finale, nei quali dice che tutto quel razzismo è ancora ben presente, e il KKK ha solo assunto altre forme e denominazioni; per il resto, e "solo" un ottimo film, tra l'altro ottimamente recitato da un cast ben selezionato.

Spike Lee's latest film, which won the award for Best Adapted Screenplay at the last Oscar award ceremony, has several points in its favor. The story is already fantastic in itself, grotesque in a way in which only reality manages to be. Lee's adaptation is ingenious in the initial and final inserts, in which he says that all that racism is still present, and the KKK has only assumed other forms and denominations; for the rest, it is "only" an excellent film, moreover optimally performed by a well-selected cast.

1 commento:

monty ha detto...

Qui sostanzialmente concordo.