20251124

Priscilla Ann Presley, née Wagner, formerly Beaulieu

Priscilla - Di Sofia Coppola (2023)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)


Due mesi prima che il celebre cantante ventiquattrenne Elvis Presley lasciasse la Germania Ovest nel marzo del 1960, la quattordicenne Priscilla Beaulieu risiede con la famiglia a Bad Nauheim, dove suo padre è di stanza nell'esercito statunitense. A una festa alla base, incontra Elvis, che fu arruolato nel 1958, all'apice della sua fama. Elvis mostra subito interesse per Priscilla e i due iniziano a frequentarsi casualmente, nonostante le preoccupazioni dei genitori di lei per la differenza d'età e la sua celebrità. Elvis alla fine torna negli Stati Uniti dopo il servizio militare, perdendo i contatti con Priscilla e lasciandola delusa. Nel giugno del 1962, Elvis riallaccia i rapporti con Priscilla e la invita a fargli visita a Memphis, nel Tennessee, per una vacanza. Prima di portarla a Las Vegas, lascia delle cartoline pre-scritte ai genitori di lei, che saranno spedite dal suo assistente. Si godono Las Vegas e lei torna nella Germania Ovest. Nel 1963, dichiarando il suo amore, Elvis chiede ai genitori di Priscilla se può vivere con suo padre, Vernon, e la matrigna, Dee, a Memphis e frequentare una scuola privata cattolica femminile. I genitori di Priscilla acconsentono e Priscilla si trasferisce per finire l'ultimo anno di liceo. (Wikipedia)

La storia, di per sé, è agghiacciante solo a leggerla. "Raccontata" con un tocco allusivo ma non troppo, dalla Coppola, assume contorni claustrofobici, senza parlare della lista di disturbi mentali di Elvis, buona parte "indotti" dall'aura che il suo talento ha creato, il film direi che si concentra pure sulla connivenza degli adulti che, teoricamente, avrebbero dovuto essere nel pieno possesso delle loro facoltà mentali (parlo delle due famiglie, e della cerchia amicale di Elvis). Magistralmente recitato e diretto, possiamo anche leggerlo come una storia di rivalsa femminista, con le doverose attenuanti.

The story itself is chilling just reading it. "Told" with a touch of allusion, but not too much, by Coppola, it takes on claustrophobic overtones. Not to mention Elvis's list of mental disorders, much of which were "induced" by the aura his talent created, the film also, I would say, focuses on the complicity of adults who, theoretically, should have been in full possession of their mental faculties (I'm talking about the two families, and Elvis's circle of friends). Masterfully acted and directed, we can also read it as a story of feminist revenge, with the necessary extenuating circumstances.

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