Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Thelonious "Monk" Ellison è uno scrittore e professore afroamericano di alto livello, colto e membro dell'élite, che vive a Los Angeles. I suoi romanzi ricevono elogi accademici ma vendono poco, e i suoi editori rifiutano il suo ultimo manoscritto perché non è "abbastanza nero". I suoi superiori lo mettono temporaneamente in aspettativa a causa della sua sfacciataggine con gli studenti sulle questioni razziali e gli suggeriscono di partecipare a un seminario letterario nella sua città natale, Boston. Il suo panel al seminario è scarsamente frequentato, a differenza di una sala gremita per un'intervista con Sintara Golden, il cui romanzo bestseller "We's Lives in Da Ghetto" asseconda gli stereotipi neri. A Boston, Monk cena con la madre Agnes, affetta dal morbo di Alzheimer, e la sorella Lisa, medico. Mentre beve qualcosa con Monk, Lisa ha un infarto fatale. Il loro fratello Cliff, chirurgo plastico, il quale si è allontanato dagli altri due fratelli, partecipa al funerale di Lisa. Appena divorziato e dichiaratosi omosessuale, Cliff si abbandona a frequenti consumi di droga e rapporti sessuali occasionali. Monk incontra Coraline, un'avvocatessa che vive di fronte alla casa al mare della madre, e inizia a frequentarla. (Wikipedia)
Non sorprendetevi più di tanto, se vi dico che questo è un debutto nel lungometraggio: il curriculum di Cord Jefferson come sceneggiatore, è impressionante, a livello TV. Tratto da Erasure, di Percival Everett, del 2001, American Fiction, candidato a 2 Oscar (uno vinto, come miglior sceneggiatura non originale), è un film bello, divertente, caustico, delizioso, intrigante, denso, e splendidamente recitato da un cast vasto e diretto alla perfezione. Ha il coraggio di criticare l'elite afroamericana, e l'uso esagerato degli stereotipi al tempo stesso. Si merita un applauso, oltre ad una obbligatoria visione.
Don't be too surprised if I tell you this is a feature film debut: Cord Jefferson's resume as a screenwriter is impressive, on a TV level. Based on Percival Everett's 2001 novel Erasure, American Fiction, nominated for two Oscars (and winning one for Best Adapted Screenplay), is a beautiful, funny, caustic, delightful, intriguing, dense film, beautifully acted by a large cast and perfectly directed. It has the courage to simultaneously criticize the African-American elite and the exaggerated use of stereotypes. It deserves applause, as well as a mandatory viewing.

Nessun commento:
Posta un commento