Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Ansa è una donna single che vive a Helsinki. Lavora con un contratto a zero ore in un supermercato, rifornendo gli scaffali. Holappa, altrettanto solo e depresso, lavora come sabbiatore e beve spesso sul lavoro. Una sera, il collega e coinquilino Huotari propone di andare in un karaoke, ma lui accetta con riluttanza. Lì, i due bevono molto e Huotari canta per il pubblico. La sua voce viene apprezzata da Liisa, che sta bevendo con la sua amica e collega Ansa. Mentre Huotari cerca (senza successo) di sedurre Liisa, Holappa e Ansa si notano, ma non si parlano. Più tardi, mentre torna a casa, Ansa vede Holappa ubriaco e privo di sensi su una panchina. Dopo essersi assicurata che stia bene, se ne va prima che si svegli. (Wikipedia)
Il regista finlandese è uno di quei registi che o si ama, o si odia. Io appartengo alla prima fascia, e non posso farci nulla. Anzi, i suoi film "crescono" dentro i miei ricordi, assumendo spesso dimensioni catartiche e mitologiche. Questo suo ultimo, al momento, non fa eccezione, e lo ricordo con tenerezza e ammirazione. Tenerezza per una storia d'amore raccontata con freddezza, ma assolutamente strappacuore, ammirazione per il coraggio di raccontare sempre storie di personaggi in fondo alla scala sociale occidentale.
The Finnish director is one of those directors you either love or hate. I belong to the first group, and I can't help it. In fact, his films "grow" inside my memories, often taking on cathartic and mythological dimensions. This latest one, at the moment, is no exception, and I remember it with tenderness and admiration. Tenderness for a love story told coldly, but absolutely heartbreaking, admiration for the courage to always tell stories of characters at the bottom of the Western social ladder.

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