No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20140116

manchi tu nell'aria

Gloria - di Sebastiàn Lelio (2013)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Santiago del Cile, oggi. Gloria è una signora cinquantottenne felicemente divorziata, con due figli grandi e indipendenti, Pedro e Ana, con i quali ha un ottimo rapporto. Ha un lavoro che la impegna, un appartamento sufficiente per lei in una zona tranquilla, guida l'auto, le piace la musica. La sera spesso esce, va in giro per locali che accolgono il suo target, e balla. Non soffre, almeno così pare, più di tanto la solitudine, e anzi, vive la sua vita con una certa leggerezza, e come ogni persona le capitano anche avventura di una sola sera. Poi, una di queste sere incontra Rodolfo, sessantacinquenne separato, almeno così sostiene lui, che appena la vede rimane folgorato. E' infatti più lui che, dopo una notte di sesso, continua a cercarla, le chiede più volte di uscire, mentre Gloria sembra non dare a questa storia troppo peso. Dopo qualche tempo, anche Gloria si convince, magari perché questa potrebbe essere l'ultima chance di una relazione stabile, e i due diventano una coppia fissa. Certo, Rodolfo non sembra essere così libero, e mediamente felice quanto Gloria: le chiamate delle figlie si susseguono, così come le sue repentine scomparse, le scuse sono sempre in qualche modo legate alla moglie o ex moglie, Gloria rimane diffidente ma la tentazione è forte e Rodolfo, quando è ben presente, la copre di attenzioni. Gloria, anzi, coraggiosamente ma pure con una certa logica, approfitta del compleanno di Pedro per presentare Rodolfo alla famiglia, la festicciola è la perfetta occasione per incontrare i figli e perfino l'ex marito Daniel e la seconda moglie di lui, Flavia. La festa sembra procedere bene, anche se Ana annuncia di essere incinta del fidanzato svedese e di essere in procinto di trasferirsi in Svezia, e Daniel ha bevuto troppo; il problema è che, ad un certo punto, Rodolfo scompare.

C'è lo zampino di Pablo Larraìn (produttore) nel quarto lungometraggio di Lelio, il primo che ha una certa risonanza anche nel vecchio continente (è stato a Berlino, dove la protagonista ha vinto l'Orso d'Argento). Lelio, cileno nato in Argentina, co-sceneggiatore insieme a Gonzalo Maza, regala una pellicola che fa attraversare allo spettatore una vasta gamma di emozioni. Non so quanto lo spettatore giovane possa riuscire ad entrare in empatia con Gloria, però vi posso dire che io non ho avuto nessun problema: in quanto single e ultraquarantenne, vi assicuro che Gloria è un film che sembra avere un basso profilo, ma vola alto, coinvolge, fa sorridere, commuove a tratti, fa arrabbiare, dà speranza. Gloria, dopo una vita che si suppone tutto sommato soddisfacente, ha divorziato ed ha imparato ad andare avanti da sola e a raggiungere un equilibrio. Naturale che l'opportunità di riprovare la vita di coppia la tenti: ma seppure a sessant'anni, non è mai troppo tardi per non lasciare andare la propria dignità.
Gloria (il film) dice tutto questo e forse anche qualcosa di più senza parlare troppo, senza troppi intrecci, mostrando uno spaccato della vita di una signora di una certa età in maniera fluida e "normale", con un gran sorriso metaforico sulle labbra e con una interpretazione particolarmente ispirata di Paulina Garcìa.
Fa sorridere che, se date un'occhiata alla pagina di Gloria su imdb.com, solitamente nello spazio "people who liked this also liked..." appaia la locandina di Amour: Gloria è proprio l'esatto contrario di quel film, pur molto bello. Ma è un film da vedere ugualmente.
Chiusura, naturalmente, sulle note del superclassico di Umberto Tozzi, versione in castigliano. Tra l'altro, una scena meravigliosa.

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