No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20060729

living in a brick lane


Sette mari, tredici fiumi - di Monica Ali

Naznee e Hasina nascono in Bangladesh in un villaggio poverissimo; Hasina fugge di casa a 16 anni per coronare il suo sogno d'amore, mentre Nazneen viene data in sposa a Chanu, che vive a Londra, un uomo che si sopravvaluta, che lei non ha mai visto e che ha il doppio dei suoi anni.

Nazneen accetta il suo destino, Hasina vuole deciderlo da sola : finirà al contrario, o quasi.

Monica Ali è nata in Bangladesh ed è cresciuta in Inghilterra, e questo suo libro d'esordio è davvero bello; ci offre uno spaccato interessante su uno dei paesi più poveri del mondo (il Bangladesh naturalmente), sull'immigrazione verso paesi ricchi, sulla difficile integrazione e sul dopo 11 settembre da un punto di vista musulmano; ma il libro è valido anche dal punto di vista dei personaggi, delineati in maniera meravigliosa, anche se marginali. Un esempio su tutti, il marito Chanu, un essere piuttosto meschino e pieno di sé senza alcun motivo, descritto senza mai usare bassezze dall'autrice, cogliendo perfettamente quello che realmente una donna come Nazneen avrebbe pensato di lui.

Davvero una bella scoperta.

sunday morning


Altro sabato mattina dedicato al nipote. Oggi ci siamo dedicati a due sassi in particolare, sassi che gli rimanevano particolarmente simpatici. Tirali in acqua, raccoglili, ritirali in acqua. E' affascinante pensare alla vera essenza del divertimento. Ci si può davvero divertire con poco. Tra l'altro, per mio nipote sollevare sassi in continuazione è un grosso esercizio fisico, e in definitiva, anche per me, che per due ore li raccoglievo continuamente dal fondo. Ma il top è venuto quando mi ha comunicato che gli scappava la pipì, e voleva lo accompagnassi al gabinetto. Gli ho detto "ma te sei scemo, falla in acqua". Ha passato la mezz'ora seguente a buttarsi in acqua e a far finta di pisciarci.
So che è una frase abusata, ma queste sì che sono soddisfazioni.

Cambiando decisamente argomento, avrei trovato come far terminare immediatamente la guerra libano-israeliana. Sospenderei immediatamente tutti i programmi televisivi in tutto il mondo, e trasmetterei per 48 ore almeno le immagini e la notizia del bambino Ibn Zhara nato sul taxi sul quale stavano fuggendo i genitori e i fratellini, a Tiro (Libano), e morto in seguito ad un raid israeliano. Sono morti due dei fratellini e la madre è in gravi condizioni.
Pubblicherei solo questa notizia per due giorni su tutti i giornali di tutta la terra.
Sarei curioso di vedere come reagirebbe il mondo.

Passo ora ad una notizia che mi ha colpito per un particolare, ma che in se dovrebbe far riflettere su quanto siamo tutti stupidi. A Londra, nel quartiere vicino a Brick Lane, popolato da immigrati del Bangladesh, sono state impedite per proteste le riprese del film tratto dal libro "Brick Lane" (appunto) di Monica Ali (foto); il libro, discretamente bello, parla della comunità e delle nozze combinate. La comunità ritiene di essere stata messa in cattiva luce dal libro, e per questo si oppone al film. Tralascio il fatto che ho letto a suo tempo il libro e che non ho per questo meno stima dei bengalesi; la notizia mi dice soprattutto che tutto il mondo è paese (copio/incollo: - Hadi ha 24 anni, una maglietta tarocca del Chelsea, sta alla cassa di un Khajol's, una bottega dove si vende di tutto: "quel libro non l'ho letto, ma dicono che parla male di noi. Al mio paese si fanno i matrimoni combinati, e allora? Sono fatti nostri" -), ma la cosa che mi ha stupefatto è la seguente.
Su una pagina intera di quotidiano (La Repubblica), ci sono l'articolo, foto, trafiletti di approfondimento, copertina del libro in versione originale, didascalie esplicative e non c'è mai citato il titolo della traduzione italiana: Sette mari, tredici fiumi.
Incredibile amici.

20060728

buone

io mi sa che parto per un pò di giorni.
vi bacio tutti e ci vediamo tra qualche settimana.
svizzera, germania, belgio, olanda(?), toscana, probabilmente...
se vedem!

20060727

Lei

Prendetela così. Forse è un po' slegata nelle sue varie parti. Dibattito aperto.

L’incipit è importante, per cui non è il caso di cominciare con frasi tipo “ma che cos’è l’amore?”, anche se in effetti è il senso della riflessione che sto facendo. Immaginatevi voi un incipit degno di suscitare la vostra attenzione e che vi inviti a proseguire con avidità. Ad ogni maniera, ognuno risponderebbe a suo modo a questa domanda che a volte fa un po’ ridere. Non credo ci sia rimasto qualcuno che ci crede davvero, che esista una cosa del genere, l’amore.

Almeno, io non ci credo, e mi riesce difficile pensare che qualcuno ci creda. Fatevi questa domanda seriamente, analizzate le vostre esperienze e cercate di non mentirvi. Confrontatele tutte, l’una con tutte le altre, e chiedetevi se davvero quella volta, quella nella quale vi sentite di dire che eravate perdutamente innamorati, era amore vero, di quello decantato dai poeti, di quello raccontato nei film d’epoca, quello per il quale si perde il sonno e l’appetito, quello delle farfalle nello stomaco, quello per il quale cammini a mezzo metro da terra. Cioè, succede, ma quanto dura? Quanto ci si mette a cadere nella noia, a ritrovarsi a fare calcoli, perché, in fondo, ci si sentiva soli, perché tutti gli altri sono in coppia e allora si deve esserlo anche noi, perché altrimenti mi ritrovo vecchio e solo, perché i genitori pressanti ti spaccano i coglioni, e via con amenità del genere.

Ecco perché io mi innamoro mezza giornata al massimo.

Quindi, adesso sei qui, e stai dormendo a pochi metri da me. Tra noi c’è solo una sottile parete di forati e un po’ di intonaco; sono sicuro, sicurissimo che, anche se dormi, puoi sentire il mio desiderio farsi solido. Ti voglio così tanto che potresti anche pisciarmi addosso, se ti va.

Che storia, la nostra. Conoscersi per caso, su internet, immaginare chissà cosa, e scoprire, alla fine, che sei la figlia dei vicini, quella famiglia così simpatica, con la quale abito porta a porta da anni, e che io sono quel vicino single apparentemente simpatico che però, insomma, se è ancora solo a quarant’anni qualcosa ci deve pur avere di strano. E adesso che hai risvegliato i miei sensi, assieme ai miei sentimenti, anche se continuo a negarlo pure a me stesso, non me ne frega un cazzo di niente. Dei 18 anni di differenza tra di noi, di cosa potrebbero pensarne i tuoi, del fatto che sei innamorata follemente di un altro che non ti vuole. Tu sei mia, devi essere mia. Io sono stato fatto per amarti, come diceva Paul Stanley quando ancora avevo i capelli, i jeans con gli inserti sui fianchi, e l’attività onanistica di una trivella. Sono stato fatto per amarti in tutti i sensi. E anche in tutti i buchi, se vuoi, razza di troietta.

Non me ne frega un cazzo se hai dei problemi esistenziali, con la scuola, i tuoi genitori, la tua costante e perdurante insicurezza. Cioè, non sono un deterrente per me. Voglio farmene carico, voglio ascoltarli tutti i giorni dalla tua voce stridula, voglio vederti sclerare e fare la faccia da bambina alla quale hanno rubato il lecca lecca, voglio ripeterti tutti i giorni le stesse identiche cose dall’alto del mio fatalismo da quarantenne agiato e di sinistra. Voglio mettere le mie mani paffute e senza calli, frutto di anni di lavoro al computer e di seghe, sui tuoi fianchi ossuti da bambina cresciuta da poco e farti sentire quanto mi piaci senza neppure spogliarmi. Voglio insegnarti a fare i pompini perché sono sicuro che non li sai fare, ma dovresti, piccola mia. Voglio leccarti la fica come si fa con la casseruola dove si è preparato l’impasto per un dolce da forno, senza l’aiuto del mestolo, ma cercando di finire tutto quello che c’è rimasto, tirando a lucido la casseruola stessa. Voglio accompagnarti all’università in motorino e venirti a riprendere, all’andata guido io così faccio come quando ero quattordicenne, frenando apposta per sentire i seni della ragazzina che avevi dietro la Vespa o il Ciao, anche se hai la seconda di reggiseno, al ritorno guidi tu, così ti faccio sentire di quanto si ingrossa dall’uscita dell’università a sotto casa mia.

Ti sono venuti un po’ di dubbi, non è vero? Ce l’hai un po’ di curiosità, sono sicuro. Continui a far finta di essere sempre presa da lui, mi eviti, gli giri intorno con le tue paranoie inutili, artefatte, montate appositamente per attirare l’attenzione, perché tutti sempre, comunque, in qualsiasi situazione, si preoccupino per te, ti chiedano che cos’hai, perché stai male, cosa c’è che non va (questa volta).

Le tue convinzioni da Hello Kitty stanno scomparendo come l’inchiostro simpatico. Non avresti mai immaginato che ti sarebbe piaciuto pensarti sbattuta da dietro mentre ti trastulli con delle palline cinesi davanti. Non l’hai mai (ancora) fatto ma sai che la cosa ti tenta. E sai che vorresti fossi io ad iniziarti. Lo sai. Lo senti. Lo sento. L’ultima volta che ti ho incrociato per le scale e hai trovato la forza di non tornare indietro dalla vergogna, ho sentito distintamente il rumore di quella goccia di sudore che ti è partita dalla base del collo, quel bellissimo collo da cigno (la sai quella dell’inculata del cigno e mentre stai venendo gli tagli il collo così godi in mezzo agli spasmi anali dell’elegante animale?), ti è scesa giù, lungo l’incavo della schiena - proprio lì dove ti potrei passare la lingua umettando quella specie di trampolino olimpionico di salto con gli sci, prima di massaggiarti con il mio scettro dell’amore su tutta la spina dorsale facendoti provare brividi di freddo in testa e di caldo fortissimo al basso ventre contemporaneamente - e si è fermata all’inizio del grande sorriso delle tue natiche di pesca. L’ho sentita.

Ah, un’ultima cosa. Vuoi sapere che fine hanno fatto le tue mutandine rosa, quelle a cui tenevi tanto (sai, le pareti dei palazzi di oggi sono sottili, si sente tutto)? Lo vuoi sapere? Ti sei accorta che dopo che tua madre le ha stese ad asciugare, si è alzato un forte vento di libeccio?

Immagina.

Oppure vieni a vedere.

Mettiti gli occhiali però, che lo sperma negli occhi brucia, e se ti va nelle sopracciglia è difficile da togliere.

il potere della musica


C'è gente che non si rende conto del potere della musica.
Questa notte ho dormito molto male, a causa della stanchezza accumulata in queste settimane, ieri in tutta la giornata, a causa della cena a tarda ora, ma soprattutto a causa del caldo torrido della nottata. Mi sono svegliato più volte in un bagno di sudore.
Questa mattina mi sono svegliato male, con un discreto mal di testa, con zero voglia di andare a lavorare e conscio che oggi sarebbe stato probabilmente il giorno lavorativo più duro di queste ultime due settimane; conti da fare alla svelta, problematiche di mancanza prodotto, impianto con marcia ridotta, possibilità di black-out di energia elettrica e di conseguenza, rallentamento ulteriore della marcia, fornitori latitanti, clienti da tenere a bada; videoconferenza dalle 10 alle 12 e una scrivania piena di lavoro arretrato. Per di più, la mia barista preferita il giovedì è in festa, e il cappuccino come me lo fa lei non me lo fa nessuna; inoltre, è giusto dirlo, in questi giorni il mio ultimo "due di picche" mi brucia più che mai, anche se son passati un paio di mesi: quella ragazza non accenna a passarmi di mente.
Nonostante tutto ciò, fatta colazione, comprato il giornale, inforco la bici per ripartire verso il lavoro, accendo l'mp3 e, come per incanto, Human Tornado degli Unida vibra negli orecchi.

Ho pedalato con grande vigore e l'umore mi è schizzato a mille, grazie a quella canzone. Figuratevi, mi sembrava quasi che la leggerissima brezza mi muovesse i capelli che non ho.

Mi sono sentito molto fico.

arcobaleno

dopo il temporale di ieri pomeriggio.
dalla finestra della mia stanza.
l'arcobaleno.

20060725

3 mondiali

ma qualcuno poi ha visto i mondiali di calcio sul telefonino?

indulto?

copio incollo la lettera di antonio di pietro pubblicata nel blog di beppe grillo, relativa all'indulto anche per reati di falso in bilancio, corruzione, reati fiscali e finanziari.

questa volta sto con di pietro.

“Caro Beppe,

a pochi mesi dalle elezioni ho deciso di scriverti una lettera che spero tu possa pubblicare sul blog. Domani Unione e Cdl voteranno a favore di una legge, quella sull’indulto, che non era prevista nel programma dell’Unione e che io ritengo del tutto estranea alla volontà degli elettori del centrosinistra. Questa legge, nata per liberare le carceri, è stata estesa ai reati di falso in bilancio, corruzione, reati fiscali e finanziari anche nei confronti della Pubblica amministrazione.

Neppure il governo Berlusconi era arrivato a tanto. E’ un colpo di spugna che viene effettuato nel pieno del periodo estivo. Un atto gravissimo del quale è riportata un’informazione parziale, e spesso strumentale, da parte di giornali e televisioni. Il tuo blog, forse, può darne una diffusione maggiore e soprattutto libera.

Sono profondamente contrario al fatto che l’accordo per l’approvazione dell’indulto si basi su uno scambio politico con Forza Italia, in quanto prevede l’inclusione di reati per i quali vi sono processi e condanne di esponenti, anche di primo piano, della Casa delle Libertà. Se l’indulto passasse così com’è, tutti i fatti di mala amministrazione e di mala attività imprenditoriale, rimarrebbero impuniti. Si tratta di persone colpevoli di reati come tangentopoli, calciopoli, bancopoli. Persone che hanno occupato le indagini delle magistrature e le prime pagine dei giornali in questi ultimi anni.

Io ho scritto ai leader dei partiti dell’Unione per un vertice in cui discutere dell’indulto. Non ho avuto risposta. Nel Consiglio dei ministri dello scorso venerdì ho sottolineato la gravità di questa legge, contraria agli interessi dei cittadini, ma utile alle consorterie dei partiti.

Ho minacciato le dimissioni da ministro nella più totale indifferenza dei colleghi. L’Idv è il quarto partito della coalizione con 25 rappresentanti tra Camera e Senato. La sua uscita dalla coalizione può far cadere il Governo, ma io non mi sento di ritornare alle urne e, forse, di riconsegnare il Paese a Berlusconi.

L’Unione ha posto il veto sui nostri emendamenti per l’esclusione dei reati finanziari, societari e di corruzione dall’indulto. Lunedì e martedì prossimo l’Italia dei Valori farà tutto quello che è in suo potere per rallentare l’approvazione della legge sull’indulto attraverso una serie di emendamenti. L’Italia merita altri politici, altri governi. Non deve essere costretta a scegliere tra il peggio e il meno peggio, come tu spesso dici.

L’Italia dei Valori, da sola non può cambiare, questo Paese. Gli italiani devono fare sentire e forte la loro voce, in tutti i modi legittimi possibili, per evitare un ennesimo passo indietro della democrazia”.

Antonio Di Pietro.



su repubblica.it c'è un sondaggio:
L'INDULTO
Il provvedimento di indulto preparato dal governo prevede la clemenza anche per i reati di corruzione e concussione commessi contro la pubblica amministrazione.

Siete favorevoli a questa norma?

1 Sì
2 No
3 Non so


il 95% ha votato no. se i lettori di repubblica sono una proiezione degli elettori di centro sinistra, sembra ci sia una divisione netta tra il popolo e i politici...
vedremo...

20060724

go


ormai giro in moto guardando più spesso i muri che non la strada.
tutto per mururoar.

si avvicinano le vacanze ed ancora non ho deciso dove andrò. anzi ho deciso il capo e la coda, manca il resto. partirò dalla svizzera per finire in toscana (sempre che il mio co-blogger mi voglia ospitare per qualche giorno! ..this is a rimainder!)..il resto lo deciderò probabilmente quando sarò in svizzera...ci sarebbero varie possibilità, ad esempio andare verso est, ad esempio praga o budapest o in polonia, oppure verso nord, fare la germania mondiale per poi arrivare in belgio e fare il giro delle birrerie ad ubriacarci con i monaci trappisti, oppure andare verso sud est in croazia, se c'è voglia di mare, oppure go west:francia e spagna, come si era programmato di fare un pò di tempo fa..vabbà la svizzerà ombelico dell'europa (anche se l'ombelico sopra lo stivale sa un pò di transgenico!) mi permetterà di decidere senza troppi problemi...


ps. nell'immagine in alto gente che fa il bagno del naviglio grande a castelletto di cuggiono..

20060723

aggiornamenti


Ieri mi si è fuso il lettore mp3. Strano, forse sono io che non lo so usare e caricare. Poco male, stamattina è già stato sostituito da uno simile ma di marca migliore. L'ho ricaricato con la solita scaletta, solo album completi, escludendo le canzoni singole. Escono The Pipettes con We Are The Pipettes ed entra Erikah Badu con Worldwide Underground. Mi avvicino all'I-Pod con calma. ma mi avvicino: ieri sul mare degli amici mi avevano quasi convinto.

Ieri mattina sono andato al mare con mio nipote. E' abbastanza chiaro che da grande farà un lavoro di fatica: abbiamo passato due ore sotto il sole forse più caldo dell'estate a togliere sassi dal fondo e dalla battigia per tirarli semplicemente in acqua; ovviamente, per quelli più grandi chiedeva il mio aiuto. Quando gli ho detto di passarmi una base da ombrellone di quelle di cemento che era lì vicino mi ha farfugliato nella sua lingua che era troppo grossa.
Ci sono stati dei momenti che, inquadrati da un altro occhio, potevano essere commoventi: tipo quello durante il quale io e mio padre lo cambiavamo per portarlo a casa. Tre generazioni a confronto, col sorriso sulle labbra e ognuna che prende per il culo l'altra. Tra l'altro, io sono quello meno fico dei tre: mio padre e mio nipote mi sovrastano assolutamente di varie spanne. Ma, come dice sempre mia sorella, io ho dalla mia parte l'intelligenza. Mia sorella mi vuole davvero bene.
Da notare che mio nipote non è ancora minimamente interessato alla figa (ha 23 mesi). Il problema è che io si, e spesso mi distraggo e lo perdo di vista per alcuni secondi, che potrebbero risultare fatali su una spiaggia affollata: ieri è stato travolto in un attimo da un bambino più grandicello che correva trascinandosi dietro il suo body-surf. Per fortuna non ci sono state conseguenze.

Un breve cenno alla crescente stima verso Joan Wasser AKA Joan As Police Woman. Venerdì un bell'articolo su La Repubblica. Ieri al mare un amico che l'ha ascoltata su mio consiglio e l'ha trovata bravissima. Sono contento: questo disco merita davvero tanto.

Qualche giorno fa, dopo la sentenza FIFA sul caso Zidane-Materazzi, mi sono sentito a disagio quando ho letto il giudizio di Alessandro Baricco e mi sono trovato d'accordo (per chi non lo sapesse, non mi piacciono i libri di Baricco e nemmeno gli articoli che scrive). Mi spiego: trovo che la sentenza sia sbagliata se si guarda dal punto di vista che è stato usato fino ad ora, ma la trovo giustissima, anche se crea un precedente, se d'ora in avanti il metro sarà sempre e solo questo. Il provocatore colpevole quasi quanti il reagente (sarà la parola giusta?). Certo, sarà molto difficile usarlo sempre è comunque questo metro di misura, quindi è ovvio che lascia il sospetto che in questo caso, la sentenza sia stata guidata dalla cattiva reputazione di Materazzi e dall'aura di genio di Zidane.
Ai posteri l'ardua sentenza.

Nel frattempo, non mi dispiacciono gli Underoath.

20060722

playlist


Qualche uscita e qualche ingresso, anche non nuovo. Aggiorniamo. Al momento nel lettore mp3 ci sono:

Joan As Police Woman Real Life
Madrugada The Deep End
Neffa Alla fine della notte
The Raconteurs Broken Boy Soldiers
The Pipettes We Are The Pipettes
Unida Unrealeased
A Camp A Camp
Sonic Youth Rather Ripped
The Cardigans Super Extra Gravity
Underoath Define The Great Line
Neffa e i Messaggeri della Dopa I
Tv On The Radio Desperate Youth, Blood Thirsty Babes
Mars Volta Scabdates

Più canzoni sparse:

Holly Golightly There Is An End
I Ribelli Pugni Chiusi
P.O.D. Alive
Rage Against The Machine People Of The Sun, Bulls On Parade, Revolver

Photo courtesy by Garaz

varie ed eventuali


E' stata una settimana dura, che ci crediate o no. Soprattutto a lavoro. E' dura anche riflettere.
Proviamoci.

Una notizia piuttosto importante sul fronte estero, è quella dell'apertura a Cordoba, in Argentina, della riunione del Mercosur, dove si discute di commercio e integrazione economica. Ospite d'onore Fidel Castro, presenti Hugo Chavez (Venezuela) e Evo Morales (Bolivia). Viene ufficializzato l'ingresso del Venezuela nell'alleanza economica che contava già su Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Cuba si impegna a fornire medici, le altre nazioni contraccambieranno con scambi economici e aiuti. Il Venezuela ha il petrolio dalla sua.
Inutile negare che il tutto ha un sapore davvere anti-USA.

Intervalliamo con una notizia fantastica: Lapo Elkann sarà consulente per l'immagine della Coca Cola negli Stati Uniti.

E adesso parliamo un po' della guerra israelo-libanese. Quando prima parlavo dell'impossibilità di riflettere mi riferivo soprattutto a questa questione. E' difficile accettare che il governo sia già in crisi, complice questa guerra, e su una cosa come una guerra. E' difficile accettare che l'impressione che si ricava dal dibattito in Italia sia quella che non è possibile non accettare la guerra. E' difficile riuscire a spiegare questi meccanismi contorti: se si è pacifisti duri e puri si è sia fuori dal tempo che senza memoria. C'è chi ti dice che la sinistra pacifista non esiste, vedi la storia, c'è chi ti dice che la sinistra moderna deve convivere, accettare e padroneggiare il problema guerra. Ve lo dico, la vivo male. Ma molto, molto male. Non riesco a credere che non possa esistere un mondo senza violenza.

Devo prendere una posizione: ok. Sono convinto che Israele non debba stare lì. E' un'invenzione della storia, lo stato di Israele. E' una sorta di auto-ghettizzazione dovuta al post-shoah. Così si giustificano anche gli stati islamici, e Città del Vaticano (altra invenzione assurda). La religione (di qualsiasi tipo) che si fa Stato. Assurdo. Preciso che non sono anti-semita: non so neppure cosa significhi, per me avere preconcetti è inconcepibile, cerco di semplificare la vita. Una persona è una persona, stop. Etnia, religione, colore, non contano.

Aggiungo. Hezbollah mi attacca in maniera terrorista (tralasciando il fatto che non dovrei essere lì): bene, se devo vivere in un mondo comandato dalla violenza, preferisco morire.

20060720

the big chill


Ben Harper & The Innocent Criminals + Piers Faccini + Guests, 16/7/2006, Pistoia, Piazza del Duomo, Pistoia Blues

Eccoci a Pistoia, di nuovo a Pistoia, eccoci di nuovo a vedere Ben Harper. Questo Pistoia Blues che da anni non si capisce cosa abbia di blues, questo Ben Harper che da un po’ di tempo non capisco più perché continui a chiamarsi Ben Harper. Un po’ come quelle band storiche che, abbandonate dai componenti importanti, continuano ad usare il vecchio e glorioso nome, anche Ben Harper comincia a farmi questo effetto. Il Festivalbar, l’improvviso amore per i tatuaggi, la moglie famosa, il disimpegno socio-politico (per uno che aveva scritto Excuse Me Mr., e che aveva voluto quel video), per poi riscoprirlo all’indomani di Katrina e il disastro di New Orleans e lanciare l’anticipo del disco nuovo “Both Sides Of The Gun”, il pezzo Black Rain. Il successo, planetario e assoluto, l’abbandono lento ma inesorabile della chitarra ma soprattutto della sua leggendaria posizione seduta, dove incantava con la sua Weissenborn, per un atteggiamento da frontman e da rockstar, lui, una volta così timido da ringraziare a fatica, lui, che sussurrava i suoi pezzi toccandoti il cuore e i gangli, adesso strilla e falsetta, posseduto dal fantasma di Al Green.

Dice, certo, se inizi una recensione così, di certo non possiamo aspettarcene una positiva. E infatti. Non dovete aspettarvi nemmeno una cattiva recensione. Dovete aspettarvi un atto di denuncia. Perché il vostro cronista preferito si è stancato di dare un’altra possibilità, una prova d’appello. E’ giunta l’ora di gridarlo ai quattro venti, di ribellarsi con le parole, l’unica arma che ho.

Calma. Il caldo è attenuato da una leggera brezza, e mi apposto in cima alla tribuna centrale aspettando la sera. Sul palco la vecchia conoscenza Nick (ricordate VideoMusic?) introduce alcune band vincitrici del contest del Pistoia Blues, tre pezzi ciascuno e via, qualche band classic blues, qualche band da sagra rionale. Non ricordo neppure un nome. Un po’ più tardi, un breve set di Piers Faccini, chitarra e voce, un qualcosa che ricorda un Damien Rice blues. Bravino, ma nonostante le premesse sto qui e aspetto Ben. Alle 21,30 arriva Harper con gli Innocent Criminals, e con la trasmissione del pensiero cerco di ricordargli che 7 anni fa era già stato qui e, insomma, vedi tu. Attacca Steal My Kisses giocosa, pure troppo: scelta discutibile, tra i pezzi vecchi, non moltissimo ma nemmeno recenti, la meno profonda. Segue Diamonds On The Inside, e la cosa diventa già scontata. Da notare che la presenza del chitarrista “aggiunto”, Michael Ward, si fa subito notare, come del resto chi lo ha preceduto, distruggendo una delle poche cose buone del pezzo che dava il titolo all’album del 2003, l’assolo. Le seguenti Burn To Shine e Glory & Consequence sono lo specchio esatto del cambiamento profondo del mezzosangue californiano: gli arrangiamenti sono ridondanti ma allo stesso tempo superficiali emotivamente, puntano più alla quantità (di suono) che alla qualità (di emozioni, appunto); e non c’è niente da fare, tastiere e seconda chitarra conferiscono alla band lo status, appunto, di band, ma non hanno valore aggiunto, anzi. Jah Work, un pezzo che, all’epoca della sua uscita lasciò tutti basiti, e che doveva la sua forza ad uno stile reggae di bassissimo profilo, che dava spazio alla profondità dei toni bassi della voce di Harper, diventa un pezzo dub dal dubbio impatto, e la salva solo il suo essere mixata in una medley con la profetica Exodus di Bob Marley.
Le aspettative ormai sono ridotte al minimo, mentre la stragrande maggioranza della piazza, piuttosto piena (anche se il mio tentativo di vendere un biglietto di avanzo a metà prezzo, poco prima dell’apertura dei cancelli si era rivelato vano), è in delirio. Parte un quartetto di pezzi che non mi innervosisce solo perché sono diventato una persona abbastanza calma in vecchiaia: la scontatissima e prevedibile Waiting For You, da accendino, l’altra ballatona Morning Yearning che, come già detto in sede di recensione, perde la sua forza nell’insieme forzato di basso, batteria, tastiere e coretti (ci manca solo Leon che suona il triangolo e poi siamo a posto), l’inascoltabile Engraved Invitation, forse uno dei pezzi peggiori del disco nuovo, che però permette a Ben di esibirsi in strilli alla Rocky Roberts, e Please Don’t Talk About Murder While I’m Eating, una canzone della quale mi piace solo il titolo, dove Ben continua imperterrito ad urlare senza costrutto.
Si siede ed imbraccia la lap steel per fare un altro classico, Ground On Down, ma anche qui non ci siamo, la versione è pessima, non ha profondità. Black Rain perde lo smalto del disco e non sarebbe nemmeno molto divertente, musicalmente parlando (del resto, non fare il Jamiroquai se non lo sei), se non fosse per un assoletto di Juan Nelson, sempre impeccabile al basso e ai cori. Gran personaggio in tutti i sensi.
Ecco With My Own Two Hands, con una coda interminabile e Harper a sobillare la folla con l’ormai conosciuto gesto delle due mani aperte e sollevate verso l’alto. Il momento, sottolineato dal significato della canzone, è in realtà molto bello e quasi commovente. Pecco di superbia e penso, tenendolo dentro, quante di queste persone stanno realmente dando il giusto significato a quello che stanno facendo. La partecipazione emotiva e positiva ad un concerto finisce quando si fanno certe cose solo per egocentrismo e voglia di mostrarsi. Ci torniamo dopo.
Si chiude la prima parte, ma è solo questione di poco.

Ecco il momento che, a mio parere, chi lo ama attende con ansia. Rientra da solo, si siede, imbraccia la chitarra classica. Waiting On An Angel è paradisiaca, così come Power Of The Gospel. So che sto per dire cose già dette, ma il punto è sempre quello, anzi sono due, molto semplici.

Primo: quando Ben Harper, il fratello vecchio (grazie Iacopo), sussurra i suoi pezzi, nessuno può resistergli. Nessuno. Nessun cazzo di band emo da serial americano tardo-adolescenziale, nessun cazzo di nuovo cantautore. Nessun politico, nessun no-global, nessun donna e perfino nessun uomo. Nessuno.

Secondo: una splendida piazza, un bel teatro, un’arena storica, un palazzetto ultra-moderno, migliaia di persone in silenzio, e un uomo con la sua chitarra con la sua voce, la sua musica e le sue parole che ti trapassano il corpo e l’anima e ti toccano fin nel profondo. Magia. Magia pura. E invece niente di tutto questo è più possibile. Bisogna fare gli urletti, fischiare, gridare rompendo l’atmosfera meravigliosa e anche parecchio i coglioni, essere a tutti i costi protagonisti. Ecco l’egocentrismo da concerto rock. Sono stufo marcio. Punto. L’applauso trattenuto per esplodere alla fine dell’ultima pennata sarebbe come trattenere un orgasmo da favola. Mi chiedo se, invece di educazione alla fruizione della musica di un certo tipo, non basterebbe solo un po’ di educazione sessuale in più. Sublimare e godere. E invece no. Ecco, ci sono tornato, l’ho detto.

Sarà per questo che quando imbraccia finalmente la Weissenborn per regalare la storica Pleasure And Pain, accolta da una piazza un po’ spiazzata, forse per l’antichità della reliquia, la versione che ne esce non mi piace moltissimo. Troppo alta, poco intensa anche questa. Peccato Ben.

Rientra la band, ed è Amen Omen, più la sento e meno mi piace. E’ solo una mezza ballad ruffiana, niente di più. Vedo ragazze agitare e ondeggiare le mani come al Festivalbar, o come al congresso di Comunione e Liberazione. Mi riallaccio al concetto espresso in occasione delle mani in alto durante With My Own Two Hands.

Un’altra pausa, si cominciano a sentire i colpi di percussione di Leon Mobley che piazza uno dei suoi assoli tribali per introdurre Burn One Down, e ci scappa anche l’accensione di un bel cannone tra Leon e Juan, ma ormai c’è molto clima da stadio (c’è spazio pure per il tormentone sull’aria di Seven Nation Army urlata in coro dalla folla osannante, e qui davvero rischiano di cadermi le palle) e quindi il tutto sembra un baraccone, un circo. Adesso ho paura. Si conclude con il peggio del peggio, Better Way, un pezzo profondamente inutile, dove Ben Harper, si, questa volta il fratello giovane, trova il coraggio addirittura di rotolarsi per terra per urlare le ultime strofe.

Saluti finali. Mi scorrono davanti le immagini scabrose di uno striscione srotolato dalla band dove una tizia manda un bacio a Ben, della chitarra a doppio manico sfoderata senza motivo da Ward ad un certo punto, di Ben con una bottiglia di vino in mano che la agita, del solito discorsetto dove ringrazia chi gli compra i dischi.
Stridono i ricordi di qualche parola su temi socialmente rilevanti e i complimenti di stasera per la Coppa del Mondo di calcio. Qualcosa è cambiato, e magari sono proprio io.

Mi avvio verso la macchina, e se non fosse per l’amico che mi accompagna mi sentirei solo. Ben Harper non riesce più a scaldarmi il cuore. Mi allontano, e non sono una persona più ricca. Ben Harper forse si. E’ questo il problema.

la enne e la doppia effe a


Da Il mondo nuovo di Neffa, dal nuovo disco "Alla fine della notte":

è meglio una delusione vera che una gioia finta

Ma quanto cazzo hai ragione, fratello Giovanni Pellino in arte Neffa?
Bella lì. Ascoltate il nuovo disco. Un gioiello.

saturday night fever


The Strokes + Joan As Police Woman, 15/7/2006, Torino, Parco della Pellerina, Traffic Festival

Traffic Festival. Finalmente trovo la scusa giusta per andare e “toccare con mano”. E’ sabato, ci sono gli Strokes ma c’è anche questa Joan Wasser, in arte Joan As Police Woman, collaboratrice di nomi illustri (Nick Cave, Rufus Wainwright, Sebadoh e moltissimi altri), violinista fino a poco fa dei Johnsons di Antony, e, udite udite, data come ultima fidanzata, dal rock-gossip, niente popo’ di meno che di Jeff Buckley. Pare sia stata anche amica di Elliot Smith, per cui, non sarà mica che…..eh?
Ma torniamo seri, dicevo: c’è soprattutto lei, autrice di un disco di debutto molto molto bello, uno dei dischi che mi ha colpito maggiormente negli ultimi tempi. E allora via, a Torino.

Con ArezzoWave che, da quest’anno, si converte al biglietto (5 euro dopo le 21,15), il Traffic si vanta di essere rimasto l’unico festival italiano completamente gratuito. Il parco è piacevole, il posto grande ma non grandissimo, il palco piuttosto grande. Pian piano arriva un sacco di gente, il che aumenta in modo esponenziale il caldo già esagerato. Mi perdo visivamente la prima canzone di Joan, attorno alle 21,45, visto che poggiando una mano in terra mi taglio con un coccio di bottiglia: per la prima volta in vita mia, usufruisco del soccorso medico ad un concerto. Avrei preferito di no, ma almeno non è grave. Joan suona il Wurlitzer o la chitarra, ed è accompagnata da una bassista (Rainy) che sembra la controfigura femminile di Matt Bellamy dei Muse, e da un batterista (Ben) che sembra Jack Johnson dopo una cura ingrassante. E’ grintosa e al tempo stesso dolce, le sue canzoni sono asimmetriche e sconfinano nel jazz, ma non sono mai pallose; dipingono melodie belle e tortuose, sulle quali curve è gradevolissimo sentirsi sballottati. Provare per credere. We Don’t Own It e Real Life sono intense e bellissime, Flushed Chest e The Ride possono farti dimenticare una giornata storta, Anyone è pura alchimia musicale.

Joan è bella, non bellissima, sensuale, grintosa. Dedica un inedito, Happiness Is A Violator a Condoleeza Rice, ed esagera quando dice che tra poco salirà sul palco “the greatest rock band in the world: The Strokes!”. Joan è una bella realtà, suona 40 minuti scarsi, ma, almeno in me, lascia un segno. Il cerotto sul taglio mi si stacca continuamente, alzo gli occhi al cielo e vedo aerei alzarsi continuamente da Caselle.

Passano circa 30 minuti e le luci si spengono. Il pubblico freme, è numeroso e stretto, fa caldo. Arrivano sul palco e attaccano Juicebox. Il palco è essenziale ma elegante, luci frontali multicolori abbagliano gli spettatori, su di giri già col primo pezzo. Come li ricordavo, picchiano sodo e con pochi fronzoli vanno alla radice del suono. The End Has No End precede Red Light, ritmata e deliziosa, con Hammond e Valensi che cominciano quei favolosi intrecci armonici che contraddistinguono il suono della band della Grande Mela. Casablancas è chiaramente alticcio, come sempre (mi sono andato a rileggere della prima volta che li vidi, ed era la stessa storia), inoltre questa volta non pare nemmeno in grande forma vocale, anche se preme molto e grida come un ossesso quando serve, ma pare divertirsi un sacco. The Modern Age, Heart In A Cage col suo incedere da filastrocca rock, ma molto rock, Electricityscape, un pezzo geniale se ci pensate bene, tribale e canzonetta, con il solito ritornello da crooner ubriaco e l’assolo minimale ma allo stesso tempo pomposo, precedono l’esecuzione di Is This It, se possibile ancor più lenta dell’originale, ma ugualmente affascinante. Casablancas, come osserverà giustamente un’amica a fine concerto, è il top dell’autoironia, nonostante il gran parlare che se n’è fatto sulle riviste specializzate come uno dalla puzza sotto il naso: “Wow, cantate sicuramente meglio voi di me!” dice tranquillamente. Ize Of The World, altro esempio del songwriting complesso, ma all’apparenza minimalista, degli Strokes. Altra perla di Casablancas “Thanks for your roaring!”.
Someday è puro rock ‘n’ roll, e c’è poco da fare: stende. Impossibile rimanere immobili. Segue Hard To Explain, poi You Only Live Once. La differenza tra l’impatto dei pezzi del primo e dell’ultimo disco è tangibile; più immediati e diretti quelli da “Is This It”, più ricercati quelli da “First Impression Of Heart”. Nel mezzo “Room On Fire” un po’ snobbato, solo due estratti.

“Non capisco niente di quello che dite, ma mi piace”. Julian Casablancas. Un po’ come “It’s Only Rock ‘N’ Roll, But I Like It”. Sopperisce con la simpatia; gli altri sono impeccabili agli strumenti.
Last Night è salutata da un boato: è semplicemente grandiosa. Come un aforisma, come una battuta ficcante, come un gavettone d’inverno. Spariscono tutti, rientra Julian con Nick Valensi che lo accompagna alle tastiere per Ask Me Anything, e tutto sommato il singer non se la cava male in questo momento intimista. Si pesta duro di nuovo con Vision Of Division, altalenante e cattiva, urlata come si deve. Chiude Reptilia, un altro pezzo che è già un classico: le Converse si muovono da sole. E’ quasi passata un’ora, potrebbero anche non tornare, lo sappiamo che suonano poco.

E invece tornano, acclamati. Parte l’ormai fastidiosissimo coro sulle note di Seven Nation Army, reliquia pagana del Mondiale chissà per quale motivo, ma Hammond, Valensi e Moretti non si fanno pregare, accompagnano volentieri il pubblico per qualche secondo. Moretti si becca un applauso con ovazione a scena aperta, per il suo essere un po' italiano; si alza dalla batteria e allarga le braccia emozionato e lusingato. Casablancas si congratula ancora. Parte il dittico finale, da paura. Indugi rotti, dritti come un fuso: New York City Cops e Take It Or Leave It sono due gemme roots-rock tutte da gustare scuotendo corpo e testa.

Ringraziano ancora colpiti dal calore, non solo dell’aria, se ne vanno rapidi. Non saranno dei geni assoluti, ma di questa generazione sono senz’altro i numeri uno. The Strokes signori: come aveva detto Joan? The greatest rock band in the world!!

PS grazie a D per il supporto in traduzione

20060719

vinicius


ieri sera all'idroscalo

sul soffitto di questa stanza in questo momento

questa si che è una notizia fica

Il palinsesto della tv inglese Channel 4, nota per le sue scelte trasgressive, si fa decisamente caldo: la rete ha annunciato che seguirà la "Masturbate-a-Thon", maratona della masturbazione, che si terrà il 5 agosto a Londra. Il canale televisivo monterà un documentario di un'ora ("Wank-a-Tohn", la maratona della sega) sull'evento. Il bizzarro contest unisce provocazione e beneficenza: lo scopo della no-stop del piacere è infatti raccogliere fondi per programmi di educazione sessuale. Il record di "resistenza" appartiene agli Usa, dove un partecipante ha raggiunto le 8 ore e mezzo di autoerotismo




Ps.e che bel manifesto!!

Donovan? No, Donavon


Donavon Frankenreiter, 6/7/2006, Lido di Camaiore, Piazza Lemmetti, Billabong Tour

Una storia come tante, una storia americana. Donavon, californiano di Downey, comincia a surfare da piccolo. Billabong è da subito il suo sponsor, e si trasferisce alle Hawaii, dove affitta una casa dai genitori di un certo Jack. Jack Johnson. Diventano amici, surfano insieme e imparano a suonare la chitarra. Jack diventa professionista anche nella musica, e così Donavon.

In effetti, ti viene da pensare che Donavon, almeno al momento, sia il cugino sfigato di Jack. Con quel cappellaccio in testa dimostra 10 anni di più, ma in questa serata strana, estiva, calda ma piovosa, lo vedi su questo palchetto in Piazza Lemmetti, Lido di Camaiore al confine con Viareggio, strimpellare le sue canzoni con i suoi scudieri surf (un bassista, un batterista che sembra strappato a una brit-band, un tastierista schivo) davanti ad un pubblico eterogeneo e quantomai estivo. E’ tutto molto buffo, e molto bello. Nonni con bambini in vacanza, ragazzine adolescenti bruciacchiate dal sole e rivestite per la sera, bulletti trendy-surf che ciondolano in giro con una bottiglia di birra nella destra e una sigaretta nella sinistra. E’ quasi timido, ringrazia, inanella i suoi pezzi, anche di un certo spessore, come Free, che potrebbe tranquillamente diventare un tormentone estivo, anche se è del 2004 sapete benissimo che non vuol dire niente (vi ricordate La Flaca di Jarabe De Palo, vecchia di diversi anni?), Fool, Butterfly, pezzi forse un po’ troppo simili tra loro, ma di una delicatezza invidiabile.

Le assonanze con Johnson si sentono, e mi sembra ovvio, ma ascoltando i dischi di Donavon si possono apprezzare influenze seventies molto più marcate, anche se stasera c’è solo il suono tipo Hammond delle tastiere a ricordarcele, il suono live è giocoforza più rock classico.

Donavon è simpatico, si diverte, non è mai sopra le righe, anche se beve vino, decanta la bontà di quello italiano, apprezzato dall’intera band, ringrazia Billabong ma anche il pubblico e fa gli auguri all’Italia del pallone, tra una canzone e l’altra. L’atmosfera è rilassata, amichevole, divertente, sembra quasi di essere al bar a sentire un amico che strimpella la chitarra che si lamenta di non riuscire a parlare italiano, ma vorrebbe. La spiaggia della Versilia, per un attimo, diventa quella di un Mercoledì da Leoni, e si torna pure indietro nel tempo.

Verso la fine, dopo una serie interminabile di lampi e tuoni, ecco di nuovo la pioggia, ma la gente si ripara sotto i cornicioni dei palazzi che si affacciano sulla piazza, sotto le tende ritirate dei negozi chiusi, ma continua ad ascoltare. Donavon e i suoi ne fanno un paio, poi si scusano, ma non possono rischiare l’impianto con la pioggia.

Torno verso l’auto con All Around Us nelle orecchie, e mi convinco che anche nella versione live, senza il controcoro gospel, vale la pena; magari con una cassa di birre in riva al mare, gli amici, e uno sbambarozzo fatto bene.

Del resto, love is all we got.

http://www.donavonf.com/

20060718

Ylenia

Questo è un breve racconto. Farebbe parte di un'opera di più ampio respiro che vorrei scrivere, ma che da tempo si è arenata. Qualcuno di voi potrebbe averla già letta: se ne ha voglia la rilegga, magari gli fa un altro effetto. Non è niente di che. Non è quella che mi gira in testa da qualche giorno. Prossimamente quella. Per adesso, Ylenia.


YLENIA

Era a Roma per lavoro, aveva un incontro il giorno seguente; partì nel pomeriggio, sistemandosi in un albergo del centro. Capitando all’improvviso, nessuno degli amici romani fu disponibile, quindi cenò in albergo, poi andò in centro senza nessun indirizzo particolare.
Estate, faceva caldo; si sedette ai tavoli di una gelateria a Campo de’ Fiori, prese una birra. Si avvicinarono due ragazzine giovani, avranno avuto la metà dei suoi anni; non c’erano tavoli liberi, gli domandarono se potevano sedersi con lui.
“Prego” disse loro. Una si chiamava Ylenia, l’altra Carla. Carla era piuttosto insignificante, mentre Ylenia era bellissima, seppur acerba. Mora, pelle chiara, occhi neri, leggero strabismo, lineamenti delicati, naso in su, bocca grande, fisico da gazzella. Gli chiesero di dove era, cosa facesse in città; frivolezze. Non poté impedire al suo sguardo di caricare l’aria di tensione sessuale. Offrì loro qualcosa, Carla prese una birra, Ylenia un gelato. Dopo alcuni minuti, Carla andò al bagno e, stranamente, Ylenia rimase al tavolo.
“Di solito le ragazze non vanno al bagno sempre in due?” chiese non appena Carla fu lontana.
“Può fare da se. Volevo rimanere sola con te” rispose lei.
“Ti voglio piccola” ribatté lui a quel punto.
“Anch’io" disse lei, tentando uno sguardo provocante che non le riuscì. Pagò un taxi a Carla, ma si fece lasciare il suo casco. Sarebbero andati col motorino di Ylenia. Salutò Carla ringraziandola. Si avviarono al motorino mano nella mano, poi lei lo abbracciò all’altezza della vita mentre camminavano. Mentre passavano per un vicolo, lui vide che non c’era nessuno, la prese per le spalle, la sollevò leggermente da terra e la appoggiò ad un muro pieno di manifesti. Spinse il suo bacino contro quello di lei, con un movimento dall’alto verso il basso, e mentre premeva la sua erezione sul basso ventre della ragazza la baciò in maniera avida.
“Lo sai che sei uguale a quella modella croata prima che si gonfiasse le labbra?” le disse appena le loro bocche si disgiunsero.
“Non prendermi per il culo dai…..ti voglio scopare lo stesso, non sei obbligato a farmi dei complimenti”
“Vuoi dirmi che non te l’ha mai fatto notare nessuno?”
“No, mai”
“Quanti ragazzi ti girano intorno?”
“Abbastanza”
“E nessuno ti ha mai detto che le assomigli?”
“Te l’ho detto, mai”
“Che razza di coglioni!”
Andarono in albergo, non prima che Cris le avesse chiesto se aveva problemi ad andarci, se magari qualcuno che lavorava lì conoscesse i suoi. Nessun problema, lei si era anche accordata con Carla e aveva avvisato i genitori che avrebbe dormito da lei, quindi poteva rimanere per la notte intera. Cris insistette col tipo della reception per pagare come doppia la camera che aveva già pagato come singola. Riuscì a convincere il tipo, che capitolò dicendo che gli avrebbe dato volentieri una vera doppia, ma che non ne aveva libere.
“Non fa niente” gli disse Cris, e gli porse la mano come a braccio di ferro; il receptionist rispose alla stretta divertito; rise anche Ylenia.
Mentre salivano in ascensore, lei lo toccava da sopra i pantaloni, mentre lui le sfiorava il viso con l’indice della mano destra, scostandole i capelli. Fecero sesso, lui fu molto dolce, finché lei non gli chiese di legarla. Usò gli asciugamani, ma ci aggiunse un tocco personale : strappò una sua t-shirt e la imbavagliò. La legò al termosifone e mentre la prendeva da dietro la sculacciò, non troppo forte, per evitarle segni. Lei fu felice, e si addormentò mentre lo abbracciava; era una cosa che lui odiava, ma era così tenera. Quando fu sicuro che fosse addormentata si divincolò dall’abbraccio. La mattina seguente la svegliò solo quando la colazione fu in camera. Era bellissima anche appena sveglia. La lasciò, lui doveva andare all’incontro di lavoro. Le disse che poteva dormire ancora un po’, ma a mezzogiorno doveva lasciare la camera. Ylenia rispose che sarebbe andata via dopo poco. Si baciarono a lungo prima di lasciarsi.
Scese alla reception, il collega della notte aveva passato bene le consegne, ma Cris volle sommariamente riassumere la situazione; inoltre lasciò il suo numero di cellulare e invitò a chiamarlo nel caso la ragazza avesse tardato a lasciare la camera, in modo che potesse saldare l’eventuale notte in più; ma, si raccomandò: per nessun motivo dovevano dare il suo numero alla ragazza.

ficcante vittorio

copio incollo questo articolo di vittorio da la repubblica, perchè a volte vittorio mi piace un bel pò:

Istruttivo osservare le reazioni in Italia, nelle tv, sui quotidiani sportivi e nelle strade, alle prime sentenze della Caf sul porcaio della Lega calcio e sulla truffa che da anni viene perpetrata ai danni dei fessi paganti abbagliati dal loro tifo e disposti a inghiottire qualsiasi sconcezza, inclusi titoli azionari bidone, pur di avere uno straccetto di maglia al quale aggrapparsi per riempire le proprie domeniche (e sabati, e lunedì, e mercoledì e giovedì).

Tutti, comprese quelle facce di tolla dei dirigenti milanisti che dovrebbero andare in processione al Santuario di Loreto e appendere Galliani e Meani tra le stampelle e i cuori ex voto per ringraziare la Madonnina della grazia ricevuta invece di spararsi comunicati tra i piedi, si lamentano della ferocia delle pene contro il proprio club. Nessuno, ripeto, nessuno si è fatto avanti per dare una mano ai magistrati nello scoperchiare la fogna e ripulire le stalle. Dal che si possono trarre tre ovvie conclusioni:

1) Il Calcio di Lega italiano è peggiore di Cosa Nostra, perché mai nessuno si pente e confessa i propri misfatti, come invece, seppure di rado, accade fra i mafiosi. Confessare i misfatti degli altri, come stanno facendo, non vale.

2) L'Italia è una repubblica fondata sul vittimismo. Tutti siamo vittime di qualcosa o di qualcuno, tutti siamo innocenti tormentati da (.......) inserire qui il proprio carnefice preferito, nazionale o estero.

3) Il rapporto di noi Italiani con la Giustizia è esattamente come il nostro rapporto coi treni: tutti diciamo di volerli moderni, puliti e veloci, ma soltanto a condizione che i binari passino nel cortile del vicino.

stay tuned


So che questo blog ha pochi fans, ma buoni. E so che sono preoccupati.
State tranquilli, sono vivo e vegeto (ah ah), ed ho un sacco di cose da raccontarvi.
I concerti di Donavon Frankenreiter a Lido di Camaiore, degli Strokes a Torino, di Ben Harper a Pistoia, il film United 93, qualche commento sparso sull'attualità, e infine, un racconto breve a sfondo soft porno che mi gira in testa da qualche giorno, che sarà qui pubblicato.

Devo solo trovare il tempo di sedermi al pc di casa con un po' di tranquillità. Stasera si comincia.

A presto

20060717

in piedi

Veronica


In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
amavi sol la musica sinfonica
ma la suonavi con la fisarmonica,
Veronica, perchè?
Veronica,
se non mi sbaglio stavi in via Canonica;
dicevi sempre: "voglio farmi monaca!"
ma intanto bestemmiavi contra i pré!
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
(coro): In pé! In pé! In pé! In pé!
Veronica,
il primo amor di tutta via Canonica:
con te, non c'era il rischio del platonico,
Veronica, con te!
Veronica,
da giovane, per noi eri l'America:
davi il tuo amore per una cifra modica
al Carcano, in pé, ma...
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te, oh!
Veronica,
l'amor con te non era cosa comoda,
nè il luogo, forse, era il più poetico:
al Carcano, in pé; ma...
Ti ricordo ancora come un primo amore:
lacrime, rossore fingesti per me.
Mi lasciasti fare senza domandare
quello che pensassi di te,
mi lasciasti fare senza domandare...
al Carcano, in pé!

benjamin

forse jumbolo posterà la recensione del concerto di ben harper a pistoia, mentre io mi sono accorto che non ho ancora ascoltato il suo ultimo disco( tranne il singolone)...sono un ragazzo fortunato?

el topo

ieri ho catturato questo topolino.piccolopiccolo...non sapevo se darlo in dono ai gatti di casa...mha..per adesso è ancora dentro il vaso...vedremo.

20060714

un'altra considerazione

finalmente, con la vittoria dei mondiali, FORZA ITALIA è ritornato uno slogan sportivo...
il nano ha perso anche qui...
gli manca solo il milan in B per compiere il miracolo italiano!
vediamo stasera...

ma

coro "da stadio" è un termine dispregiativo?

20060713

cristiano

sembra che cristiano lucarelli rimanga al livorno nonostante l'offerta faraonica dello zenit di san pietroburgo. ha guardato negli occhi la moglie e ha capito che non sarebbe stata felice di andar via. e si è fermato. sorrido, anche perchè io ho la sua maglietta e ne vado fiero!

forse un post su questa ennesima vicenda di lucarelli lo dovrebbe scrivere jumbolo, ma penso che lo farà tra qualche tempo in modo molto più completo del mio.
comunque nel mio piccolo tifo per lui!forza cristiano!

20060712

odonto


Sono stato dal dentista. Lo scrivo perchè so che eravate preoccupati.
Tutto bene. Ho fatto l'igiene dentale (una volta si chiamava pulizia dei denti - 90 euro -), e mi son fatto dare un'occhiata. Mi si è scheggiato un dente e mi è uscito un piccolo accenno di carie su un altro dente. Benissimo, quando li facciamo: a settembre. Ok.
Fissiamo? Bene. Va bene il lunedì? Si dopo le 17 per favore. Ok, alle 18,30. Perfetto.
Che giorno è?


L'11 settembre!!!

mi va


Si, mi va di dire ancora qualcosa sul Mondiale. Ho retto un paio di giorni, poi mi son detto "ma perchè devo tenermele dentro?". Ognuno si sente libero di dire la sua, quindi perchè non anch'io, anche se ero su una posizione molto diversa dalla maggioranza degli italiani.

Ha vinto la nazionale italiana. Bene. Una intera generazione non c'era nell'82, quindi meglio per loro. Non tifavo per l'Italia, le ragioni sono più indietro. Non ci torniamo sopra. Ma sono italiano, e all'estero o quando si parla con qualcuno che non lo è, adesso sei campione del mondo. E allora, la finale è andata come è andata, la Francia a mio parere ha giocato meglio, non è stata una gran partita, l'Italia ha vinto ai rigori, un pizzico di fortuna, magari era quella non avuta all'europeo perso contro la Francia al golden gol.

Alcune cose non mi vanno giù. La reazione italiana. Della squadra, del popolo che ha partecipato ai festeggiamenti. C'entra anche il fatto che, non so perchè, vedo queste cose in maniera distaccata. Non riesco ad esaltarmi per una cosa come questa, adesso. Ho visto striscioni agitati dai calciatori della nazionale, inneggianti all'Italia, con una celtica piccolina disegnata sopra, e questo mi fa schifo. Ho visto calciatori non rimanere "neutri" e tentare, come gran parte dei tifosi, di ritagliare uno spazio nei festeggiamenti a favore della propria squadra di club. E questo anche mi fa schifo. Ho visto tifosi tifare per i calciatori della propria squadra di club, esclusivamente per quello, e ho visto tifosi sperare nella vittoria perchè la propria squadra di club è coinvolta in calciopoli, sperando in un amnistia. Ho visto e sentito striscioni, cartelli e cori pesantemente offensivi nei confronti dei perdenti, e questo, a livello di nazionali, non si fa. Cioè, si fa, ma a quel punto mi vergogno di essere parte integrante di questa nazione che vince dimenticandosi che è un gioco, e che deride gli altri. Ma siamo sicuri che siamo in grado di deridere qualcuno? Un po' più di sobrietà non guasterebbe.
Ho visto e sentito politici di ogni colore, caricare anzi, sovraccaricare, questa vittoria di significati troppo alti e quindi, non veri. Ho visto la vera natura degli uomini leggendo e sentendo le offese gratuite sempre ai perdenti, dimenticandosi di quando si perde. Anche in guerra ci sono delle regole, figuriamoci nello sport.
Ho letto di persone che offendevano giornalisti, persone famose, che si erano schierate contro la nazionale. Si critica con le parole e il ragionamento, non con l'offesa. Inoltre, sempre secondo me, le opinioni vanno rispettate. Ci si dimentica che, proprio queste persone che offendono come se fossero state ferite nell'onore, sarebbero o meglio, sono, state le prime a criticare quei calciatori o l'allenatore nei momenti bui. Meschino.

Adesso faccio un ragionamento un po' contorto, e torno su Pessotto. I calciatori gli hanno dedicato vittorie, Cannavaro ha incitato la folla al coro.
Ora: qualcuno a lui vicino (la moglie, ma anche i tifosi un po' fanatici) si è infastidito perchè la gente dava adito a sospetti moventi per il tentato suicidio. Bene, giusto. Ma dedicare vittorie e cori perchè si salvi, dando per scontato che abbia tentato il suicidio per una malattia (depressione) che si può curare, non è la stessa cosa? Cioè, e se l'avesse fatto volutamente e come libera scelta e volesse davvero morire?
Un po' contorto eh? Vabbè, volevo mettervi al corrente del mio pensiero, tutto qui.

Caso Materazzi/Zidane. Sta diventando una buffonata. Esperti di labiale per capire cosa gli ha detto Materazzi per suscitare la reazione deprecabile e da condannare senza appello Zidane. La FIFA che vuol vederci chiaro, usando due pesi e due misure rispetto ad altri casi del passato, forse perchè Zidane è universalmente conosciuto come un campione. Zidane che questa sera in diretta tv dirà quello che gli ha detto Materazzi. La mamma di Zidane che difende il figlio e che dice che Materazzi è da castrare, perchè le cose che gli avrebbe detto sono gravissime. Materazzi che sale sul palco dei Rolling Stones (ieri sera a Milano), Jagger che ironizza (sia Marco che Keith - Richards - hanno avuto problemi di testa - per il lenti: Materazzi colpito da una testata di Zidane, Richards operato poco tempo fa), Materazzi che prende il microfono e incita il pubblico a saltellare al coro di "chi non salta è francese".
Ridicoli, entrambi. Zidane ha sempre avuto questo difetto, ha i nervi deboli. Materazzi è un provocatore poco fine, e non è un fuoriclasse, per cui non si potrebbe permettere molte delle cose che fa. Mi fanno ridere entrambi.
Come mi fa ridere Del Piero, anche lui sul palco dei Rolling Stones, mi ha fatto ridere quando si è definito un Achille perchè non giocava, mi ha fatto ridere quando si è messo a torso nudo per i festeggiamenti al Circo Massimo. Queste persone hanno i miliardi (come si diceva quando c'era la lira), ma nessun equilibrio. Nessuno.
Ricordate la teoria? Troppi soldi, problemi inventati, ma seri.
Come la depressione.

carlinhos brown live


Sono ancora emozionato. Ieri sera avevo in agenda un ottima serata con amici per vedere marco paolini al paolo pini. Carambolescamente proprio mentre stavo per uscire di casa andrea mi dice che c'è carlinhos brown in concerto. All’idroscalo. Gratis (anche per questo amo milano). Imperdibile. Saliamo in moto e in 10 minuti netti siamo già dentro l’idroscalo (la fortuna di abitare nella zona est della città!).
L’idropark è lo stesso dove ho visto due concerti di ben harper e dove c’è stato il gods of metal pochi giorni fa. Entrando non c’è tantissima gente alla fine saranno penso 2 mila persone. Me ne aspettavo un po’ di più a dire il vero.
Bhe carlihnos si presenta con una specie di copricapo tipo capo tribù pellerossa, ma non di piume, sembra più osso o bambù, bianco comunque, maglia rossa e collane variopinte. Dietro di lui la sua banda o forse meglio chiamarla orchestra. Due coriste, che anche se non avessero cantato avrebbero fatto la loro porca figura, 5 percussionisti che sembravano i jackson five anche fisicamente, 4 fiati (tromba , tromba , trombone, sax), una chitarra elettrica, basso, batteria, tastiera.
Il concerto inizia già ad altissimo livello ritmico, i percussionisti sono scalmanati, carlinhos è un trascinatore ballerino, ha l’energia pura che gli scorre nelle vene, lui e la musica sono una cosa sola, il ritmo incalzante fa muovere tutti. Ci sono ritmi tribali, c’è la samba, c’è il brasile. Il pubblico è visibilmente metà italiano, metà brasiliano. Carlinhos fa cose che non ho mai visto fare ad un pubblico di più di 20 persone, fa ballare, giocare, fa spostare a destra e sinistra di 20 metri 2000 persone solo con le sue parole di pace e amore e samba. Canta parla dirige la sua banda con naturalezza leggera. Scende dal palco più volte, la prima rischia anche la vita quando le casse sotto ai suoi piedi cadono clamorosamente. Passa le transenne più volte e canta tra il pubblico, che chiama famiglia, fa anche una specie di trenino a passo di samba…cose mai viste…chissà cosa succede in un suo concerto in brasile…Improvvisa testi sull’italia, scherza dicendo che il brasile è campione del mondo, poi no, dice che è l’italia, improvvisa un ritmo mondiale per l’italia al termine del quale il pubblico inizia a cantare l’ormai odiato motivetto di seven nation army, carlinhos non lo conosce, lo ascolta e dopo un po’ si gira verso la band che inizia un ritmo sulle note dello stesso pezzo. Immenso. Poi stacchi di samba, sembra di essere a rio per il carnevale. Dietro di me splendide ragazze brasiliane ballano indemoniate, sono bellissime, amo il brasile e le brasiliane. Poi ancora ritmo , inframezzato da ninne nanne e canti più dolci, ricorda i grandi cantautori come caetano o gilberto o djavan. Ritorna al ritmo con chitarre distorte, a namorada, ja se namorar (il singolone dei tribalistas, suo progetto parallelo). Esce saluta, poi rientra e canta ancora suonando sugli atabaqui. Questo signore è un mostro sacro. È il ritmo fatto persona, è la poesia di una nazione col sorriso, è fuoco, è la musica.
Termina con una versione tribale di mas que nada. Fantastico!
Questo è miglior concerto dell’anno, uno dei migliori visti in vita mia. IMMENSO!
La testa mi gira quasi, faccio un ingiusto paragone con altri gruppi nostrani che ho visto recentemente, ma il confronto è imbarazzante. Mi viene in mente ben harper, che ho visto sullo stesso palco, e la sua voglia attuale di ballare, ma forse non ha mai visto ballare carlinhos altrimenti lo vedremmo ancora seduto sul suo trono come una volta. Amici se c’è un concerto di carlinhos brown nella vostra città andateci. Fatelo per voi!
…AXE’ CARLINHOS AXE’…

quesiti esistenziali


Perchè il filo intendentale finisce sempre il sabato alle 12,00, contando che quello che vendono al supermercato non è buono a nulla, e invece quello resistente lo vendono solo in farmacia, e che le farmacie il sabato pomeriggio e la domenica sono chiuse?

20060711

gravel

i heard the sound of your bike
as your wheels hit the gravel
then your engine in the driveway, cutting off
i pushed through the screen door
and i stood out on the porch
thinking fight fight fight at all costs

but instead i let you in
just like i've always done
i sat you down and offered you a beer
and across the kitchen table
i fired several rounds
but you were still sitting there when the smoke cleared

you came crawling back to say
that you want to make good in the end
oh, let me count the ways that i abhor you
you were never a good lay
and you were never a good friend
but oh, what can i say, i adore you

all i need is my leather
one t-shirt and two socks
i'll keep my hands warm in your pockets
and you can use the engine block
we'll ride out to california
with my arms around your chest
and i'll pretend that this is real
'cuz this is what i like best

you've been juggling two women
like a stupid circus clown
telling us both we are the one
and maybe you can keep me
from ever being happy
but you're not going to stop me
from having fun

so let's go, before i change my mind
i'll leave the luggage of all your lies behind
'cuz i am bigger than everything that came before
you were never very kind
and you let me way down every time
but oh, what can i say, i adore you

i heard the sound of your bike
as your wheels hit the gravel
then your engine in the driveway, cutting off








lo so che l'ho già postata una volta...ma quanto è bella sta canzone, porca vacca!

20060710

eric and george

eric burdon
george clinton parliament funkadelic

lugano jazz

sabato sera ero a lugano per il festival jazz
suonavano
gli yellowjackets, gruppo fusion non ascoltati più di tanto poi
eric burdon and the animals, grandissimi del passato, eric una voce rock potente con i loro sempreverdi...Don't Let Me Be Misunderstood e The House Of The Rising Sun che è stato fantastico riascoltare in originale, ed infine lo sprizzante funk di george clinton parliament funkadelic, con il palco pieno di musicisti...15 forse? anche qualche ballerino...capelli colorati e basso sleppato a palla..




PS. tutti i musicisti ammmericani hanno fatto gli auguri all'italia per la finale del giorno sucessivo...gaffeggiando il fatto che lugano è in svizzera nonostante la lingua..

sciampignon de le mond


allora sta italietta ha vinto... è campione del mondo.
forse ho sentito più la partita con la germania che quella di ieri sera con la francia.
comunque partita noiosa a tratti cornutica, come direbbe frengo. zidane incorna materazzi, incorna verso la porta ma c'è buffon, fa er cucchiaio dentro fuori dentro. materazzi tocca per il rigore, incorna ma bartez è peggio di buffon e non para, tira il rigore dentro sicuramente, ma chissà cosa gli ha detto a zidane...bho
comunque ...materazzi-zidane ..ops...italia-francia...1-1 poi rigori...e l'italia li segna tutti e 5..increddibol...
e poi tutti in piazza a festeggiare...
4 stelline!!!
bhe che goduria...e soprattutto la gente era contenta per le strade...tutti fratelli...

20060709

l'attesa


C'è già gente che prova le trombe. Che fine ha fatto la scaramanzia?

Begli articoli oggi sul giornale. Prevedibili quelli sugli italiani, un po' meno quelli sui francesi. Bella la storia di Frank Ribery, uscito dal ghetto con la palla al piede (Emanuela Audisio, pag.11, La Repubblica di oggi), detto Scarface per le cicatrici dovute ad un incidente d'auto a due anni, che "evoca un calcio d'altri tempi, senza cerchietti elastici" e altre notizie interessanti, per esempio sulla sua militanza nel Fenerbache in Turchia.

Sempre grande il quotidiano El País, spagnolo, che sul Papa dice "la sua visita è un'occasione per diffondere messaggi retrogradi e discriminatori all'interno della Chiesa cattolica", e che la gerarchia ecclesiastica spagnola "è ormai sconnessa dalla società spagnola". Non solo fischi per Zapatero, quindi.

Curiosi alcuni particolari sulle nozze della figlia di Tronchetti Provera, ieri a Capalbio. A parte un chilometro di spiaggia requisita per la cena sotto gazebo ricoperti di garza bianca, bambini chiusi dentro recinti di bolle di sapone da saltimbanchi e danze fino all'alba, quello che mi ha colpito sono le balle di fieno usate come divani.

Ma nessuna notizia può competere con questa: Emanuele Filiberto minaccia di querelare Alessandro Aldo Mola, Presidente della Consulta dei Senatori del Regno, che ha ratificato lo spodestamento di Vittorio Emanuele a favore di Amedeo D'Aosta; Vittorio Emanuele (il magnaccia) è reo di aver sposato (40 anni fa, tra l'altro) una borghese senza l'assenso del padre.

Applausi per Fibra.

20060708

viva Zapatero!


Papa Ratzinger è a Valencia per il quinto Incontro Mondiale delle Famiglie. Il Premier spagnolo, José Luis Rodriguez Zapatero, si è recato all'aeroporto Manises a dare il benvenuto al pontefice, ma ha annunciato che non parteciperà alla Messa che Benedetto XVI celebrerà.

Il portavoce vaticano Joaquin Navarro Valls ha dichiarato: "anche quando con Giovanni Paolo II siamo andati in Nicaragua, Daniel Ortega venne alla messa. A Varsavia durante il periodo comunista Wojciech Jaruzelsky fece altrettanto. E quando andammo a Cuba, neppure Fidel disertò la messa".

Che dire? Finalmente un Primo Ministro che non lecca il culo al Papa, e che non fa mistero di essere laico e di rispettare la laicità del suo stato.
Grande Zapatero!

che tristezza!


Da www.libero-news.it


RENATO FARINA CI SCRIVE
di Renato Farina

I giudici mi hanno interrogato sette ore. Ho detto tutta la verità. Che è questa: sì, ho aiutato i nostri servizi segreti a difendere l'Italia dai terroristi. E adesso vi spiego perché e come

Caro Direttore, ti scrivo come si fa a un amico e a un padre. Se ritieni ancora degna la mia firma, magari per oggi e poi più, passa questa lettera ai lettori e ai colleghi di Libero. Dopo di che mandami a casa, se credi. Privatamente in queste ore a te - che eri ignaro dei miei casini - ho detto tutto e anche di più, ma è meglio fermare le cose sulla carta. Quando è cominciata la quarta guerra mondiale, quella scatenata da Osama Bin Laden in nome dell'islam contro l'Occidente crociato ed ebreo, ero animato da propositi eroici. Mi conosci come le tue tasche. La mia ambizione è sempre stata inconsciamente quella di Karol Wojtyla: lui morire nei viaggi, io sul fronte, magari in Iraq o in Qatar. Sono immodesto anche nel paragone. Vanità e protagonismo della mutua, incoscienza, ma credendoci, buttandomi tutto. Sapevi già delle mie avventure in Serbia sul filo del rischio, convinto di riuscire a raccontare meglio le cose se però risolvevo anche i problemi del mondo. Hai sempre cercato di farmi ragionare, di trattenermi. Poi di solito ti arrendi tu: non riesco a concepire altro modo di fare il giornalista. Mi ricordo la tua sfuriata di quando ero andato vicino all'Iraq senza dirti nulla, e in più scrivendo un articolo sui tagliatori di teste di un camionista bulgaro vicino al luogo del delitto. Hai sempre voluto salvarmi la vita, sono un disgraziato ma mi vuoi bene. Forse però volermi bene oggi vuol dire farmi cambiare mestiere. Pensaci, Vittorio. Anche stavolta, dal 2001 a oggi, anzi ieri (se c'è un domani dipende se mi credi), mi sono comportato alla mia maniera: alè, in battaglia. Stavolta sono stato esaudito, ma così no, così è troppo pesante. Non mi sono rotto una gamba, non ho avuto bucato il polmone da una scheggia di piombo, ma è stato amputato il mio onore.

continua...

Renato Farina, giornalista "prestato" allo spionaggio, alle dipendenze della cellula di disinformazione del SISMI, scrive al direttore Vittorio Feltri.

A LAVORARE Farina!!!

playlist


Stamattina rinnovo degli mp3 nel lettore. Sono presenti al momento:

-album completi

Neffa - Alla fine della notte

Zao - The Fear is What Keep Us Here

Wolfmother - Wolfmother

Thom Yorke - The Eraser

The Vines - Vision Valley

The Pipettes - We Are The Pipettes

The Raconteurs - Broken Boy Soldier

Madrugada - The Deep End

Hurt - Volume 1

Pussy Galore - Sugarshit Sharp

Joan As Police Woman - Real Life

SuperElastiBubblePlastic - Small Rooms

Unida - Unreleased

-canzoni singole

P.O.D. - Alive

The Cardigans - Give Me Your Eyes

Holly Golightly - There Is An End

I Ribelli - Pugni chiusi


Photo courtesy by Garaz

senso della misura


Nel marasma delle trasmissioni sul Mondiale di calcio di Germania, a mio parere trionfa "Il gol sopra Berlino" sulla 7, condotto da Darwin Pastorin. Ospiti importanti e misurati, competenti e mai alla ricerca della sovrapposizione, della polemica (oddio, mi pare che all'inizio ci fosse Agroppi, e stonava, questa sera non c'era, e la trasmissione era godibile) o dell'urlo. Donne in studio e inviate vestite decentemente, non male ma neppure da cubo in discoteca.
Un bello stacco, se si pensa che proprio su la7 fino a poco tempo fa, andava in onda il processo di Biscardi, costretto ad abbandonare il video travolto da Calciopoli. Se ci pensate, il processo era un programma che strideva col profilo di questa rete che, a mio modo di vedere, punta molto sui contenuti.
Facendo zapping dopo la fine, sono capitato su Italia1 e Studio Sport che tentava di polemizzare contro i francesi che avevano mandato in conferenza stampa un giocatore "inutile" come Gouvou, segno, a loro dire, che nella Francia comandano i calciatori. Ridicoli.

Durante "Il gol sopra Berlino", è stata confermata una notizia di calciomercato che, al momento, non mi sento ancora di commentare. Lasciatemi tempo.

20060707

massime


Le donne sono come il batterista dei Venom, Abaddon, nel live "Eine Kleine Nachtmusic": sempre fuori tempo.

Quando ti servono, non ci sono; quando non le vuoi tra i coglioni, arrivano.

E sono anche puntuali!!

vernacoliere 2

vernacoliere

come dargli torto?


Riporto integralmente questo articolo preso da www.corriere.it

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Il filmato è stato realizzato dall'agenzia Leo Burnett

L'haka delle mamme fa arrabbiare i Maori

Critiche dalla Nuova Zelanda allo spot della Fiat: «Uso inappropriato, non è una cosa per signorine».
Ma ci sono anche dei precedenti

MILANO - «Culturalmente insensibili». Il nuovo spot della Fiat Idea, dove si vede un gruppo di mamme agguerrite che si esibiscono nella danza Haka dei Maori, rischia di diventare un caso diplomatico. «L'utilizzo del Ka Mate (il tipo di haka reso famoso dagli All Blacks, ndr) in questo contesto è culturalmente insensibile e inappropriato» ha detto laconico il portavoce del ministero degli Affari esteri della Nuova Zelanda. L'haka non è una cosa per signorine, ha rincarato la dose l'artista Derek Lardelli, inventore del nuovo tipo di danza Kapo O Pango, che a suo tempo era stato consultato dall'agenzia perché ideasse un haka adatto allo spot. Per tutta risposta il creativo neozelandese aveva detto che non avrebbe messo la propria firma su una versione adulterata del Ka Mate. Il filmato è stato visto (e commentato) anche da Garry Nicholas, direttore generale del Te Toi Aotearoa, ente che protegge la cultura maori. «Questo non è haka, ma è qualcosa che si basa sull'haka» ha detto Nicholas, criticando l'«abitudine imperialistica» degli italiani che «ci vedono come una popolazione tribale».

I PRECEDENTI - Lo spot, messo a punto dall'agenzia di Leo Burnett per la casa torinese, rappresenta un gruppo di donne che esegue passi haka davanti a una Fiat Idea; sullo sfondo rumori che ricordano quelli di un campo da rugby prima dell'inizio di una partita. Ma l'idea non è del tutto originale: la danza dei Maori era già stata utilizzata per lo spot di una birra belga, per pubblicizzare le sigarette Philip Morris e per un nuovo gioco della Lego. Ogni volta con tanto di proteste neozelandesi. Ultime in ordine di tempo a far arrabbiare i permalosi Maori, le mamme combattenti che devono districarsi nel traffico metropolitano.
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Ora, come dargli torto, anche se tutti noi sappiamo che è una sciocchezza, e che il discorso "l'Haka non è una cosa da signorine" è piuttosto misogino, quindi sbagliato?
Come dargli torto se noi diamo peso a ogni cosa che scrive la Bild?

ultim'ora


Copio incollo da Repubblica on-line

Calderon, candidato del Partito azione nazionale (Pan), ha ottenuto 14.981.268 voti (il 35,88%) mentre i voti a favore del candidato del Partito della rivoluzione democratica (Prd), Andres Manuel Lopez Obrador, sono stati pari 14.745.262 (35,31%) e quelli andati a Roberto Madrazo, del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) sono stai 9.300.081.

Peccato.

20060706

una giornata uggiosa


Oggi è una giornata un po' così. Avete capito no? Gocce di pioggia sporca, caldo, persone che stenti a comprendere. Apri il giornale e cosa vedi?

Sophia Loren poserà nuda per il calendario Pirelli. Ma fare la nonna no eh?

Ecco la notizia che non trovavo qualche giorno fa: è il comune di Galtellì che ha rinominato le vie prima intitolate ai componenti della famiglia reale. Via Umberto è diventata via Karol Wojtyla, via Vittorio Emanuele invece è diventata via Beata Vergine Assunta. Galtellì è in provincia di Nuoro.

Intanto, i nostalgici leghisti comprano all'asta giudiziaria il blindato dell'assalto del 1997 al campanile di San Marco a Venezia. Vabbè.

A Salerno, una bambina di 15 anni è morta in un incendio. Stava lavorando in una fabbrica di materassi, ricavata da un garage sotto una palazzina di 4 piani. Questa è davvero dura da digerire.

In Somalia, due morti ammazzati dal fuoco aperto da un commando delle milizie islamiche. I due facevano parte di una folla che protestava per la chiusura di un cinema che trasmetteva la semifinale del Mondiale, Italia-Germania. Brividi.

Al processo su calciopoli, il Presidente della Commissione d'appello interrompe Lotito e gli chiede: "Scusi, ma quante ore pensa di parlare? Così magari ci fermiamo per farla riposare". Meno male che ci si può ancora divertire con il calcio.

Sorpresa in Messico: i dati provvisori del nuovo conteggio dei voti delle elezioni presidenziali, danno in testa il candidato della sinistra Obrador. Lieve il vantaggio su Calderon. Aspettiamo fiduciosi.

c.v.d.

Leggete sul blog di Vittorio
http://drunkside.splinder.com/
Chissà quando ci arriveremo.
Ripenso al mio amico con le giugulari ingrossate.

20060705

notizie dall'esterno


Tre notizie dall'estero sul giornale di ieri, interessantissime.

Dallo Zimbabwe: è stato deciso di abolire una norma imposta nel 1889 che proibiva la pratica della stregoneria. Dal primo luglio il nuovo testo afferma che i poteri soprannaturali esistono, ma che è fatto divieto di farne uso per far del male ad altri.

Dall'Argentina: le autorità di Chubut hanno respinto la donazione di 7500 ettari di terra per le popolazioni indigene fatta nel gennaio scorso dal gruppo Benetton alla provincia della Patagonia argentina. Il rifiuto è dovuto alla scarsa produttività della terra. La donazione fatta da Benetton, doveva servire a riavviare il dialogo dopo il contenzioso avvenuto nel 2004 tra il gruppo italiano, proprietario di 900mila ettari in Argentina, e la comunità Mapuche (gruppo indigeno sudamericano).

Dal Messico: il candidato di destra, Felipe Calderon, con il 98% delle schede scrutinate, sembra aver vinto le elezioni col 36,3 % delle preferenze, contro il candidato della sinistra Andres Manuel Lopez Obrador che avrebbe ottenuto il 35,4 % (il 21 % sarebbe andato al candidato del Pri che ha governato per 70 anni nello scorso secolo). Obrador ha denunciato brogli e ha chiesto un nuovo conteggio delle schede. E' partita intanto la polemica verso il subcomandante Marcos, reo di non aver appoggiato il candidato di sinistra.
La sindrome di Tafazzi colpisce ancora.

bisogna saper vincere


La nazionale italiana di calcio vince la semifinale del Mondiale tedesco ai supplementari contro i padroni di casa e va in finale. Meritatamente, questa volta come con l'Ucraina.
Questa nazionale, che, per chi ancora non l'avesse capito, non amo e non riesco a tifare, finalmente convince pienamente, mostra un bel gioco e una grande grinta. Non è che non si può essere obiettivi, se non si tifa, anzi.

Può sembrare buffo, due punti di vista quasi opposti tra me e il mio co-blogger, un po' come su XL quando ci sono le recensioni SI e NO, ma magari è anche interessante, perchè no.

La partita l'avete vista tutti, e ognuno ha le sue opinioni, com'è giusto che sia. Lippi, l'antipaticissimo Lippi da Viareggio, le azzecca tutte, dicono in molti, dimenticandosi forse che insiste a far giocare un Totti impalpabile che riduce da subito la squadra in dieci, da tanto è deleterio, e fa lo stesso con Camoranesi, poi sostituito da Iaquinta, da me ampiamente criticato, che contribuisce ad allargare il fronte offensivo nei supplementari e ad abbattere il fortino (traballante) dei tedeschi. Potremmo parlare per ore anche solo di Iaquinta. Preferito a Lucarelli, ma fatto giocare da centrocampista di fascia, come se non ce ne fossero altri. Il problema non è questo, nel caso specifico della partita di ieri sera invece è cosa avrebbe fatto il buon Cristiano al posto di un sempre più spento Toni, sostituito da un Gilardino che invece si sacrifica per la squadra e incide molto di più.

Fatto sta, che viste le molte delusioni (Brasile, Spagna, Inghilterra, e perchè no, Argentina), questa Italia gioca bene e ha tutte le carte in regola per vincere il Mondiale. Sono contento? Non eccessivamente. Mi dispiace? Un po', soprattutto per Cristiano che non c'è, ma anche per quello che succederà dopo. Alcune figure discutibili saranno santificate, e le dovremo sopportare per una mezza vita. Ho sentito qualcuno lamentarsi dei reduci dell'82: inconcepibile, per me che ho provato grandissime emozioni in quel Mondiale. Forse chi lo pensa non ha provato a fare un confronto anche solo lessicale: Rossi, Tardelli, Cabrini, Collovati, almeno sanno parlare (certo, anche lì c'era chi proprio litigava con l'italiano, vedi Altobelli, o anche conoscendolo non ha proprio tutta questa verve, vedi Antognoni), le interviste di Totti, colui che diventerà un'icona nel caso in cui, hanno un che del teatrino dell'assurdo. Pensate invece a Lippi tra una ventina d'anni, con un pizzico di indurimento delle arterie: già è antipatico e dittatoriale adesso, figuriamoci quando sarà incartapecorito come Zagallo. Lo so, mi preoccupo troppo. Che ci volete fare.

Andiamo adesso al titolo del post. L'Italia ha vinto con merito. Bene. Qualcuno ha avuto, dopo la vittoria, delle reazioni per me inconcepibili. Ho visto gente urlare contro uno schermo televisivo, subito dopo il fischio finale, imprecando contro tutti i tedeschi che si sarebbero macchiati di leso onor di (nostra) patria, ho sentito come al solito persone tranquillissime accreditare la vittoria ovviamente solo a qualche calciatore della propria squadra di club.

Affrontiamo il primo argomento. Ma come è possibile prendersela con un titolo e un articolo di un giornale tedesco ai livelli della nostra stampa scandalistica? E soprattutto, come si fa a prendersela quando lo hai saputo tramite altra stampa, e non lo hai letto di persona? Come si fa a fare di tutti i tedeschi un fascio (lo so, questa è sul filo del rasoio)?
Inconcepibile per me. Non lamentarti, poi, se all'estero fanno lo stesso e ti accolgono con un classicissimo "Italia, pizza e mafia". Siamo all'equivalente della legge del taglione. Stesso piano.

Affrontiamo il secondo. Non abbiamo spirito di patria. Non l'abbiamo mai avuto, e non l'avremo mai forse. Non ci fidiamo di quelli che vengono dal sud, chi è del centro critica quelli del nord, chi è del nord critica quelli del centro, gli emiliani si sentono diversi dai romagnoli, i toscani dicono che i liguri sono tirchi, i veneti pensano che tutti i napoletani rubino. Nessuno conosce per intero le parole dell'inno di Mameli, non ci sentiamo una nazione, e però ci incazziamo se ci toccano la nazionale che vince e appendiamo il tricolore non per il 2 giugno o per il 25 aprile, bensì per i Mondiali di calcio. E magari ci gonfia la giugulare un gol o un anticipo difensivo di un miliardario che dice di non sapere niente di come sta andando il processo per la "cupola" calcistica, ma si è già accordato in segreto col Real Madrid. Forse dovremmo fermarci a riflettere.

In Argentina hanno aspettato la nazionale eliminata ai quarti in 5000 all'aeroporto di Buenos Aires e li hanno applauditi, nonostante la stampa italiana li additasse come delusione.

Buona finale a tutti, e che vinca il migliore.

schade!

l'italia sarà anche un paese di merda, ma del proprio marito ne può parlar male solo la moglie, e quindi che sti tedeschi offendano il mio paese mi ha fatto prendere la partita di ieri sera in modo nervoso. quasi fosse un duello tra stati, nonostante le limonate tra prodi e la merkel in mondovisione, bhe ho esultato al gol come poche volte mi è successo per una partita di calcio...mi ricordo un derby hellas -chievo perdevamo due a zero e poi abbiamo vinto tre a due, ed ero allo stadio, vabbè questa è un'altra storia...comunque pizza pizza marescià..e andiamo in finale!!!
auf wiedershen!!

20060704

è nato Markus!!!!!


è finalmente nato MARKUS Pedersen!!
sono contentissimo!!!!
3450 gr per 50 cm di norvegesità!

la tavola


La mattina d'estate dei giorni lavorativi ha un fascino particolare, devo ammetterlo anche se è dura svegliarsi per andare a lavorare. Non sono ancora le sette, e col vecchio Neffa ancora b-boy nell'mp3, pedalare lentamente verso l'edicola, il cappuccino e il pezzo dolce ha il suo perchè.

E, seguendo la seconda via principale di questo paese senza storia, una di quelle che corre parallela al mare, ogni traversa perpendicolare voltare la testa e guardare quella tavola blu dà sicurezza.

pizza arrivederci


Jetzt verputzen unsere Jungs die Italiener!
Unser Halbfinal-Gegner kriegt von uns das, was sie selbst am besten können: Eine Pizza!
Aber nicht irgendeine, sondern natürlich die „Pizza Arrivederci“!
Auf Wiedersehen, ihr Italiener!
Sie werden ihren üblichen Käse spielen, das heißt: Sie werden sich überwiegend hinten rein stellen.
Die wenigen heißen Torchancen, die wir kriegen, müssen reingebissen werden.
Wichtig: Wir dürfen nicht zu gierig sein, sonst laufen wir wie beim 1:4-Test im März in Florenz ins offene Pizza-Messer.
Doch diesmal wird alles anders. Nach der Quattro Gegentori in Florenz backen wir diesmal die Pizza Arrivederci.
Hoffentlich hat der Schiri aus Mexiko keine Tomaten auf den Augen...

PS: Zur Verdauung gibt's hinterher natürlich einen Grappa Finale.





questo è un articolo preso da bild.de
i tedeschi sono incazzatissimi per il caso frings...e ci prendono in giro scherzando sulla pizza...
e comunque, tedeschi, la vostra pizza fa cagare!!!!!

consiglio

do un consiglio agli utenti dei bus:
se una volta scesi alla fermata dovete andare dalla parte opposta della strada, non passate dietro il bus ancora fermo sbucando con la testa prima e il corpo poi direttamente nella corsia opposta nella quale arrivano sparati altri bus, macchiche, moto, bici perchè rischiate la vita vostra e soprattutto quella degli altri.

20060703

messico e nuvole


La percentuale di votanti è stata del 60%, molto alta per il Messico. Gli exit poll di due società diverse danno la vittoria a due schieramenti diversi, segno che il risultato è incerto. Per questo, l'Istituto Federale Elettorale ha rimandato la proclamazione ufficiale dei risultati a mercoledì. Appaiati, quindi, lo schieramento del Partito Azione Nazionale (centro destra), candidato Calderon, delfino del Presidente uscente Vicente Fox, e quello del Partito della Rivoluzione Democratico (sinistra), candidato Obrador.

qui l'articolo

20060702

le riflessioni della domenica


Parlavamo di Tyra Banks l'altro giorno, ed è di oggi una sua interessante dichiarazione, che ho letto qui http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/persone/tyra-basta-ritocchi/tyra-basta-ritocchi/tyra-basta-ritocchi.html

Non riesco a trovare la notizia sul web, ma sono sicuro di averla sentita alla radio stanotte: un comune in provincia di Nuoro (ovviamente in Sardegna) sta per votare, in consiglio comunale, per cancellare tutte le vie intitolate alla famiglia Savoia e intitolarle di nuovo, eventualmente a personaggi importanti per la Sardegna, in seguito agli apprezzamenti poco felici fatti da Vittorio Emanuele di Savoia sui sardi, e divenuti di dominio pubblico in seguito alla pubblicazione delle intercettazioni telefoniche eseguite per l'inchiesta della Procura di Potenza. Però.

Oggi al voto il Messico. Naturalmente, io sono con Andres Manuel Lopez Obrador. Anche solo per il nome. Scherzo: ¡adelante compañeros! Obrador è dalla parte dei poveri.

Oggi si è corso il Palio di Siena. Lo ammetto, più invecchio e meno lo capisco. Una volta, da militare, parlai di questo con un senese. Mi disse "non sei di Siena, non puoi capire". Bene, rimango nell'ignoranza. Mi sembra una cosa fuori dal tempo; risse per uno straccio, niente voto alle donne in Contrada. Forse sarà perchè io sono nato in un paese giovane, che non ha tradizione. Forse.

Un punto a mio favore, a proposito della depressione e dei "ricchi". Una ricerca di "Science" dice che la gente che ha molti soldi non è felice.

Lil' Kim scarcerata per buona condotta: questa si che è una notizia!

PS quale migliore occasione per postare una foto di Lil' Kim, o meglio ancora di Tyra Banks? Vi ho fregato!!