No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20190531

You go all fuck yourselves

The Zen Circus, Paladozza BO, 12 aprile 2019

Eccoci qua, in una serata di aprile che sembra novembre, ad assistere ad un concerto celebrativo per gli Zen Circus, per i vent'anni di dischi e i dieci dall'uscita del loro Andate tutti affanculo. Un pretesto per fare festa, per riconoscere al loro pubblico pubblici ringraziamenti, per una carriera che sembra aver definitivamente preso il volo (Sanremo ed altre storie). Sono sempre stato dubbioso su di loro fino a La terza Guerra Mondiale, che personalmente considero il loro punto più alto, e vederli in concerto dopo tanto tempo, in un'occasione del genere, mi piace. Mi accompagna l'amico Dino, mentre l'amico Mazza ci maledice da lontano.

Paladozza che dovrebbe essere esaurito, ma che si riempirà solo qualche minuto prima dell'inizio, inizio che avviene con almeno 20 minuti di ritardo rispetto a quanto comunicato. Nessuna band ad aprire, e si parte con Gente di merda, appunto da Andate tutti affanculo, che ovviamente la farà da padrone nella scaletta (sette tracce), suoni che migliorano man mano che si va avanti, una buona energia e l'impressione decisa che i due ultimi dischi siano decisamente i più indovinati, seppure la maggior parte del pubblico apprezzi le canzoni ritenute storiche, che, però, sono tutte molto apprezzabili dal punto di vista delle liriche. La scaletta è molto ben distribuita lungo la loro discografia, a partire dal disco che contiene i primi pezzi cantanti in italiano (Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo, del 2005), e durante la serata, come promesso, e come in quei concerti all'americana, ci sono stati vari ospiti: Giorgio Canali, Nada, Dente, Tre Allegri Ragazzi Morti, Motta. Da rimarcare (sapete che sono un fissato di queste cose) la musica diffusa prima e dopo il concerto: prima Tom Waits, dopo Piero Ciampi. Un applauso anche a questo.

Paladozza that should be sold out, but which will only fill up a few minutes before the start, which was at least 20 minutes later than announced. No bands to open, and we start off with Gente di merda, precisely from Andate tutti affanculo, which obviously will be the master in the setlist (seven tracks), sounds that improve as you go along, good energy and a strong impression that the last two records are definitely the most guessed, although most of the audience appreciate the songs they consider historical, which, however, are all very appreciable from the point of view of the lyrics. The setlist is very well distributed along their discography, starting from the record that contains the first Italian singed tracks (Vita e Opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo, 2005), and during the evening, as promised, and as in those concerts American-style, there were various guests: Giorgio Canali, Nada, Dente, Tre Allegri Ragazzi Morti, Motta. It should be noted (you know that I am fixated on these kind of things) the music spread before and after the concert: first Tom Waits, after Piero Ciampi. A round of applause for this too.

20190530

Landscape

Panorama - La Dispute (2019)

La Dispute è una band di Grand Rapids, Michigan, che prende il nome dall'opera omonima di Pierre de Marivaux, e questo Panorama è il loro quarto disco. E' un disco molto d'atmosfera, e vi invito a "provarlo". Il primo riferimento che mi salta in mente è quello dei Touché Amoré, ma la complessità dei La Dispute è maggiore. Siamo di fronte ad un incrocio di hardcore punk, emo/screamo, rock sperimentale con influenze jazz, shoegaze e una larga parte dei pezzi sono praticamente degli spoken word. Il cantante e scrittore delle liriche Jordan Dreyer, cugino del batterista (anche tastiere e backing vocals) Brad Vander Lugt (loro due sono gli unici membri originari), che ha scelto il nome della band ricordandosi dell'opera vista al liceo e con la quale trovava forti attinenze con quello di cui voleva cantare, è un appassionato di letteratura e compone le liriche più come fossero racconti brevi. Interessanti e non banali.



La Dispute is a band from Grand Rapids, Michigan, which takes its name from the eponymous opera by Pierre de Marivaux, and this Panorama is their fourth album. It's a very atmospheric record, and I invite you to "try it". The first reference that springs to mind is that of the Touché Amoré, but the complexity of La Dispute is greater. We are facing a cross of hardcore punk, emo/screamo, experimental rock with jazz influences, shoegaze and a large part of the tracks are practically spoken word. The singer and writer of the lyrics Jordan Dreyer, cousin of the drummer (also keyboards and backing vocals) Brad Vander Lugt (the two of them are the only original members), who chose the band name remembering the work seen in high school and with which he found strong connections with what he wanted to sing, he is a lover of literature and composes the lyrics more like short stories. Interesting and not trivial.

20190529

Miss Universo

Miss Universe - Nilufer Yanya (2019)

Miss Universe è il disco di debutto di Nilufer Yanya, 23enne inglese (padre di chiare origini turche), dopo tre EP e i primi approcci su SoundCloud. Segnalata da Sharon Van Etten (per la quale ha aperto alcune date dell'ultimo tour, purtroppo non quella che ho visto io), la giovane è figlia di due artisti visuali, e cresce tra la musica tradizionale turca prediletta dal padre, e dalla classica preferita dalla madre. Comincia ad ascoltare rock, impara a suonare la chitarra a 12 anni, e dopo il debutto già citato su SoundCloud, rifiuta l'offerta di unirsi ad una band tutta femminile per concentrarsi sulla sua musica. Il disco è eccellente, eccitante, in bilico tra indie rock, trip hop, jazz, soul e chissà cos'altro, la voce eclettica con un bellissimo accento brit, la scrittura sapiente come se di anni ne avesse 63.
Ascoltatela.



Miss Universe is the debut album by Nilufer Yanya, a 23 year old Englishwoman (father of clear Turkish origins), after three EPs and the first musical approaches in SoundCloud. Reported by Sharon Van Etten (for which she opened some dates of the last tour, unfortunately not the one I saw), the young girl is the daughter of two visual artists, and grows between her dad's favorite traditional Turkish music, and classic music preferred by the mother. She starts listening to rock, learns to play the guitar at 12, and after the debut already mentioned on SoundCloud, she refuses the offer to join an all-female band to concentrate on her own music. The record is excellent, exciting, poised between indie rock, trip hop, jazz, soul and who knows what else, the eclectic voice with a beautiful British accent, the wise songwriting as if she were 63 years old, and not 23.
Listen to her.

20190528

Europee


Disamina post elettorale

Leggo in giro analisi, principalmente da elettori delusi dai risultati delle Europee (curiosamente anche da simpatizzanti 5stars), che imputerebbero la vittoria delle destre italiane, Lega e F.d’Italia, al Popolo Italiano che sarebbe ignorante.

Non sono d'accordo; a parte il fatto che è un po' come dare la colpa all'arbitro quando perdi, secondo me il Popolo Italiano ha le idee chiarissime. Vuole:

1) pagare meno la benzina

2) meno immigrati

3) che l'Italia rimanga un paese cattolico

Il fatto che Il Capitano, che ha stravinto le Europee:

1) si sia dimenticato che aveva promesso di togliere le accise sulla benzina

2) abbia diminuito i rimpatri

3) abbia baciato il crocifisso ma litigato con papa

dimostra una cosa semplice: il Popolo Italiano ha le idee chiare, ma è un po' distratto.

Quando si accorgerà che Il Capitano non mantiene, voterà F.d’Italia (la cui leader nel frattempo sarà diventata sindaco di Roma e non avrà risolto niente, ma di questo ce ne occuperemo a tempo debito)

PS nessun politico è stato maltrattato nella stesura di questo post

PPS è ridondante scriverlo, per chi mi conosce, ma non ho le stesse idee del Popolo Italiano

20190527

What a Wonderful World

Soap and Skin + Jungstoetter, Santeria Social Club MI, 8 aprile 2019

L'occasione è ghiottissima. Alla Santeria in Milano, Anja Franziska Plaschg aka Soap&Skin, con, in apertura, il suo protégée Fabian Alstotter aka Jungstotter. Quindi, seppure sia lunedì, tocca andare, toccare, e fuggire. Nonostante sia effettivamente, in questo ultimo periodo, IL posto dove c'è la miglior musica, in Italia, è la prima volta che ci entro. Locale sobrio, acustica ottima. Si attende l'inizio, il giovane tedesco arriva sul palco da solo, si siede al piano timidamente, e ci regala sei pezzi (Wound Wrapped in Song, I Wonder Why, Love Is, Silence, The Rain, Black Hair) ovviamente scarnificati (ma neppure troppo) rispetto al suo ottimo disco di debutto, ringrazia ed emoziona.

Con un poco di ritardo, ecco arrivare Anja, attorniata da ben otto musicisti (quattro archi, percussioni, chitarra, basso, un tuttofare). Anche lei, esattamente come chi l'ha preceduta, sprizza timidezza da tutti i pori, e appare sinceramente toccata dal calore con il quale le poche centinaia della Santeria la accolgono, la applaudono, la sostengono e la ringraziano. Parte con This Day, con la voce che ancora deve ingranare alla perfezione, e poi non ce n'è più per nessuno. Circa un'ora e mezzo di musica ai confini della sperimentazione, tra il rock d'autore e la classica, sette cover (molte concentrate nella parte finale), molte tracce, naturalmente, dall'ultimo disco, e pure un piccolo spazio per alcune canzoni dai suoi due dischi precedenti. Voce impeccabile, musicisti perfetti, un viaggio a tratti allucinante tra le sette note, per un concerto tra i migliori ai quali mi sia capitato di presenziare. Tornerà in Italia questa estate, non fatevela scappare. Qui la scaletta.

With a little delay, here comes Anja, surrounded by eight musicians (four strings, percussion, guitar, bass, and a "handyman"). She too, exactly like the one who preceded her, oozes timidity from all the pores, and appears genuinely touched by the warmth with which the few hundreds of Santeria welcome her, applaud her, support her and thank her. She starts with This Day, with the voice that still has to get to the way of perfection, and then there's none left for anyone. About an hour and a half of music at the boundaries of experimentation, between the refined rock and the classic, seven covers (many concentrated in the final part), many tracks, of course, from the last record, and even a small space for some songs from her two previous records. Impeccable voice, perfect musicians, a journey at times hallucinating among the seven notes, for a concert among the best to which I happened to be present. She'll be back in Italy this summer, don't miss her. Here the setlist.

20190526

La favorita

The Favourite - Di Yorgos Lanthimos (2018)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)

1708; il Regno di Gran Bretagna, formato di recente, è in guerra contro la Francia. La regnante, regina Anna, è di salute fragile, e mostra poco interesse nel governo, preferendo le corse delle anatre, e il gioco con i suoi 17 conigli (uno per ogni figlio che ha perso). La sua confidente, consigliera e amante occasionale, Sarah Churchill, è quella che governa realmente il paese, attraverso la sua influenza sulla regina. L'unico debole ostacolo è Robert Harley (che in seguito diventerà il primo conte di Oxford e Mortimer), capo dell'opposizione, che come proprietario terriero si oppone al raddoppio delle tasse di proprietà, misura proposta per finanziare la guerra. Abigail Hill, la cugina più giovane di Sarah, caduta in disgrazia (suo padre l'ha persa in una partita di whist), arriva a corte alla ricerca di un impiego.

Film storico/in costume/satirico, catalogato in inglese come period black comedy, per il genietto greco, per la prima volta alle prese con un film in costume: ne esce fuori una storia dissacrante, moderna, provocatoria, avanguardista, e, naturalmente, girata superbamente. Tre attrici straordinarie nei tre ruoli principali (nessuno si stupisce di Colman e Weisz, forse alcuni saranno rimasti sorpresi di una Emma Stone così brava, io no), meritato l'Oscar come protagonista alla meravigliosa Olivia Colman. Imperdibile, soprattutto per chi, come me, è un Lanthimosiano incallito.

Period black comedy, for the Greek little genius, for the first time grappling with a film in costume: a desecrating, modern, provocative, avant-garde, and, of course, superbly shooted, story. Three extraordinary actresses in the three main roles (no one is surprised by Colman and Weisz, perhaps some will have been surprised by an Emma Stone so capable, I am not), deserved the Oscar as the protagonist of the wonderful Olivia Colman. Unmissable, especially for those who, like me, are an inveterate Lanthimosian.

20190524

La morte di Stalin

The Death of Stalin - Di Armando Iannucci (2017)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

URSS 1953; Stalin ascolta distrattamente alla radio un concerto, mentre a cena con lui c'è il comitato dirigente del Partito Comunista Sovietico. Al termine del concerto, Stalin ordina che gli venga consegnata una copia registrata del concerto, ma in origine, lo stesso non era stato registrato, quindi viene suonato nuovamente, registrato, e consegnato in tempo record. La pianista principale, Maria Yudina, cosciente di quello che sta accadendo, nasconde un biglietto dentro la fodera del disco con la registrazione, scrivendo a Stalin che ha rovinato il Paese. Mentre legge il biglietto, ascoltando la registrazione, Stalin viene colto da emorragia cerebrale, e rimane inizialmente paralizzato. I membri del comitato accorrono al capezzale; i primi ad arrivare è Berija, che trova il biglietto della Yudina, e Malenkov, che entra nel panico. Berija lo incoraggia a prendere il comando, manovrando per usarlo come burattino.

Basato sulla graphic novel francese La Mort de Staline, di Fabien Nury e Thierry Robin, il film è un macabro, ma divertente tentativo di ironizzare sul feroce regime stalinista, e sulla spietata lotta di potere che seguì la morte, appunto, di Stalin. La mano di Iannucci è riconoscibilissima, e il cast è composto di attori straordinari. Seppure non sia il film più riuscito del regista/sceneggiatore scozzese di chiare origini italiane, è un film che mi sento di consigliarvi.

Based on the French graphic novel La Mort de Staline, by Fabien Nury and Thierry Robin, the film is a macabre, but amusing attempt to make fun of the ferocious Stalinist regime, and the ruthless power struggle that followed Stalin's death. Iannucci's hand is very recognizable, and the cast is made up of extraordinary actors. Although it is not the most successful film by the Scottish director/screenwriter, of clear Italian origins, it is a film that I would recommend.

20190523

Verde acqua

Teal Album - Weezer (2019)

Disco, uscito poco più di un mese prima del Black Album, che è un vero e proprio divertissement per la band losangelina. Pare che tutto sia nato dalla campagna internet, lanciata da un gruppo di fan, per costringere la band a suonare una cover di Africa, storica canzone dei Toto. Ecco quindi un disco dei cover, composto da: Africa (Toto), Everybody Wants to Rule the World (Tears For Fears), Sweet Dreams (Are Made of This) (Eurythmics), Take On Me (A-ha), Happy Together (The Turtles), Paranoid (Black Sabbath), Mr. Blue Sky (Electric Light Orchestra), No Scrubs (TLC), Billie Jean (Michael Jackson), Stand by Me (Ben E. King). Il disco è immediatamente piacevole, per la caratura delle tracce, ma piuttosto noioso, perché non c'è davvero nulla di diverso o di particolarmente personale, nell'interpretazione.



Album, released just over a month before the Black Album, which is a real divertissement for the Los Angeles band. It seems that everything was born from the internet campaign, launched by a group of fans, to force the band to play a cover of Africa, a historic Toto song. So here is a record of covers, composed of: Africa (Toto), Everybody Wants to Rule the World (Tears For Fears), Sweet Dreams (Are Made of This) (Eurythmics), Take On Me (A-ha), Happy Together (The Turtles), Paranoid (Black Sabbath), Mr. Blue Sky (Electric Light Orchestra), No Scrubs (TLC), Billie Jean (Michael Jackson), Stand by Me (Ben E. King). The album is immediately pleasant, due to the quality of the tracks, but rather boring, because there is really nothing different or particularly personal, in the interpretation.

20190522

Primeval Spirit of the Sea

Thalassa - Ioanna Gika (2019)

Già negli Io Echo insieme a Leopold Ross, Ioanna Gika, polistrumentista e cantante dotatissima, statunitense di origini greche (se vi ricorda qualcuno di molto bravo a cantare e a suonare il piano, guardate la cover del singolo Roseate, e capirete che, seppur lontanamente, Diamanda Galàs è un riferimento) ha scritto e prodotto il suo debutto in questione, Thalassa (come descritto nel titolo del post, lo spirito del mare, o più semplicemente il mare, in greco e nell'antica mitologia greca), un disco ispirato a diversi avvenimenti importanti della sua vita: la morte del padre e del patrigno, la fine di una relazione importante, e un viaggio nella terra dei suoi antenati, la Grecia, dove ha dovuto confrontarsi con la crisi e la presa di coscienza della decadenza a causa di una corruzione radicata. Il risultato è un disco assolutamente emozionante, dove la sua splendida e vellutata voce, e le basi prettamente elettroniche ma tutto sommato delicate e vagamente post-industriali, deliziano l'ascoltatore e richiamano, tra gli altri, i migliori Cocteau Twins, con un timbro vocale più potente. Il songwriting tocca l'apice nell'apertura di Roseate e nella bellissima Swan; la prima parte del disco è migliore e più concentrata, rispetto alla seconda, ma direi che la ragazza ha tutto il tempo per migliorare ancora.



Already in Io Echo together with Leopold Ross, Ioanna Gika, multi-instrumentalist and singer highly gifted, American of Greek origins (if she reminds you of someone very good at singing and playing the piano, look at the cover of the single Roseate, and you'll understand that, even remotely, Diamanda Galàs is a reference) wrote and produced her debut, the album we are going to talking about today, Thalassa (as described in the post title, the spirit of the sea, or more simply the sea, in Greek and in ancient Greek mythology), an album inspired by several important events in her life: the death of her father and stepfather, the end of an important relationship, and a trip to the land of her ancestors, Greece, where she had to deal with the crisis and the awareness of the decadence due of a rooted corruption. The result is an absolutely thrilling record, where its splendid and velvety voice, and the purely electronic bases, all in all delicate and vaguely post-industrial, delight the listener and recall, among others, the best Cocteau Twins, with a more powerful vocal timbre. The songwriting touches the apex in the opening of Roseate and in the beautiful Swan; the first part of the disc is better and more focused, compared to the second, but I would say that the girl has plenty of time to improve again.

20190521

Lesione

Trauma - I Prevail (2019)

Secondo disco per la band di Southfield, Michigan, band che acquisì notorietà, prima del debutto, pubblicando una cover di Blank Space di Taylor Swift, su YouTube. Devo essere onesto: c'è qualcosa che non mi convince, nel metalcore di questi giovani. Le aperture melodiche sono troppo pop, e la cosa mi disturba non poco. C'è sicuramente spazio e mercato per proposte come questa, ma onestamente, dopo un paio di ascolti non lo sopporto più. Sconsigliato.



Second album for the band from Southfield, Michigan, a band that gained notoriety, before its debut, by publishing a cover of Blank Space by Taylor Swift, on YouTube. I have to be honest: there is something that does not convince me, in the metalcore of these young people. The melodic openings are too pop, and this disturbs me a lot. There is certainly space and market for proposals like this, but honestly, after a couple of listening, I can't stand it anymore. Not recommended.

20190520

Vita sulla strada

David Brent: Life on the Road - Di Ricky Gervais (2016)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Qundici anni dopo la sua apparizione in The Office, David Brent lavora come agente di commercio per una ditta di forniture per il bagno (Lavichem). Vola molto più basso, ma il suo umorismo non è condiviso da tutto l'ufficio; per contro, qualcuno lo apprezza. Ma David, ancora convinto di essere un buon musicista, prende un mese di ferie e organizza un tour con la sua band, i Foregone Conclusion (in realtà tutta formata da turnisti), per riuscire ad avere un contratto discografico. Per far ciò, liquida un paio dei suoi fondi pensione.

Altro interessante (fino ad un certo punto) esperimento di Gervais, che riprende il personaggio di David Brent, e lo fa, in un certo qual modo, evolvere. In questo Life on the Road, la figura di Brent diventa ancora più meritevole di pietà, rivelandosi ancora più insicuro, e soprattutto, meno spaccone e praticamente indifeso. Si ride, non a crepapelle, e si continua a provare una specie di tenerezza per un personaggio davvero controverso.

Another interesting (up to a certain point) experiment by Gervais, which takes up the character of David Brent, and he does make him, in a way, evolve. In this Life on the Road, the figure of Brent becomes even more worthy of pity, revealing himself even more insecure, and above all, less braggart and practically defenseless. We laugh, not to crackles, and we continue to feel a kind of tenderness for a truly controversial character.

20190519

L'ufficio

The Office - Di Ricky Gervais e Stephen Merchant - Stagioni 1 e 2 (6 episodi ciascuna; BBC Two) - 2001/2002

Nella tristissima Slough, Berkshire, UK, ci sono gli uffici di una delle filiali dell'industria cartaria Wernham Hogg. L'ufficio è diretto da David Brent, non si sa per quale motivo. David, infatti, è insicuro, narcisista, è convinto erroneamente di essere un anticonformista di successo, una persona preparata anche in filosofia, musica, umorismo, pensa di essere paziente, divertente e popolare, in realtà tutti gli altri lo percepiscono come fastidioso, maleducato, egoista, immaturo. Le sue barzellette non fanno ridere nessuno, i suoi punti di vista sono triti e prevedibili, e normalmente parla prima di pensare, il che lo mette continuamente nei guai. E', oggettivamente, l'esatto opposto di quello che lui pensa di essere.

Quasi venti anni fa, Gervais, con l'aiuto di Merchant, si inventava questo personaggio totalmente negativo (che poi sarebbe leggermente evoluto in seguito), David Brent, che stava alla base di una serie tv che ha avuto un successo strepitoso in UK, poi espanso all'estero: si è dovuto creare un franchise, e la serie ha avuto almeno sette remake differenti in altrettanti Paesi. Non è un umorismo immediato: ha un lato decisamente triste, perché il personaggio di Brent è talmente negativo, come detto, che genera una sorta di empatia per pietà. Molto interessante.

Almost twenty years ago, Gervais, with the help of Merchant, invented this totally negative character (which would later evolve slightly later), David Brent, who was at the base of a TV series that had a resounding success in the UK, then expanded abroad: a franchise had to be created, and the series had at least seven different remakes in as many countries. It is not an immediate humor: it has a decidedly sad side to it, because Brent's character is so negative, as mentioned, that it generates a sort of empathy out of pity. Very interesting.

20190517

La valle

The Valley - Whitechapel (2019)

C'è ancora chi pensa che le band che fanno musica estrema, col passare del tempo diventino "commerciali", come si diceva una volta, ammorbidendo il loro suono, per vendere di più? Non credo nessuno sano di mente. Soprattutto adesso, che la musica non si vende più, e le band sono costantemente in tour. Perché questa introduzione? Oggi parliamo dei Whitechapel, band di Knoxville, Tennessee, che viene fondata nel 2006, come band di deathcore, ed arriva ai giorni nostri con questo The Valley, loro settimo disco in studio, che mantiene, si, moltissimi elementi di deathcore, ma ne ingloba molti altri di groove metal, di heavy metal classico, e persino di progressive metal, in stile migliori Tool.
Un disco, per dirvela molto semplicemente, molto molto bello, che potrebbe addirittura, se l'anno 2019 finisse domani, rientrare nella mia personale top ten, perché soddisfa moltissime delle mie preferenze. Durissimo, massiccio, aggressivo e "frontale" nell'approccio, ma intervallato da splendidi intermezzi melodici, sia vocali che musicali. Il cantante Phil Bozeman, dopo aver cominciato ad usare anche le parti vocali pulite sull'album precedente, Mark of the Blade, in un paio di occasioni, qui dimostra di possedere uno spettro davvero ampio, e un timbro che ricorda Maynard Keenan nelle parti pulite, così come una potenza inaudita nelle parti growl. Il disco è composto da tracce, come detto, varie, potenti e anche molto melodiche, regalando una grande atmosfera d'insieme. Davvero interessante.



Does anyone still think that bands that make extreme music, over time, become "commercial", as we used to say, softening their sound, to sell more? I don't think anyone, in their right mind, could still suppose that. Especially now, that music is no longer sold, and the bands are constantly on tour. Why this introduction? Today we talk about the Whitechapel, band from Knoxville, Tennessee, which was founded in 2006, as a deathcore band, and arrives today with this The Valley, their seventh studio album, which maintains, yes, many elements of deathcore, but incorporates many others of groove metal, classic heavy metal, and even progressive metal, in the best Tool style.
A record, to tell you very simply, very very nice, that could even, if the year 2019 ended tomorrow, enter into my personal top ten, because it satisfies many of my preferences. Very hard, massive, aggressive and "frontal" approach, but interspersed with splendid melodic interludes, both vocal and musical. The singer Phil Bozeman, after starting to use even the clean vocals on the previous album, Mark of the Blade, on a couple of occasions, here shows he has a really broad spectrum, and a timbre that reminds Maynard Keenan in the clean parts , as well as a remarkable power in the growl parts. The album is composed of tracks, as mentioned, various, powerful and also very melodic, giving a great overall atmosphere. Really interesting.

20190516

Roba bianca

White Stuff - Royal Trux (2019)

Per chi non lo sapesse, i Royal Trux sono un duo formato da Neil Hagerty, chitarrista, cantante, compositore e produttore, già complice del vate Jon Spencer nei Pussy Galore, e dalla sua compagna Jennifer Herrema, cantante, compositrice, produttrice e modella (CK). Attivi dal 1987 al 2001, hanno deciso di riprovarci nel 2015, e questo è il loro undicesimo disco, a 19 anni dal precedente; dalle dichiarazioni di Hagerty, la reunion pare già al capolinea, ma questo ha poca importanza. Ora, sempre per chi non li conoscesse: che musica suonano i Royal Trux? Eh, fosse facile. Ci provo: mettete insieme i Rolling Stones, tantissime droghe, influenze funky e psichedeliche, e un sapiente songwriting, dono che hanno entrambi i componenti. Ecco a voi l'ennesimo disco sinuoso, stratificato, rock and roll un po' marcio (e, come già detto, ma come si intuisce pure dal titolo, drogato), ma che decisamente dà dei punti a molti aspiranti Jack White. Per curiosi.



For the uninitiated, the Royal Trux is a duo formed by Neil Hagerty, guitarist, singer, composer and producer, already accomplice of the bard Jon Spencer in Pussy Galore, and by his partner Jennifer Herrema, singer, composer, producer and model (CK). Active from 1987 to 2001, they decided to try again in 2015, and this is their eleventh record, 19 years from the previous; from the declarations of Hagerty, the reunion seems already to the terminus, but this has little importance. Now, always for those who don't know them: what music do the Royal Trux play? Eh, it is not easy to say. I try: put together the Rolling Stones, lots of drugs, funky and psychedelic influences, and a clever songwriting, a gift that both components have. Here is yet another sinuous, layered, rock and roll record that is a bit rotten (and, as already mentioned, but as you can imagine from the title, drugged), but which definitely gives distance to many aspiring Jack White. For the curious.

20190515

Testate sulla fronte

Warheads on Foreheads - Megadeth (2019)

Permettetemi una recensione di quelle facili, oggi. Dunque, in attesa dell'uscita del sedicesimo disco in studio per la band di Dave Mustaine, giusto per guadagnare tempo e qualche spicciolo, i Megadeth, il 22 marzo 2019, hanno fatto uscire il loro settimo greatest hits, un CD addirittura triplo, che prova a mettere insieme le loro migliori tracce, re-masterizzate. Ora, il lavoro di re-masterizzazione è discutibile, in alcuni casi risulta efficace, in altri lascia un po' interdetti; inoltre naturalmente i fan di vecchia data avranno da ridire sulla scaletta, su quello o quell'altro pezzo dimenticato. Non è importante, l'importante è che, sia uno che non li conosce per niente, ma pure uno che come me, li conosce abbastanza e fin dalla loro fondazione, ascoltando questo triplo, può capire la loro indubbia grandezza, nell'ambito metal. Indiscutibile.



Allow me a review of the easy ones today. So, awaiting the release of the sixteenth studio album for Dave Mustaine's band, just to gain time and some grand, Megadeth, on March 22, 2019, released their seventh greatest hits, a CD that is even triple, which try to put together their best tracks, re-mastered. Now, the work of re-mastering is questionable, in some cases it is effective, in others it leaves us a little dumbfounded; also of course old-time fans will have to complain about the set list, about this or that forgotten track. It is not important, the important thing is that, a guy who does not know them at all, but also one who, like me, knows them enough and since their foundation, listening to this triple, can understand their undoubted greatness, in the metal field. Indisputable.

20190514

Note polverose

Dusty Notes - Meat Puppets (2019)

Quindicesimo disco in studio per la seminale band di Phoenix, Arizona, dopo un paio di scioglimenti e riunioni ancora con la formazione originale, oggi sessantenni. Hanno attraversato molti generi, e hanno influenzato un sacco di band che mi e ci sono piaciute, quindi se non li conoscete, fate pure ammenda. Tanti anni fa li vidi pure in concerto, e sono dei maestri. Questo ultimo disco è un disco che potremmo definire di alternative country, fatto di ballate ben scritte, di tracce un poco più ritmate ma sempre dal songwriting invidiabile, sostenute da chitarre acustiche più che elettriche, e in alcuni casi perfino dal piano (addirittura in Unfrozen Memory mi pare di sentire qualcosa simile al clavicembalo). Non cambierà la storia della musica, ma fa piacere ascoltarli in salute.



Fifteenth studio album for the seminal band of Phoenix, Arizona, after a couple of breakups and reunions still with the original line-up, now in their sixties. They've gone through a lot of genres, and they've influenced a lot of bands that me and you liked, so if you don't know them, you can make amends. Many years ago I also saw them in concert, and they are masters. This last album is a record that we could define as alternative country, made of well-written ballads, of tracks a little more rhythmic but always with enviable songwriting, supported by acoustic rather than electric guitars, and in some cases even by piano (even in Unfrozen Memory I seem to hear something similar to the harpsichord). The history of music will not change, but it is a pleasure to listen to them in good health.

20190513

Cosa è

What It Is - Hayes Carll (2019)

Quando mi leggete scrivere di qualcuno che fa Americana o Country, e questo qualcuno non è una donna (ma spesso anche in quel caso), sapete già che non l'ho scoperto da solo, ma mi è stato segnalato. Solitamente dall'amico Monty, e anche nel caso di questo texano oggi 43enne, la colpa è sua; visto che l'ha pure conosciuto personalmente, se volete maggiori informazioni, andate sul suo blog, digitate Hayes Carll nella finestra di ricerca, e ne saprete di più. Ora, giusto al suo sesto album, e in un certo qual modo tornato alle sue radici (il precedente Lovers and Leavers segnava un certo contrappunto rispetto al suo stile classico), dimostra ancora una volta, di essere uno degli artisti più rispettabili e capaci in questo genere. Riesce a spaziare all'interno del country con una naturalezza estrema, e al tempo stesso dimostra di essere capace di somigliare ora a Dylan, ora a Springsteen, ora a Waits. Scrive testi mai banali, e ogni traccia è un gioiellino. Scusate se è poco.



When you read me write about someone who is play Americana or Country music, and this someone is not a woman (but often also in that case), you already know that I didn't find out for myself, but it was reported to me. Usually from my man Monty, and also in the case of this Texan today 43 years-old, the fault is on him; since he also met him personally, if you want more information, go to his blog, type Hayes Carll in the search window, and you will know more. Now, just on his sixth album, and somehow back to his roots (the previous Lovers and Leavers marked a certain counterpoint to his classic style), he proves once again to be one of the most respectable and capable artists in this genre. He manages to range within the country with an extreme naturalness, and at the same time proves to be able to look like sometimes to Dylan, sometimes to Springsteen, sometimes to Waits. He writes lyrics that are never trivial, and each track is a gem. It's not a few thing.

20190512

Obiettivo di programmazione

Metaprogramação - Deafkids (2019)

Oggi vi voglio parlare di questo trio brasiliano, che per pigrizia e snobismo ci siamo persi l'anno passato, di supporto a Converge e Neurosis (siamo entrati nel locale quando loro avevano appena terminato il loro set). Qui al loro terzo full length, sono autori di un metal che da un lato estremizza, giusto per rendere l'idea, il tribalismo metallico dei Sepultura con Roots, e lo carica di elettronica, ipnotismo, e attitudine punk. Otto pezzi alternati a cinque interludi, dove il tutto si mescola, si dissolve e si trasforma, che coinvolgono l'ascoltatore in una spirale di percussioni, ritmi ossessivi e penetranti, echi e psichedelia elettronica. Un'altra faccia estrema della musica pesante. Da seguire.


Today I want to talk to you about this Brazilian trio, which we lost (live) last year due to laziness and snobbishness, supporting Converge and Neurosis (me and my friend entered into the club when they had already finished their show). Here at their third full length, they are authors of a metal that, on the one hand, extremize, just to make the idea, the metallic tribalism of Sepultura with Roots, and loads it with electronics, hypnotism, and punk attitude. Eight tracks alternated with five interludes, where everything mixes, dissolves and transforms, which involve the listener in a spiral of percussion, obsessive and penetrating rhythms, echoes and electronic psychedelia. Another extreme face of heavy music. To follow.

20190510

Dove andiamo tutti quando dormiamo

When We All Fall Asleep Where Do We Go - Billie Eilish (2019)

Onestamente, io ed anche altri vecchietti, che credevamo fortemente in questa nuova e giovanissima stella del pop con stile, siamo rimasti un po' delusi dal sempre difficile secondo album. In realtà, per le statistiche questo sarebbe il primo full length, perché il disco del 2017 Don't Smile at Me viene considerato un EP. Come che sia, le aspettative erano altissime, e probabilmente il giudizio viene leggermente offuscato appunto da ciò. E' vero che il disco è stato anticipato da ben quattro singoli, quasi tutti molto belli, e che quando Billie e suo fratello Finneas (compositore di tutte le tracce) si spostano sul versante trap (Bad Guy, My Strange Addiction, Bury a Friend, Ilomilo) risultano molto meno incisivi (e quindi un po' deludenti), rispetto a quando scrivono ballate come Xanny, Wish You Were Gay, When the Party's Over - eccezionale - 8, Listen Before I Go, I Love You, Goodbye. Fa eccezione You Should See Me in a Crown, dimostrando che con l'impegno si può far bene anche questo sottogenere. In definitiva, disco che potremmo definire interlocutorio, che non cambia il mio giudizio sulla ragazzina, potenzialmente grandissima, ma alla quale non si devono risparmiare le critiche, sperando che affini ancor di più il suo immenso potenziale.



Honestly, I and also other old men, who strongly believed in this new and young pop star with style, we were a bit disappointed by the always difficult second album. Actually, for statistics this would be the first full length, because the 2017 record Don't Smile at Me is considered an EP. As it is, the expectations were very high, and probably the judgment is slightly obscured by this. It is true that the record was preceded by four singles, almost all very beautiful, and that when Billie and her brother Finneas (composer of all tracks) move to the trap side (Bad Guy, My Strange Addiction, Bury a Friend, Ilomilo) are much less incisive (and therefore a bit disappointing) than when they write ballads like Xanny, Wish You Were Gay, When the Party's Over - outstanding - 8, Listen Before I Go, I Love You, Goodbye. The exception is You Should See Me in a Crown, demonstrating that this sub-genre can be done well with the commitment. Ultimately, a record that we could define as interlocutory, which does not change my opinion of the girl, which is potentially very large, but to which criticisms must not be spared, hoping that she will further enhance her immense potential.

20190509

Angel of Death

The OA - di Brit Marling e Zal Balmanglij - Stagione 2 (8 episodi; Netflix) - 2019

San Francisco, il detective privato Karim Washington si impegna a ritrovare la nipote scomparsa di un'anziana donna vietnamita. Scopre che la ragazza si nascondeva in una vecchia casa abbandonata, e da lì, giocando ad un gioco online, ha vinto migliaia di dollari; ma Karim sospetta che il gioco sia uno strumento di reclutamento, creato dal guru della tecnologia Pierre Ruskin. Pian piano, Karim risale fino ad un luogo in cui i reclutati sono reclusi, ed una macchina controlla i loro sogni. Nel frattempo, Prairie si risveglia nel corpo di Nina Azarova, in una dimensione alternativa nella quale, nel 2016, Joe Biden ha vinto le elezioni presidenziali USA.

The OA prosegue il suo viaggio allucinante ed allucinato, richiedendo allo spettatore uno sforzo enorme di sospensione dell'incredulità. Costantemente in bilico tra il ridicolo e il lynchiano, riesce ad affascinare. Non per tutti.

The OA continues its hallucinatory and hallucinating journey, requiring the viewer to make an enormous effort to suspend disbelief. Constantly poised between the ridiculous and the Lynch-ism, it manages to fascinate. Not for everybody.

20190508

On My Skin

Sulla mia pelle - Di Alessio Cremonini (2018)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Come recita il sottotitolo, il racconto romanzato (forse, ma forse no) degli ultimi giorni di Stefano Cucchi, un ragazzo giovane, sicuramente non uno stinco di santo, ma certamente non una persona che meritava di morire.

Ottimo, davvero, film italiano da parte di un giovane regista e sceneggiatore italiano, che aveva già messo mano alla sceneggiatura del bel Private di Saverio Costanzo. Qui scrive la sceneggiatura con Lisa Nur Sultan, ma dirige anche con mano ferma, questo film/denuncia, che, ne sono convinto anche senza le prove, ha aiutato non poco la revisione del processo e lo sblocco dell'omertà da parte delle Forze dell'Ordine. Angoscia costante, e una straordinaria interpretazione di Alessandro Borghi nei panni del povero Cucchi.

Very good, really, Italian film by a young Italian director and screenwriter, who had already worked on the script of the beautiful Private by Saverio Costanzo. Here he writes the screenplay with Lisa Nur Sultan, but he also directs this film/complaint with a firm hand, a movie which, I am convinced even without the proofs, has helped the review of the trial and the start of the confessions by the Italians Carabinieri. Constant anguish, and an extraordinary interpretation of Alessandro Borghi in the role of poor Stefano Cucchi.

20190507

Ogni volta che il sole sorge...

Sharon Van Etten + The Golden Filter, Botanique, Bruxelles (B), 30 marzo 2019

La follia personale continua. Prima ancora di aver ascoltato l'ottimo nuovo disco della piccoletta del New Jersey, data un'occhiata alle date del suo tour europeo primaverile, vista l'assenza di date italiane, decido per andare a vedere quella più "comoda", e opto per quella di Bruxelles al Botanique, luogo dove sono già stato, situato accanto ad un hotel dove ho soggiornato anche per motivi di lavoro. Il volo da Pisa arriva, ormai lo sapete meglio di me, all'aeroporto di Charleroi, un'ora d'auto senza traffico dal centro della capitale europea (auto a noleggio). Arrivo in tarda mattinata, il traffico del weekend fortunatamente non è paragonabile a quello infrasettimanale, e quindi mangio qualcosa in periferia, prima di arrivare all'ora esatta di apertura del check in in albergo. Auto in garage, check in, e via in camera a riposare. Giusto all'ora dell'apertura delle porte, scendo ed entro al Botanique, ricavato negli edifici originariamente destinati al giardino d'inverno del Giardino Botanico Nazionale del Belgio. Un'occhiata al merchandise (non merita), e via dentro, per trovare un posto strategico ed assistere alla performance dei The Golden Filter, duo di synth-pop americano/australiano, che francamente, annoiano un poco.

Dieci minuti in ritardo rispetto all'orario stabilito, ecco la band ed infine Sharon, che salgono sul palco; si parte subito con la bellissima Jupiter 4, seguita dal singolone Comeback Kid, come dire, le migliori cartucce sparate per cominciare. La voce si scalda durante la canzone d'apertura, per carburare già perfettamente durante il secondo pezzo, quando l'artista comincia a mostrare una gestualità teatrale, che accompagna l'immensa voce, che non perde un colpo. Dopo l'ennesima traccia dall'ultimo disco No One's Easy to Love, si comincia a guardare al passato prossimo, con One Day da epic, e la splendida Tarifa da Are We There, per poi tornare ad altri quattro estratti da Remind Me Tomorrow: Memorial Day, You Shadow, Malibu (meravigliosa), Hands. Sono già talmente ammaliato dalla dolcezza e dalla forza che la Van Etten riesce a trasmettere davanti al microfono o quando imbraccia anche la chitarra, ma nonostante questo lei decide di farmi innamorare perdutamente, mandando via la band, sedendosi alle tastiere, ed introducendo una struggente Black Boys on Mopeds (Sinead O'Connor) che, dice lei, canta ogni sera per suo figlio, nato un paio di anni fa, e ringrazia per l'affetto che sente arrivare dalla platea, a dispetto dalla grande negatività che c'è in giro nel mondo ultimamente. Si rialza il ritmo con l'altro pezzo catchy del nuovo disco, Seventeen, per poi regalare ai fan della prima ora l'indimenticabile Every Time the Sun Comes Up (Are We There), nell'adorazione generale. Chiude la prima parte del concerto Stay, sempre dall'ultimo disco. Breve pausa ed ecco gli encore: I Told You Everything (la canzone che mancava per completare l'esecuzione di Remind Me Tomorrow nella sua interezza), Serpents (da Tramp), e per chiudere definitivamente Love More (epic), la canzone che ha consacrato la sua grandezza (coverizzata da Bon Iver, Dave Alvin, The National). Band perfetta (tastiere/voce, basso, chitarra, batteria), e lei, Sharon Van Etten, un'artista a tutto tondo dalle potenzialità probabilmente ancora in parte da scoprire. Per me già adesso è una grande, ma le auguro una luminosa carriera: a luglio finalmente sarà in concerto in Italia, vi suggerisco di non perdervela.

Ten minutes behind schedule, here is the band and finally Sharon, who take the stage; they starts immediately with the beautiful Jupiter 4, followed by the single Comeback Kid, so to speak, the best cartridges fired to begin with. The voice warms up during the opening song, to function already perfectly during the second track, when the artist begins to show a theatrical gestuality, which accompanies the immense voice, which does not miss a beat. After yet another track from the last album No One's Easy to Love, she starts looking at the recent past, with One Day from epic, and the splendid Tarifa from Are We There, to then return to four other excerpts from Remind Me Tomorrow: Memorial Day, You Shadow, Malibu (wonderful), Hands. I am already so enthralled by the sweetness and strength that Van Etten is able to transmit in front of the microphone or when she also takes up the guitar, but despite this she decides to make me fall madly in love, sending the band away, sitting on the keyboards, and introducing a poignant Black Boys on Mopeds (Sinead O'Connor) who, she says, sings every night for her son, born a couple of years ago, and she thanks for the affection she feel coming from the audience, in spite of the great negativity that there is in around the world lately. The rhythm is raised with the other catchy track of the new album, Seventeen, to then give the fans of the first hour the unforgettable Every Time the Sun Comes Up (Are We There), in the general adoration. The first part of the concert closes with Stay, again from the last album. Short pause and here are the encores: I Told You Everything (the song that was missing to complete the performance of Remind Me Tomorrow in its entirety), Serpents (from Tramp), and to finally close Love More (epic), the song that has consecrated her greatness (covered by Bon Iver, Dave Alvin, The National). Perfect band (keyboards/vocals, bass, guitar, drums), and her, Sharon Van Etten, an all-round artist whose potential is probably still to be discovered. For me it is already a big one, but I wish her a bright career: in July she will finally be in concert in Italy, I suggest you not lose her.

20190506

Lo sporco

The Dirt - Di Jeff Tremaine (2019)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

La storia della glam metal band statunitense dei Motley Crue, a partire dal 1973, anno in cui Frank Carlton Feranna Jr. (che poi diventerà Nikki Sixx) se ne va di casa a 15 anni, per sfuggire ad una madre alcolista e a vari patrigni maneschi, per cercare la sua strada nel mondo, e con il sogno di diventare una rockstar, fino allo show finale tenutosi il 31 dicembre del 2015.

Aspettavo con curiosità l'uscita su Netflix di questo film biografico, tratto dal libro The Dirt: Confessions of the World's Most Notorious Rock Band, scritto da Neil Strauss insieme ai quattro componenti originali della band: per quanto male potesse essere realizzato, sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi. In effetti ci si diverte, seppure si debba fare i conti con la parte moralista/educativa. La regia di Tremaine (Jackass) riesce a differenziarlo, tanto per farvi un esempio, dal ridicolo Rock Star, e per chi, come me, li ha visti dal vivo anche prima che diventassero famosissimi, è un buon amarcord. Il cast non è del tutto indovinato, ma sicuramente, a parte David Costabile (nella parte di Doc McGhee, il manager della band) sempre impeccabile, la miglior figura la fa Machine Gun Kelly/Colson Baker nella parte di Tommy Lee.

I was curiously awaiting the release on Netflix of this biographical film, taken from the book The Dirt: Confessions of the World's Most Notorious Rock Band, written by Neil Strauss together with the four original members of the band: no matter how badly it could have been realized, surely there would be enough to have fun. In fact, it is fun, even if we have to deal with the moralistic/educational part. The direction of Tremaine (Jackass) manages to differentiate it, just to give you an example, from the ridiculous Rock Star, and for those who, like me, saw them live even before they became famous, is a good amarcord. The cast is not entirely guessed, but surely, apart from David Costabile (in the part of Doc McGhee, the manager of the band) always impeccable, the best performance is that one of Machine Gun Kelly/Colson Baker as Tommy Lee.

20190505

Manchester sul mare

Manchester by the Sea - Di Kenneth Lonergan (2016)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

Quincy, Massachusetts. Lee Chandler è un giovane uomo molto solitario e di poche parole. Lavora come tuttofare alle dipendenze di un uomo che gestisce diversi condominii, interagisce al minimo con le persone, e sovente, perde la calma, mettendosi nei guai. Ad un certo punto, Lee riceve la notizia che il fratello Joe ha avuto un arresto cardiaco, lui si precipita all'ospedale di Manchester-by-the-Sea dove il fratello vive e dove lui è cresciuto, ma Joe muore prima che Lee arrivi. Lee insiste per essere quello che dovrà comunicare al figlio adolescente di Joe, Patrick, la morte del padre. All'apertura del testamento, Lee scopre però una notizia che potrebbe modificare la sua esistenza. 

Semplice, ruvido ma al tempo stesso delicatissimo film su esistenze semplici ma in realtà complicatissime. La vita come un duro lavoro, con una bellissima interpretazione di Casey Affleck (Lee), che vinse l'Oscar come miglior attore protagonista. Il film vinse un altro Oscar, per la migliore sceneggiatura originale, che è stata scritta dal regista stesso. Una amara riflessione sull'impossibilità, in alcuni casi, di elaborare il lutto. Cast tutto apprezzabile, splendida come sempre Michelle Williams nella parte di Randi, la ex moglie di Lee.

Simple, rough but at the same time very delicate film about simple existences but in reality very complicated. Life as hard work, with a beautiful interpretation of Casey Affleck (Lee), who won the Oscar for best leading actor. The film won another Oscar, for the best original screenplay, which was written by the director himself. A bitter reflection on the impossibility, in some cases, of processing mourning. The cast is appreciable in every character, as splendid as ever Michelle Williams in the role of Randi, Lee's ex-wife.

20190503

La ricerca dei Vichinghi

The Pursuit of Vikings - 25 Years in the Eye of the Storm - Amon Amarth (2018)

Nell'attesa dell'uscita del loro undicesimo disco in studio, che si intitolerà Berseker e che uscirà esattamente il giorno in cui leggerete questa recensione, visto che non avevo mai ascoltato la band svedese, mi sono procurato la versione musicale di questo imponente video album, che accoppia due performance dal vivo al Summer Breeze Festival del 2017 su due sere diverse. Il mio giudizio non è propriamente positivo: lette le discussioni sull'etichetta per definire il genere praticato dagli Amon Amarth (melodic death metal, viking metal, pagan metal), mi paiono un po' ridicole. Gli AA, seppur ispirati alla mitologia norrena e cantando di questo e di tutto quello che circonda la cultura vichinga, sono autori di un classicissimo heavy metal, molto ispirato a quello degli Iron Maiden, che ogni tanto sfocia nello speed, e con un cantante che usa il cosiddetto cantato harsh, il che genera un'iniziale perplessità nell'ascoltatore che si approccia a loro per la prima volta. Buona la fattura, impressionante l'impegno, ma il risultato è abbastanza prevedibile.



Pending the release of their eleventh studio album, which will be called Berseker and which will be released exactly on the day you read this review, since I had never heard the Swedish band, I got the musical version of this impressive video album, which combines two live performances at the 2017 Summer Breeze Festival on two different evenings. My judgment is not exactly positive: having read the discussions on the label to define the genre practiced by Amon Amarth (melodic death metal, viking metal, pagan metal), they seem to me a bit ridiculous. The AA, although inspired by Norse mythology and singing of this and everything that surrounds Viking culture, are authors of a very classic heavy metal, very inspired by that of Iron Maiden, which occasionally drift into speed metal, and with a singer who uses the so-called harsh singing, which generates an initial perplexity in the listener who approaches them for the first time. Good workmanship, impressive commitment, but the result is quite predictable.

20190502

Prima luce

Lux Prima - Karen O and Danger Mouse (2019)

Curioso album collaborativo in studio, questo Lux Prima. Autori, Karen O degli Yeah Yeah Yeahs, che ha già debuttato come solista con Crush Songs nel 2014, e Danger Mouse (Gnarls Barkley, Broken Bells, Danger Doom e moltissimi lavori come produttore con gli artisti più disparati). Il risultato a volte ricorda i Portishead meno cupi e più pop (Ministry, Redeemer, Drown, Reveries, Nox Lumina, Lux Prima), altre volte un pop più aperto e solare (Turn the Light), altre ancora pesca più direttamente in quelle che sembrano outtakes degli YYY (Woman, Leopard's Tongue). Disco piacevole, esperimento interessante, ma piuttosto "leggero".



Pretty curious collaborative studio album, this Lux Prima. Authors, Karen O of Yeah Yeah Yeahs, who has already debuted as a soloist with Crush Songs in 2014, and Danger Mouse (Gnarls Barkley, Broken Bells, Danger Doom and a lot of work as a producer with many different artists). The result sometimes recalls the Portishead, less gloomy and more pop (Ministry, Redeemer, Drown, Reveries, Nox Lumina, Lux Prima), sometimes a more open and solar pop (Turn the Light), others still more directly in those that they look like YYY's outtakes (Woman, Leopard's Tongue). Pleasant album, interesting experiment, but rather "light".

20190501

Derek Noakes

Derek - Di Ricky Gervais - Stagioni 1, 2, 3 (episodi 7, 6, 1; Channel 4) - 2012/2014

UK. Derek Noakes è un 50enne gentile, disponibile, altruista, con buone intenzioni, estremamente vulnerabile a causa della sua ingenuità infantile, del suo vago distacco dalla società; è fatto oggetto di derisione ed è spesso ostracizzato, oltre ad essere emarginato dalla società per l'imbarazzo che genera, per via della sua mancanza di inibizioni (caratteristica vagamente Asperger, che però il creatore non ha né negato né confermato). Lavora come assistente sociale persso Broad Hill, una casa di riposo per anziani. Gli piacciono i reality show, i giochi a premi tv, le celebrità, YouTube e parlare di animali. 

Gervais devia le sue creazioni dalla comicità particolare messa in atto con The Office, e con Derek mette le basi per il delizioso After Life, inventandosi il personaggio di Derek Noakes, provando a far ridere ma sfidando profondamente lo spettatore, che naturalmente sente empatia per il protagonista, ma si interroga come reagirebbe alla sua presenza. Così come avverrà appunto con After Life, si ride ma si piange anche, affezionandosi ad una serie di personaggi davvero strambi. 

Gervais deviates its creations from the particular kind of comedy implemented with The Office, and with Derek he lays the foundation for the delightful After Life, inventing the character of Derek Noakes, trying to make people laugh but deeply challenging the viewer, who naturally feels empathy for the protagonist, but questions how he would react to his presence. Just as it will happen with After Life, we laugh but we also cry, becoming attached to a series of really strange characters.