No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20160831

Uno di noi è l'assassino

One of Us Is the Killer - The Dillinger Escape Plan (2013)

La ragione per cui non ho recensito a suo tempo questo disco di una delle band che ho amato di più negli ultimi anni, è che dopo due dischi di altissimo livello quali i precedenti Option Paralysis (2010) e Ire Works (2007), non avevo altro da aggiungere, probabilmente, anche perché li ho recensiti pure tre volte live, e come forse ricorderete, i live dei DEP sono i migliori dell'Universo conosciuto, senza discussioni. Ora, rispettando la regola dei tre anni, si sta avvicinando l'uscita del nuovo Dissociation, per cui mi è parso giusto riprendere l'ascolto di questo One of Us Is the Killer, giusto per ricordarvi di rimanere attenti.
La ricerca di fondere violenza estrema, ma controllata, tecnica ultra-sopraffina, e melodie avvolgenti, mantenendo una tensione altissima per tutta la durata del disco (40 minuti), prosegue con ottimi risultati, nonostante la storia della line-up di questa band sia una delle più difficili che mi sia capitato di leggere (cambi di batterista continui, iniziali difficoltà per trovare il vocalist giusto, infortuni anche molto gravi - alcuni perfino sul palco, e chi li ha visti in azione capirà sicuramente; tra l'altro, i cambi di line-up continui sono testimoniati perfino dall'esistenza di una voce dedicata su Wikipedia). Sia d'esempio su tutti Paranoia Shields con il suo stacco jazz e la performance vocale di Puciato, su questo disco davvero impressionante più del solito, sempre più vicina alla versatilità estrema di Mike Patton, uno dei "tutori" della band. Da notare il pezzo che dà il titolo al disco (nella versione Best Buy presente anche una interessante versione remix), Nothing's Funny (sempre nella versione Best Buy presente la versione demo), Magic That I Held You Prisoner, ma l'intero disco è disseminato di delizie per chi vuole scovare la bellezza nei particolari, un po' come in un quadro di Bosch. A presto per le novità: ma attenzione, perché il fondatore Ben Weinman ha già annunciato sul suo instagram che la band andrà in uno iato indefinito, subito dopo il tour susseguente alla pubblicazione del prossimo Dissociation (prevista per il 14 ottobre 2016).



The reason why I have not reviewed at the time this record, from one of the bands that I loved the most in recent years, is that after two albums of the highest level such as the previous "Option Paralysis" (2010) and "Ire Works" (2007), I hadn't more to say, probably, because I reviewed them as well three times live, and as you may recall, the live gigs of DEP are the best of the known Universe, without question. Now, respecting the rule of three years, is approaching the release of new "Dissociation", so it seemed right to me to resume listening to the "One of Us Is the Killer", just to remind you to stay alert.
Research to fuse extreme violence, but controlled, ultra-fine technique, and enveloping melodies, maintaining a very high voltage throughout the life of the album (40 minutes), continues with good results, despite the history of the line-up of this band is one of the hardest I've ever read (continuous changes of drummer, initial difficulties to find the right vocalist, also very serious injuries - some even on stage, and who has seen them in action certainly will understand, among other things, changes in the line-up continues even are witnessed by the existence of a dedicated entry on Wikipedia). Is an example of all "Paranoia Shields" with his jazz break and a superb vocal performance of Puciato, impressive on this album more than usual, closer to the extreme versatility of Mike Patton, one of the "guardians" of the band. Note the piece that gives title to the disc (in the version of Best Buy also is present an interesting remix version), "Nothing's Funny" (always in the Best Buy version on the demo version), "Magic That I Held You Prisoner", but the entire album is scattered with delights for those who want to discover the beauty in the details, a bit as in a painting by Bosch. Stay tuned for the latest news: but be careful, because the founder Ben Weinman has already announced on his Instagram that the band will go on an indefinite hiatus, immediately after the subsequent tour to the publication of the next "Dissociation" (scheduled for October 14, 2016).

20160830

L'origine delle feci

The Origin of the Feces - Type O Negative (1992)

Visto che sono in un momento in cui mi viene comodo parlare soprattutto di musica, oggi vi parlerò di una band che è stata probabilmente sottovalutata, e alla quale, personalmente, ho girato sempre attorno senza mai far sbocciare l'amore, e quindi senza mai approfondirne la conoscenza. La scelta del disco è abbastanza casuale, tanto che non avevo idea, inizialmente, che fosse un finto live, e che molti dei pezzi in scaletta fossero dei nuovi arrangiamenti di alcuni pezzi del loro debutto Slow, Deep and Hard, dell'anno precedente. La band è sempre stata caratterizzata dalla personalità spiccata, poliedrica, decadente, romantica e al tempo stesso oltraggiosa, del bassista/cantante Peter Steele (all'anagrafe Petrus Thomas Ratajczyk). 2 metri e 03 di genialità e problematiche, ha militato in altre band prima di fondare i Type O Negative insieme agli amici di infanzia Josh Silver (tastiere), Kenny Hickey (chitarra), e Sal Abruscato (batteria; ha poi lasciato la band attorno al 1994, sostituito da Johnny Kelly). Steele, oltre ad aver lavorato per la New York City Department of Parks and Recreation come tuttofare, ha sofferto di fobia da palco (che a suo dire superava bevendo), ha abusato di droghe, è stato in carcere per un breve periodo, ha sofferto di depressione ed è stato ricoverato per paranoia e si è dichiarato bipolare. 
Per tornare alla musica, tutto ciò si sente forte nella musica dei TON, e questo finto live è un ottimo disco per avvicinarsi alla band. Tra l'altro, il culo della copertina, censurata nella riedizione di due anni dopo, è quello dello stesso Steele.
Il pezzo di apertura, I Know You're Fucking Someone Else è Unsuccessfully Coping with the Natural Beauty of Infidelity, Gravity è Gravitational Constant: G = 6,67 x 10-8 cm-3 gm-1 sec-2, Pain è Prelude to Agony, Kill You Tonight è Xero Tolerance, tutte, come detto, già contenute in Slow, Deep and Hard. Poi c'è Are You Afraid, un pezzo fino a quel momento eseguito solo dal vivo, due cover che inaugurano lo stile tipico dei TON, e cioè il riadattamento in chiave gothic, ma anche dello stravolgimento dei pezzi stessi (Hey Pete è Hey Joe - di Billy Roberts, resa come sapete famosa da Jimi Hendrix - con riferimento ovviamente a Steele, e c'è Paranoid dei Sabbath, che però contiene anche il riff di Iron Man), e un reprise di Kill You Tonight, che contiene un campione di A Day in the Life dei Beatles, pagando così il dazio alle due band preferite da Steele (Black Sabbath e Beatles).
Da seguire i testi, disturbanti, disturbati, narranti di amori traditi, gelosie, stalkerismo, desideri di suicidio, serial killer. La musica è potente, influenzata non solo dalle storiche band già citate ma pure da un certo tipo di punk rock, anticipante la deriva industrial del metal come pure un certo tipo di symphonic metal tramite i tappeti di tastiera. La voce baritonale di Steele è senza dubbio un valore aggiunto sexy e distintivo.
Per dire proprio tutto, Peter Steele è morto il 14 aprile del 2010 a 48 anni, ufficialmente per un'aneurisma aortico. Qualcuno insinua che la famiglia abbia voluto mascherarne il suicidio. I compagni di band hanno dichiarato che i Type O Negative sono morti con lui, ed hanno proseguito per altre strade. L'anno seguente, è stata piantata una quercia in suo onore, in Prospect Park, Brooklyn.


Since I'm in a time when I am comfortable talking mostly about music, today I'll talk about a band that has been underestimated, and to which, personally, I have always turned around and for which love never bloomed, and then never deepened their knowledge. The choice of the album is pretty random, so much so that I had no idea at first that it was a fake live, and that many of the pieces in the tracklist were new arrangements of some songs from their debut "Slow, Deep and Hard", of an year earlier. The band has always been characterized by strong personality, multifaceted, decadent, romantic, yet outrageous, of the bassist / vocalist Peter Steele (born Petrus Thomas Ratajczyk). 2 meters and 03 of brilliance and problems, has played in other bands before founding the Type O Negative together with childhood friends Josh Silver (keyboards), Kenny Hickey (guitar), and Sal Abruscato (drums; he then left the band around 1994, replaced by Johnny Kelly). Steele, as well as having worked for the New York City Department of Parks and Recreation as a handyman, has suffered from stage fright (which he said he won only by drinking), he abused drugs, has been in prison for a short time, he has suffered from depression and he was hospitalized for paranoia and pleaded bipolar.
To return to the music, all those things feels strong in the TON of music, and this fake live is a great drive to get close to the band. Among other things, the ass of the cover, censored in the reissue of two years later, is the Steele's ass.
The opening track, "I Know You're Fucking Someone Else" is "Unsuccessfully Coping with the Natural Beauty of Infidelity", "Gravity" is "Gravitational Constant: G = 6.67 x 10-8 cm-3 gm-1 sec-2", "Pain" is "Prelude to Agony", "Kill You Tonight" is "Xero Tolerance", all, as mentioned, already contained in "Slow, Deep and Hard". Then there's "Are You Afraid", a piece so far performed only live, two covers to inaugurate a typical TON trend, and that is the readjustment in gothic key, but also the manipulation of the pieces themselves ("Hey Pete" is "Hey Joe" - by Billy Roberts, as you know, made famous by Jimi Hendrix - of course up to Steele, and there is "Paranoid" from Black Sabbath, but also contains the "Iron Man" riff), and a reprise of "Kill You Tonight", which contains a sample of "A Day in the Life" of the Beatles, so paying the duty at the two favorite bands of Steele (Black Sabbath and the Beatles, indeed).
To follow the lyrics, disturbing, disturbed, narrating of betrayed love, jealousy, stalkerism, desires of suicide, serial killer. The music is powerful, influenced not only by the historical band already mentioned but also by a certain type of punk rock, anticipating the drift of the industrial metal, as well as a certain type of symphonic metal via the keyboard carpets. The voice of baritone of Steele is undoubtedly an added value and distinctive sexy.
To say it all, Peter Steele died on April 14 in 2010 at 48, officially for aortic aneurysm. Someone insinuates that the family wanted to disguise suicide. The bandmates have stated that Type O Negative died with him, and continued to other paths. The following year, an oak tree in his honor, in Prospect Park, Brooklyn, has been planted.

20160829

Bobo & Piero

Bobo Rondelli canta Piero Ciampi - Bobo Rondelli e Piero Ciampi (2016)


Operazione interessante questa del confronto tra due simboli musicali livornesi, Piero Ciampi, stimatissimo dalla critica, geniale e maledetto, misconosciuto e rivalutato soprattutto postumo, e Bobo Rondelli, che, anche caratterialmente, gli somiglia oltremodo. Gli espertoni hanno criticato e criticheranno la scelta delle scalette, ma io che sono, o almeno cerco, di essere sempre positivo, direi che c'è modo di apprezzare l'impegno di Bobo (la prima parte è la testimonianza di alcune serate in cui ha portato in giro una scaletta interamente fatta di un omaggio a Piero), nel cui stile si possono riconoscere altre influenze, come pure la grandezza di Ciampi, spesso influenzato dagli chansonnières francesi (il secondo disco è una sorta di greatest hits di Ciampi, ovviamente manca qualcosa, ma, ripeto, anche per chi non lo conoscesse, ce n'è abbastanza per capirne la grandezza, l'amarezza, la profondità). Bobo si fa accompagnare da Fabio Marchiori al piano e da Filippo Ceccarelli alla tromba, mentre lui suona occasionalmente la chitarra, e ogni tanto si lascia andare a commenti, scherzi, omaggi, battute, come nel suo stile. 



Interesting operation of comparison between two musical symbols of Livorno, Piero Ciampi, esteemed by critics, brilliant and damned, misunderstood and revalued especially posthumously, and Bobo Rondelli, that even temperamentally, he is extremely like him. Pundits have criticized and will criticize the choice of the track list, but I, that am always, or at least I try, to be positive, I would say that there is the way to appreciate the commitment of Bobo (the first part is the testimony of a few evenings when he carried around a setlist made entirely of a tribute to Piero), in the style of which you may recognize other influences, as well as the magnitude of Ciampi, often influenced by French chansonnières (the second disc is a sort of greatest hits of Ciampi, of course missing something, but again, even for those not familiar, there's enough to understand the magnitude, the bitterness, the depth). Bobo is accompanied by Fabio Marchiori at the piano, and by Filippo Ceccarelli on trumpet, while he occasionally plays guitar, and occasionally indulges in comments, jokes, gifts, irony, like in his style.

20160828

Van

Van Halen - Van Halen (1978)


Immaginatevi nel 1978. Anche solo nel rock, vanno ancora di moda le band di progressive, o quelle di hard rock "tradizionale". Immaginatevi come le persone abituate a questo, reagiscano davanti ad una band come quella dei primi Van Halen. Una band con un chitarrista che è un fenomeno e fa il fenomeno, un cantante che più che altro è un istrione, ragazzacci che prendono classici e li stravolgono, oppure sparano pezzi da tre minuti con riff assassini, assoli mozzafiato, e un cantato sexy. Non c'è da stupirsi se la critica li stroncò, facendo una figuraccia, visto quando hanno venduto e vissuto.
Van Halen il debutto, anche ascoltato oggi, è un grande disco di rock. Ma grande veramente. Vi "leggo" la scaletta: Runnin' With the Devil, il cui riff, ancora oggi, fa venire i brividi, lo strumentale Eruption, la cover divenuta un'istituzione You Really Got Me, la splendida Ain't Talkin' 'Bout Love, I'm the One, Jamie's Cryin', Atomic Punk, Feel Your Love Tonight, probabilmente la mia preferita Little Dreamer, preferita solo perché la seguente è un'altra cover, l'impressionante Ice Cream Man (il cantato di D.L.Roth è semplicemente stupefacente), di John Brim, On Fire. Difficile definire uno di questi pezzi brutto o superfluo, seppure, onestamente, bisogna ammettere che la seconda parte del disco, se non fosse per Ice Cream Man e Little Dreamer, risulterebbe un po' inferiore al quartetto iniziale.
Detto questo, pensateci bene, cercando di inquadrare lo stile, l'immagine, l'attitudine dei VH, e capirete che, a prescindere dalla valenza effettiva dei pezzi nella sua totalità, questo disco ha cambiato il corso storico di un certo tipo di musica.




Imagine yourself in 1978. Even just in rock, are still cool the progressive band, or those of traditional hard rock. Imagine how people used to those kind of bands, could react in front of a band as that of the first Van Halen. A band with a guitarist who is a phenomenon and "makes" the phenomenon, a singer who more than anything else is an actor, boys who take classics and distort them, or shoot pieces of three minutes with killers riffs, breathtaking solos, and sexy vocal lines. No wonder if the critics crushed them, making a fool of, because of how much they have been then sold and lived.
Van Halen's debut, also heard today, is a great rock record. But really big. I "read" to you the track list: "Runnin' With the Devil", whose riff, even today, makes me shudder, the instrumental "Eruption", the cover that has become an institution "You Really Got Me", the beautiful "Ain't Talkin' 'Bout Love", "I'm the One", "Jamie's Cryin'", "Atomic Punk", "Feel Your Love Tonight", probably my favorite "Little Dreamer", preferred because the following is another cover, the impressive "Ice Cream Man" (vocals of D.L.Roth are simply amazing), originally by John Brim, "On Fire". Difficult to define one of these ugly pieces or superfluous, though, honestly, we must admit that the second part of the album, if it were not for "Ice Cream Man" and "Little Dreamer", would be a little less than the starting quintet. But not so much.
Having said that, think again, trying to frame the style, the image, the attitude of the VH, and you will understand that, regardless of the actual value of the pieces as a whole, this album has changed the course of history of a certain type of music.

20160826

Iron Moon

Chelsea Wolfe, Passed, Hate and Merda, Mars Era, domenica 14 agosto 2016, Castellina Marittima, Musica W

Seconda sera di seguito, e per fortuna sono giorni festivi. Sono in compagnia e mi perdo completamente i Mars Era, metal fiorentino ben suonato ed energico, e mi posiziono, insieme agli amici, in una posizione pericolosissima, che però ci regala una bella vista sul palco. La seconda band in scaletta arriva ancora da Firenze, e lascia sicuramente il segno. Sono gli Hate & Merda (scelta ironica che scimmiotta una famosa catena di negozi di abbigliamento), un duo chitarra e batteria che parte dallo sludge metal, lo incastra con l'industrial, e usa una voce hardcore punk. I due, che si chiamano Unnecessary1 e 2, suonano con una calza nera a coprire il volto, i testi sono in italiano e vomitano (appunto) odio random. Proposta interessante, seppure un pochino stancante alla lunga. Mai quanto il seguente act, Passed, una one man band di elettronica mista a tribalismo, che spacca veramente i cosiddetti, soprattutto perché l'attesa si fa sentire.
Ecco finalmente Chelsea Wolfe e la sua band. Prima di tutto, lei me l'aspettavo più esile, invece è una ragazzona imponente, che però sul palco tutto sommato rimane timida, e non proferisce parola al di fuori dei testi. La band, con mia sorpresa (ma probabilmente non ero abbastanza preparato, seppure abbia ascoltato i suoi lavori), pesta davvero sodo, e rimango colpito, come sempre essendo il mio ex strumento, dalla batterista, che mi pare di aver capito si chiami Jess Gowrie, e potrebbe essere (stando a questa intervista), la persona che ha "introdotto" la Wolfe al metal. Ecco, il live act di stasera è molto molto vicino al metal, e la splendida voce di Chelsea (che oltre a tutte quelle che avrete letto e sentito citare per descriverla, a me in alcuni passaggi ha ricordato quella di Julianne Regan degli All About Eve) esalta il contrasto tra bellezza cristallina e ruvidezza. Apre Carrion Flowers, e mentre soprattutto il bassista/tastierista si danna l'anima sul palco, la ragazza di Sacramento sciorina, con calma olimpica, buona parte dei suoi cavalli di battaglia (After the Fall, Tracks (Tall Bodies), Moses, Feral Love, House of Metal, Iron Moon), e dopo circa un'ora concede anche due encore, Color of Blood e la marziale Pale On Pale.
Concerto meritevole, che conferma la validità di questa artista.


After three italian band, Mars Era, metal, Hate & Merda, sludge-core, and Passed, tribal electronic, here she is, finally, Chelsea Wolfe and her band. First of all, I expected her slimmer, but it's an impressive big girl; on stage, after all, she remains shy and does not say a word to the outside of the lyrics. The band, to my surprise (but probably I was not quite prepared, though I've had listened to her works), really pounding hard, and I'm struck, as always being my former instrument, the drummer, who I think I have figured out she is called Jess Gowrie, and could be (according to this interview), the person who "introduced" Wolfe to the metal. Here, the live act tonight is very very close to the metal, and Chelsea with her wonderful voice (which in addition to all those who you can have read and heard mention to describe it, to me, in some passages recalled that of Julianne Regan of All About Eve) enhances the contrast between crystal beauty and heavy roughness. Opens "Carrion Flowers", and while especially bassist / keyboardist is damning his soul on stage, the Sacramento's girl, with Olympian calm, sang most of her "strong points" ["After the Fall", "Tracks (Tall Bodies)", "Moses", "Feral Love", "House of Metal", "Iron Moon"], and after about an hour also grants two encore, "Color of Blood" and the martial "Pale On Pale".
Worthy concert, which confirms the validity of this female artist.

20160825

Purple Rain

Mutoid Man, Karl Mark Was A Broker, Operazione Galattica Interspaziale (O.I.S.), DSW, sabato 14 agosto 2016, Castellina Marittima, Musica W

Dopo qualche anno, torno a Musica W, ancora una volta il cartellone mi convince, soprattutto per un paio di chicche straniere. Dopo un paio di panini e qualche saluto random, si parte con i DSW, da Lecce, che sembrano una cover band dei Kyuss che suona inediti. Per aprire, vanno più che bene. Proseguono gli Operazione Intergalattica Spaziale OIS, non ho capito bene da dove vengono ma probabilmente dall'Emilia, e anche loro sono sullo stoner, virato in chiave space-psycho, ogni tanto ricordano perfino i Battles. Dopo di loro i pistoiesi Karl Marx Was A Broker, power trio che regala pezzi completamente strumentali con un imponente muro del suono, e si aggirano tra metal, industrial, post punk. Professionali, con immagini "da regime" proiettati sullo sfondo, seppure non sia facile "digerire" quasi un'ora di musica totalmente senza cantato, convincono. Mi accorgo pure che hanno un discreto seguito.
E adesso, il clou della serata: Mutoid Man, la band formata da Stephen Brodsky (Cave In) chitarra e voce, Nick Cageao al basso, e dal fantasmagorico batterista Ben Koller (Converge, e moltissimi altri progetti), ai quali rimane poco più di un'ora per far impazzire il forse migliaio di presenti. L'atmosfera è rilassata, ma i tre fanno immediatamente capire la differenza tra le band italiane, anche le più professionali, e la cultura rock anglosassone: Stephen prende immediatamente in pugno il pubblico, e la band apre nientemeno che con un trattamento speciale di Purple Rain del compianto Prince. A ruota, il "singolo" Bridgeburner, e poi via via una decina abbondante di pezzi estratti ovviamente dai loro due lavori Helium Head e Bleeder. Apice quando il trio "sodomizza" (l'introduzione di Stephen dice proprio così) Don't Let Me Be Misunderstood, presente in Helium Head, che loro presentano come pezzo dei The Animals di Eric Burdon, ma in realtà in origine fu scritto da Benjamin, Caldwell e Marcus per Nina Simone. Brodsky e Cageao si scambiano pure gli strumenti, mentre Koller rimane dietro le pelli a deliziare chi si intende un poco di batteria. Per farvela breve, i Mutoid Man sono un rullo compressore tecnico e perfino melodico il giusto: di sicuro non una band per fare innamorare una ragazza, ma di certo quello che ci vuole per sfogare la rabbia. Gran concerto.


Three italian band, DSW, Operazione Intergalattica Spaziale OIS, and Karl Marx Was A Broker, the first two more stoner-oriented, the third one more original, represented the starter to the Mutoid Man gig of this Saturday summer Night at Musica W festival, in Castellina Marittima. The extraordinary band composed by Stephen Brodsky (Cave In), guitar and vocals, Nick Cageao on bass, and the supreme Ben Koller (Converge) on drums, opens with a massive cover version of "Purple Rain" by Prince, and proceed with Brodsky that kept the audience in his hand. Good versions of tracks from their two works, "Helium Head" and "Bleeder", a little more of one hour of concert, and a devastating version of "Don't Let Me Be Misunderstood", with an "hardcore" introduction by Brodsky ("and now we want to brutalize a song from one of our favourite bands, Eric Burdon's The Animals, and to brutalize I mean fuck it in the ass until it bleed..."), they have been appreciated by all the people in the little arena: Mutoid Man are great.

20160824

Magia

The Magic - Deerhoof (2016)

E' sempre tempo di scoperte, o di ri-scoperte, in campo musicale, per chi vuole quantomeno rallentare il processo di invecchiamento delle cellule cerebrali. Questo nuovo The Magic è il primo disco che ascolto dei Deerhoof, nonostante sia più o meno il loro diciassettesimo, contando live e sperimentazioni varie (il loro debutto, pensate, risale al 1997 con The Man, The King, The Girl). Hanno una storia variegata, hanno "navigato" tra i generi, hanno subito alcuni cambi di formazione, hanno influenzato parecchi altri artisti (li citano St. Vincent, Foo Fighters, Stereolab, of Montreal, Los Campesinos, ma secondo me, per dirne una, i Battles devono loro molto), e probabilmente, se voleste paragonarli a qualche altra band, quantomeno a livello concettuale, potremmo riferirci ai Talking Heads. Il loro stile è senza dubbio caratterizzato dalla voce di Satomi Matsuzaki, unitasi alla band nel 1995, poco dopo gli inizi, e una settimana dopo il suo arrivo negli USA, adesso sposata con il batterista e unico membro fondatore superstite Greg Saunier, anche lui alla voce ogni tanto; tornando allo stile, potremmo senz'altro definirlo, come fanno altri, noise punk, ma ascoltandoli, vi accorgerete che c'è dell'altro.
Melodie sopraffine, attacchi frontali uniti a testi divertenti (ascoltare attentamente Kafe Mania!), maestria distribuita a piene mani, per una band ancora oggi, dopo oltre 20 anni di carriera costellata da collaborazioni di ogni tipo, troppo sottovalutata.



It's always the discoveries time, or re-discoveries, in music, at least for those who want to slow down the aging process of the brain cells. This new "The Magic" is the first album that I listened from Deerhoof, although it is more or less their seventeenth, counting live and various experiments (their debut, think about it, was in 1997 with "The Man, The King, The Girl"). They have a varied history, they have "surfed" between the genres, have undergone some changes, have influenced many other artists (they are cited by St. Vincent, Foo Fighters, Stereolab, of Montreal, Los Campesinos, but in my opinion, to say one name, Battles have a lot to do with them), and probably, if you wanted to compare them to some other band, at least at the conceptual level, we could refer to the Talking Heads. Their style is undoubtedly characterized by the voice of Satomi Matsuzaki, that joined the band in 1995, shortly after the beginning, and a week after his arrival in the US, now married to the drummer and only "surviving" founder member Greg Saunier, who is also the singer occasionally; returning to the style, we could certainly call it, as others do, noise punk, but listening to them, you will find that there's more.
Wonderful in melodies, frontal attacks combined with funny lyrics (listen to "Kafe Mania!" carefully), technique masterfully distributed by the handful, for a band today, after more than 20 year career punctuated by collaborations of all kinds, still too underestimated.

20160823

Buh!

Boo Hoo Hoo - No Sinner (2014)

Nell'attesa di riuscire a trovare il nuovo disco Old Habits Die Hard, della band canadese No SInner, ben recensito da qualche parte, saputo che il debutto era uscito nel 2014, sono andato intanto ad ascoltarmi questo Boo Hoo Hoo. In realtà era uscito nel 2012 con sei pezzi, poi ri-edito con altri tre pezzi, appunto, nel 2014. Bene, la band nasce come back-up band di Colleen Rennison, canadese di Vancouver, 28enne anche attrice, poi diventa una vera band con altri tre componenti fissi. La farò molto breve: a livello musicale, siamo sul semplicissimo, ma sempre ben accetto, blues rock, fatto benissimo, pezzi accattivanti e dall'ottimo tiro. A livello vocale, la Rennison vi stupirà. Ho sentito, nel suo timbro e nel suo stile, solo per rimanere su esempi "recenti", sfumature di Joss Stone ma pure di Amy Winehouse. Capirete che il tutto acquista un valore superiore. Curioso.



While waiting to be able to find the new album "Old Habits Die Hard", by the Canadian band No Sinner, well-reviewed somewhere, knew that the debut was released in 2014, I went to listen to this "Boo Hoo Hoo". Was actually released in 2012 with six pieces, then re-published with three other pieces, in fact, in 2014. Well, the band began as a back-up band of Colleen Rennison, Canadian Vancouver, 28-year old, also actress, then it becomes a real band with three other fixed components. I will do it very short: at musical level, we are on the simple, but always welcome, blues rock, well done, eye-catching pieces and great shot. A voice level, Rennison will amaze you. I heard in her tone and in her style, just to stay on "recent" examples, Joss Stone shades, but also of Amy Winehouse. You'll understand that everything acquires a higher value. Curious.

20160822

Il fiume

The River - Bruce Springsteen (1980)

Premessa
Come avrete notato, spesso cito gli "amici musicali", conosciuti appunto tramite passioni musicali comuni; tra questi, Monty, che come Iacopino, ha una passione smisurata per Bruce Frederick Joseph Springsteen, detto The Boss. Tempo fa, scherzando (come quando io lo definii "uno che ascolta musica di merda, ma lo fa con mirabile convinzione" o qualcosa del genere), dichiarò che "aspettava una mia recensione sul Boss, dopo di che, poteva poi morire felice. Ho deciso quindi di portarmi avanti, e di accontentarlo (sulla rece). In realtà, da appassionato vero di tutta la musica, non ho mai sposato la venerazione verso Bruce, ma pur non avendo mai seriamente ascoltato un suo disco, ho avuto modo, nel corso degli anni, di apprezzare molte sue canzoni. Questo ascolto abbastanza approfondito, quindi, serve a me prima di tutto, per cominciare ad aprire orizzonti inesplorati.
Svolgimento
Il quinto disco di Springsteen, uscito nel 1980, segue due già grandi successi, Born to Run (1975) e Darkness on the Edge of Town (1978). Questo "credito", probabilmente, gli permette di osare un doppio disco (quasi 83 minuti di musica per 20 canzoni). Evidentemente in stato di grazia, il disco è costellato di pezzi memorabili, che dimostrano, se ancora ce ne fosse stato bisogno, il segreto del successo planetario dell'ex ragazzo del New Jersey: pezzi robusti ma orecchiabili e mai troppo pesanti a livello di suono, che pescano a piene mani dalla tradizione statunitense (country, folk, americana, rock 'n' roll e un pizzico di blues), e testi che, anche nei pezzi apparentemente meno impegnati, rivelano sempre un'attenzione speciale alla working class. Lui stesso, in un'intervista, disse che "la mia musica ha sempre voluto misurare la distanza tra la realtà e il sogno americano". La canzone che dà il titolo all'album ne è un semplice ma mirabile esempio, e mi ha sempre affascinato ancor prima di essere in grado di comprenderne il testo.
Come dicevo, pezzi memorabili. Non sono necessariamente quelli che osannano i fan, o quelli che l'artista non omette mai dalle scalette, ma di certo quelli che ascolto molto molto volentieri: Sherry Darling, Two Hearts (forse la mia preferita, perfetto esempio di come le tastiere possano essere glam e rock allo stesso tempo, e anche il rock non hard possa affascinare), Independence Day, Out in the Street, Crush On You, la già citata The River, Point Blank, Cadillac Ranch, Stolen Car, Drive All Night, giusto per non citarle proprio tutte.
Qualcuno ha definito The River una pietra miliare. E' probabile sia nel giusto.



Premise
As you may have noticed, I often quote the "musical friends", known precisely through common musical passion; among these, Monty, who as Iacopino, has a huge passion for Bruce Frederick Joseph Springsteen, aka The Boss. Some time ago, joking (as when I defined him "one who listens to shitty music, but does so with admirable conviction" or something like that), declared that "waiting for your review on The Boss, after which I could then die happy". I decided then to take the bet, and to satisfy him (about the review). In fact, as a true lover of all kind of music, I never married the veneration of Bruce, but despite having never seriously listened to his record, I got to, over the years, to appreciate many of his songs. This quite thorough listening, then, serves to me first of all, to begin to open unexplored horizons.
Execution
The fifth Springsteen album, released in 1980, follows two already big hits, "Born to Run" (1975) and "Darkness on the Edge of Town" (1978). This "credit" probably allows him to dare a double album (nearly 83 minutes of music for 20 songs). Evidently in a state of grace, the album is full of memorable tracks that prove, if proof were still needed, the secret of global success of former New Jersey boy, sturdy pieces but catchy and not too heavy in sound, that takes with both hands by the US tradition (country, folk, americana, rock 'n' roll and a pinch of blues), and lyrics that, even in the seemingly less committed tracks, always reveal a special attention to the working class. He himself, in an interview, said that "my music has always wanted to measure the distance between reality and the American dream". The title track it is a simple but wonderful example, and has always fascinated me even before being able to understand the lyrics.
As I said, memorable pieces. They are not necessarily those hailed by the fan, or those that the artist never omit from the set list, but certainly those who I listen very willingly: "Sherry Darling", "Two Hearts" (perhaps my favorite, a perfect example of how the keyboards can be glam and rock at the same time, and also the not-so-hard rock can fascinate), "Independence Day", "Out in the Street", "Crush on You", the aforementioned "The River", "Point Blank", "Cadillac Ranch", "Stolen Car", "Drive All Night", just to not quote them all.
Some have called "The River" a milestone. And he likely was right.

20160821

La sposa

The Bride - Bat for Lashes (2016)

Il quarto disco di Natasha Khan aka Bat for Lashes è uno strano concept album, che parla di una sposa, il cui promesso muore nel giorno delle nozze, in un incidente d'auto. La sposa decide ugualmente di andare in luna di miele, per elaborare il lutto. La 36enne inglese, figlia del campione pakistano di squash Rehmat Khan, non si è fermata qua: oltre ad un paio di video diretti da lei stessa, ha fatto promozione al nuovo disco facendo un piccolo tour in alcune chiese, chiedendo ai fan che avevano intenzione di assistere ai concerti, di presentarsi in abiti formali, per attenersi al tema del matrimonio.
Il disco è interessante e, come la musica di Bat for Lashes, intenso ed emozionale. Non tocca forse le vette del precedente, bellissimo, The Haunted Man, e non ci sono pezzi esageratamente belli come Laura, ma senza dubbio è un disco che conferma la crescita della ragazza, su un percorso molto personale, e decisamente coraggioso.



The fourth album of Natasha Khan aka Bat for Lashes is a strange kind of concept album, about a bride, whose groom dies on their wedding day, in a car accident. The bride decides to go alone on a honeymoon, to mourn and to elaborate the grieve. The 36-year old English singer-composer, daughter of Rehmat Khan, Pakistani squash champion, did not stop here: in addition to a couple of videos directed by herself, did promoted the new album by a small tour in some churches, asking fans who wanted to attend the concerts, to show up in formal clothes, to keep to the subject of marriage.
The album is interesting and, like the music of Bat for Lashes, intense and emotional. It did not touch, maybe, the previous peaks, beautiful, "The Haunted Man", and there are not outrageously beautiful pieces as "Laura", but no doubt is a work that confirms the growth of the girl, on a very personal journey, and very brave.

20160820

Gocce di Giove

Mi piace cazzeggiare su youtube. Si trovano un sacco di curiosità. Questa mi è piaciuta, sapete che la ragazza mi piace non solo esteticamente.

20160819

It Sounded Nicer in My Head

Orange is the New Black - di Jenji Kohan - Stagione 4 (13 episodi; Netflix) - 2016

Caputo è promosso a Director of Human Activity, un po' come direttore del carcere, ma anche no. Cerca nuovi secondini per far rientrare l'allarme delle detenute uscite dalla recinzione, e quasi tutte nel laghetto lì vicino a farsi il bagno. Tra i nuovi secondini, Piscatella spicca: un omone enorme che è molto osservante delle gerarchie, obbediente, attento alla sicurezza, temuto dalle altre guardie e dalle detenute. Caputo lo nomina nuovo capo delle guardie.
Maureen vuole approfittare per scappare dal carcere insieme a Suzanne, ma quest'ultima non è della stessa opinione, e torna indietro. Maureen viene ripresa dalle guardie e da Caputo. Arrivano nuove detenute, e sono faticosamente integrate con le "vecchie", creando un problema di sovraffollamento (risolto con letti a castello). La compagna di letto di Red russa pesantemente, e Red non riesce a dormire per giorni. Judy King, una celebrità televisiva protagonista di un seguitissimo programma di cucina, entra come prigioniera a Litchfield per frode fiscale, e lega subito con Luschek. Dato il ritorno mediatico negativo che potrebbe scaturire dal soggiorno della King, le viene assegnata una stanza singola, e un trattamento riservato. Alex viene aggredita da Aydin Bayat, un uomo di Kubra infiltratosi come secondino, e Lolly la salva prendendo a calci ripetutamente l'uomo fino a renderlo incosciente. Le due suppongono che sia morto, Alex prova a seppellirlo nella serra ma si rende conto che respira ancora, per cui lo soffoca fino ad ucciderlo. La mattina seguente, Frieda ha scoperto il corpo; con il suo aiuto, Alex e Lolly smembrano il corpo stesso, e lo seppelliscono nell'orto.

Orange is the New Black è un'altra delle bellissime cose che la tv ci ha regalato negli ultimi anni. La serie ha avuto flessioni di critica e pubblico tutto sommato leggere, ma sicuramente quest'ultima stagione ha convinto tutti. La serie ormai ha relegato la protagonista Piper Chapman a comprimaria, e tutte le altre inmates hanno ampi spazi, sia "attuali" che raccontandoci la loro vita prima di Litchfield con i flashback mai inseriti a caso. Fluidità estrema, divertimento, giallo e nero, grandissime prove recitative, una delle serie più corali mai viste. Rinnovata per la quinta, la sesta e la settima stagione. E siamo tutti contenti.

"Orange is the New Black" is another of the beautiful things that TV has given us in recent years. The series has had a critical bending and audience not too serious, afterall, but certainly this last season has convinced everyone. The former main character Piper Chapman is now relegated as almost supporting actors, and all the other inmates have plenty of space, both "current", that telling their life before Litchfield with flashbacks never inserted at random. Extreme fluidity, fun, thriller and noir, enormous recitative proofs, one of the most choral series we've ever seen. Renewed for the fifth, sixth and seventh season. And we're all happy.

20160818

Like a Carnival

Come i Carnevali - Bobo Rondelli (2015)

Come i Carnevali sarebbe il decimo disco di Bobo, se si contano i quattro con l'Ottavo Padiglione. Non c'è una vera e propria "crescita", ma quel che è sicuro è che Bobo riesce sempre a coniugare bellezza cristallina (Nara F., ovviamente dedicata alla madre, scomparsa due anni fa (quindi un anno prima dell'uscita di questo disco) e amarezza mascherata da attitudine cazzara (Autorizza Papà, che probabilmente riassume il suo rapporto coi figli, dopo il divorzio). Arrangiamenti fin troppo levigati, prodotto dall'amico Filippo Gatti, in alcuni pezzi c'è lo zampino di Francesco Bianconi dei Baustelle, il disco, già dal titolo, fa riferimento a Emanuel Carnevali, poeta maledetto di origine fiorentina, vissuto in miseria per lunghi anni negli USA. Qua c'è il vero significato profondo del lavoro che continua a fare Bobo: lo studio e la "prosecuzione" di quel sentiero tracciato da gente come Carnevali ma anche Piero Ciampi. Carnevali e Ugo's Dilemma (che ci trovi pure i vetri) ne sono brillanti esempi. Molti continuano a considerare Bobo un coglionazzo spesso ubriaco (e magari è pure così), ma quando qualcuno intitola un pezzo Maestro Goldszmit, ispirato a Janusz Korczak, c'è di che riflettere. Cielo e terra è ispirato alle Notti bianche di Dostoevskij, e La voglia matta al Conte Mascetti di Amici Miei.
Il disco è uscito nel marzo del 2015, nel frattempo (da poco) è già uscito Bobo Rondelli canta Piero Ciampi.



"Come i Carnevali" would be the tenth of Bobo album, if you count the four with the Ottavo Padiglione. There is not a real musical "growth", but what is certain is that Bobo always manages to combine crystal beauty ("Nara F.", obviously dedicated to his mother, who died two years ago (then one year before of this record) and masked bitterness from who-gives-a-shit attitude ("Autorizza Papà", which probably sums up his relationship with the children after the divorce). The production is maybe too clean, done by his friend Filippo Gatti, in some parts there is a hand from Francesco Bianconi of Baustelle, the album, starting from the title, refers to Emanuel Carnevali, damned poet of Florentine origin, lived in misery for years in the US. Here's the real deep meaning of work that continues to make Bobo: the study and the "continuation" of the trail blazed by people like Carnevali but also Piero Ciampi. "Carnevali" and "Ugo's Dilemma (che ci trovi pure i vetri)" are bright examples. Many continue to view Bobo as a drunk asshole (and maybe it is even so), but when someone intitle a track "Maestro Goldszmit", inspired by Janusz Korczak, there is definitely to reflect about it. "Cielo e terra" was inspired by Dostoyevsky's "White Nights", and "La voglia matta" to the Conte Mascetti of "Amici Miei".
The album was released in March of 2015, in the meantime (recently) is already out "Bobo Rondelli canta Piero Ciampi".

20160817

Sangue fresco

Fresh Blood - Matthew E. White (2015)

Secondo album di Matthew E. White, Fresh Blood, del quale vi parlo con ritardo colpevole (è uscito nel marzo del 2015), dopo il debutto solista del 2012 Big Inner. Niente di particolarmente nuovo rispetto, appunto, a quel debutto, bei pezzi, orecchiabili e ben scritti, un calderone che ingloba jazz, rock, americana, gospel e soul, testi simpatici con riferimenti religiosi. Vi sorprende se lo ascoltate per la prima volta, ma se come me, conoscete già il suo lavoro, passa un po' inosservato, seppure il personaggio potrebbe dare lezioni di songwriting a molti altri.



Second album by Matthew E. White, "Fresh Blood", which I speak with improper delay (it was released in March 2015), after the solo debut of 2012 "Big Inner". Nothing particularly new respect, in fact, at that debut, catchy tracks and well written, a cauldron that incorporates jazz, rock, americana, gospel and soul, fancy text with religious references. It can surprises you, if you are hearing it for the first time, but if like me, you already know his work, goes a bit unnoticed, even if the character could give songwriting lessons to many others.

20160816

Valuta dell'uomo

Currency of Man - Melody Gardot (2015)

Oltre un anno dopo la sua uscita, riesco finalmente a parlarvi del quarto disco dell'artista statunitense, una delle poche che riesce a farmi ascoltare jazz senza fatica. L'ennesimo bellissimo disco, costellato di canzoni delicatissime ed eccezionali per fattura, intensità, scrittura, testi e prove vocali e strumentali. Oltre alle classiche influenze di jazz, blues e bossa nova, Gardot si lascia conquistare dalla black music, gospel, funky e soul, ed affronta il tema scottante del razzismo: il singolo Preacherman è ispirato alla triste pagina di storia americana riguardante la morte di Emmett Till. La black music è evidente in pezzi quali It Gonna Come, She Don't Know, Same To You, la già citata Preacherman, mentre negli altri l'artista torna ai classici standard jazz, scrivendo altri gioiellini quali Morning Sun, If Ever I Recall Your Face, lo struggente strumentale After the Rain, e la mia preferita, la straordinaria Once I Was Loved, da brividoni. Ancora una volta, bravissima.



Over a year after its release, I can finally talk about the fourth American artist album, one of the few who can make me listen to jazz effortlessly. The yet another beautiful album, dotted with delicate and exceptional songs for workmanship, strength, writing, lyrics, vocal and instrumental proofs. In addition to classic jazz influences, blues and bossa nova, Gardot was been conquered by the black music, gospel, funk and soul, and deals with the burning issue of racism: the single "Preacherman" is inspired by the sad American history's page about the death of Emmett Till. Black music is evident in tracks like "It Gonna Come", "She Don't Know", "Same To You", the aforementioned "Preacherman", while in the other, the artist returns to the classic jazz standards, writing other gems such as "Morning Sun", "If Ever I Recall Your Face", the poignant instrumental "After the Rain", and my favorite, the extraordinary "Once I Was Loved", that gives me super-chills. Again, very very good.

20160815

Resistance

Resistenza - Neffa (2015)

Ci ho pensato su un bel po'. Ho ascoltato tutte le critiche. Ho tirato le somme. Ricapitolo un momento: fare il batterista (uno dei molti) dei Negazione è stato un caso, ma a quei tempi era dentro l'hardcore punk italiano. Ha partecipato all'esistenza dei Sangue Misto, seminale posse hip hop che ha lasciato ai posteri un pezzo profetico quale Lo straniero. Ha scritto probabilmente la più bella canzone d'amore moderna italiana, Aspettando il sole. Rileggo la mia recensione sul precedente Molto calmo, e mi accorgo che forse, mi sono sbagliato. Un artista deve fare cosa cazzo gli pare, se non ha voglia di "essere impegnato", va accettato, se vuole svariare attraverso i generi, va ascoltato e stop. Se ti piace bene, altrimenti vai da un'altra parte. Giovanni possiede una poliedricità assoluta, e nonostante il timbro non esattamente da "cantante confidenziale" (traduzione italiana di crooner), ci prova e si diverte. In questo ultimo Resistenza, si diverte a scrivere canzoni d'amore di vario genere, soprattutto rivolte ai generi passati, fino ad osare un rifacimento di 'O sarracino, nientemeno di Renato Carosone, tra l'altro niente male (ottimo il napoletano, del resto Neffa, come ripeto sempre, viene da Scafati, provincia di Salerno). Ascoltatelo senza preconcetti, e troverete che neppure il tanto bistrattato singolo Sigarette è così male.



I thought about it a lot. I heard all the criticism. I pulled the sums. Recapitulate a moment: do the drummer (one of many) of Negazione was a coincidence, but in those days he was within the Italian hardcore punk. He participated to the existence of Sangue Misto, seminal hip hop posse who left to posterity a prophetic piece as "Lo straniero". He has probably written the most beautiful song Italian love song of the modern times, "Aspettando il sole". I re-read my review on the previous "Molto calmo", and I realize that maybe I was wrong. An artist must do what the fuck he wants, if he has no desire to "be engaged", it should be accepted, if he wants wander across genres, should be listened to, period. If you like him, good, otherwise go somewhere else. Giovanni Pellino aka Neffa owns an absolute versatility, and despite the vocal timbre does not exactly the one of a crooner, he try and has fun. In this last album, "Resistenza", enjoys writing love songs of various kinds, especially of the past genres, until to dare a remake of "'O sarracino", nothing less that from Renato Carosone, among other things pretty good (great Neapolitan, Neffa, at the end of the day, as I always say, comes from Scafati, province of Salerno). Listen without prejudice, and you will find that even the much-maligned single "Sigarette" is not so bad.

20160814

La signora in oro

Lady in Gold - Blues Pills (2016)

Lady in Gold, riferimento "diverso" alla morte, è il secondo album della band svedese Blues Pills, capitanata dalla cantante Elin Larsson, coadiuvata da Dorian Sorriaux alla chitarra, Zach Anderson al basso, e da André Kvarnstrom alla batteria. Gli svedesi si ispirano ad un hard rock di fattura vintage, mescolato con la psichedelia ed il soul alla Janis Joplin, facendosi forza della bella voce della Larsson, forte e pulita.
Disco ben suonato, pezzi ben congegnati, ma dal mio punti di vista, come già per altre band del genere, troppo levigato, fin troppo catchy, e la voce della Larsson non si confà a chi cerca ruvidità. Può piacere, comunque.



"Lady in Gold", "different" reference to the death, it is the second album of the Swedish band Blues Pills, led by female singer Elin Larsson, assisted by Dorian Sorriaux on guitar, Zach Anderson on bass, and André Kvarnstrom on drums. The Swedes are inspired to a vintage hard rock, mixed with psychedelia and soul, as Janis Joplin did, taking advantage from the beautiful voice of Larsson, strong and clean.
Well played album, well-designed tracks, but from my point of view, as it was for other bands like that, too slick, too catchy, and the Larsson voice does not suit to those seeking roughness. You can like it, anyway.

20160813

Quasi amante



Your fingertips across my skin
The palm trees swaying in the wind
Images

You sang me Spanish lullabies
The sweetest sadness in your eyes
Clever trick

I never want to see you unhappy
I thought you'd want the same for me

Goodbye, my almost lover
Goodbye, my hopeless dream
I'm trying not to think about you
Can't you just let me be?
So long, my luckless romance
My back is turned on you
I should've known you'd bring me heartache
Almost lovers always do

We walked along a crowded street
You took my hand and danced with me
Images

And when you left you kissed my lips
You told me you'd never ever forget these images, no

I never want to see you unhappy
I thought you'd want the same for me

Goodbye, my almost lover
Goodbye, my hopeless dream
I'm trying not to think about you
Can't you just let me be?
So long, my luckless romance
My back is turned on you
I should've known you'd bring me heartache
Almost lovers always do

I cannot go to the ocean
I cannot drive the streets at night
I cannot wake up in the morning
Without you on my mind
So now you're gone and I'm haunted
And I bet you are just fine
Did I make it that easy
To walk right in and out of my life?

Goodbye, my almost lover
Goodbye, my hopeless dream
I'm trying not to think about you
Can't you just let me be?
So long, my luckless romance
My back is turned on you
I should've known you'd bring me heartache
Almost lovers always do
===========================
"I should have known you would bring me heartache/almost lovers always do". Che parole sagge, e al tempo stesso alberoniane, nel senso di ovvie al cento per cento. Epperò, noi romanticoni, ci caschiamo sempre.

Per fortuna, è qualche anno che non ci casco. Non è detto che sia un bene, lo so. Vabbè, non la voglio fare troppo lunga. Stasera sono in vena, e non è detto che lo sarò tra tre mesi (sto scrivendo queste righe il 31 ottobre 2015), quindi dedico questa bella canzone, della quale mi innamorai subito al primo ascolto, a tutti i miei almost lover. Avrei dovuto sapere che mi avreste portato solo mal di cuore, i quasi amanti lo fanno sempre. Eppure, vi ho amato ugualmente, mie quasi amanti. Voi no, ma io si. E, in un certo qual modo, continuerò a farlo. Almost lovers always do.

20160812

Where Is Mario?

Dov'è Mario? - Scritta da Corrado Guzzanti e Mattia Torre, diretta da Edoardo Gabbriellini (2016) - Miniserie in 4 episodi - Sky Atlantic

Mario Bambea è un intellettuale romano della sinistra radical chic, in piena crisi esistenziale e professionale. I suoi saggi non interessano più a nessuno, la moglie lo tradisce con il suo consigliere/tirapiedi/manager, la sinistra non ha più punti di riferimento. Di ritorno da una presentazione, con il bagagliaio dell'auto pieno di invenduti, rimane vittima (forse) di un gravissimo incidente (un frontale con un camion), che lo lascia in coma per qualche giorno. Al risveglio, assunta una infermiera rumena esperta in casi come questi (Dragomira), inizia a manifestare uno sdoppiamento di personalità. Sotto casa c'è un teatrino off dove si svolgono spettacoli di cabaret becero, verso il quale Mario e Milly, la moglie, hanno pure presentato una petizione per chiuderlo. Eppure, quando si sveglia la notte, in preda alla sua seconda personalità, Mario si trasforma in una sorta di coatto, che si reca al teatrino, riba l'identità a tale Fabrizio Bizio Capoccetti, comico di scarsissimo livello, e, rubandogli pure i testi, ottiene un discreto successo. Comincia così una fase difficilissima per Mario stesso, per la famiglia e per gli amici.

Ottima idea di base per un tentativo molto interessante di miniserie tutta italiana, da un'idea del sempre meraviglioso Corrado Guzzanti, seppur già rivista (lo sdoppiamento di personalità che tende al perfetto opposto per mettere in luce contraddizioni palesi di fondo), messa in scena con la direzione del livornese Edoardo Gabbriellini (l'indimenticabile Ovosodo).
Partiamo dai difetti: la messa in scena è, come direbbe qualcuno, troppo italiana: si denotano scarsità di budget a partire dalla scena dell'incidente, inguardabile e improponibile. Insieme ad alcune recitazioni un po' troppo ingessate, ci sono però divertimento moderato e coraggio di fondo: la crisi di Mario Bambea è la crisi della politica della sinistra italiana, che, come dice qualcun altro, ci ha trasformato in persone di destra.
Si rivedono facce note della comicità italiana, ci si diverte a vedere personaggi dell'informazione televisiva italiana in camei nei panni di loro stessi, e vorrei concludere sottolineando la straordinaria prova di Virginia Raffaele nei panni della escort Marika.
Come detto più volte, si può fare bella televisione anche in Italia, ma ci vogliono le risorse.

"Dov'è Mario?" is an italian tv series that comes out from an idea of the marvellous Corrado Guzzanti, about the deep crisis of the italian left. Mario Bambea is an intellectual in crisis, his books don't interest to nobody anymore, his wife cheating on him; he suffer of a tremendous car accident, he stays in a coma for a few days, and when he comes out, he starts to show a double personality. This other character is a "coatto", a right-oriented lower class from Rome, in brief, the opposite of Mario.

This series shows that we can do good television also in Italy, but we need funds, over than good ideas. The idea is good, but the production is not too good.

20160811

Prestazioni umane

Human Performance - Parquet Courts (2016)

Come capita sempre più spesso ultimamente, mi sono imbattuto nel quinto disco del quartetto newyorkese senza averne mai sentito parlare prima. Vengono dal punk, ma potremo dire senza paura di sbagliare di molto che qui stiamo trattando di post punk, seppure l'impressione che si ha ascoltando Human Performance sia quella di ascoltare dei Clash americani e adattati ai tempi moderni. Andrew Savage (chitarra e voce), Austin Brown (chitarra e voce), Sean Yeaton (basso e cori), Max Savage (batteria), ad un primo ascolto sembrano dei dilettanti ma non lo sono, e per di più, scrivono canzoni impeccabili. I testi sono, se possiamo ancora usare questa parola, impegnati, e circuiscono l'ascoltatore con arrangiamenti scarni ma, come detto prima, ottimi pezzi. Non aspettatevi un assalto frontale, ma potreste rimanere conquistati ugualmente dall'ottima fattura di questo Human Performance.  



As always happens more often lately, I came across in the fifth album of this New York quartet, without ever having heard of them before. They come from the punk, but we can say without fear of making mistakes, that here we are dealing with post-punk, although the impression you get listening Human Performance is to listen to the American Clash, adapted to modern times. Andrew Savage (guitar and vocals), Austin Brown (guitar and vocals), Sean Yeaton (bass and vocals), Max Savage (drums), at first listen seem amateurs but they are not, and what's more, they write impaccable songs. The lyrics are, if we can still use this word, committed, and they take to the noose the listener with skinny arrangements but, as said before, excellent pieces. Do not expect a frontal assault, but you may be equally won over by the excellent invoice of Human Performance.

20160810

Love and Only Love

Neil Young and Promise of the Real, sabato 16 luglio 2016, Lucca, Piazza Napoleone

Come sapete, andare a concerti non è più, come è stata in passato per molto tempo, una delle mie attività principali. Se proprio devo, preferisco andare all'estero, dove le persone sono molto più civili, le venue sono fatte apposta e a misura di essere umano, e prediligo concerti "piccoli", pochi spettatori, atmosfera raccolta a prescindere dal genere musicale. Il Lucca Summer Festival però, devo ammetterlo, una piacevole eccezione: persone rilassate, artisti di quelli che non richiedono né pogo né strappi di capelli, poco stress. La scelta di Piazza Napoleone non l'ho mai capita (una piazza più larga che lunga con una statua gigantesca in mezzo), ma tant'è. Nonostante tutto ciò, non sarei mai e poi mai tornato a vedere un concerto di Neil Young, dopo essere riuscito a vederlo otto anni fa (e devo proprio dirlo, minchia come passa il tempo), se non fosse che la compagnia era di quelle di lusso. Il piacere di rivedere amici che sento tutti i giorni ma che non vedo così spesso, come Mazza, Iacopino ma soprattutto il sempregiovane Ndrullo, quest'ultimo anche gentilissimo regalatore di biglietto, è stata una spinta decisiva. 
Guardo con sufficienza la coda di 10 km che si è formata dal casello autostradale di Rosignano in poi, mentre io mi fermo a comprare le sigarette all'autogrill Fine, e alla cassa trovo una vecchissima amica, anche lei non pervenuta da un po' di tempo, così come fosse un buon auspicio, e raccolgo il ragazzo del sud (Ndru) alla stazione pisana. Attendiamo scherzando nel parcheggio gli altri due, dopo di che ci incamminiamo verso l'interno delle sempre splendide mura lucchesi. L'atmosfera è già quella delle grandi occasioni, ovvero quando rivedi persone dopo anni ed è come non fossero mai passati. Ci sediamo a prendere un aperitivo ad un baretto invitante, con un dj che mette musica veramente di merda, e ce la ridiamo osservando culi ed altre amenità in una deliziosa giornata di luglio. Avvistiamo allo stesso bar, nientemeno che Corinna Negri, che scopriamo essere lì per lo stesso nostro motivo. Poco a poco ci addentriamo nella piazza, vedo conoscenti e saluto, e poi comincia il concerto. So già che durerà troppo, e già mi prefiguro seduto ad un bar circostante a gustarmi un gelato, seduto, e invece resisterò stoico per tutte le due ore e quarantacinque minuti che il vecchietto canadese ci regalerà stasera. 
La prima parte del concerto è un amarcord (After the Gold Rush, Heart of Gold, The Needle and the Damage Done, Comes a Time, Mother Earth, con Neil solo sul palco con chitarra, armonica, e pure un organo), e devo dire che si parte bene. Poi entra la band di Lukas Nelson, uno dei figli di Willie Nelson, i Promise of the Real, nei quali figura (è proprio il caso di dirlo, visto che la chitarra potrebbe essere la stessa di Andrew Ridgeley, senza corde) pure il fratello di Lukas, Micah, e pian piano, il giocattolo si rompe e la serata diventa insopportabile, fino allo strazio degli estratti dall'ultimo The Monsanto Years. Nemmeno le due comparsate di Willie Nelson in persona servono a risollevarla. Vedere persone che si scatenano per una Harvest Moon, debbo dirlo pur sembrando snob, fa un po' ridere. Si chiude senza highlights (Hey Hey, My My e Rockin' in the Free World, giusto per dirne due, grandi assenti), una serata che comunque, è valsa la pena di vivere, ma più per gli amici che per altro.


I went to see this concert of Neil Young only because of my good friend Mazza, Iacopino and Ndrullo. Also if, to be a "big" concert, the Lucca Summer Festival is really relaxed, I would never came back to see Neil.

Anyway, I liked the first part with Neil solo with his guitar, harmonica and organ, playing and singing After the Gold Rush, Heart of Gold, The Needle and the Damage Done, Comes a Time, Mother Earth, but the other part with the Promise of the Real, the band of two sons of Willie Nelson (Lukas and Micah, both on the guitars), it wasn't for me. The setlist missed some huge songs of the past, but I was happy to be there with my friends.