No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20180731

Così triste, così sexy

so sad so sexy - Lykke Li (2018)

Quarto disco per l'affascinante 32enne svedese, voce bellissima, bellezza fuori dagli schemi, e idee a pacchi. Nei quattro anni dall'album precedente, I Never Learn, le sono successe molte cose (come dice Stacey Anderson su Pitchfork, ha perso la madre, e lo è diventata), e questo disco sembra una specie di scherzo: si avvicina alla trap, mantiene i suoi testi crudi, intrisi di sessualità e di sentimenti forti, di amori finiti, e prova a cantare cose serissime con una leggerezza che forse solo lei riesce ad avere. E', ancora una volta, un disco fatto di suoni rarefatti, eppure densissimo, anche questa, una cosa che probabilmente riesce solo a lei. Sembra pop, ma non lo è, almeno non fino in fondo. I momenti di tensione, i brividi che riesce a darti con le armonie, sono a volte incredibili. E' uno di quei dischi da ascoltare ancora e ancora, di quelli che scopri un po' alla volta. Potrei citarvi diversi esempi, qualche pezzo sul quale concentrarvi, vi dirò giusto della traccia che dà il titolo l'album. Parte come un pezzo dei Pooh, poi entra nel vivo e ti lascia un po' così, mentre sale, sale, e diventa epico seppur ripetendosi. Inesplicabile, un po' come lei.



Fourth disc for the charming 32 year old Swedish, beautiful voice, unconventional beauty, and a lot of musical ideas. In the four years since the previous album, I Never Learn, many things have happened to her (as Stacey Anderson says about on Pitchfork, she lost her mother, and became one herself), and this record seems like a joke: she approaches the trap, she keeps her texts raw, full of sexuality and strong feelings, of finished loves, and tries to sing very serious things with a lightness that maybe only she manages to have. It is, once again, a record made of rarefied sounds, yet very dense, even this one, something that probably succeeds only to her. It seems pop, but it is not, at least not completely. The moments of tension, the chills that can give you with the harmonies, are sometimes incredible. It's one of those records to be heard again and again, those that you discover a bit at a time. I could give you several examples, some pieces to focus on, I'll tell you the title track of the album. It starts as a track of the Pooh, then become serious and leaves you a little like that, as it rises, rises, and becomes epic even if repeated. Inexplicable, a bit like her.

20180730

Senza vergogna

No Shame - Lily Allen (2018)

Visto che non vi ho mai parlato di Lily Rose Beatrice Cooper nata Allen (figlia dell'attore inglese Keith Allen), facciamolo adesso, a diverse settimane di distanza dall'uscita del suo quarto album No Shame. Il disco segue un periodo travagliato (come del resto sembra essere sempre stata la sua vita adulta), una crisi di identità avuta in seguito al suo divorzio, e l'ospedalizzazione in via indefinita del suo stalker. Lo stile di Lily è interessante, oserei definirlo ovattato, molti lo definiscono semplicemente electropop, ma fortemente influenzato dal reggae (un genere al quale, pare, sia stata introdotta nientemeno che da Joe Strummer, amico del padre) e dall'RNB. Il risultato è un disco sinuoso, dove si nota un grande uso della voce e belle composizioni (la lista delle 14 tracce è formata dalla stessa Allen e da un manipolo di artisti diversissimi e tutti molto interessanti). Mi aveva colpito in passato, ma non avevo mai approfondito l'ascolto, questa volta l'ho fatto e devo riconoscere che c'è qualità. 



Since I've never told you about Lily Rose Beatrice Cooper née Allen (daughter of the English actor Keith Allen), let's do it now, several weeks after the release of her fourth album No Shame. The record follows a troubled period (as it seems to have always been her adult life), an identity crisis she had as a result of her divorce, and the indefinite hospitalization of her stalker. Lily's style is interesting, I dare to call it muffled, many call it simply electropop, but it's strongly influenced by reggae (a genre to which, it seems, was introduced by none other than Joe Strummer, a friend of the father) and the RNB. The result is a sinuous record, where we note a great use of the voice and beautiful compositions (the list of 14 tracks is formed by the same Allen and a handful of very different artists and all very interesting). I was hitted in the past by her music, but I had never deepened listening, this time I did and I must recognize that there is quality.

20180729

Carillon

Chime - Dessa (2018)

Dessa (Margret Wander), 37 anni nata a Minneapolis, Minnesota, membro del collettivo hip hop Doomtree, rapper, cantante, performer di spoken word, scrittrice, ex dirigente di una casa discografica, qui al suo terzo album solista, è una realtà assolutamente da conoscere, ci arrivo in ritardo e ringrazio l'amico Beach per una delle sue solite segnalazioni. Cinque libri all'attivo, 3 EPs e, come detto, tre dischi, voce leggermente nasale che usa divinamente sia rappando che cantando, autrice di testi intensi e di musiche altrettanto emozionanti, fa un hip hop che potremo definire delicato e particolare. Da seguire.



Dessa (Margret Wander), 37, born in Minneapolis, Minnesota, member of the hip hop collective Doomtree, rapper, singer, spoken word performer, writer, former CEO of a record company, here at her third solo album, she is a reality that you have absolutely to know, I arrive late and I thank the friend Beach for one of his usual reports. Five books, 3 EPs and, as mentioned, three albums, a slightly nasal voice that uses divinely both rapping than singing, author of intense lyrics and equally exciting music, makes a hip hop that we can define delicate and particular. To follow.

20180727

The Deep Sea

Il mare dove non si tocca - Fabio Genovesi (2017)

"Ah, oggi è il tuo compleanno?" Ho fatto di sì. "E allora auguri! Quanti anni fai?" "Sei" ho detto. E ho anche fatto il numero con le dita. "Bravo. E' un giorno speciale. E sai come si festeggia un giorno così speciale? Con un bel gelato. Ce l'hai un po' di spazio nella pancia?"
Ho fatto di sì, così forte che la testa quasi si staccava dal collo e rotolava fino all'Ape per mangiare il gelato prima del resto del corpo.

Il Villaggio Mancini è una strada privata senza sfondo, una sorta di frazione non ufficiale di Forte dei Marmi. Lì vive Fabio, sei anni, due genitori e una decina di nonni. In realtà, sarebbero zii: i numerosi fratelli di suo nonno, tutti mai sposati, per una leggendaria maledizione, che vivono tutti lungo questa strada, e tutti che si "contendono" la compagnia del piccolo Fabio, portandolo con loro nelle loro attività ricreative tutte decisamente non da bambini: caccia, pesca, eccetera. Quando comincia la scuola, Fabio scopre che esistono altri bambini della sua età, che hanno molti amici e che giocano e si divertono con attività a lui sconosciute. La madre, affettuosa e protettiva, e il padre, di pochissime parole ma che riesce a riparare qualsiasi cosa, lo crescono con amore, insieme a questa famiglia allegra e caotica, finché un avvenimento imprevedibile sconvolge le loro vite.

Ognuno ha i suoi gusti, ma la stagione più bella è l'estate e su questo non ci sono discorsi. E' così più bella che le altre stagioni girano intorno a lei, e anche se hanno i loro nomi e i loro frutti, nel tuo cuore le pensi in un modo solo:
Autunno: oh no, l'estate è finita.
Inverno: l'estate è troppo lontana.
Primavera: dài che ci siamo quasi, dài dài dài!
E poi, finalmente, l'estate torna.

Sempre bravissimo Fabio Genovesi, con quel suo tocco locale, ma universale, a raccontare storie inventate, ma probabilmente non troppo, e a riuscire a far immedesimare il lettore in un bambino che cresce, e alle infinite sensazioni ed emozioni che ti travolgono dai sei anni all'adolescenza. Sarò anche di parte, perché personalmente mi sta simpatico, ma sono convinto che sia un tesoro della letteratura contemporanea italiana.

Lì per lì non me ne sono accorto, ero troppo emozionato per queste famose scuole medie, che stavo iniziando: nella storia della mia famiglia non c'era mai arrivato nessuno e allora già così ero diventato lo scienziato del Villaggio Mancini, un sapiente da interpellare nelle questioni complicate.

Always very good Fabio Genovesi, with his local touch, but universal, to tell stories invented, but probably not too much, and to be able to empathize the reader in a growing child, and the infinite feelings and emotions that overwhelm you from six years to adolescence. I will also be biased, because I personally like it, but I am convinced that he is a treasure of contemporary Italian literature.

20180726

Rompiscatole

Hell-On - Neko Case (2018)

Settimo disco in studio per Neko Richelle Case, già The New Pornographers. Sempre ottimo indie rock mescolato con country, folk e americana, ma, anche qua, e sempre secondo me, nonostante i testi mai banali, ci sono pezzi profondi, ed altri meno toccanti, più spensierati, seppur ben scritti. La registrazione è stata eseguita in larga parte a Stoccolma, e il produttore è Bjorn Yttling, quello dei Peter Bjorn and John. Oracle of the Maritimes (uno dei pezzi più intensi) è scritta con Laura Veirs (nel 2016 le due e k.d. lang hanno lavorato su un disco insieme, suonando anche una ventina di date nordamericane), ma il picco indiscutibile del disco è, credeteci o no, una cover. Sleep All Summer, originariamente dei Crooked Fingers, e qui appunto cantata in duetto con la loro mente Eric Bachmann, è una di quelle canzoni che ti fanno venire voglia di innamorarti. Se ancora si pagassero, varrebbe da sola il prezzo del cd.



Seventh studio album for Neko Richelle Case, formerly The New Pornographers. Always excellent indie rock mixed with country, folk and americana, but, even here, and always in my opinion, despite the never trivial lyrics, there are profound, emotional tracks, and others less touching, more carefree, though well written. The recording was performed in large part in Stockholm, and the producer is Bjorn Yttling, that of Peter Bjorn and John. Oracle of the Maritimes (one of the most intense tracks) is written with Laura Veirs (in 2016 the two and k.d. lang worked on a record together, playing about twenty North American dates), but the undisputed peak of the album is, believe it or no, a cover. Sleep All Summer, originally by the Crooked Fingers, and here precisely sung in duet with their mind Eric Bachmann, is one of those songs that make you want to fall in love. If we would still pay them, this song would be worth the price of the cd.

20180725

Il futuro e il passato

The Future and the Past - Natalie Prass (2018)

Il "difficile secondo album" della piacevole scoperta di pochi anni fa Natalie Prass, prodotto sempre dal vecchio amico (si conoscono dai tempi della scuola) Matthew E. White, ma senza Trey Pollard (presente come co-produttore sul disco d'esordio; qua non c'è, bensì la stessa Prass figura come co-produttrice), denota a mio modesto parere da una parte, sempre un'ottima vena compositiva, ma dall'altra una situazione interlocutoria, sulla direzione da seguire. Le canzoni di Natalie sono di due tipologie: quelle che potremmo definire retro soul, e, per semplificare, carine e allegre, e quelle più baroque pop, un poco più intimiste, quelle, per intenderci, dove lei stessa canta con tonalità più basse, che, sempre secondo me, risultano più intriganti, e la rendono amabile a livelli altissimi. Il disco è composto quindi da dodici canzoni che alternano l'uno e l'altro indirizzo, entrambi molto piacevoli e ben fatti, ma il risultato poteva essere molto più emozionale. Chissà cosa succederebbe se la 32enne nativa di Cleveland, Ohio, abbandonasse l'ala protettiva del barbuto White.



The "difficult second album" of the pleasant surprise of a few years ago Natalie Prass, still produced by her old friend (they know each other from school) Matthew E. White, but without Trey Pollard (present as a co-producer on the debut album; here there is not, but the same Prass figure as co-producer, this time), denotes in my humble opinion on the one hand, always an excellent compositional vein, but on the other an interlocutory situation, on the direction to follow. The Natalie songs are of two kind: those that could be called retro-soul, and to simplify, pretty and cheerful, and the more baroque pop, a little more intimate, for instance, the ones where she sings with lower tones, which, according to me, are more intriguing, and make her lovable at very high levels. So the album is composed of twelve songs that alternate between one and the other address, both very pleasant and well done, but the result could be much more emotional. Who knows what would happen if the girl of 32-year-old native of Cleveland, Ohio, abandoned the protective wing of the bearded White.

20180724

Pace

Peace - Graveyard (2018)

Passo dopo passo, la band di Goteborg arriva al quinto disco, il primo dopo lo scioglimento del 2016, che fortunatamente è durato solo un anno. La formazione, da questo scioglimento e dalla conseguente riunione, si è rimessa insieme perdendo il batterista originale Axel Sjoberg, rimpiazzato da Oskar Bergenheim. Per il resto, mi pare che l'energia e la voglia di suonare quello che potremo definire uno straighforward rock blues, sia rimasta intatta. Il buon tocco compositivo mi pare, anche quello, decisamente intatto: se, infatti, vogliamo trovare un difetto a Peace, è quello di somigliare molto ai suoi predecessori. Per il resto, 42 minuti circa di ottimo hard rock blues suonato con sapienza, non una canzone brutta, e via così: ci piace moltissimo.



Step by step, the band from Gothenburg, Sweden, arrives on the fifth album, the first after the disbanded of 2016, which fortunately lasted only a year. The lineup, from this disbandment and the consequent reunion, has come back together losing the original drummer Axel Sjoberg, replaced by Oskar Bergenheim. For the rest, it seems to me that the energy and the desire to play what we can call a straighforward rock blues, has remained intact. The good compositional touch seems to me, even that, definitely intact: if, in fact, we want to find a flaw in Peace, it is to resemble very much its predecessors. For the rest, about 42 minutes of excellent hard rock blues played with wisdom, not a bad song, and so on: we like it very much.

20180723

Racconti a tarda notte

Late Night Tales - Agnes Obel (2018)

In attesa di un nuovo disco, la musicista danese si iscrive alla lunghissima lista dei musicisti che hanno "firmato" un'uscita per la serie di dischi Late Night Tales, dove l'etichetta Night Time Stories chiede ai vari artisti di creare la loro compilation ideale, includendo anche pezzi propri o cover. Spesso c'è anche una story track, un pezzo raccontato, letto da scrittori famosi o anche attori. Nel mixtape, l'artista fa sfoggio di una cultura musicale altissima e invidiabile, e riesce decisamente ad affascinare l'ascoltatore con musica di grande atmosfera, e diversissima. Henry Mancini, Lena Platonos, Michelle Gurevich, Nina Simone, Alfred Schnittke e molti altri, e qualche pezzo suo: Bee Dance, inedita, Glemmer Du, un tradizionale danese, e una rilettura della sua Stretch Your Eyes (versione definita Ambient Acapella). Poem About Death, della poetessa danese Inger Christensen, è letta e musicata dalla Obel.



Waiting for a new record, the Danish musician joins the long list of musicians who have "signed" an output for the series of records Late Night Tales, where the label Night Time Stories asks the various artists to create their compilation ideal, including even your own tracks or covers. Often there is also a story track, read by famous writers or even actors. In the mixtape, the artist shows off a very high and enviable musical culture, and definitely manages to fascinate the listener with music of great atmosphere, and very different. Henry Mancini, Lena Platonos, Michelle Gurevich, Nina Simone, Alfred Schnittke and many others, and some of her tracks: Bee Dance, unpublished, Glemmer Du, a Danish traditional, and a re-reading of her Stretch Your Eyes (version defined as Ambient Acapella). Poem About Death, by Danish poet Inger Christensen, is read and put in music by Obel.

20180722

Le scienze

The Sciences - Sleep (2018)

Il 2018 ci regala anche il disco di ritorno degli ormai leggendari Sleep. Formatisi a San Jose, California, agli inizi del 1990, autori di tre dischi e affermatisi come colonna dello stoner/doom metal, si sciolsero nel 1998 dopo vari litigi con la loro etichetta discografica di allora. Matt Pike, chitarra e voce, formò gli High on Fire, Al Cisneros (basso) e Chris Hakius (batteria) formarono gli Om. Nel 2009 si riunirono per un paio di concerti, nel 2010 Hakius decide di smettere con la musica, viene rimpiazzato da Jason Roeder (Neurosis), e finalmente, quest'anno sono pronti con questo nuovo album, che li riafferma come maestri del genere. Sei pezzi in tutto, molti dei quali ben più lunghi di 5 minuti, e quindi belli espansi, un suono moderno e antico al tempo stesso, omaggio ai Black Sabbath (un pezzo si intitola Giza Butler, fate voi), riff pesantissimi, basso sugli scudi, batteria pesantissima, pezzi iper-robusti. Quello che ci vuole per non dimenticare le radici.



The 2018 also gives us the come back album of the legendary Sleep. Formed in San Jose, California, in the early 1990s, authors of three records and established as a column of stoner/doom metal, they broke up in 1998 after several quarrels with their record label at the time. Matt Pike, guitar and vocals, formed the High on Fire, Al Cisneros (bass) and Chris Hakius (drums) formed the Om. In 2009 they gathered for a couple of concerts, in 2010 Hakius decides to stop with the music, he was replaced by Jason Roeder (Neurosis), and finally, this year they are ready with this new album, which reaffirms them as masters of the genre. Six tracks in all, many of which are much longer than 5 minutes, and therefore well expanded, a modern and ancient sound at the same time, homage to Black Sabbath (a track is called Giza Butler, you figure it out), heavy riff, bass guitar in evidence, heavy drumming, hyper-robust tracks. What it takes to not forget the roots.

20180720

START

The Americans - di Joe Weisberg - Stagione 6 (10 episodi; FX) - 2018

Nel lasso di tempo tra il 1984 e il 1987, Philip si è buttato a capofitto dirigendo l'agenzia di viaggi e cercandone l'espansione, Henry frequenta la boarding school lontano da casa, giocando ad hockey con ottimi risultati, Paige frequenta la George Washington University a Washington D.C. e, al tempo stesso, è un agente sovietico in formazione, anche provando ad imparare il russo guardando vecchi film con Claudia ed Elizabeth. Stan ha sposato Renee e si è spostato alla sezione omicidi FBI, ad eccezione del fatto che continua a seguire la coppia Sofia e Gennadi, adesso sposati anche loro, facendo un favore a Dennis, adesso capo del controspionaggio, mentre Elizabeth è esausta, essendosi caricata tutto il lavoro del KGB, a nove settimane dal summit Reagan-Gorbachev, che si terrà proprio a Washington D.C. dall'8 al 10 dicembre 1987.

Termina, con questa sesta stagione composta da 10 episodi, questa ottima serie tv sulla cosiddetta Guerra Fredda. Finisce con una stagione che parte con una guerra fredda "interna", tra i due protagonisti separati in casa, che addirittura si spartiscono la custodia dei figli, e termina come mai vi immaginereste. Avvincente fino in fondo, e, sono abbastanza convinto, non troppo lontana da quello che è accaduto veramente, per molti anni, nello spionaggio internazionale tra le due superpotenze. Mi mancherà.

With this sixth season of 10 episodes, this excellent TV series on the so-called Cold War, it ends. It ends with a season that starts with an "internal" cold war, between the two main protagonists, separate in their house, which even share the custody of their two sons, and ends as you would never imagine. Compelling to the end, and, I am quite convinced, not too far from what really happened, for many years, in the international spying between the two superpowers. I will miss it.

20180719

L'amore è morto

Love Is Dead - CHVRCHES (2018)

Mi sono imbattuto nel trio scozzese scorrendo le ultime uscite, senza averli mai ascoltati prima. Nonostante che il genere sia non propriamente quello che preferisco, siamo dalle parti del synth-indie-pop, bisogna ammettere che i tre ci sanno fare. La voce da soprano di Lauren Mayberry, bel personaggio con una testa pensante, è il loro marchio di fabbrica accattivante, e non c'è un pezzo brutto per l'intero disco. Per dire, c'è molta differenza tra loro e i Fickle Friends, almeno a mio giudizio.



I stumbled across the Scottish trio running the latest releases, without ever having listened to them before. Although the genre is not exactly what I prefer, we are in the synth-indie-pop zone, we must admit that the three knows how to do it. The soprano voice of Lauren Mayberry, a handsome character with a thinking head, is their catchy trademark, and there's not a bad track for the whole record. To say, there is a lot of difference between them and the Fickle Friends, at least in my opinion.

20180718

Selvatichezza

Wildness - Snow Patrol (2018)

E se questo fosse tutto l'amore che hai mai avuto?
faresti un paio di cose in modo così diverso, scommetto
e se questo fosse tutto l'amore che io abbia mai conosciuto
direi le parole così difficili da dire, non andare
Quindi ti sei innamorato
Quindi sei caduto a pezzi
Che succede se fa male da morire
Allora farà male come l'inferno

Come immaginerete conoscendo il tenerone che è in me, la recensione potrebbe anche chiudersi qui, con questo estratto dalla canzone che per me è la chiave di questo nuovo disco dei nord irlandesi Snow Patrol, What If This Is All the Love You Ever Get? (E se questo fosse tutto l'amore che hai mai avuto?). Invece, la voglio tirare un po' per le lunghe, fosse solo per chiedere scusa, per l'ennesima volta, alla band di averli sottovalutati qualche anno fa, e poi averli rivalutati in un momento in cui ne avevo evidentemente bisogno (cosa per cui ho fatto ammenda pubblicamente proprio qui, su questo blog). Gli Snow Patrol ed il loro vate Gary Lightbody fanno e continuano a fare quello che ci si aspetta da loro: scaldarti il cuore come se fosse inverno, e cantare d'amore in maniera non troppo sdolcinata. Lightbody sostiene spesso di incappare nel blocco dello scrittore, ci sta tutto, e questo probabilmente spiega pezzi che sembrano pesci fuor d'acqua come A Dark Switch, o le lunghe lavorazioni dei dischi. Probabilmente, se non avesse questa problematica, lui e la sua band riuscirebbero a scrivere il loro capolavoro, non so perché ma sento che manca loro ancora qualcosa. Nel frattempo ci dobbiamo accontentare di piccole gemme pop rock quali il pezzo citato in apertura, Life On Earth, Don't Give In, Empress, Life and Death. Nella versione Deluxe troverete ben cinque versioni alternative di altrettanti pezzi del disco (tra cui, naturalmente, un'altra versione bellissima di What If).



Woah, what if this is all the love you ever get?
Woah, you'd do a couple things so differently, I bet
Woah, what if this is all the love I ever know
Woah, I'd say the words that were so hard to say, don't go
So you've fallen in love
So you've fallen apart
What if it hurts like hell
Then it'll hurt like hell

As you imagine knowing the sweetie that is in me, the review could also close here, with this excerpt from the song that for me is the key to this new album of the Northern Irish Snow Patrol, What If This Is All the Love You Ever Get? Instead, I want to pull a little for the long, also if it was just to apologize, for the umpteenth time, with the band to have them underestimated a few years ago, and then have them reevaluated at a time when I obviously needed it (something for which I made public amends right here, on this blog). The Snow Patrol and their bard Gary Lightbody do and continue to do what is expected of them: warm your heart as if it were winter, and sing of love in a manner not too mushy. Lightbody often claims to run into the writer's block, shit happens, and this probably explains tracks that look like out-of-water fish like A Dark Switch, or the long work of the records. Probably, if he did not have this problem, he and his band would be able to write their masterpiece, I do not know why but I feel that they are still missing something. In the meantime we have to settle for small pop rock gems such as the track mentioned at the opening, Life On Earth, Don't Give In, Empress, Life and Death. In the Deluxe version you will find five alternate versions of as many tracks of the album (including, of course, another beautiful version of What If).

20180717

E' stato perché ero innamorato

(it was) because i was in love - Sharon Van Etten (2018)

Siccome ne sentivo la mancanza, nonostante l'abbia vista in The OA e sappia che la vedrò in Twin Peaks 2017 (quando avrò tempo e concentrazione), eccoci qui a parlare della versione rimasterizzata e remixata del disco di debutto di una delle voci femminili delle quali sono innamorato: Sharon Van Etten. Un disco non dalla presa immediata, tutto chitarra e voce (e un uso sparuto di organo e piatti), ma che faceva capire (uscito originariamente nel 2009) che nella sua musica c'è cuore, sofferenza, passione, dolcezza. Una tecnica strumentale da non sottovalutare, ma soprattutto, una voce che, come si usa dire, potrebbe cantare, e farti piacere, anche il vecchio elenco telefonico. Nell'attesa di nuove produzioni. 



Due to the fact I missed her, despite seeing her in The OA and knewing that I will see her in Twin Peaks 2017 (when I have time and concentration), here we are talking about the remastered and remixed version of the debut album of one of the female voices of which I am in love with: Sharon Van Etten. A record that is not immediate, all guitar and vocals (and a limited use of organ and brushed cymbals), but that made it clear (originally released in 2009) that in her music there is heart, suffering, passion, sweetness. An instrumental technique that should not be underestimated, but above all, a voice that, as we say, could sing, and please you, even the old telephone directory. Waiting for new productions.

20180716

Casa della sventura

House of Doom - Candlemass (2018)

Oggi parliamo brevemente della recente pubblicazione di un EP contenente quattro pezzi inediti, da parte della storica band svedese dei Candlemass. Alcuni di voi, così come il sottoscritto, avranno pensato che una delle band che ha inventato il doom metal fosse morta e sepolta, e invece non è così. Dopo un paio di scioglimenti, e quindi altrettante riunioni, la formazione adesso è la stessa dal 2012, e vede, oltre al fondatore, bassista e compositore Leif Edling, e al chitarrista ritmico di lunga data Mats Bjorkman, il batterista Jan Lindh e il chitarrista solista Lars Johansson (anche loro presenti, a periodi alterni, fin dal 1997), e il relativamente nuovo cantante Mats Levén (già con Therion, Krux, Swedish Erotica, Treat, Abstrakt Algebra, Yngwie Malmsteen, At Vance, ed altri ancora), che possiamo dire, si rifà neppure troppo vagamente allo stile di Ronnie James Dio.
Questo quattro pezzi ci dice che i Candlemass sono vivi, ma che non hanno fatto grandi passi, né avanti e neppure indietro. Sono ancorati al loro stile iniziale, fatto di epici mid-tempo e atmosfere decadenti, grandi riff metal, e un songwriting tutto sommato decente. Ci fa piacere sapere che sono vivi e vegeti, ma di certo non moriamo dalla voglia di sentire il loro prossimo album.



Today we talk briefly about the recent publication of an EP containing four unpublished tracks, by the historic Swedish band of the Candlemass. Some of you, as well as myself, have thought that one of the band that invented the doom metal was dead and buried, but it is not so. After a couple of disbandment, and then as many reunions, the line-up is now the same since 2012, and sees, in addition to the founder, bassist and composer Leif Edling, and the long-time rhythm guitarist Mats Bjorkman, the drummer Jan Lindh, the lead guitarist Lars Johansson (both also present in alternate periods, since 1997), and the relatively new singer Mats Levén (already with Therion, Krux, Swedish Erotica, Treat, Abstrakt Algebra, Yngwie Malmsteen, At Vance, and others), that we can say, it does refer not even too vaguely to the style of Ronnie James Dio.
This four pieces tells us that the Candlemass are alive, but that they have not made great steps, neither forward nor backward. They are anchored to their initial style, made up of epic mid-tempos, and decadent atmospheres, great metal riffs, and a decent songwriting all in all. We are pleased to know that they are alive and well, but we certainly do not die from the desire to hear their next album.

20180715

Legione 20

Legion: XX - Burn the Priest (2018)

Curiosa iniziativa da parte dei Lamb of God. Nel maggio scorso hanno fatto uscire un album di cover, ma sotto il monicker iniziale. Come forse saprete, la band cominciò nel 1994 come Burn the Priest, e face uscire il disco di debutto omonimo, nel 1997. In seguito, cambiarono il nome in LoG per evitare di essere presi per una band di satanisti.
Un bell'amarcord nella storia del punk hardcore, del crossover thrash, e altre chicche. Vi troverete, nell'ordine: Inherit the Earth dei The Accused, Honey Bucket dei Melvins, Kerosene dei Big Black, Kill Yourself degli Stormtroopers of Death, I Against I dei Bad Brains, Axis Rot degli Sliang Laos, Jesus Built My Hotrod dei Ministry con Gibby Haynes, One Voice degli Agnostic Front, Dine Alone dei Quicksand, We Gotta Know dei Cro-Mags, e, in alcune versioni, la bonus track In the Meantime degli Helmet. Un bel tuffo nel passato, che a qualcuno può ricordare da dove proveniamo musicalmente, così come i Lamb of God / Burn the Priest.



Curious initiative by the Lamb of God. Last May they released a cover album, but under the initial monicker. As you may know, the band started in 1994 as Burn the Priest, and released the debut album of the same name, in 1997. Later, they changed the name to LoG to avoid being taken for a band of satanists.
A beautiful amarcord in the history of hardcore punk, crossover thrash, and other goodies. You will find, in order: Inherit the Earth by The Accused, Honey Bucket by Melvins, Kerosene by Big Black, Kill Yourself by Stormtroopers of Death, I Against I by Bad Brains, Axis Rot by Sliang Laos, Jesus Built My Hotrod by Ministry with Gibby Haynes, One Voice by Agnostic Front, Dine Alone by Quicksand, We Gotta Know by Cro-Mags, and, in some versions, the bonus track In the Meantime by Helmet. A nice dip in the past, that someone can remember where we come from, as well as the Lamb of God / Burn the Priest.

20180713

La Terror

The Terror - Sviluppato da David Kajganich - Stagione 1 (10 episodi; AMC) - 2018

La prima stagione di The Terror racconta, o meglio, romanza, la storia della spedizione perduta di Franklin; una spedizione artica, partita dall'Inghilterra nel 1845 e guidata dal Capitano Sir John Franklin, alla ricerca del famigerato e agognato passaggio a nord-ovest, ricercato fino dal 1500. Nonostante la storia ci dica che gli equipaggi delle due navi che composero la spedizione, la Erebus e la Terror (appunto, ma non solo), finirono tutti morti, la serie ricostruisce la loro storia, basandosi sulle varie indagini e sui ritrovamenti avvenuti.

Come detto nel riassunto della trama, la serie riesce a risultare abbastanza appassionante, seppure si conosca già la fine. Merito degli scenari (ricostruiti tutti in studio), del cast corale davvero importante, nel quale giganteggia Jared Harris nei panni del Capitano Francis Crozier, e di quel senso di eroismo ed epicità che ammanta la mancata impresa, ancora oggi, a distanza di più di un secolo. Curioso, perché in realtà, il "terrore" a cui fa parzialmente riferimento il titolo, risulta la parte più debole della serie. Ci sarà una seconda stagione, che si occuperà di un altro tipo di terrore soprannaturale.

The series resultse quite exciting, even if you know the end already. I think it's because of the scenarios (all reconstructed in the studio), of the very important choral cast, in which we appreciate above the others Jared Harris plays the role of Captain Francis Crozier, and of that sense of heroism and epicness that cloaks the failed enterprise, even today, more than a century. Curious, because in reality, the "terror" to which the title partially refers, is the weakest part of the series. There will be a second season, which will deal with another kind of supernatural terror.

20180712

It's Marcella again

Marcella - di Hans Rosenfeldt e Nicola Larder - Stagione 2 (8 episodi; ITV) - 2018

Marcella Backland è tornata; stavolta si trova ad investigare su un serial killer di bambini. Sembrano invischiati in questa storia un pedofilo segnalato, un arrogante milionario, una rockstar degli anni '70 con il vizietto delle minorenni, e strani simboli che sembrano legati alla stregoneria. Marcella non ha ancora superato né la sua separazione dall'ex marito Jason, che si è fidanzato con la sua infermiera di riabilitazione, cosa che incattivisce la lotta per la custodia dei due figli, e neppure i suoi misteriosi blackout, per i quali finalmente, cerca di farsi aiutare (con l'ipnosi).

Nonostante, come vi ho sempre ripetuto, non sia un appassionato dei noir o dei polizieschi, quelli scandinavi esercitano su di me un fascino particolare. Forse vi sarà sfuggito, ma Marcella fa parte di questo genere, seppur ambientato in una Londra in chiaroscuro: la penna dietro a tutto è quella di Hans Rosenfeldt, quello di Bron/Broen. Insomma: anche la seconda stagione di Marcella mi ha lasciato soddisfatto, e con la voglia di averne ancora. Non c'è ancora niente di certo, perché come sapete, in UK non sono così schematici e veloci come negli US, ma lo spero davvero.

Although, as I have always told you, I am not a fan of noir or police series, the Nordic ones exert a special charm on me. Maybe you will have missed it, but Marcella is part of this genre, although set in a London in light and dark: the pen behind everything is that of Hans Rosenfeldt, that of Bron / Broen. In short: even the second season of Marcella left me satisfied, and with the desire to have more. There is still nothing certain, because as you know, in the UK are not as schematic and fast as in the US, but I really hope so.

20180711

Luce elettrica

Electric Light - James Bay (2018)

Secondo disco "lunga durata" per il cantautore inglese di Hitchin, Hertfordshire. Uno strano, nemmeno troppo di questi tempi, mix di influenze e di generi, creano il suo genere, non facilmente definibile. Non è propriamente rock, ma non è neppure troppo pop; c'è sicuramente del soul, e perfino del gospel, c'è l'influenza dei nuovi soul singer d'avanguardia come Bon Iver e James Blake, c'è un po' di americana, e così via. La voce è interessante, più verso tonalità alte che verso quelle basse, gli arrangiamenti sono ben fatti, e spesso, riesce a scrivere canzoni davvero coinvolgenti (vi basti ascoltare Us). Ha 27 anni, e credo sarà da seguire.



Second full length album for the English singer-songwriter, that comes from Hitchin, Hertfordshire. A strange, not too much of these times, mix of influences and genres, create its kind, not easy to define. It's not really rock, but it's not even too pop; there is certainly soul, and even gospel, there is the influence of the new avant-garde soul singers like Bon Iver and James Blake, there is a bit of Americana, and so on. The voice is interesting, more towards high tones than the low ones, the arrangements are well made, and often, he manages to write really engaging songs (you just need to listen to Us). He is 27, and I think it will be to follow.

20180710

E giustizia per nessuno

And Justice For None - Five Finger Death Punch (2018)

Al settimo disco in studio, mi sono deciso ad ascoltare per la prima volta un disco della band di Las Vegas, Nevada, per intero. Evidentemente era il momento giusto, perché il disco, tamarro, prevedibile, ruffiano, è entrato nella mia heavy rotation in maniera prepotente. Partono dall'heavy metal classico, fanno tesoro del nu metal e del groove metal, scrivono pezzi dal ritornello orecchiabile e si lasciano andare anche a diverse ballad. Nel disco sono presenti anche due cover, di provenienze diversissime: Blue on Black di Kenny Wayne Sheperd, e Gone Away degli Offspring. Cantato robusto, sezione ritmica senza fronzoli, ritmiche potenti e assoli interessanti. Niente di nuovo, ma tutto quello che ci vuole, ogni tanto, per chi ama questo genere.



At the seventh record in the studio, I decided to listen for the first time a record of the band of Las Vegas, Nevada, in full. Evidently it was the right time, because the album, raffish, predictable, toady, went straight in my heavy rotation in a bully manner. They start from classic heavy metal, they treasure nu metal and groove metal, they write songs with catchy refrain and they also let themselves go to several ballads. In the album there are also two covers, of very different origins: Blue on Black by Kenny Wayne Sheperd, and Gone Away by Offspring. Sturdy singing, no frills rhythm section, powerful guitar rhythm, and interesting solos. Nothing new, but all that it takes, sometimes, for those who love this genre.

20180709

Dimmi come stai veramente

Tell Me How You Really Feel - Courtney Barnett (2018)

Courtney Melba Barnett è una cantautrice trentenne australiana, qui al secondo album. Mancina, ottima chitarrista (lo stile è degno di nota), timbro vocale interessante (c'è chi lo definisce deadpan, impassibile, ed è probabile che la cosa sia voluta, visto che si unisce a testi spiritosi e nonsense). Il disco vede le apparizioni delle sorelle Deal (Pixies, Breeders), ed è un gioiellino indie rock, con influenze che partono dal grunge: c'è chi l'ha paragonata ai Pavement, chi a Liz Phair. Le canzoni sono ben scritte, e alcune colpiscono e rimangono. La ragazza è lesbica dichiarata, impegnata con la collega e compatriota Jen Cloher.



Courtney Melba Barnett is a thirty year old Australian singer-songwriter, here on the second album. Left-handed, excellent guitarist (style is noteworthy), interesting vocal timbre (there are those who call it deadpan, and it is likely that it is desired, since it combines with funny and nonsense lyrics). The album sees the featuring of the sisters Deal (Pixies, Breeders), and is an indie rock gem, with influences that start from the grunge: there are some who compared her to the Pavement, some to Liz Phair. The songs are well written, and some hit and remain. The girl is a declared lesbian, engaged with her colleague and compatriot Jen Cloher. 

20180708

The Bow Tie Asymmetry

The Big Bang Theory - di Chuck Lorre e Bill Prady - Stagione 11 (24 episodi; CBS) - 2017/2018

Amy accetta entusiasticamente la proposta di matrimonio di Sheldon; quest'ultimo, a cena con i di lei colleghi, non si capacita del fatto che siano più impressionati dal lavoro di Amy che dal suo: Stephen Hawking lo aiuterà a capire che il matrimonio implica anche questo. Bernadette prima, e Howard subito dopo, sono scioccati nello scoprire che lei è di nuovo incinta: troppo presto, rispetto alla prima nascita. Cercano così di convincere Penny e Leonard ad avere un figlio, ma non attacca.

Mi ripeterò senza dubbio, ma la forza di TBBT sta nella brevità degli episodi, nel personaggio esilarante di Sheldon, e nel fatto che ci sia una evoluzione continua di tutti i personaggi. Nonostante siamo arrivati ad 11 stagioni, la serie continua a far ridere. Ci sarà una dodicesima stagione.

I will no doubt repeat myself, but the strength of TBBT lies in the brevity of the episodes, in the hilarious character of Sheldon, and in the fact that there is a continuous evolution of all the characters. Although we have reached 11 seasons, the series continues to make people laugh. There will be a twelfth season.

20180706

Il paradiso prima che si scateni l'inferno

Heaven Before All Hell Breaks Loose - Plan B (2018)

Quarto disco per Benjamin Paul Ballance-Drew, aka Plan B. In questo conteggio è incluso anche Ill Manors, la colonna sonora del suo film omonimo, del 2012. Bene, come forse ricorderete, Ben ha seguito un percorso che a qualcuno (anche a me) ha ricordato quello di Neffa, dall'hip hop più duro, proveniente dalla strada vera, all'RNB, e a tutto quello che gli gira intorno. Ora, il disco è ancora una volta molto interessante e piacevole, come dissi a suo tempo, c'è del talento. C'è dell'RNB, c'è un poco di hip hop, c'è della dancehall, un pizzico di soul, gospel, drum'n'bass, addirittura caraibica e reggae. I testi sono meno incisivi di qualche tempo fa, il ragazzo è cresciuto, ha lasciato la strada, è diventato meno violento, è addirittura diventato padre. Insomma, ripeto, c'è talento, c'è probabilmente ancora una ricerca di una focalizzazione, e quindi può fare ancora di meglio.



Fourth record for Benjamin Paul Ballance-Drew, aka Plan B. In this count is included Ill Manors, the soundtrack of his film of the same name, of 2012. Well, as you may remember, Ben followed a path that someone (even to me) has remembered that of Neffa, from the hardest hip hop, coming from the real streets, toward the RNB, and everything that goes around it. Now, the record is once again very interesting and enjoyable, as I said at the time, there is talent. There's the RNB, there's a bit of hip-hop, there's dancehall, a bit of soul, gospel, drum'n'bass, even Caribbean and reggae. The lyrics are less incisive than some time ago, the boy grew up, he left the street, he became less violent, he even became a father. In short, I repeat, there is talent, there is probably still a search for a focus, and therefore can do even better.

20180705

Live or Die

Vivere o morire - Motta (2018)

Bene, Francesco Motta è arrivato al "difficile secondo album", e secondo me, supera la prova a pieni voti. Mi convince ancor più che con il suo debutto di due anni fa, che è davvero una delle cose più interessanti nel panorama italiano. Il disco, musicalmente, è tutto da ascoltare, di quelli, dico, da ascoltare bene, a fondo, in cuffia, per gustarsi ogni sfumatura. Delle influenze che mi pareva di riconoscere nel suo debutto, qua prevalgono soprattutto quelle che oserei definire world music; la bellezza del disco sta in questo calderone che modernizza questa world music del terzo millennio, impregnandola di canzone d'autore italiana. I testi continuano ad essere vagamente ermetici, sicuramente alla ricerca della frase ad effetto: non so come la vedete, ma questa, a mio parere, è la parte più debole. Ma è davvero un cercare il pelo nell'uovo (o spaccare il capello in quattro).



Well, Francesco Motta arrived at the "difficult second album", and in my opinion, he passed the test with flying colors. It convinces me even more than with his debut of two years ago, which is really one of the most interesting things on the Italian scene. The record, musically, is all to hear, of those, I say, to listen well, thoroughly, with the headphones, to enjoy every nuance. Of the influences that I seemed to recognize in his debut, here prevail above all those that I would call world music; the beauty of the record lies in this cauldron that modernizes this world music of the third millennium, impregnating it with Italian songwriting. The lyrics continue to be vaguely hermetic, certainly in search of the sentence to quote: I do not know how you see it, but this, in my opinion, is the weaker part. But it is really the forced research for a flaw.

20180704

Vivere senza paura

Vivir sin miedo - Buika (2015)

Sesto disco per la meravigliosa voce spagnola di Buika (María Concepción Balboa Buika), di cui vi ho già parlato, adesso residente a Miami, Florida, risalente al 2015 (nel frattempo ne è uscito un altro, ne parleremo). Il disco è il solito caleidoscopio di generi, soprattutto latini, ed è il primo nel quale Buika canta anche in inglese, e addirittura, in alcuni testi, passa dallo spagnolo all'inglese. C'è un duetto con Jason Mraz su Carry Your Own Weight, e le canzoni sono tutte meravigliose, testi compresi (Buika è pure poetessa, oltre che scrittrice, fotografa, e vorrebbe trarre e dirigere un film da una sua poesia); nel caso foste indecisi, prendete questo disco e cominciate ad ascoltarlo dall'ultima canzone, Sister. Vi innamorerete.



Sixth disc for the wonderful Spanish voice of Buika (María Concepción Balboa Buika), of which I have already spoken, now living in Miami, Florida, dating back to 2015 (in the meantime another one came out, we'll talk about it). The disc is the usual kaleidoscope of genres, especially of Latin rhythms, and is the first in which Buika sings in English, and even, in some texts, it goes from Spanish to English. There is a duet with Jason Mraz on Carry Your Own Weight, and the songs are all wonderful, including lyrics (Buika is also a poet, as well as a writer, photographer, and she would like to write and direct a film from one of her poems); if you are undecided, take this record and start listening to it from the last song, Sister. You will fall in love.

20180703

Disobbedire

Disobey - Bad Wolves (2018)

Disco di debutto del supergruppo metal Bad Wolves, formato da Tommy Vext (Divine Heresy, Snot) alla voce, John Boecklin (DevilDriver) alla batteria, Doc Coyle (God Forbid) alla chitarra solista, Chris Cain (Bury Your Dead, For the Fallen Dreams) alla chitarra ritmica, Kyle Konkiel (In This Moment, Vimic) al basso. Il loro manager, tra l'altro, è Zoltan Bathory dei Five Fingers Death Punch. Album piacevole per chi ama il genere, soprattutto basato su un dinamico metalcore che non disdegna la melodia, è fatto da un pugno di buone canzoni. Contiene anche una cover di Zombie dei Cranberries; nel progetto originale, la stessa Dolores O'Riordan avrebbe dovuto cantare con la band, ma come sapete, non ce l'ha fatta...



Debut album from the metal supergroup Bad Wolves, formed by Tommy Vext (Divine Heresy, Snot) on vocals, John Boecklin (DevilDriver) on drums, Doc Coyle (God Forbid) on lead guitar, Chris Cain (Bury Your Dead, For the Fallen Dreams) on rhythm guitar, Kyle Konkiel (In This Moment, Vimic) on bass. Their manager, among other things, is Zoltan Bathory of the Five Fingers Death Punch. Nice album for those who love the genre, especially based on a dynamic metalcore that does not disdain the melody, is made by a handful of good songs. It also contains a cover of Zombie by The Cranberries; in the original project, Dolores O'Riordan herself would have to sing with the band, but as you know, she did not make it ...

20180702

Base di tranquillità

Tranqulity Base Hotel + Casino - Arctic Monkeys (2018)

La gestazione di questo sesto disco della band di Sheffield, descritta da Jazz Monroe su Pitchfork (in una recensione di quelle che ti fanno venire voglia di smettere di scrivere, tanto non ce la farai mai ad arrivare a quel livello), ha già un che di leggendario. Devo rimarcare ancora una volta che sono un nostalgico degli AM degli esordi, dei quali cantai le lodi in tempi non sospetti. Detto questo, il disco in questione è una svolta clamorosa, seppure tenendo conto delle scappatelle della mente della band, Alex Turner, con i The Last Shadow Puppets, ce lo saremmo anche potuti attendere. Il disco infatti è molto più vicino da questi ultimi rispetto agli AM, tanto che la definizione più semplice potrebbe essere quella di psychedelic pop, musica che pesca dalla tradizione pop-rock da Elvis in poi, suoni spiazzanti (che Turner, per rendere l'effetto ancor più straniante, ha sovrapposto alle versioni demo registrate a casa) sui quali sempre Turner, ormai mattatore definitivo e già figura di culto, innesta delle liriche criptiche, visionarie, allegoriche, divertenti con molti riferimenti all'attualità mascherati da nonsense, influenzate da Fellini, Kubrick, il David Foster Wallace di Infinite Jest e il Neil Postman di Amusing Ourselves to Death. Ora, siccome le canzoni le sa scrivere, ce ne sono diverse che, nonostante il genere non mi piaccia, sono molto belle, mentre altre mi lasciano molto perplesso. Epperò, non posso non ammettere che ci vuole un gran coraggio per fare un disco del genere.




The gestation of this sixth record of the band of Sheffield, described by Jazz Monroe on Pitchfork (in a review of those that make you want to stop writing, you'll never make it to that level), is already legendary. I must point out once again that I am a nostalgic of the early AM, of which I sang the praises in unsuspecting times. That said, the record in question is a resounding turning point, although taking into account the escapades of the band's mind, Alex Turner, with The Last Shadow Puppets, we could have even waited for it. The disc is in fact much closer to the latter, than to the AM, so that the simplest definition could be that of psychedelic pop, music that draws from pop-rock tradition from Elvis forward, unsettling sounds (that Turner, to make the effect even more alienating, overlapped with the demo versions recorded at home) on which always Turner, now a definitive matador and already a cult figure, grafting cryptic lyric, visionary, allegorical, funny with many references to current masked by nonsense, influenced by Fellini, Kubrick, David Foster Wallace by Infinite Jest and Neil Postman by Amusing Ourselves to Death. Now, as he really knows how to write the songs, there are several that, despite the genre, that I do not like, are very beautiful, while others leave me very perplexed. Despite all of this, I have to admit that it takes great courage to make a record like that.