Southampton Dock
Mi sento ispirato. E' quasi un peccato che abbia così poco tempo da dedicare al blog, è un peccato essere sempre "in affanno" e dover scrivere il post del giorno seguente la sera prima. Mi sento talmente ispirato che potrei scrivere un solo post di introduzione a questo weekend lungo speso in UK. Quindi, parto con questo paio di premesse.
La prima è sull'amicizia. Ce ne sono vari tipi, ci penso spesso. Ci sono prima di tutto quelle storiche, persone che conosci da una vita, che magari perdi di vista e poi ritrovi, persone alle quali vuoi bene al netto di tutti i loro difetti, e viceversa. Ci sono quelle che nascono a lavoro; persone che capisci sarebbero divenute tue amiche se tu le avessi conosciute fuori dal luogo di lavoro, persone che non riesci a vedere solo come colleghi. Poi ci sono quelle che fai in età adulta, ultimamente la rete aiuta molto. Queste due ultime tipologie di amicizia le scegli, le scremi, mantieni quelle che vivono per le affinità profonde che ci sono tra te e questi individui. Se questi individui vivono e lavorano lontano, fuori dall'Italia, naturalmente c'è ancora la rete e, in generale, la tecnologia, che ti aiuta a mantenere le amicizie alle quali sei interessato; ma ogni tanto devi muovere il culo, provare a vedere come vivono e dove vivono questi amici. Per esperienza personale, so piuttosto bene che gli amici apprezzano cose come queste, molto più di regali, sviolinate, sorrisi e cene pagate. Perché, comunque, per la maggior parte della gente, muoversi è una fatica. Fortunatamente, a me non pesa proprio muovermi, naturalmente con i miei ritmi. In questo racconto di viaggio, che dovrei definire viaggetto visto che si è trattato di poco più di 48 ore, parlerò di una coppia di amici, Paolo e MP li chiameremo, e ne parlerò bene non perché entrambi leggono regolarmente il blog, ma perché li stimo, punto. Quindi non arrossite, Paolo e MP (e perdonatemi se cito troppi particolari personali, cercherò di non esagerare). Comincio subito col dire che sostenere la tesi che tra me e loro ci sono affinità profonde, come dicevo prima, è una cosa che va tutto a favore mio; si, perché i due elementi, che hanno anche un figlio di quasi 4 anni, sono scienziati. C'è stato un momento, breve, durante lo scorso weekend passato assieme, in cui abbiamo riflettuto sul significato di questa parola, scienziato. In italiano ha assunto una connotazione eccessivamente importante, diciamo così, e per un italiano definirsi scienziato è un po' come darsi delle arie, mentre in inglese scientist è la definizione quasi esatta. Come che sia, i miei amici sono scienziati, e lavorano al NOC, National Oceanography Center, ma non solo: collaborano, a diversi livelli, anche con la NASA. Questo non per darmi delle arie, perché appunto io non ho meriti, ma per dire che sono due persone che amano il loro lavoro, che hanno studiato duro, e che non avrebbero potuto mettere a frutto le loro capacità, e metterle anche al servizio dell'intera comunità (ogni tanto riesco a capire su cosa lavorano, e vi assicuro che sono cose importanti, delle quali potremmo beneficiare tutti), qui in Italia. E quindi, pur essendo spesso in giro per il mondo, di base stanno a Southampton, questa cittadina inglese di poco più di 200mila abitanti, che si affaccia sul golfo del Solent e di fronte all'isola di Wight, città di porto con un passato perfino romano, completamente distrutta dalla Luftwaffe durante la Seconda guerra mondiale, ricostruita un po' anonimamente ma non troppo, questa città che ha la sua brava squadra di calcio in Premier League (di recente salita agli "onori" della cronaca perché il suo allenatore, l'argentino Pochettino, per protestare rispetto ad alcune decisioni arbitrali ha dichiarato "ce l'hanno con noi perché siamo giovani e belli"), spesso piovosa (siamo in Inghilterra, dudes), rimpiangendo l'Italia per il clima, gli amici e i parenti, ma, come dire, non avendo molta scelta.
La seconda premessa è sul viaggio. Si dice che sovente la bellezza sta nel tragitto, e non esattamente nella meta. E' possibile, quando si decide da soli, indugiare perfino quando si ha da compiere un volo di un paio d'ore. Nei mesi meno freddi, il modo più semplice, breve, efficace e perfino più economico per arrivare a Southampton dalle nostre zone è il volo Ryanair che va da Pisa a Bornemouth (a una cinquantina di chilometri), e poi un treno fino a destinazione (una cinquantina di minuti). Nei mesi freddi, probabilmente è andare in treno fino a Londra Gatwick (credo un paio d'ore e mezzo abbondanti) e prendere il volo della easyJet, sempre per Pisa. Io, che in questo campo amo sperimentare, mi ero quasi convinto ad affidarmi ancora una volta, come l'anno scorso per Lisbona, ad Air France, che "subappalta" il Pisa - Parigi (CDG) ad HOP!, ed affianca Flybe per il Parigi (Orly) - Southampton. Ora, Air France, funzionalissima, ti offre (pagando alcune decine di euro) tranquillamente il passaggio in bus dall'aeroporto Charles De Gaulle / Roissy a Orly, e ti ci porta in un'ora e mezzo, ma, al momento di prenotare mi son detto "ma non c'è un'alternativa?", e quindi l'ho cercata. Ed eccola qua, con qualche decina di euro meno e meno sbattimento: easyJet da Pisa a Orly, Flybe da Orly a Southampton. E' vero, all'andata ho atteso circa cinque ore ad Orly, ma la logistica vuole la sua parte: l'amico Paolo arrivava da Cadice più o meno qualche minuto prima, quindi era piuttosto inutile arrivare prima, e chi mi conosce sa che io, dentro ad un qualsiasi aeroporto, ci vivrei tipo Tom Hanks in The Terminal, o Snowden a Mosca. Per completare le informazioni, magari a qualcuno venisse voglia di ripercorrere il mio tragitto, è importante sottolineare che l'aeroporto di Orly ha due terminal, il Sud e l'Ouest, collegati tra di loro dal fenomenale Orlyval, che impiega un minuto a portarti dall'uno all'altro.
Non ci crederete, ma per oggi è tutto. Allego una vista del golfo del Solent dall'isola di Wight.
5 commenti:
The scientist, ho appena letto il tuo commento e da quanto ridevo lho sbadatamente cancellato! riscrivilo per cortesia!! scusa
...e mi sono pure dimenticato un apostrofo per strada....
Ale, diobóno, vabbene la censura, ma fino a questo punto! ;)
Il succo era: mi hai messo in crisi, ora devo pensare a scrivere qualche cazzatella, per sdrammatizzare un po' . A questo punto a sdrammatizzare ci hai già pensato te!
ecco, la cazzatella è già insita firmandoti the scientist :))
scherzi a parte, non è ancora nulla, non è ancora nulla....ho appena finito di scrivere la seconda parte, la giornata di sabato....a domattina alle 6 in punto, mi raccomando folks...
Posta un commento