Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Una giovane donna che dorme da sola a letto si sveglia e scopre lividi e ferite sui fianchi e sulla parte superiore interna delle cosce, ferite riportate in seguito a uno stupro. Nel 2010, le donne e le ragazze di una colonia mennonita isolata scoprono che gli uomini hanno usato un tranquillante per bestiame per sottometterle e violentarle. Gli aggressori vengono arrestati e imprigionati in una città vicina. La maggior parte degli uomini della colonia si reca per supervisionare la cauzione, lasciando le donne da sole per due giorni per decidere come procedere. Tengono un plebiscito per decidere se restare e non fare nulla, restare e combattere o andarsene. Il voto è in parità tra restare e combattere e andarsene. Undici donne della colonia si riuniscono in un fienile per giungere a una decisione finale, anche se Scarface Janz, una donna del campo che è per "non fare nulla", lascia la riunione dopo essere rimasta delusa dalla discussione, portando con sé la figlia esitante Anna e la nipote riluttante Helena. August, l'insegnante della colonia e uno dei pochi uomini rimasti, si unisce alle donne per registrare l'incontro, poiché a nessuna di loro era stato insegnato a leggere o scrivere. (Wikipedia)
Sarah Polley, che al momento sembra aver abbandonato i ruoli da attrice, si conferma una regista validissima, brava nel mettere in scena, dirigere i cast, e soprattutto, a scegliere i soggetti. Basato sull'omonimo libro della sua conterranea Miriam Toews, in poco più di un'ora e mezzo serrata e a metà tra la poesia (sempre presente nelle sue opere, grazie al suo gusto dietro alla macchina da presa) e l'assedio, racconta quello che, ad esempio, la trasposizione TV di The Handmaid's Tale impiega 4 o 5 stagioni. Brava davvero, e bravi tutti.
Sarah Polley, who at the moment seems to have abandoned the roles of actress, confirms herself as a very valid director, good at staging, directing the cast, and above all, choosing the subjects. Based on the book of the same name by her fellow countrywoman Miriam Toews, in little more than an hour and a half tight and halfway between poetry (always present in her works, thanks to her taste behind the camera) and the siege, she tells what, for example, the TV transposition of The Handmaid's Tale takes 4 or 5 seasons. Really good, and really good everyone.
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