La rumba de Barcelona
Forse il mio resoconto dei 3 giorni a Barcelona passati la scorsa settimana non è stato esauriente.
E allora potete leggervi quello di Emiliano sul suo blog http://piazzatatu.blogspot.com/
E' tutto vero.
No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20070228
cose difficili
Casino Royale, 16/2/2007, Taneto di Gattatico (RE), Fuori Orario
Prima volta al Fuori Orario, in questo minuscolo paese a cavallo tra le province di Parma e Reggio, ed era del tempo che cercavo la scusa per andarci a vedere qualcosa. Me lo descrivevano come molto figo, ed in effetti così è, anche se a rifletterci bene, forse non è il massimo per i live act. A ridosso della linea ferroviaria, due capannoni uniti da un passaggio diventato zona fumatori, cartelli e bacheche da vecchie e nuove stazioni, e, udite udite, dentro al capannone dove c’è il palco e il bar, un vagone ferroviario old style, per intenderci di quelli tipo “diligenza”, trasformato in ristorantino. E’ seduti a uno dei “tavoli” che ci coglie l’inizio di Tutto, poco prima delle 23. Subito un estratto dal nuovo “Reale” quindi, ma seguito a ruota da una riedizione di Dainamaita, tanto per chiarire che la continuità “astratta” c’è e abita qui. Astratta perché questa band che ci deve rendere orgogliosi di essere italiani, essendo una delle migliori della sua storia musicale, ha fatto del cambiamento e dell’impossibilità di essere incasellati una filosofia.
Sul palco sono otto, il nucleo storico Alioscia alla voce, Pardo alla chitarra, Patrick tastiere e voce, più batterista, percussionista, bassista (strepitoso), tastierista, campionatore. La prima parte del concerto, che per tutta la sua durata alternerà brani da “Sempre più vicini” e “CRX” a quelli da “Reale”, risulta buono ma denota un certo panico da debutto, il che potrebbe far sorridere ma, credetemi, è del tutto comprensibile. Sono passati quasi 10 anni di semi-paralisi, e nei gesti, nelle parole, nei movimenti soprattutto di Alioscia, si riesce a percepire contemporaneamente la carica del debuttante e la padronanza dell’esperto; i “cinque” dopo quasi ogni brano fanno sembrare il concerto una partita di volley, e ti danno l’esatta percezione della voglia dei Casino di tornare e di spaccare.
In ordine sparso si intrecciano Sempre più vicino, CRX, Milano Double Standard, Plastico mistico, Là dov’è la fine, Suona ancora, Cose difficili, Anno zero, The Future e molte altre ancora. Una breve pausa dopo un’ora abbondante, un rientro alla grande con un finale dove il ritmo e la coesione aumentano, e dove finalmente i Massive Attack incontrano il fantasma di James Brown, i pezzi si riempiono ed acquistano uno spessore tangibile; alla fine, quasi due ore di Casino Royale, e il miracolo si compie. L’assenza di Giuliano Palma non si sente quasi, Patrick si occupa di molte parti melodiche ma lo stesso Alioscia, visibilmente toccato dagli osanna del pubblico, intorno alle 500 unità, se la cava egregiamente (cosa che mi lasciava qualche dubbio), cantando in maniera disinvolta interi pezzi che, in origine, spettavano a “The King”.
Sono tornati, e sono qui per rimanere. Ho sempre avuto la sensazione che i Casino fossero 10 anni avanti, e adesso che 10 anni sono passati, la leggenda si fa realtà contemporanea. Erano e rimangono avanti.
Prima volta al Fuori Orario, in questo minuscolo paese a cavallo tra le province di Parma e Reggio, ed era del tempo che cercavo la scusa per andarci a vedere qualcosa. Me lo descrivevano come molto figo, ed in effetti così è, anche se a rifletterci bene, forse non è il massimo per i live act. A ridosso della linea ferroviaria, due capannoni uniti da un passaggio diventato zona fumatori, cartelli e bacheche da vecchie e nuove stazioni, e, udite udite, dentro al capannone dove c’è il palco e il bar, un vagone ferroviario old style, per intenderci di quelli tipo “diligenza”, trasformato in ristorantino. E’ seduti a uno dei “tavoli” che ci coglie l’inizio di Tutto, poco prima delle 23. Subito un estratto dal nuovo “Reale” quindi, ma seguito a ruota da una riedizione di Dainamaita, tanto per chiarire che la continuità “astratta” c’è e abita qui. Astratta perché questa band che ci deve rendere orgogliosi di essere italiani, essendo una delle migliori della sua storia musicale, ha fatto del cambiamento e dell’impossibilità di essere incasellati una filosofia.
Sul palco sono otto, il nucleo storico Alioscia alla voce, Pardo alla chitarra, Patrick tastiere e voce, più batterista, percussionista, bassista (strepitoso), tastierista, campionatore. La prima parte del concerto, che per tutta la sua durata alternerà brani da “Sempre più vicini” e “CRX” a quelli da “Reale”, risulta buono ma denota un certo panico da debutto, il che potrebbe far sorridere ma, credetemi, è del tutto comprensibile. Sono passati quasi 10 anni di semi-paralisi, e nei gesti, nelle parole, nei movimenti soprattutto di Alioscia, si riesce a percepire contemporaneamente la carica del debuttante e la padronanza dell’esperto; i “cinque” dopo quasi ogni brano fanno sembrare il concerto una partita di volley, e ti danno l’esatta percezione della voglia dei Casino di tornare e di spaccare.
In ordine sparso si intrecciano Sempre più vicino, CRX, Milano Double Standard, Plastico mistico, Là dov’è la fine, Suona ancora, Cose difficili, Anno zero, The Future e molte altre ancora. Una breve pausa dopo un’ora abbondante, un rientro alla grande con un finale dove il ritmo e la coesione aumentano, e dove finalmente i Massive Attack incontrano il fantasma di James Brown, i pezzi si riempiono ed acquistano uno spessore tangibile; alla fine, quasi due ore di Casino Royale, e il miracolo si compie. L’assenza di Giuliano Palma non si sente quasi, Patrick si occupa di molte parti melodiche ma lo stesso Alioscia, visibilmente toccato dagli osanna del pubblico, intorno alle 500 unità, se la cava egregiamente (cosa che mi lasciava qualche dubbio), cantando in maniera disinvolta interi pezzi che, in origine, spettavano a “The King”.
Sono tornati, e sono qui per rimanere. Ho sempre avuto la sensazione che i Casino fossero 10 anni avanti, e adesso che 10 anni sono passati, la leggenda si fa realtà contemporanea. Erano e rimangono avanti.
nanodiagnostics
nanodiagnostics
metto qui il link, così so dove trovarlo facilmente in futuro.
poi magari interessa anche a voi sapere cosa c'è in quello che mangiate.
metto qui il link, così so dove trovarlo facilmente in futuro.
poi magari interessa anche a voi sapere cosa c'è in quello che mangiate.
APC
No, non è un post sugli A Perfect Circle. APC significa attenzione parziale continua, ed è la "definizione dello stato delle persone sotto effetto degli stimoli continui prodotti da cellulare, e-mail, messaggi, televisione e altri stimoli". Ne parlava un interessante articolo su Repubblica di ieri, e la riflessione che ha innescato dentro di me è questa: quelli della mia generazione sono pronti a reggere il confronto con i giovani che ormai dominano questa sindrome (ma che ovviamente pagano in concentrazione questa dote), oppure stiamo solo tentando disperatamente di rimanere al passo, e prima o poi soccomberemo?
Io, per esempio, non riesco a collegare il decoder del digitale terrestre al televisore, da solo. E' un sintomo?
Io, per esempio, non riesco a collegare il decoder del digitale terrestre al televisore, da solo. E' un sintomo?
20070226
fru de barrichei
allora.lo so che non si inizia un discorso con allora. comunque, vabbè anche comunque non è il massimo, va bene. va bene va bene.
ieri sera preso dalla stanchezza mi sono stese sul letto a guardare la tv.
ho guardato un pò di ncis, su rai due. sono tutti uguali questi telefilm ammmericani, comunque lo guardo lo stesso.
poi vedo un pò cosa ha fatto il milan e guardo il gol.
poi preso da un momento di scoramento televisimo, mi obbligo a guardare AMICI DI MARIA DE FILIPPI.
ho capito che i ragazzi erano divisi in due squadre i bianchi e i blu. 4 ragazzi per squadra. 2 ragazzi sarebbero stati eliminati durante la serata. le sfide erano ballo, canto e forse qualcos'altro. i ragazzi piangevano a dirotto, ho pianto anch'io pensando a me stesso da solo a guardare AMICI la domenica sera, si abbracciavano, si offendevano gratuitamente, si baciavano, si auto ritenevano michael jackson. lezioni di umiltè e fraternitè a fiotti. maria che se la rideva ad ogni offesa pensando allo share che aumentava.poi c'era uno dei ragazzi che si chiamava CRISTO. non sto scherzando. avete letto bene. CRISTO. cristo santo che nome cazzuto! dopo MADONNA ecco a voi CRISTO!!!!!
mi fanno anche ridere mentre dialogano:
- tu mi hai dato del verme...
- no io non ho mai detto che sei un verme, ho detto solo che ogni tanto strisci...
- eh appunto cos'è che scriscia ...la colomba?
ahhahaahahah grosse grasse risate...
alla fine guardo la gara di canto, federico (forse ) e max (sicuramente mi sbaglio) devono cantare through the barricades degli Spandau Ballet.
max canta ispirato come un novello Paolo Vallesi...pulito come il dixan, molto intonato...ed entra il ritornello...FRU DE BARRICHEIIIIIIII..
spengo e mi addormento.
sogno mio padre che mi bastona...no papà...il mio sogno è solo quello di fare il ballerino a Buona Domanica...perdonami...perdonamiiiii
ieri sera preso dalla stanchezza mi sono stese sul letto a guardare la tv.
ho guardato un pò di ncis, su rai due. sono tutti uguali questi telefilm ammmericani, comunque lo guardo lo stesso.
poi vedo un pò cosa ha fatto il milan e guardo il gol.
poi preso da un momento di scoramento televisimo, mi obbligo a guardare AMICI DI MARIA DE FILIPPI.
ho capito che i ragazzi erano divisi in due squadre i bianchi e i blu. 4 ragazzi per squadra. 2 ragazzi sarebbero stati eliminati durante la serata. le sfide erano ballo, canto e forse qualcos'altro. i ragazzi piangevano a dirotto, ho pianto anch'io pensando a me stesso da solo a guardare AMICI la domenica sera, si abbracciavano, si offendevano gratuitamente, si baciavano, si auto ritenevano michael jackson. lezioni di umiltè e fraternitè a fiotti. maria che se la rideva ad ogni offesa pensando allo share che aumentava.poi c'era uno dei ragazzi che si chiamava CRISTO. non sto scherzando. avete letto bene. CRISTO. cristo santo che nome cazzuto! dopo MADONNA ecco a voi CRISTO!!!!!
mi fanno anche ridere mentre dialogano:
- tu mi hai dato del verme...
- no io non ho mai detto che sei un verme, ho detto solo che ogni tanto strisci...
- eh appunto cos'è che scriscia ...la colomba?
ahhahaahahah grosse grasse risate...
alla fine guardo la gara di canto, federico (forse ) e max (sicuramente mi sbaglio) devono cantare through the barricades degli Spandau Ballet.
max canta ispirato come un novello Paolo Vallesi...pulito come il dixan, molto intonato...ed entra il ritornello...FRU DE BARRICHEIIIIIIII..
spengo e mi addormento.
sogno mio padre che mi bastona...no papà...il mio sogno è solo quello di fare il ballerino a Buona Domanica...perdonami...perdonamiiiii
20070224
forty one
Potrei scrivere, come sempre, essendo un incontinente a livello di scrittura, tante cose. Non so perchè, ma in questo momento non ne ho molta voglia. Sono sereno, pacificato, felice. Nonostante ci sia l'ennesimo virus nel mio pc, che come al solito mi taglia la connessione ciclicamente.
E' passato un altro anno. Un anno di musica, libri, film. Concerti. Amici. Amore, perchè no. Non importa se a senso unico. Esperienze, lavoro, viaggi. Soldi guadagnati, soldi spesi. Un anno di mio nipote, come ebbi a dire, la mia finestra sul futuro. Poesie, frutto di una ritrovata ispirazione.
Un anno di vita, quella vera, fatta di gioie e dolori.
Se vi pare poco.
E' passato un altro anno. Un anno di musica, libri, film. Concerti. Amici. Amore, perchè no. Non importa se a senso unico. Esperienze, lavoro, viaggi. Soldi guadagnati, soldi spesi. Un anno di mio nipote, come ebbi a dire, la mia finestra sul futuro. Poesie, frutto di una ritrovata ispirazione.
Un anno di vita, quella vera, fatta di gioie e dolori.
Se vi pare poco.
Photo by Garaz
povera patria
ecco il testo della canzone di battiato.
la canzone più attuale del momento.
povera patria
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà,
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà,
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.
la canzone più attuale del momento.
povera patria
Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos'è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po' di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà,
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà,
sì che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.
20070223
el derrotazo del Montjuic
Che starebbe a significare "la sconfittaccia del Montjuic", dove i bene informati sapranno che sulla collina del Montjuic e' situato lo stadio olimpico, dove attualmente sta giocando in casa l'Espanyol.
Probabilmente eravamo piu' di 2000. E purtroppo la politica c'era, anche questa volta. Una piccolissima frangia dei tifosi dell'Espanyol era di chiaro stampo destrorso, aveva una maglia di Paolo Di Canio ai tempi della Lazio, bandiere spagnole col simbolo fascista dei tempi di Franco, inneggiavano alla Lazio e al Duce. Dalla nostra, c'erano una cinquantina di sostenitori del Barça con bandiere della Catalogna che ci insegnavano cori contro l'Espanyol.
La partita e' nata male e finita peggio, in campo. Sugli spalti, a parte che mi e' scesa qualche lacrima ancora prima che cominciasse, e sempre perche' appena ho realizzato bene che ero dentro lo stadio olimpico di Barcellona, a vedere una partita del Livorno che si giocava i sedicesimi di finale di Coppa Uefa, la mente e' corsa subito alla coppa Italia dilettanti contro il Forcoli al campo sportivo di Forcoli (provincia di Pisa), quando una quindicina di anni fa, o forse meno, giocavamo in Eccellenza, sugli spalti dicevo, invece, tutto sommato e' andata bene, perche' la sensazione che nonostante la sconfitta che stava maturando, stavamo scrivendo una pagina storica del calcio livornese, si e' impossessata di tutti noi, e la sconfitta e' immediatamente stata tramutata in una festa. Sfotto' di ritorno all'Espanyol, incitamenti ai nostri, addirittura chiamati sotto la curva a fine partita.
Non mi hanno fatto il regalone per il mio compleanno, ma di questa prestazione possiamo andarne orgogliosi. Senza dimenticare che mia sorella, alla quale avevo raccomandato di seguire un po' di partita su La7, mi ha mandato un sms - che ha contribuito alla commozione di inizio partita non poco - nel quale mi comunicava che mio nipote guardando la tele diceva "forza livorno".
Domani si torna.
Probabilmente eravamo piu' di 2000. E purtroppo la politica c'era, anche questa volta. Una piccolissima frangia dei tifosi dell'Espanyol era di chiaro stampo destrorso, aveva una maglia di Paolo Di Canio ai tempi della Lazio, bandiere spagnole col simbolo fascista dei tempi di Franco, inneggiavano alla Lazio e al Duce. Dalla nostra, c'erano una cinquantina di sostenitori del Barça con bandiere della Catalogna che ci insegnavano cori contro l'Espanyol.
La partita e' nata male e finita peggio, in campo. Sugli spalti, a parte che mi e' scesa qualche lacrima ancora prima che cominciasse, e sempre perche' appena ho realizzato bene che ero dentro lo stadio olimpico di Barcellona, a vedere una partita del Livorno che si giocava i sedicesimi di finale di Coppa Uefa, la mente e' corsa subito alla coppa Italia dilettanti contro il Forcoli al campo sportivo di Forcoli (provincia di Pisa), quando una quindicina di anni fa, o forse meno, giocavamo in Eccellenza, sugli spalti dicevo, invece, tutto sommato e' andata bene, perche' la sensazione che nonostante la sconfitta che stava maturando, stavamo scrivendo una pagina storica del calcio livornese, si e' impossessata di tutti noi, e la sconfitta e' immediatamente stata tramutata in una festa. Sfotto' di ritorno all'Espanyol, incitamenti ai nostri, addirittura chiamati sotto la curva a fine partita.
Non mi hanno fatto il regalone per il mio compleanno, ma di questa prestazione possiamo andarne orgogliosi. Senza dimenticare che mia sorella, alla quale avevo raccomandato di seguire un po' di partita su La7, mi ha mandato un sms - che ha contribuito alla commozione di inizio partita non poco - nel quale mi comunicava che mio nipote guardando la tele diceva "forza livorno".
Domani si torna.
20070222
un amaro sorriso
Un saluto a tutti i lettori e al mio co-blogger da Barcellona. Ieri con gli amici abbiamo appreso, non senza un pizzico di tristezza e di apprensione, della crisi del Governo e della sua caduta. Ne parleremo con maggior calma, per dire che non e' sicuramente stato un governo illuminato, ma dispiace ugualmente.
Tra qualche ora ci ritroveremo in circa duemila per andare a tifare Livorno, e speriamo che almeno questa ci vada bene.
Un abbraccio a tutti.
Tra qualche ora ci ritroveremo in circa duemila per andare a tifare Livorno, e speriamo che almeno questa ci vada bene.
Un abbraccio a tutti.
oscenità per i posteri
20070221
zero
il governo è in bilico
seriamente
non voglio dire: ve l'avevo detto!
ma ai politici di sinistra che si sono astenuti solo una parola: vergogna!!!!
seriamente
non voglio dire: ve l'avevo detto!
ma ai politici di sinistra che si sono astenuti solo una parola: vergogna!!!!
calci nelle palle
le news calcistiche che fanno ridere...
Bobo Vieri rapinato per strada a Milano
rubato un orologio di sedicimila euro
MILANO - Il calciatore dell'Atalanta Bobo Vieri è stato derubato ieri pomeriggio in via Uberti a Milano. Tre uomini lo hanno aggredito e gli hanno portato via un orologio 'Audemars Piguet' del valore di 16 mila euro.
Samp, Flachi fermato all'antidoping
"Positivo al metabolita della cocaina"
ROMA - Il capitano della Sampdoria, Francesco Flachi, stato trovato positivo per cocaina al controllo antidoping effettuato in una partita della stagione in corso. L'attaccante doriamo è risultato positivo alla benzoilecgonina, metabolita della cocaina, nei controlli condotti dal laboratorio del Coni dopo la gara disputata il 28 gennaio contro l'Inter.
ps. anche io faccio collezione di orologi da 16 mila euri...ne ho 5 mila in cameretta!
Bobo Vieri rapinato per strada a Milano
rubato un orologio di sedicimila euro
MILANO - Il calciatore dell'Atalanta Bobo Vieri è stato derubato ieri pomeriggio in via Uberti a Milano. Tre uomini lo hanno aggredito e gli hanno portato via un orologio 'Audemars Piguet' del valore di 16 mila euro.
Samp, Flachi fermato all'antidoping
"Positivo al metabolita della cocaina"
ROMA - Il capitano della Sampdoria, Francesco Flachi, stato trovato positivo per cocaina al controllo antidoping effettuato in una partita della stagione in corso. L'attaccante doriamo è risultato positivo alla benzoilecgonina, metabolita della cocaina, nei controlli condotti dal laboratorio del Coni dopo la gara disputata il 28 gennaio contro l'Inter.
ps. anche io faccio collezione di orologi da 16 mila euri...ne ho 5 mila in cameretta!
20070219
frenesia
Si vede che sono stato impegnato questo fine settimana appena concluso, dal fatto che non ho postato niente nel weekend, appunto. E mi spaventa un po' il fatto di dover fare dei resoconti accurati. Cioè, mi piace scrivere, e scrivere qui, è solo il tempo che mi manca. Non è un obbligo, è un piacere.
Devo raccontarvi della data zero (anche se ce n'erano state due o tre di prova fine ottobre-inizio novembre) del tour italiano dei rinati Casino Royale, al Fuori Orario di Taneto di Gattatico, un locale molto figo, forse poco adatto ai live; venerdì, mentre fuori era più nebbia che altro, hanno suonato per quasi un paio d'ore, evidenziando il rodaggio, ma arrivando al cuore più di anni fa.
Devo raccontarvi dei Giardini di Mirò al Flog (Firenze) sabato sera, una spruzzata di romanticismo decadente sul rumorismo alla Mogwai.
Devo raccontarvi de L'ultimo re di Scozia, molto meno bello di come me l'aspettavo, forse voglioso di una grande storia e di grande cinema, seppur non sia affatto male, specialmente nell'ultima parte, cruda e crudele, a tratti atroce.
Devo raccontarvi di Infamous-Una pessima reputazione, un film curioso per il solo fatto di trattare esattamente dello stesso identico tema di A sangue freddo-Truman Capote, uscito in sordina nello stesso periodo (un poco più tardi, a dir la verità), molto meno reclamizzato, ma nettamente superiore su tutti i fronti.
Non vi racconto niente, invece, sul calcio. Le immagini parlano da sole.
Questa sera rimborso del biglietto di Livorno-Espanyol, al cinema per Lettere da Iwo Jima, domani sera in volo per Barcellona con la mia famiglia adottiva, col biglietto (invece) di Espanyol-Livorno in tasca (grazie Tatu). Di ritorno venerdì notte, giusto giusto per il mio compleanno. Non mi faccio illusioni, ma il più bel regalo me lo potrebbe fare proprio il Livorno...
Photo from Sky Tv courtesy of Atek
hair
Mi guardo spesso intorno, e realizzo che se avessi ancora i capelli non saprei come tagliarli.
Le acconciature da uomo sono orrende, e non comprendo come si possano portare dei capelli così. So che non crederete a una parola, ma è così.
In un certo senso, mi sento fortunato per essere calvo.
Le acconciature da uomo sono orrende, e non comprendo come si possano portare dei capelli così. So che non crederete a una parola, ma è così.
In un certo senso, mi sento fortunato per essere calvo.
inverno senza inverno
che poi a milano il carnevale è la settimana prossima, perchè qui c'è il carnevale ambrosiano.
io andrò in piazza vestito da tornello.
sto cercando un'auto usata. mi piace la fiat multipla, non so perchè. forse perchè fuori fa cagare, ma dentro mi sembra di essere nel salotto di casa mia.
poi voglio il metano.
ho attivo a-mule, la versione di e-mule per mac, da un paio di settimane: praticamente ho riempito la memoria del computer, cheffaccio compro una memoria esterna?
vi consiglio il risotto alla zucca per cena. vedrete che mi ringrazierete domani.
i carciofi invece col pinzimonio ti danno una sensazione in bocca che poi quando bevi l'acqua sembra che sappia di seppia.
con gli asparagi invece pisci puzzolente. ma non è ancora stagione di asparagi.
io andrò in piazza vestito da tornello.
sto cercando un'auto usata. mi piace la fiat multipla, non so perchè. forse perchè fuori fa cagare, ma dentro mi sembra di essere nel salotto di casa mia.
poi voglio il metano.
ho attivo a-mule, la versione di e-mule per mac, da un paio di settimane: praticamente ho riempito la memoria del computer, cheffaccio compro una memoria esterna?
vi consiglio il risotto alla zucca per cena. vedrete che mi ringrazierete domani.
i carciofi invece col pinzimonio ti danno una sensazione in bocca che poi quando bevi l'acqua sembra che sappia di seppia.
con gli asparagi invece pisci puzzolente. ma non è ancora stagione di asparagi.
20070216
grande news
Il caso sui giornali britannici. Il piccolo, nato prematuro, aveva gravi difficoltà respiratorie
Il farmaco è usato in via sperimentale in neonatologia: apre i vasi sanguigni nei polmoni
Londra, il neonato è in fin vita
medico somministra Viagra: salvo
LONDRA - Un neonato con gravi difficoltà respiratorie è stato salvato grazie al Viagra, quando sia i medici che i genitori si erano rassegnati al peggio. Il farmaco, usato in maniera sperimentale sui neonati con problemi di respirazione, è riuscito a strappare da morte ormai certa il bimbo, riportano oggi i quotidiani britannici. Le sue condizioni erano disperate, tanto che i genitori stavano già organizzando il funerale. Poi, il miracolo. Con il Viagra, somministrato come ultima speranza, il neonato si è ripreso ed ha iniziato a migliorare costantemente. Per Lewis Goodfellow, nato prematuro a sole 24 settimane lo scorso agosto, i problemi sono iniziati subito: i polmoni non funzionavano a dovere e non erano sviluppati a sufficienza. Prima i medici hanno scoperto che una valvola cardiaca non era chiusa in modo adeguato e l'hanno operato a cuore aperto. L'intervento è andato bene, ma i problemi respiratori di Lewis non si risolvevano. Le sue condizioni andavano rapidamente peggiorando, tanto che i medici avevano detto ai genitori di prepararsi al peggio. Poi il Viagra come tentativo estremo. Ed ha funzionato.
Il farmaco agisce dilatando i vasi sanguigni nei polmoni, permettendo così un'adeguata distribuzione dell'ossigeno nell'organismo. E' lo stesso principio in base al quale il Sildenafil - questo il nome del principio attivo - viene usato per combattere la disfunzione erettile, rilassando i vasi sanguigni e permettendo un maggiore afflusso di sangue. L'uso in neonatologia è abbastanza recente, anche se ci sono diverse sperimentazioni in corso. "E' piuttosto raro utilizzarlo in casi come questo" - ha detto al Daily Mail il dottor Alan Fenton, neonatologo alla Royal Victoria Infirmary di Newcastle, dove è stato curato Lewis. "Ma è una forma di cura che in questo ospedale stiamo usando da circa un anno. Funziona bene con i bambini che nascono a termine, ma non è ancora chiaro se è una terapia indicata anche per i neonati prematuri. Finora è stato usato solo in sei casi di questo genere". Un "vero miracolo" per la madre Jade, che stava già preparando i funerali per Lewis, dopo che i medici le avevano detto che non era possibile continuare a somministrare ossigeno al bambino e che le sue condizioni erano senza speranza. Dopo il trattamento, il piccolo è rimasto in osservazione per qualche tempo e adesso è tornato a casa con la sua famiglia.
da www.repubblica.it
Il farmaco è usato in via sperimentale in neonatologia: apre i vasi sanguigni nei polmoni
Londra, il neonato è in fin vita
medico somministra Viagra: salvo
LONDRA - Un neonato con gravi difficoltà respiratorie è stato salvato grazie al Viagra, quando sia i medici che i genitori si erano rassegnati al peggio. Il farmaco, usato in maniera sperimentale sui neonati con problemi di respirazione, è riuscito a strappare da morte ormai certa il bimbo, riportano oggi i quotidiani britannici. Le sue condizioni erano disperate, tanto che i genitori stavano già organizzando il funerale. Poi, il miracolo. Con il Viagra, somministrato come ultima speranza, il neonato si è ripreso ed ha iniziato a migliorare costantemente. Per Lewis Goodfellow, nato prematuro a sole 24 settimane lo scorso agosto, i problemi sono iniziati subito: i polmoni non funzionavano a dovere e non erano sviluppati a sufficienza. Prima i medici hanno scoperto che una valvola cardiaca non era chiusa in modo adeguato e l'hanno operato a cuore aperto. L'intervento è andato bene, ma i problemi respiratori di Lewis non si risolvevano. Le sue condizioni andavano rapidamente peggiorando, tanto che i medici avevano detto ai genitori di prepararsi al peggio. Poi il Viagra come tentativo estremo. Ed ha funzionato.
Il farmaco agisce dilatando i vasi sanguigni nei polmoni, permettendo così un'adeguata distribuzione dell'ossigeno nell'organismo. E' lo stesso principio in base al quale il Sildenafil - questo il nome del principio attivo - viene usato per combattere la disfunzione erettile, rilassando i vasi sanguigni e permettendo un maggiore afflusso di sangue. L'uso in neonatologia è abbastanza recente, anche se ci sono diverse sperimentazioni in corso. "E' piuttosto raro utilizzarlo in casi come questo" - ha detto al Daily Mail il dottor Alan Fenton, neonatologo alla Royal Victoria Infirmary di Newcastle, dove è stato curato Lewis. "Ma è una forma di cura che in questo ospedale stiamo usando da circa un anno. Funziona bene con i bambini che nascono a termine, ma non è ancora chiaro se è una terapia indicata anche per i neonati prematuri. Finora è stato usato solo in sei casi di questo genere". Un "vero miracolo" per la madre Jade, che stava già preparando i funerali per Lewis, dopo che i medici le avevano detto che non era possibile continuare a somministrare ossigeno al bambino e che le sue condizioni erano senza speranza. Dopo il trattamento, il piccolo è rimasto in osservazione per qualche tempo e adesso è tornato a casa con la sua famiglia.
da www.repubblica.it
ma allora fanno una scuola apposta!!
20070215
la terra dei cachi
Giovanni Nuvoli era arbitro di basket. Alto 1,85, pesava 80 chili. E' malato di sclerosi. Pesa 20 chili. Parla con la moglie mentre lei indica un tabellone trasparente con le lettere dell'alfabeto, e lui sbatte le palpebre. La moglie chiede che lo si aiuti a "staccare la spina".
Siamo in Italia. Leggendo il giornale, oggi, l'altra notizia paradossale che mi colpisce è questa. Un'inchiesta illustra che andando in treno da Trapani a Modica, 461 chilometri, ci si impiega 11 ore. In Francia, nel frattempo, il TGV, ha raggiunto la velocità massima di 553 km/h; entro aprile dovrebbe riuscire a raggiungere la punta massima di 570 km/h.
Dove sta il paradosso? Il TGV è costruito da una joint-venture tra la Alstom (francese) e la Ansaldo Breda. Questa ultima, come tutti saprete, è una consociata italiana.
Altro da aggiungere?
Nella foto, Giovanni Nuvoli, da www.ansa.it
telepatia?
Apro il blog per scrivere un paio di post; prima per leggere i commenti nuovi. Uno di questi post voleva essere sui Casino Royale, un ennesimo su di loro, per un motivo ben preciso. E cosa ti trovo? Un nuovo post del mio co-blogger: il testo di un pezzo dei Casino!! Wow!
Bene, domani sera, se tutto va liscio, andrò a vedere i Casino in concerto a Taneto di Gattatico. La notizia non è questa. La notizia è un'altra.
Alcuni di voi lo sanno, altri no. Ho conservato quasi tutti i biglietti dei concerti che ho visto, dal 2 settembre 1980 ad oggi. Alcuni li ho persi, molti concerti (per esempio quelli visti nei centri sociali) non avevano biglietto; per alcuni ho conservato uno scontrino inerente alla serata, la ricevuta dell'autostrada, qualcosa per ricordare. Li ho incollati su un quaderno, in progressione cronologica. Tenendo conto che, per il fatto di cui sopra (mancanza di alcuni biglietti), sono di più, li conto. Così, perchè non ho niente da fare. Bene, domani sera sarà il concerto numero 300. Sempre che ve ne freghi qualcosa, anche il numero 100 fu un concerto dei Casino. Era il 1997. Quindi, domani sera sarà il numero 300. Cifra tonda. Una festa, dentro l'anima e dentro al cuore. 27 anni, 300 concerti, qualcuno in più sicuramente. In mezzo, quasi una vita. Una generazione, sicuramente.
Non è bello tutto ciò?
ogni singolo giorno
Tu quando parti e pensi
Non sai dove arrivi
A volte apri gli occhi e vedi come vivi
Cosa arrivi a pensare
A cosa avere, a come dare
La mia generazione non sa cosa fare
La mia generazione se ne vuole andare
Sfugge via
Soffre della stessa malattia
Apatia
Vuole andare via, vuole buttarsi via
Giorni persi in pace, pace e così sia
Questa e' la frequenza che mi ingoia
Principessa della paranoia
Questa e' la Milano che mi ingoia
Principessa della paranoia
Non ci passa piu'
E ancora passa tutto intorno
Tutto e' cambiato e tutto e' uguale...
E' un altro giorno - shalalala shalalala
Ogni giorno che...
Ogni giorno che vedrai
Ogni singolo giorno
Lo stesso giorno un'altra sera
Un altro giro nel pianeta
Cerco le risposte in qualche cosa di diverso
Salgo in alto in alto in cima guardo l'universo
Sono osservatore dell'astronomia
Cerco una galassia, la mia autonomia,
Temporale prova B.B.Dai prova prova a volare
Shalalala shalalala
Ogni giorno che...
Ogni giorno che...vedrai
Il mercurio scende,scende nella colonnina
L'inverno sara' caldo e io saro' strano come prima
Forza di gravita' quest'atmosfera pesa contro
Il ciclo naturale che vorrei per il mio mondo
E ogni singolo giorno guardo fuori
Baby sono meno gioia gioia che dolori
Chi ascolta, a dei problemi preferisce soluzioni
Difficile trovarne per milioni di milioni
Riempi i tuoi polmoni di pensieri buoni
Comincia da te stesso e poi rivoluzioni
Fai tuo lo spazio vuoto dove puoi arrivare
E illumina la notte di energia stellare
Ogni giorno che...
Ogni giorno che vedrai
Della tua vita
Sempre piu' vicino
Non sai dove arrivi
A volte apri gli occhi e vedi come vivi
Cosa arrivi a pensare
A cosa avere, a come dare
La mia generazione non sa cosa fare
La mia generazione se ne vuole andare
Sfugge via
Soffre della stessa malattia
Apatia
Vuole andare via, vuole buttarsi via
Giorni persi in pace, pace e così sia
Questa e' la frequenza che mi ingoia
Principessa della paranoia
Questa e' la Milano che mi ingoia
Principessa della paranoia
Non ci passa piu'
E ancora passa tutto intorno
Tutto e' cambiato e tutto e' uguale...
E' un altro giorno - shalalala shalalala
Ogni giorno che...
Ogni giorno che vedrai
Ogni singolo giorno
Lo stesso giorno un'altra sera
Un altro giro nel pianeta
Cerco le risposte in qualche cosa di diverso
Salgo in alto in alto in cima guardo l'universo
Sono osservatore dell'astronomia
Cerco una galassia, la mia autonomia,
Temporale prova B.B.Dai prova prova a volare
Shalalala shalalala
Ogni giorno che...
Ogni giorno che...vedrai
Il mercurio scende,scende nella colonnina
L'inverno sara' caldo e io saro' strano come prima
Forza di gravita' quest'atmosfera pesa contro
Il ciclo naturale che vorrei per il mio mondo
E ogni singolo giorno guardo fuori
Baby sono meno gioia gioia che dolori
Chi ascolta, a dei problemi preferisce soluzioni
Difficile trovarne per milioni di milioni
Riempi i tuoi polmoni di pensieri buoni
Comincia da te stesso e poi rivoluzioni
Fai tuo lo spazio vuoto dove puoi arrivare
E illumina la notte di energia stellare
Ogni giorno che...
Ogni giorno che vedrai
Della tua vita
Sempre piu' vicino
oscar!!
20070214
concordiamo?
A volte mi stupisco. Concordo pienamente con Boselli che dice "la Chiesa fa ingerenza continua: dunque, aboliamo il Concordato, non ha più senso di esistere. La Chiesa fondi un partito, Ruini si candidi, così rilascerà le sue dichiarazioni in un ambito anche più corretto". Straordinario.
E prosegue dicendo tutte cose giuste, non più 8 per mille, non più esenzione dall'ICI sui suoi immobili. Pienamente d'accordo.
Applausi per Boselli.
volponi
ieri sera tornando al cascinello mi ha tagliato la strada una volpe rossa, era bella bella.
a dimenticavo,
ho ucciso io anne nicole smith.
a dimenticavo,
ho ucciso io anne nicole smith.
20070213
l'impero dei non sensi
INLAND EMPIRE – di David Lynch 2007
Giudizio sintetico: solo per fans di Lynch. Per tutti gli altri: alla larga.
Due storie. O molte di più. In Polonia, dei tipi loschi stanno inventando qualcosa. A Los Angeles, Nikki, un’attrice piuttosto famosa, che ha sposato un uomo di origine polacca gelosissimo e ricchissimo, sta aspettando una telefonata dal suo agente: è in lizza per la parte da protagonista nel nuovo film del famoso regista Kingsley Stewart. Riceve la visita di una nuova vicina, un’anziana signora molto stralunata, che inizia a parlare apparentemente senza senso, ma le predice che verrà sicuramente scritturata: così accade. O, forse, Nikki lo vede accadere. Il protagonista, insieme a Nikki, sarà il giovane idolo Devon Berk, sciupafemmine incallito. Non appena sul set, gli avvenimenti iniziano a succedersi turbinosamente.
Molte, le cose da dire. Difficile schematizzare, in casi come questi. David Lynch è da sempre un regista estremo, un regista che divide. Ho però sempre avuto la strana convinzione che anche molti dei suoi ammiratori più fedeli, tra i quali mi inserisco, abbiano sempre avuto il sospetto che Lynch prenda tutti per il culo. Un altro terribile dubbio è quello che spesso, davanti ai suoi film, ci si sforzi a tutti i costi di trovarvi un significato, un motivo, una giustificazione. Ho spesso sostenuto, cercando di “aiutare” chi non riusciva a trovare un senso nei suoi lavori, che lo sbaglio più grosso che puoi fare è quello di cercare un senso nelle sue opere. Ho consigliato, essendone profondamente convinto, di lasciarsi attraversare dalle immagini e dalle sensazioni, di porsi davanti ai suoi film passivamente, senza sforzi, senza andare alla ricerca di un qualcosa che, probabilmente, non esiste.
Giudizio sintetico: solo per fans di Lynch. Per tutti gli altri: alla larga.
Due storie. O molte di più. In Polonia, dei tipi loschi stanno inventando qualcosa. A Los Angeles, Nikki, un’attrice piuttosto famosa, che ha sposato un uomo di origine polacca gelosissimo e ricchissimo, sta aspettando una telefonata dal suo agente: è in lizza per la parte da protagonista nel nuovo film del famoso regista Kingsley Stewart. Riceve la visita di una nuova vicina, un’anziana signora molto stralunata, che inizia a parlare apparentemente senza senso, ma le predice che verrà sicuramente scritturata: così accade. O, forse, Nikki lo vede accadere. Il protagonista, insieme a Nikki, sarà il giovane idolo Devon Berk, sciupafemmine incallito. Non appena sul set, gli avvenimenti iniziano a succedersi turbinosamente.
Molte, le cose da dire. Difficile schematizzare, in casi come questi. David Lynch è da sempre un regista estremo, un regista che divide. Ho però sempre avuto la strana convinzione che anche molti dei suoi ammiratori più fedeli, tra i quali mi inserisco, abbiano sempre avuto il sospetto che Lynch prenda tutti per il culo. Un altro terribile dubbio è quello che spesso, davanti ai suoi film, ci si sforzi a tutti i costi di trovarvi un significato, un motivo, una giustificazione. Ho spesso sostenuto, cercando di “aiutare” chi non riusciva a trovare un senso nei suoi lavori, che lo sbaglio più grosso che puoi fare è quello di cercare un senso nelle sue opere. Ho consigliato, essendone profondamente convinto, di lasciarsi attraversare dalle immagini e dalle sensazioni, di porsi davanti ai suoi film passivamente, senza sforzi, senza andare alla ricerca di un qualcosa che, probabilmente, non esiste.
Ho tentato anche questa volta di “assorbire” così questo INLAND EMPIRE (pare che si debba scrivere maiuscolo, del resto, vezzo più vezzo meno): questa volta non ce l’ho fatta. Ho resistito stoicamente fino all’ultimo fotogramma, per gli interi 172 minuti, sono riuscito ad apprezzare alcune cose di questo lavoro, ma non sono riuscito ad esaltarmi come mi era accaduto spesso in passato (ragione per cui mi ritengo, o forse mi ritenevo, un suo ammiratore piuttosto fedele). Questa volta mi ha assalito netta la sensazione di una certa supponenza, da parte di Lynch; una sorta di complesso di Re Mida. Esacerbando lo sdoppiamento di personalità, filo conduttore degli ultimi due film, Strade perdute e Mulholland Drive, Lynch questa volta lo eleva all’ennesima potenza, in un gioco di scatole cinesi, e proietta la protagonista, una davvero straordinaria Laura Dern (chiedo venia: non la credevo in grado di una prestazione così alta), in una storia-non-storia dove ella incarna due, tre, cento persone nella stessa persona, sdoppiandosi, triplicandosi, sovrapponendosi, morendo, resuscitando, amando, subendo, impaurendosi e non capendo affatto quello che succede. Gli attori sono senza dubbio la parte più positiva di questo film, insieme al turbinio tecnico del regista, che sciorina un repertorio che si, gli conoscevamo, ma che questa volta tocca vette sublimi. I viraggi, le luci ma soprattutto il buio e le ombre, le dilatazioni, i posizionamenti della macchina, i primi piani. Lynch questa volta arriva a violentare i suoi attori, in particolar modo la Dern, che subisce impetosamente, appunto, una sequenza quasi insopportabile di primi piani, reagendo superbamente a tutti quanti (la scena finale, dove forse per la prima volta esprime vera gioia, è esplicativa in un paio di inquadrature: la fine di un supplizio); ma anche Theroux, già visto in Mulholland Drive, se la cava alla grande, candidandosi per altri film di alto livello. Tutti quanti gli altri comprimari sono degni, forse un po’ meno Irons, ormai da molto tempo alla frutta.
E’ però la storia, complice una sceneggiatura probabilmente inesistente, che rende questo lavoro simile alla fatica di spingere un masso enorme in salita su una strada con l’asfalto ruvido. Lynch come al solito dissemina le scene di indizi (falsi?), rimandi, dialoghi insensati, passa da un piano all’altro senza alcuna soluzione di continuità, inserisce metacinema (il film per il quale viene scritturata Nikki), una soap opera recitata da creature dal corpo umano ma dalla testa enorme e dalle fattezze a metà tra un coniglio e un asino (con tanto di battute insulse, dialoghi apparentemente insensati – ma che in parte sembrano servire a dipanare l’intreccio – e risate registrate), e una storia parallela (quella polacca, almeno così pare); o forse altre storie parallele. Sembra che giochi sempre più a confondere lo spettatore, e ci riesce in pieno. Riesce come sempre benissimo ad instillare una profonda sensazione di angoscia in chi guarda, ma i più smaliziati avranno la sensazione che si stia raschiando il fondo, che oltre questo ci sia il nulla, oppure un pesante divertissement del regista impunito.
In definitiva, questa volta non mi sento di difendere l’amato David, sconsiglio chiunque non lo conosce o non lo apprezza fino in fondo, perché probabilmente uscirebbe ben prima della fine, invito i supporters a mettersi alla prova, e gli auguro miglior fortuna rispetto a me. Per chi andrà, un aiutino, un ultimissimo indizio (ma ancora possiamo parlare di indizi? Mica siamo più a Twin Peaks!) che probabilmente non coglierete, se sarete distratti dai titoli o già dai pensieri e dalle riflessioni: uno degli ultimi fotogrammi immortalano l’uomo al piano: è Ben Harper, famoso musicista, compagno di Laura Dern. Spulciate bene tra le biografie e non vi fate trarre in inganno: non è nato precisamente né a Pomona, né a Clearmont. Indagate. Sono convinto che, anche se la Dern è anche produttrice, Lynch non ha fatto un favoritismo, ma l’ha fatto apposta. Oddio, mi sono ammalato ancora di Lynchite!!
20070212
l'erba del vicino
Non ho voglia di parlare di calcio, e non perchè la mia squadra abbia perso.
Mentre in Italia si scatena l'offensiva contro i DiCo, e ridicolmente chi, dell'opposizione, difende i "valori della famiglia", è tutta gente che lo fa "cacandosi addosso" (o ricoprendosi di merda, fate voi), come Berlusconi, Casini e Calderoli (lo fa notare Repubblica oggi, tutta gente con due matrimoni, separati e con convivente, roba così), e il Papa, questo Papa veramente....(lo dico? Si, lo dico)...veramente antipatico e invadente, si scaglia contro un pugno di regole di semplice e civile modernità laica, e vi si scaglia con una veemenza che non ricordavamo da tempo, e che pensavamo fosse propria solo degli ayatollah, in questa Italia dove l'impunito (chissà grazie a chi) Dell'Utri ritrova i diari di Mussolini (oh, Dell'Utri, ma lo sai cosa c'è? Ma cosa stracazzo ce ne frega a noi dei diari di quella popo' di caata di Mussolini?), in questa Europa dove si scopre che il leader dei conservatori (si si, avete letto bene: dei conservatori) inglesi, all'università si sfaceva di canne, in questa Europa che si interroga se davvero è giusto far entrare nell'Unione questa Turchia che fa scappare il suo premio Nobel per la letteratura e si intestardisce a non riconoscere di aver massacrato un milione di armeni, e addirittura fa vibrare la Germania, in occasione del Festival di Berlino, grazie ai suoi moltissimi immigrati là, immigrati che si lamentano del film dei fratelli Taviani (La masseria delle allodole, appunto, sul genocidio armeno da parte dei turchi), in questa Europa che, sempre per il Festival berlinese, ospita il grande vecchio Clint Eastwood, un repubblicano illuminato, come mi piace definirlo, che fa due film sulla stessa battaglia (Flag Of Our Fathers e Letters From Iwo Jima) e poi dice che la guerra è futile, inutile, insensata, come quella in Iraq (lode a te, o Clint), in questa Europa mi affascina sempre più la campagna elettorale francese, e mi affascina la figura femminile che la domina.
Ségolène Royal, questa bella cinquantenne ritoccata, con quel lifting leggero che la fa assomigliare vagamente a Marilyn Manson e quel suo sorriso materno, che promette di far capire a tutti che c'è ancora differenza tra destra e sinistra, che vuole mandare i bambini francesi a scuola dell'obbligo a 3 anni, avvicinare la Francia alle social-democrazie del nord Europa, dare case ai meno abbienti, cure gratuite per tutti i giovani fino a 16 anni, pillola contraccettiva gratis per le ragazze fino ai 25, istituire centri educativi "rafforzati" per i minori delinquenti, difendere le 35 ore e aumentare i salari e le pensioni minime, questa signora mi piace. Mi piace ancora di più da quando ho visto una sua foto dove indossava stivali alti stringati, mi piace l'idea di una donna all'Eliseo come mi piace l'idea di una donna alla Casa Bianca.
Magari, fossi francese non mi interesserebbe così tanto. Ma sono italiano, mio malgrado, e pensare alla scena politica italiana, spesso, mi deprime. Scusatemi.
20070210
turn the page
La voltapagine – di Denis Dercourt 2007
Giudizio sintetico: da non perdere!!
Mélanie ha circa 10 anni, è una bambina pacata e diligente, ama studiare il pianoforte ed è piuttosto dotata. I suoi genitori sono macellai, orgogliosi della bambina ma con i piedi per terra. Appartengono alla piccola borghesia, vivono bene ma senza lussi. Arriva il giorno dell’esame per entrare al conservatorio per Mélanie. La piccola sente una grande pressione su di sé, nonostante i genitori, come detto, cerchino di non caricarla di aspettative. Mélanie fallisce, innervosita dal comportamento della presidente della commissione esaminatrice, una famosa pianista dall’innegabile talento.
Dopo una decina d’anni, Mélanie entra in uno studio di un famoso avvocato per uno stage. E’ rimasta una persona taciturna, calma, meticolosa, ordinata, educata. Nel frattempo si è fatta bella di una bellezza dal basso profilo, mai esibita. Quasi alla fine del suo stage, saputo che l’avvocato Fouchécourt, il proprietario, è in cerca di una persona che accudisca il figlio adolescente per assentarsi, si propone timidamente. Fouchécourt ne è entusiasta, colpito dalla serietà e dalla disponibilità della ragazza, e prende al volo l’occasione. Arriva il fine settimana, e Mélanie è alla stazione che aspetta l’arrivo della moglie e del figlio di Fouchécourt. E’ qui che scopriamo che la moglie dell’uomo non è altri che la presidente di quella famosa commissione che scartò Mélanie. Ci vengono dei sospetti.
Un film meraviglioso. Potremmo chiudere qui. Un dramma psicologico senza un urlo, un filo di sangue (a dire la verità in una scena ci sono entrambi), senza morti, senza che il “carnefice” abbia la faccia cattiva o da pazzo. Un film tipicamente francese, in un’atmosfera ovattata, con attori impeccabili sotto tutti i punti di vista (recitazione, abbigliamento, trucco, educazione, portamento, eleganza), che sembrano un po’ tutti ingessati ma che portano acqua alla causa. Un film sulla vendetta che potrebbe appartenere a Chan-Wook Park (non certo nella messa in scena, quanto per il concetto), ma che, come giustamente nota Nepoti su La Repubblica, ricorda più Chabrol e soprattutto Haneke. Una storia che avvince lentamente ma inesorabilmente, che dice con gli sguardi più che con i dialoghi, con una sottotrama di affascinante seduzione lesbica, che, con appunto uno sguardo o uno sfiorar di mani porta ad un altissimo climax intellettual-sessuale.
Regia assolutamente al servizio della storia, ma mai banale, misuratissima, musica appropriata, mai invasiva ma fondamentale, cast, come già detto, tutto in grande spolvero. Eccezionale, superlativa, la protagonista Déborah François, già acerba co-protagonista de L’Enfant dei Dardenne, qui cresciuta, bellissima, sensuale, ma soprattutto capace di comunicare un mondo di emozioni e sensazioni con una smorfia, un cambio di espressione appena accennato, un impercettibile movimento di un muscolo qualsiasi. Non dimenticherete facilmente la sua espressione durante la scena finale.
Un film imperdibile, che, a bassa voce, si propone fin da ora tra i migliori dell’anno. Un gioiello.
20070209
tornelli si , tornello no , tornello gnamme...
Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali
abusivi; tanta voglia di ricominciare abusiva.
Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne
truccate; il visagista delle dive e' truccatissimo.
Papaveri e papi, la donna cannolo, una lascrima sul visto:
Tornello si' Tornello no tornello bum, la strage impunita.
Puoi dir di si' puoi
dir di no, ma questa e' la vita. Prepariamoci un caffe', non rechiamoci al
caffe': c'e' un commando che ci aspetta per assassinarci un po'.
Commando si' commando no, commando omicida. Commando pam commando papapapapam, ma se
c'e' la partita il commando non ci sta e allo stadio se ne va, sventolando
il bandierone non piu' il sangue scorrera';
tornello si'? tornello no?
Quintali di tornelli.
Primario si' primario dai, primario fantasma, io
fantasma non saro' e al tuo plasma dico no. Se dimentichi le pinze
fischiettando ti diro' "fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza, fi fi fi
fi fi fi fi fi, ce l'ho nella panza".
Viva il crogiuolo di pinze. Viva il crogiuolo di panze. Quanti problemi
irrisolti ma un cuore grande cosi'.
Tornello si' tornello no tornello gnamme, se famo du spaghi.
Tornello sob Tornello prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l'Italia e' questa qua.
Fufafifi fufafifi Italia evviva. Italia perfetta, perepepe' nanananai.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo: in totale molto pizzo, ma l'Italia
non ci sta.
Italia si' Italia no, Italia si' ue', Italia no ue'ue' ue'ue' ue'.
Perche' la terra dei cachi e' la terra dei tornelli. No.
abusivi; tanta voglia di ricominciare abusiva.
Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne
truccate; il visagista delle dive e' truccatissimo.
Papaveri e papi, la donna cannolo, una lascrima sul visto:
Tornello si' Tornello no tornello bum, la strage impunita.
Puoi dir di si' puoi
dir di no, ma questa e' la vita. Prepariamoci un caffe', non rechiamoci al
caffe': c'e' un commando che ci aspetta per assassinarci un po'.
Commando si' commando no, commando omicida. Commando pam commando papapapapam, ma se
c'e' la partita il commando non ci sta e allo stadio se ne va, sventolando
il bandierone non piu' il sangue scorrera';
tornello si'? tornello no?
Quintali di tornelli.
Primario si' primario dai, primario fantasma, io
fantasma non saro' e al tuo plasma dico no. Se dimentichi le pinze
fischiettando ti diro' "fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza, fi fi fi
fi fi fi fi fi, ce l'ho nella panza".
Viva il crogiuolo di pinze. Viva il crogiuolo di panze. Quanti problemi
irrisolti ma un cuore grande cosi'.
Tornello si' tornello no tornello gnamme, se famo du spaghi.
Tornello sob Tornello prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l'Italia e' questa qua.
Fufafifi fufafifi Italia evviva. Italia perfetta, perepepe' nanananai.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo: in totale molto pizzo, ma l'Italia
non ci sta.
Italia si' Italia no, Italia si' ue', Italia no ue'ue' ue'ue' ue'.
Perche' la terra dei cachi e' la terra dei tornelli. No.
20070208
finalmente!!
Finalmente una legge che mi rende orgoglioso di aver votato questo governo:
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/coppie-di-fatto2/ddl-coppie-di-fatto/ddl-coppie-di-fatto.html
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/coppie-di-fatto2/si-governo-ddl/si-governo-ddl.html
http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=56235&idCat=40
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/coppie-di-fatto2/ddl-coppie-di-fatto/ddl-coppie-di-fatto.html
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/politica/coppie-di-fatto2/si-governo-ddl/si-governo-ddl.html
http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=56235&idCat=40
il calcio che ci piace
Mentre la parola tornello, che scopro, grazie allo Zingarelli, essere di (relativa) recente introduzione nella lingua italiana (lo stesso vocabolario data la prima apparizione di rilievo della suddetta parola 1965), sta ormai diventando una specie di tormentone, il toccasana, la panacea, l'acquasanta, insieme ad un gruppo di amici straordinari, un gruppo che si è creato per caso, da un incontro "virtuale" su una specie di chat legata ad un sito di tifosi livornesi, cresciuto fino a creare legami piuttosto forti, si è organizzata l'ennesima cena. Le cene scandiscono la nostra conoscenza, al pari delle partite casalinghe, di alcune trasferte, di qualche sporadica partita di calcetto (partite alle quali non partecipo più attivamente per manifesta incapacità a non farsi male), e suggellano la nostra seconda passione, dopo il calcio: il vino.
Ieri sera, grazie all'amico Ivano, è stata una sera speciale; sono intervenuti il Mister del Livorno, Daniele Arrigoni, il medico sociale Dr. Manlio Porcellini, oltre allo staff tecnico, l'allenatore dei portieri, il preparatore atletico e il vice-allenatore. E' stata una bella serata, il ristorante lo conoscevamo, come stare a casa, il Mister è stato disponibilissimo e divertente, lo stesso dicasi per il Dottore, gli aneddoti si sono sprecati, non abbiamo esagerato con le domande tecniche; ci siamo divertiti, e, così ci pare, anche lo staff tecnico è stato in sintonia. La parola tornello è stata nominata, ma nemmeno troppo.
Probabilmente eravamo al limite delle regole della legge Pisanu, o forse del decreto Amato (proibiti i rapporti tra società e tifosi). Rassicuratevi, nessuno si è fatto male. Dalla foto potete notare che la cena si è conclusa con tutti i partecipanti in buono stato di salute. Il Dottore è stato attento.
Foto by Ari
cornelio 2
Si chiacchierava (letta come l'Albanese che parafrasava l'ottimismo forzitaliota nella sua striscia Non cè problema) via sms con l'amico Filippo (vedi ai link il blog Suevele) del nuovo pezzo di Chris Cornell (foto), scritto appositamente per la colonna sonora dell'ultimo 007 Casino Royale, You Know My Name. Diceva lui "dì quello che ti pare, ma a me il pezzo nuovo di Cornell piace".
Rispondevo io laconico "Anche a me piace Michael Bolton".
Lo so, è quasi uno stereotipo. Si pensa troppo al passato, in certi casi, magari non si dovrebbe. Tutti si invecchia, si cambia, ci si smussa, si pensa alla pagnotta e alla famiglia da mantenere, alla pensione. Per cui magari si è troppo intransigenti, se si mette sulla bilancia il singer iper-dotato, dall'estensione superlativa, dal carisma epocale, da rispettare insieme alla sua band soprattutto perchè tra tutti i grungers, esclusi forse i pesantissimi ed estremi Melvins, erano probabilmente quelli che meno scesero a compromessi, seguendo la loro strada guardando dritto davanti, suonando la loro musica senza curarsi di "sfondare", di piacere a molti, di farsi capire, di lanciare messaggi politici, di fidanzarsi con starlette, di scioccare con overdosi varie.
Ma, più che altro, per quella straordinaria e rarissima dote che gli permise di sciogliersi, di morire, prima di diventare assurde fotocopie di se stessi.
Ha il suo fascino, questa You Know My Name. E come potrebbe essere altrimenti. I trucchi del mestiere, se non li conosce lui, chi li deve conoscere? E, paradossalmente, gli potrebbe venire da questo un onore maggiore, se solo si pensa che, pur conoscendo l'arte ruffiana di stregare il grande pubblico, di scrivere una hit, mai l'aveva usata con i Soundgarden.
Orecchiabilissima, dura ma levigata nei punti giusti, adattissima al contesto. Anche belloccia, se si vuole.
Ma come può reggere il confronto con un'epoca in cui lui e la sua band sceglievano come "singolo" un pezzo come Jesus Christ Pose?
Reso l'idea?
20070206
ancora etichette
Serata casalinga. Ho appena terminato di catalogare tutti gli oltre 900 post di questo blog. Le cosiddette "etichette". E' un metodo che vi permetterà, se lo desiderate, di consultarli seguendo un tema. E' stato un lavoro che ha richiesto un po' di tempo, e che certamente non è terminato; nel senso che accetteremo vostri suggerimenti. Se ritenete che alcuni post catalogati in una certa maniera possano appartenere anche ad un'altra categoria, scriveteci. Valuteremo. Siamo sicuri che ci sono post che possono appartenere, appunto, a due, tre, anche quattro categorie, ma in questo momento non ho più voglia di tornarci sopra. I vostri suggerimenti saranno bene accetti.
Foto: Cat, Farchana Refugee Camp Nr.9
Soundtrack: Los Lobos, Estoy sentado aquí
amic(h)i
Abbiamo un amico che è un vero poeta. Leggete qua
http://7se.blogspot.com/
E non importa essere di Roma per capire.
http://7se.blogspot.com/
E non importa essere di Roma per capire.
ma voi cosa dite?
Che gli vengono spontanee o se le prepara?
http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/politica/lettera-veronica-1/berlusconi-gay-donne/berlusconi-gay-donne.html
http://www.repubblica.it/2007/02/sezioni/politica/lettera-veronica-1/berlusconi-gay-donne/berlusconi-gay-donne.html
il suono di Napoli
Co’Sang, 1/02/2007, Firenze, Auditorium Flog
Tralascio ogni ulteriore commento: sono al Flog dalle 22,30, il concerto inizia alle 23,50 circa. Andiamo al sodo: si parte con l’Intro (e già sono ultra-contento, un minuto e venti secondi di Hip-Hop vero, e fatto in Italia) e dentro al Flog ci saranno poco più di un centinaio di persone. ‘Ntò e O’Luche’, accompagnati da DJ Rubo sono sul palco, e, pensate un po’, appaiono davvero contenti di “tutta questa gente”. Ci danno dentro, e dialogano col pubblico fin dalla prima pausa tra un pezzo e il seguente. Se da una parte seguono un po’ lo stereotipo dell’hip-hopper italiano (si e ci chiamano Fra’, definiscono il pubblico “massiccio”), dall’altra appaiono veri e sinceri, a partire dal loro stupore e la conseguente felicità nel vedere, appunto, più di un centinaio di persone lì per loro, per sentirli e magari per cantare con loro, le storie di Marianella, il rione di Napoli da dove provengono, orgogliosamente, ma senza nasconderne niente.
Dal vivo si perde un po’ l’ottimo beat che pervade il bellissimo disco d’esordio dei napoletani, penalizzati anche da un impianto davvero scarso, ma la carica e la simpatia senza filtri dei ragazzi copre il gap.
Tralascio ogni ulteriore commento: sono al Flog dalle 22,30, il concerto inizia alle 23,50 circa. Andiamo al sodo: si parte con l’Intro (e già sono ultra-contento, un minuto e venti secondi di Hip-Hop vero, e fatto in Italia) e dentro al Flog ci saranno poco più di un centinaio di persone. ‘Ntò e O’Luche’, accompagnati da DJ Rubo sono sul palco, e, pensate un po’, appaiono davvero contenti di “tutta questa gente”. Ci danno dentro, e dialogano col pubblico fin dalla prima pausa tra un pezzo e il seguente. Se da una parte seguono un po’ lo stereotipo dell’hip-hopper italiano (si e ci chiamano Fra’, definiscono il pubblico “massiccio”), dall’altra appaiono veri e sinceri, a partire dal loro stupore e la conseguente felicità nel vedere, appunto, più di un centinaio di persone lì per loro, per sentirli e magari per cantare con loro, le storie di Marianella, il rione di Napoli da dove provengono, orgogliosamente, ma senza nasconderne niente.
Dal vivo si perde un po’ l’ottimo beat che pervade il bellissimo disco d’esordio dei napoletani, penalizzati anche da un impianto davvero scarso, ma la carica e la simpatia senza filtri dei ragazzi copre il gap.
Chi more pe’mme è trascinante, e i ragazzi ce la fanno cantare, ‘O spuorc ha un sound quasi arabo, Raggia e tarantelle odora di Cypress Hill, Pe’ chi nun crere ti picchia nello stomaco a dritto (questo ora è per chi non crede, che ogni quartiere qua è una storia vera, passione e galera), Chello ca veco è spietata, Ind’o rione, forse, è il loro capolavoro, irresistibile e prepotente. Povere mman, nonostante quello che dice nel ritornello, è davvero commovente, e unisce melodia "classica" napoletana e Hip-Hop.
Finisce un’ora, la voce ormai è quasi andata, ma, commoventi, ‘Ntò e O’Luche’, terminato il repertorio, suonano per la seconda volta due pezzi già fatti prima. Il pubblico apprezza, loro ringraziano.
Co’Sang. Marianella. Hip-Hop 'e Napule. Coraggio ragazzi.
20070205
pagine nere (della storia)
Black Book – di Paul Verhoeven 2007
Giudizio sintetico: si può vedere
Rachel è una sopravvissuta. Alla Seconda Guerra Mondiale, all’Olocausto (in quanto ebrea), e non solo. Alcuni anni dopo la fine della guerra, un incontro fortuito riaccende in lei i ricordi mai sopiti. I nascondigli, il tentativo di fuga insieme alla sua famiglia, gli orrori, i tentativi di resistenza, le umiliazioni, perfino gli amori. Un percorso lungo, doloroso e difficile, sempre e costantemente tra la vita e la morte, tra l’odio profondo e la ricerca di una parvenza di amore. Una storia terribile e, insieme, meravigliosa.
Forse uno dei pochi film degni di una visione, in queste settimane misere di uscite, come sempre accade nell’attesa degli Oscar, questa interessante specie di thriller di guerra, se mi passate l’accostamento non proprio ortodosso, ci fa decisamente rivalutare Verhoeven, regista olandese prestato a Hollywood con alterni risultati, anche al botteghino. Come dimenticare infatti Robocop, Atto di forza e Basic Instinct, filmoni classicamente americani dal grandissimo successo di pubblico, quanto l’orrendo e mai dimenticato (in quanto, appunto, inguardabile) Showgirls. In tempi più recenti, poi, l’olandese ha continuato il suo percorso a zig zag con Starship Troopers (ingiustamente sottovalutato) e L’uomo senza ombra; più di un critico ha avanzato l’idea che in realtà Verhoeven sia sempre stato un buon regista, ma che gli abbiano sempre dato da dirigere dei copioni così così. Questa volta, assieme a Gerard Soeteman, mette mano lui stesso alla sceneggiatura, e dirige forse il suo film migliore, in quanto a spessore intellettuale. Sicuramente meno spettacolare (ma assolutamente non piatto, anzi), Verhoeven ci racconta una storia sicuramente interessante, senza cadere nel revisionismo, ma cercando di raccontarci quello che tutti quelli che non hanno vissuto quella guerra possiamo solo immaginare, e cioè che da qualsiasi parte, dev’essere stato molto difficile conservare correttezza e dignità. Non dimenticandosi forse la sua più grande ossessione, il sesso, e costellando la storia di continui colpi di scena sotto forma di ribaltamenti di “campo”, leggasi doppi giochi e tradimenti da parte dei protagonisti principali, conferma di saper maneggiare con grandissima abilità la macchina da presa e di riuscire a dirigere discretamente gli attori, ma soprattutto di saper disegnare grandiosamente le scene. Se vorrete, ne troverete molte da ricordare. Sicuramente una, quella della più grande umiliazione subita dalla protagonista femminile, Rachel, immediatamente dopo la fine della guerra, vi farà letteralmente rabbrividire e vergognarvi di appartenere al genere umano.
Leggermente prolisso (oltre due ore), classica ma sempre gradita la struttura circolare (o ellittica, come dicono i più colti), che parte dalla fine per poi tornarci, usando il flashback per raccontare la storia, non ci fa mancare, fra una nefandezza e l’altra, neppure diverse battute piuttosto ciniche e quasi esilaranti. Cast non conosciutissimo, ma tutto all’altezza.
Un buon film.
slave to the grind
Qui a sinistra, i Grinderman, disco in uscita a marzo.
Nick Cave, Martin Casey, Jim Sclavunos e Warren Ellis. In pratica, un nuovo progetto di Nick Cave con alcuni dei più fidati collaboratori degli ultimi tempi. Uno di quei dischi che migliorano mano a mano che lo ascolti.
Nei pezzi violenti, una volta di più Cave conferma di avere influenzato fortemente Jon Spencer. In quelli pacati, ti avvolge e canta con quella sua voce unica, sempre sull'orlo della stonatura. Il primo disco decente del 2007, dopo la grande delusione dei The Good, The Bad & The Queen.
Parlando di musica, dal lettore mp3 uscirà quanto prima Nelly Furtado e il suo Loose. Un disco insulso, una voce sprecata. Di Shakira ce n'è già una e ci basta. Invece, pur nella sua poppità, mi convince Paolo Nutini. In Million Faces sembra un po' Ben Harper quando fa Al Green. Autumn è bella e delicata. New Shoes è divertente. Il terzetto iniziale, Jenny Don't Be Hasty, Last Request e Rewind, ti si pianta in testa. Ottimo passatempo.
Foto tratta da http://www.avopolis.gr/news/default.asp?ID=9004
20070204
associazioni indebite
Parto da un videclip che metto in sottofondo per lavorare al pc. La stupenda Bring It On di Nick Cave. Per la prima volta metto a fuoco che ha un giro di basso da paura. Provatelo.
Vado avanti con il download di video vari, e termino una chicca: 45 minuti del Premio Tenco del 1986, a Sanremo. Tom Waits sulla Rai. Mi ricordo che lessi su Rockerilla di questo evento. Mi ricordo che mi giravano i coglioni per non poter essere presente; un sacco di menate, non era così facile come qualcuno potrebbe pensare. Avevo 20 anni, una macchina per tutta la famiglia, se non erro avevamo una Fiat 128 antichissima, e poi il Premio Tenco va su inviti. Vabbé. Straordinario documento.
Cambio clip. Una cover dalla inarrestabile carica funky: Burning Down The House, in origine dei geniali Talking Heads di David Byrne, fatta da Tom Jones & The Cardigans. Nina Persson che ti stende con i capelli biondi a caschetto tipo Raffaella Carrà. Lo so, c'ho la fissa. Altro giro di basso micidiale. Provatelo.
Music in the air.
completo
Stanotte mi è arrivato un sms (tre volte, capirete l'emozione) del mio ex bassista: era nata la sua prima figlia. Parte immediata una riflessione: tutti e tre i miei ex compagni di band hanno famiglia e figli, il 98% dei miei amici storici hanno famiglia e figli. Io no. Io, come dico spesso, ho una famiglia "leggera" (padre, sorella), mio padre ha una compagna, mia sorella ha un compagno, e un figlio (mio nipote, Alessio). Io sono single.
Non riesco, per questo, a sentirmi incompleto. O forse lo nascondo bene, incluso a me stesso.
Photo by Otello, Alessio e il dindolò
perchè?
Provo a dare risposta alla domanda dell'amico Massi, che si chiedeva dopo Moggi, Calciopoli, Cragnotti, Cirio, Gaucci, Moreno, Nike, Ronaldo, e Catania, cosa spinge qualcuno ad interessarsi ancora di calcio. Eccola.
Il calcio è un bello sport, al quale non ho mai saputo giocare. Mi piace vedere chi ci sa giocare, mi piace sostenere la squadra della città che è il mio capoluogo di provincia, quella che sento più vicina alla mia indole. Mi piace andare allo stadio e incontrare gli amici, vedere le fighe vestite a festa, mi piace andare in trasferta, partire presto la mattina, fare colazione insieme agli amici, pranzare insieme, urlare insieme e magari goderci insieme per un gol. Mi piace quando uno stadio intero urla di gioia quando si fa un gol, una sensazione di gioia collettiva che ti stona più di una droga. Mi piace perfino quella sensazione di frustrazione quando un gol lo subisci. Mi piace estraniarmi dal resto e concentrarmi sulla partita, sui movimenti dei calciatori senza palla, sui contrasti, sulle scaramucce tra difensore e attaccante, sulla mimica dei calciatori accusati di un fallo, le loro reazioni a un gesto atletico importante.
Sono epicureo, ma anche masochista. Mi piace il calcio.
Il calcio è un bello sport, al quale non ho mai saputo giocare. Mi piace vedere chi ci sa giocare, mi piace sostenere la squadra della città che è il mio capoluogo di provincia, quella che sento più vicina alla mia indole. Mi piace andare allo stadio e incontrare gli amici, vedere le fighe vestite a festa, mi piace andare in trasferta, partire presto la mattina, fare colazione insieme agli amici, pranzare insieme, urlare insieme e magari goderci insieme per un gol. Mi piace quando uno stadio intero urla di gioia quando si fa un gol, una sensazione di gioia collettiva che ti stona più di una droga. Mi piace perfino quella sensazione di frustrazione quando un gol lo subisci. Mi piace estraniarmi dal resto e concentrarmi sulla partita, sui movimenti dei calciatori senza palla, sui contrasti, sulle scaramucce tra difensore e attaccante, sulla mimica dei calciatori accusati di un fallo, le loro reazioni a un gesto atletico importante.
Sono epicureo, ma anche masochista. Mi piace il calcio.
20070203
poche parole
A me a volte non sembra, ma continuando il lavoro delle "etichette" mi rendo conto che su questo blog si parla spesso di calcio. E allora, non posso esimermi da dire due parole sul fatto del giorno, un fatto orribile. Ieri sera, a Catania, è morto un poliziotto. Forse potremmo dire che è stato ucciso, non so. Una bomba carta gli è arrivata in auto da dentro lo stadio. Non sono riuscito a terminare di leggere l'articolo che raccontava la cronaca, ero troppo triste e commosso.
Vorrei, come detto prima, dire poche parole. Non importa che partita fosse, chi sia stato, perchè si giocasse di venerdì, il colore delle tifoserie, il perchè. Quando si muore, non va bene. Partiamo da questo fatto: si deve morire di vecchiaia (nel senso che bisogna combattere anche le malattie). Allo stadio, come in ogni luogo che rappresenta non solo lo sport, ma il superfluo, ci si va per divertirsi. Se ci si muore, ma anche se ci si fa solo male, c'è qualcosa di profondamente sbagliato, c'è qualcosa che non va.
E vediamo, per cortesia, di non abituarci anche a questo, oltre che agli inverni caldi e alla neve colorata che puzza (scesa in Siberia). Per cortesia.
Grazie.
Vorrei, come detto prima, dire poche parole. Non importa che partita fosse, chi sia stato, perchè si giocasse di venerdì, il colore delle tifoserie, il perchè. Quando si muore, non va bene. Partiamo da questo fatto: si deve morire di vecchiaia (nel senso che bisogna combattere anche le malattie). Allo stadio, come in ogni luogo che rappresenta non solo lo sport, ma il superfluo, ci si va per divertirsi. Se ci si muore, ma anche se ci si fa solo male, c'è qualcosa di profondamente sbagliato, c'è qualcosa che non va.
E vediamo, per cortesia, di non abituarci anche a questo, oltre che agli inverni caldi e alla neve colorata che puzza (scesa in Siberia). Per cortesia.
Grazie.
20070201
anche voi?
Capita anche a voi di vedere chiaramente "pezzi" della persona amata un po' in tutte le persone del sesso che vi attrae principalmente?
A me capita anche di vedere qualcosa di Nina Persson in molte ragazze.
Capita anche a voi? Sono malato?
Foto tratta da www.rollingstone.de/forum
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