No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070515

mi barrio


Non è peccato – La Quinceañera – di Richard Glatzer e Wash Westmoreland 2006

Giudizio sintetico: si può vedere

Los Angeles, quartiere di Echo Park, oggi. Il quartiere è un barrio, abitato da sempre da immigrati messicani, ormai ben integrati, ma appartenenti alle classi medio-basse della società. Le tradizioni si conservano, forti, una di queste è la festa de la Quinceañera, per ogni ragazza che compie 15 anni. Si festeggia con grande sfarzo e con un mix di tradizioni latine e americane, rappresenta una sorta di ingresso in società della ragazza, che da bambina diventa adulta. Mentre si festeggia la Quinceañera di un amica, Magdalena pensa alla sua, tra meno di un mese. Sta vivendo una bella storia con il suo ragazzo, mentre il quartiere sta subendo delle trasformazioni radicali: è diventato una sorta di terra di conquista per i bianchi della buona borghesia, che comprano le vecchie case dei latinos e le ristrutturano, facendo così lievitare tutti i prezzi della zona. Il cugino di Magdalena, Carlos, è stato cacciato di casa perché gay, e viene respinto in malo modo dalla security durante la Quinceañera dell'amica di Magdalena. Carlos vive con lo zio Tomas, un anziano dal grandissimo cuore che sopravvive con i suoi ricordi e vendendo in giro champurrado. Una zia si offre di sistemare il vestito della quinceañera per Magdalena, ma mentre le prende le misure ci si accorge che Magdalena sta ingrassando.

Una piacevole sorpresa, questo film a basso budget vincitore del premio della giuria al Sundance 2006. Attori in buona parte non professionisti diretti egregiamente, un quartiere che diventa protagonista (anche durante la lavorazione; raccontano i registi che “la gente ci lasciava entrare nelle case, si cambiava per fare da comparsa, ci prestava i vestiti della Quinceañera, cucinava per noi”), ma anche un ottimo e delicato lavoro su diversi temi interessanti: il razzismo contro i gay in una comunità omofobica come quella dei latinos, l’importanza dell’illibatezza delle ragazze, sempre nella stessa comunità, i difficili rapporti tra bianchi e messicani, sempre sul filo della supponenza, la scoperta della sessualità degli adolescenti, con le conseguenti “fregature” se non adeguatamente supportati da una famiglia abbastanza aperta e dialogante. Sullo sfondo, i cambiamenti del quartiere, cambiamenti dettati dal denaro e soprattutto dalla tendenza speculativa tutta statunitense (ma non solo), che, immaginiamo, accada un po’ dovunque. Nonostante questo, il film passa con spregiudicatezza a situazioni drammatiche a momenti di buona ilarità, e non mancano battute fulminanti.

Davvero niente male.

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