No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080406

il mondo deve sapere


Tutta la vita davanti - di Paolo Virzì 2008


Giudizio sintetico: da vedere


Marta è siciliana, e a 24 anni si laurea brillantemente (110 e lode con abbraccio accademico) in Filosofia a Roma, dove vive ovviamente da un po'. La vita che la sta aspettando non è così rosea. I colloqui di lavoro si risolvono tutti con il classico tormentone "le faremo sapere", il fidanzato, anche lui brillantemente laureato ma in fisica quantistica, vola negli USA dopo averla leggermente presa in giro, e la loro storia si perde con la lontananza, la madre di Marta ha un cancro e le rimane poco da vivere. L'unico lavoro che riesce a trovare è quello di babysitter per la figlia di Sonia, conosciuta sulla metro. Sonia è una sciroccata ai massimi livelli, e Marta si ritrova a fare da madre alla bambina; ma la stessa Sonia introduce Marta alla Multiple, dove lei già lavora, ed ecco finalmente un lavoro. Ma è un lavoro precario, part-time, come telefonista, alla ricerca di "polli" (potenziali clienti) per l'altra parte dell'azienda, che in pratica vende un oggetto inutile, un depuratore di acqua da rubinetto. Il clima dell'azienda è surreale: le telefoniste sono "motivate" da Daniela a tempo di musica, e allo stesso tempo schiavizzate e fatte oggetto di mobbing continuo, i venditori del depuratore, agli ordini di Claudio, fanno la Haka per caricarsi e fanno subire penitenze umilianti a chi "vende" meno. Chiude il cerchio Giorgio Conforti, sindacalista dalla parte dei precari che si scontra con il muro di gomma delle aziende e con l'ovvia diffidenza dei precari stessi terrorizzati dal sistema creatosi.


Virzì torna prepotentemente, con il suo nuovo film, dopo la parentesi (gustosissima, tra l'altro) storica di N Io e Napoleone, a tematiche d'attualità; ma se Caterina va in città, seppur preciso spaccato culturale dell'adolescenza cittadina, risultava un po' confusionario, se My name is Tanino risentiva della crisi cecchigoriana e dei conseguenti e ripetuti stop alle riprese, risultando poco ficcante, se Baci e abbracci risultava debole seppur divertente, quasi un seguito di Ovosodo, delizioso spaccato proletario e, al tempo stesso, doveroso dazio sentimentale pagato alla sua città d'origine, Livorno, Ferie d'agosto e La bella vita risultavano, ad oggi, ancora i migliori lavori, anche se acerbi. In questo Tutta la vita davanti, Virzì dimostra di possedere ormai appieno tutti i numeri e le qualità per risultare un regista "esportabile", capace di dirigere, e scrivere (in compagnia del fido Francesco Bruni) film degni della migliore commedia all'italiana, quella che avevamo ormai perso le speranze potesse trovare un erede degno.

Il film è quasi perfetto, da tutti i punti di vista. Ci sono movimenti di macchina interessanti, soprattutto negli esterni, c'è una buona fotografia, adatta alla storia, c'è un grande ritmo, ci sono belle battute, alcune davvero memorabili, c'è un atmosfera "agrodolce" che ti fa ridere continuamente ma spesso ti fa vergognare un attimo dopo, perchè ci si accorge che le situazioni descritte sono disumane e tremendamente vere ed attuali; come sempre da applausi sia i titoli di testa che quelli di coda. E poi, c'è un cast veramente all'altezza, a tutti i livelli, diretto in maniera straordinaria, e una sceneggiatura incalzante e spietata, tratta dal libro Il mondo deve sapere della blogger sarda Michela Murgia.

Accanto ad una Ferilli perfettamente in parte c'è un Ghini gigione ma soprattutto un Mastandrea spettacolare; tra i volti meno noti c'è la protagonista Marta, interpretata da Isabella Ragonese (aveva all'attivo in pratica solo una piccola parte in Nuovomondo di Crialese) che regge alla grandissima il film sulle spalle, e il suo opposto Sonia, una Micaela Ramazzotti davvero bravissima (guardatevi solo il cambiamento di espressione nel primo piano sui titoli di coda).

A volte ridondante la voce narrante di Laura Morante, ma tutto sommato è un peccato veniale. Quel che resta è un film al tempo stesso molto divertente, violentemente attuale, fortissimamente militante. Non è per campanilismo se vi dico che Virzì questa volta ha fatto davvero centro. Da non perdere.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bella recensione, condivisibile in pieno!
perfetta la ferilli nel ruolo!!una conferma elio germano...

lafolle ha detto...

virzì.l'altra sera a le invasioni barbariche alla domanda: vorresti che il livorno vinca lo scudetto o che che il pd vinca le elezioni.
lui rispose: chi se ne frega del livorno!

solo per la cronaca.

lafolle ha detto...
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