No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091106

voces innocentes


I figli della guerra - di Louis Mandoki 2004


Giudizio sintetico: si può vedere


Tra il 1980 e il 1992, il piccolissimo stato di El Salvador fu devastato da una infinita guerra civile, tra l'esercito che manteneva il potere con la forza, e con gli aiuti degli USA (e l'appoggio dell'allora Presidente Ronald Reagan), e la guerriglia di sinistra. Il conflitto fu così duro, che l'esercito si vide costretto, per rimpinguare le proprie fila, a reclutare i bambini nelle scuole, al compimento del dodicesimo anno d'età. Il film racconta l'infanzia di Chava, undicenne salvadoregno, il cui padre se ne andò negli USA per sfuggire al conflitto, e del suo rapporto con la madre, Kella, con i due fratellini minori, con i compagni di scuola, con la nonna, col suo primo amore Cristina Maria, mentre la famiglia vive nelle baracche, le pallottole passano quasi tutte le sere ad altezza uomo, le piogge martellano il già povero territorio, ma, come si dice, la speranza è l'ultima a morire.


Basata sulla vera storia dell'infanzia dello scrittore salvadoregno Oscaro Orlando Torres, anche co-sceneggiatore insieme al regista, Mandoki, messicano con vari film statunitensi alle spalle e una propensione rischiosissima al melò (ci ricordiamo di lui lo straziante Amarsi del 1994, con Andy Garcia e Meg Ryan, e il pesantissimo Le parole che non ti ho detto, del 1999 con Kevin Costner, Paul Newman e Robin Wright Penn, da Message In A Bottle di Nicholas Sparks), ci mostra con discreta eleganza e con scenari suggestivi, abbastanza ben fotografati (anche se non si riesce a non pensare che molte scenografie siano ricostruite in teatri di posa), la storia martoriata di un paese troppo spesso dimenticato, che ha sofferto un po' come tutto il centro-sud America, la stessa storia di sempre. Certo, la tendenza alla ricerca della lacrima facile è il maggior difetto del lavoro di Mandoki, che di certo rimane molto in superficie per quanto riguarda i legami con gli USA, le motivazioni dell'esercito salvadoregno, le attività della guerriglia, il ruolo della Chiesa. Se però non sapete proprio nulla su questa storia, almeno vi darà una base minima.

Il bambino protagonista, Carlos Padilla, è bravino, anche se non eccezionale (la mano un po' troppo "emozionale" di Mandoki, a mio giudizio, si nota anche nella direzione), l'attrice che interpreta la madre, Leonor Varela, molto bella seppur vagamente imbruttita dalla situazione (cilena, l'abbiamo vista in una particina ne La maschera di ferro e in una più importante ne Il sarto di Panama), si fa notare forse di più Daniel Giménez Cacho, nei panni del prete: l'abbiamo visto in La zona, La mala educación (anche qui faceva il prete), Nicotina.

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