No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121020

Millennium Trilogy

Uomini che odiano le donne (2007)
La ragazza che giocava con il fuoco (2008)
La regina dei castelli di carta (2009)
di Stieg Larsson

Svezia, oggi. Nell'immaginario collettivo, paese ordinato, educato, democratico; il paese del welfare "dalla culla alla tomba", dove tutto funziona, dove tutto è limpido. E invece.

Millennium 1
Mikael Blomkvist è un esperto giornalista investigativo, che vanta anni di esperienza, coscienza incorruttibile, etica profonda. Ma è appena terminato un processo dove lui era imputato, ed ha perso. E' condannato, causa diffamazione a mezzo stampa ai danni del finanziere Wennerstrom, ad una discreta pena pecuniaria, e ad una detenzione di qualche mese. Decide quindi di dimettersi dalla carica di direttore responsabile della rivista Millennium, da lui fondata insieme all'amica e amante Erika Berger, per evitare altri problemi alla rivista stessa e ai suoi collaboratori. Millennium riflette il carattere di Blomkvist: è un mensile politico/economico che sferza continuamente i potenti, e che mette in pratica un giornalismo investigativo che non fa sconti. Stavolta qualcosa è andato storto, con Wennerstrom. Mikael, vista la situazione, accetta un incarico "privato": l'ex magnate industriale Henrik Vanger gli affida il compito di scoprire qualcosa di più sulla scomparsa della nipote prediletta, Harriet, scomparsa trentasei anni prima. Contrariamente a quanto ci si aspetti, Blomkvist sarà affiancato, in questa indagine, da Lisbeth Salander, personaggio fondamentale della saga. Lisbeth è una ragazza di circa 24 anni, minuta, asociale, che ha subito sicuramente dei traumi infantili; è una hacker di livello mondiale, e collabora con la Milton Security, una società di investigazione privata. Ecco perché l'accoppiata è inaspettata: in realtà, Lisbeth viene incaricata inizialmente dalla Milton, su richiesta dell'avvocato di Vanger, di svolgere delle indagini sulla vita privata di Mikael. La strana coppia scoprirà un segreto terribile.


Millennium 2
La conclusione dell'indagine su Harriet Vanger, ma soprattutto la fine dell'impero Wennerstrom, ha portato a Lisbeth una enorme "indipendenza economica". La ragazza si prende quindi un lungo periodo di vacanza; ma in Svezia, una concomitanza di eventi fa si che lei stessa si ritrovi sospettata di un triplice omicidio. Mikael, che ha sviluppato un'affezione particolare per lei, si schiera immediatamente dalla sua parte, pronto a difenderla a tutti i costi, e parte quindi per la sua indagine personale. Tutti questi avvenimenti convincono Lisbeth che è arrivata l'ora per regolare definitivamente i conti con il suo passato.

Millennium 3
La resa dei conti è stata cruenta, ma le vittime sono state solo "collaterali": i protagonisti sono ancora tutti vivi, ancorché malmessi. Con Lisbeth tenuta sotto sorveglianza in ospedale, in attesa di essere trasferita in carcere per lo strascico dell'inchiesta della seconda parte, e per i fatti che l'hanno relegata in ospedale, e l'artefice di Tutto il Male (così Lisbeth chiama quello che le è successo tra i 12 e i 14 anni, un'esperienza che ha forgiato il suo carattere di merda, ma pure la sua forza di volontà) nella stanza adiacente, comincia una guerra di nervi. Nel frattempo però, l'instancabile Mikael convince Lisbeth ad assumere come avvocato difensore la di lui sorella Annika, e mette in atto alcuni stratagemmi che permetteranno di affinare la difesa stessa. Sorprendentemente, la resa dei conti avverrà in tribunale. E scopriremo che la vita di Lisbeth non è stata altro che una merce di scambio, dentro una storia molto più grande.

Come vi dicevo nella recensione di Uomini che odiano le donne (e in quella del remake statunitense), e come correttamente faceva notare l'amico Monty, noi pseudo-intellettuali cinematomusicofiloletterari siamo fondamentalmente degli snob vestiti da straccioni, ma straccioni relativamente puliti, per intendersi non come i punkabbestia che stanno fuori dai centri commerciali a chiedere gli spiccioli col sorriso sulle labbra, o nei parcheggi vuoti con le loro roulotte e i cani. E quindi, essendo casual-snob, figuratevi con quale superiorità ci impegniamo ad evitare i libri che tutti, ma proprio tutti leggono. (So benissimo che vado a dirvi cose che avete già letto e sentito migliaia di volte, ma mi piace allungare il brodo ogni tanto) La cosiddetta Millennium Trilogy dello svedese Stieg Larsson, giornalista e scrittore svedese esperto di organizzazioni neonaziste, fondatore della rivista antirazzista Expo, morto a 50 anni nel 2004 (in pratica, a parte la morte, è piuttosto chiaro che Larsson si è creato un alter ego con Blomkvist, e così come avremmo fatto tutti - noi maschi - lo ha fatto più bello e gran scopatore), è uscita interamente postuma anche in Svezia, è stata tradotta in molte lingue, ha venduto milioni di copie (e sta avendo due trasposizioni cinematografiche). Tra l'altro, Larsson aveva intenzione di allungare di parecchio la saga, c'è chi dice arrivando a sette libri, c'è chi sostiene addirittura che voleva arrivare a dieci; ma la sua morte improvvisa ha segato questa possibilità.
E quindi, il caso spesso è importante nelle cose che ci accadono. Succede che gli amici mi stanno quasi convincendo (prima Monty, come detto, poi pure Massi, che ogni anno mi ospita in Polonia), e succede che in agosto, nel bel mezzo di un periodo in cui leggo romanzi e libri da 150 pagine in un solo giorno, vado per dieci giorni in Polonia, ma per contenere peso e volume del bagaglio non mi porto dietro nessuna lettura. A casa di Massi, in italiano ci sono solo il primo ed il terzo volume della suddetta trilogia, e quindi mi leggo il primo in tre giorni, e il terzo (per secondo) in cinque (stiamo parlando di libri di oltre settecento pagine); torno verso casa, e alla stazione di Milano Centrale mi compro il secondo volume, leggendone quasi metà durante il viaggio in treno fino a Livorno, e lo termino nei primi giorni di settembre, sotto l'ombrellone.
E' giustificato il successo che ha riscosso la trilogia? In effetti, si. La storia, anzi le storie, sono avvincenti e ben sviluppate; la prosa è piuttosto elementare, comprensibile da chiunque, e la scorrevolezza quindi è assicurata. Linguaggio semplice, storia avvincente, più, ultimo ma non meno importante, una serie impressionante di personaggi, non solo quelli principali, assolutamente ben disegnati, sfaccettati, complessi, diversi tra di loro. C'è pure da aggiungere che Larsson, anche se ambienta alcuni passaggi nei luoghi più disparati del globo, basa tutto sulla Svezia e su Stoccolma, riuscendo a renderla talmente intrigante che dal 2008, nella capitale svedese si organizzano tour nei luoghi dove si svolgono le storie dei libri.
Non è tutto. L'ideale etico-giornalistico permea le tre storie, Blomkvist ne è il paladino; la struttura dello Stato democratico è un altro fulcro delle storie. E poi c'è il maschilismo, gli "uomini che odiano le donne": c'è un messaggio fortemente femminista, se così vogliamo definirlo, nella saga: Lisbeth è una specie di crociata dell'argomento.
I libri sono decisamente migliori dei film, che non sono male, come detto nelle scorse settimane, ma che soffrono di mancanza di "spazio". Vale davvero la pena di leggerli. Per riprendere il discorso dello "spazio", di tutte le cose interessanti che le versioni cinematografiche hanno "sacrificato", e dare sfogo ad una delle mie/nostre (relativamente) nuove passioni, a mio giudizio (che combacia con quello dell'amico Massi) Millennium poteva tranquillamente essere trasformato in una serie tv da almeno 6 stagioni, 12 episodi da 50 minuti (minimo). HBO, forza!

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