No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081020

non si esce vivi dagli anni '80? parte 1

Da D la Repubblica delle donne nr.618

Sono gli anni che hanno spazzato via il comunismo. Che ci hanno dato benessere e frivolezza. Cosa ne resta? Grande avidità. Intolleranza. E una fede cieca nella furbizia

di Nicla Vassallo

Sono stati anni esagerati, intemperanti, trasgressivi, liberi, che hanno raggiunto il loro culmine nel 1989 con la caduta eclatante del Muro, identificata dai più con la caduta perpetua di ogni muro. Materialmente a frantumarsi era invece solo quello di Berlino. Altri agghiaccianti muri materiali sarebbero stati innalzati da lì a poco, con ogni sorta di pretesto, mentre molti steccati paradigmatici e reali, sebbene incorporei, sono lungi dal cadere. Siamo abituati ai revival. Dopo quello degli anni Sessanta e Settanta, assistiamo ora nella cultura, nella moda e nella musica al ritorno degli anni Ottanta. Ma mentre è stata offerta più di una valutazione degli anni Sessanta e Settanta, specie attraverso l'analisi del '68 e del '77, sugli anni Ottanta non è facile trovare considerazioni capaci di aspirare a una qualche oggettività. Sebbene festeggiassimo, non ci mancavano gli elementi per subodorare che ci avrebbero lasciato con parecchie illusioni e delusioni. Il thatcherismo avrà anche ringiovanito l'economia, ma insieme all'edonismo reaganiano ha creato un Ivan Boesky, l'emblema dell'operatore di Borsa, capace di esaltare gli aspetti positivi dell'avidità e della cupidigia a tal punto che, non durante quattro chiacchiere al bar, ma all'università di Berkeley, California, nel 1986 afferma: "L'avidità è sana. Puoi essere avido e comunque sentirti in pace con te stesso". Nello stesso periodo avremmo senz'altro dovuto prestare più attenzione a uno scambio di battute di Ritorno al futuro, il film di Robert Zemeckis: Doc Brown: "Dimmi, ragazzo del futuro, chi è il Presidente degli Usa nel 1985?"; Marty McFly: "Ronald Reagan"; Giovane Emmett Brown: "Ronald Reagan? L'attore? Eh! E il vicepresidente chi è? Jerry Lewis? Suppongo che Marilyn Monroe sia la First Lady... e John Wayne il ministro della Guerra". Potevamo forse immaginare che da lì a poco parecchi politici si sarebbero atteggiati a comici, che molti comici avrebbero iniziato a discettare di politica, che la First Lady francese sarebbe stata un'ex top model? È che forse thatcherismo ed edonismo reaganiano ci sembravano controbilanciati da Mikhail Gorbaciov, in cui confidavamo più del necessario, anche perché non ci saremmo mai figurati che il destino gli avrebbe riservato una fulgida carriera da "testimonial".

continua

1 commento:

Anonimo ha detto...

sono gli anni del non ESSERE...dalla musica alla politica,non salverei quasi niente di quell'epoca.

punkow