No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081008

la battaglia di Bucarest


Pa-ra-da - di Marco Pontecorvo 2008


Giudizio sintetico: da vedere


1992, Miloud è un giovane clown franco-algerino impegnato nel volontariato. Si reca in Romania, paese reduce dal crollo del regime solo 3 anni prima; dopo la provincia passa dalla capitale, Bucarest, dove dovrebbe fermarsi pochi giorni da alcuni amici prima di tornare in Francia. E invece, dal furto di un panino alla stazione, nasce la sua curiosità per i "boskettari", bambini e adolescenti che vivono nelle fogne vicine e tirano avanti rubando, mendicando, prostituendosi e sniffando colla. Miloud si invaghisce di questa realtà, si avvicina ai ragazzi che dapprima diffidano, poi, pian piano, si lasciano conquistare completamente dalla generosità e dall'entusiasmo di Miloud, che li coinvolge nella realizzazione di un vero e proprio spettacolo circense povero ma che rappresenta l'unica possibilità di riscatto dei boskettari.


Buon sangue non mente, è la prima cosa che si pensa, assistendo al debutto sulla lunga durata di Marco, figlio di Gillo Pontecorvo. Apprezzato direttore della fotografia, autore di un corto con John Turturro come protagonista, Pontecorvo si affida ad una storia vera e ad una specie di documentario romanzato per toccare le corde del sentimento degli spettatori, ma lo fa in maniera per niente ruffiana. La sceneggiatura avanza a piccoli passi, senza enfatizzare neppure le realtà più basse e sconvolgenti, e rimane ben equilibrata nel dipingere la figura centrale di Miloud e quelle di tutti i ragazzini. La fotografia è "povera", tendente al grigio, volutamente sporca ma maledettamente funzionale, la macchina da presa è nervosa (a mano) nella prima parte, poi si "calma" nella seconda, scruta i volti e i movimenti. Gli attori sono ottimi, oltre al bravo Jalil Lespert nei panni di Miloud, indimenticato protagonista di Risorse umane di Cantet (ma ce lo ricordiamo anche ne Le passeggiate al Campo di Marte del grande Guédiguian), e a una meno incisiva Evita Ciri (figlia di Paola Pitagora, l'abbiamo vista in Figli/Hijos di Bechis) nei panni di Livia, una piccola parte di Daniele Formica (Don Guido), sono grandissimi tutti i ragazzi e le ragazze che interpretano i boskettari.

Ci si emoziona con il crescendo della storia, si piange di gioia con il riscatto finale di Cristi. Il finale sembra allegro ma non lo è (guardatelo tutto), ed è così che doveva essere.

Coraggioso.

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