No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110214

l'arnacoeur


Il truffacuori - di Pascal Chaumeil (2011)

Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: ma gionnideppe un nielo dà dammangià a leilì?

Alex Lippi per vivere "rompe" le coppie. Insieme alla sorella Mélanie (specializzata in travestimenti e lingue straniere), e al di lei marito Marc (informatico di base, ma si adatta a fare un po' di tutto), accettano lavori da fratelli, padri, amiche, di donne legate ad un uomo che non le merita, e fa in modo che la donna in questione capisca, prendendo una sbandata per lui, che l'uomo al quale si è legata non fa per lei. Lo fanno solo nel caso in cui la donna sia infelice.
Nonostante siano bravi nel loro lavoro, sono con i conti in rosso. Ecco perché accettano di far separare Juliette Van Der Becq, bella e ricca enologa, dal fidanzato inglese Jonathan, su commissione del padre di lei, nonostante Juliette sembri apparentemente la donna più felice del mondo, e Jonathan appaia come un uomo premuroso e gentile, innamoratissimo, oltre che ricco in una maniera quasi oscena.
Per Alex, così come per la sua squadra, sarà la prova più dura. Che si complica ulteriormente quando...

Le cose stanno così: non è che stiano uscendo molti bei film ultimamente, Romain Duris è un attore che, a parte Bambole russe, ha fatto sempre film interessanti, anche difficili, Vanessa Paradis è pur sempre un bel vedere (e ha pure azzeccato qualche film, si ricordi per tutti La ragazza sul ponte), le recensioni in anteprima parlavano di un film scoppiettante, di un successone al botteghino francese, di una sceneggiatura ad orologeria, scomodando Billy Wilder, e Duris stesso, in un'intervista, diceva che aveva scelto questa commedia romantica perché gli era piaciuto tantissimo lo script. Quindi, dico, perché non andare a vedere questo film?
La domanda si ribalta dopo averlo visto: perché andarci? Non ci sono motivi, tra l'altro la Paradis sembra un po' la versione francese della Knightley, nel senso che è paurosamente scavata in viso, ed effettivamente un po' troppo esile.
Non ci sono motivi perché si sorride qua e là, ma la sceneggiatura scorre esilmente tra gag stantìe e romanticherie scontate, musiche insopportabili e recitazioni tutte sopra le righe, a parte quelle della Paradis che non se la cava malissimo, per un filmetto che scomparirebbe anche solo se confrontato con French Kiss (qualcuno l'ha fatto).
Titolo corretto, perché esatta traduzione del gioco di parole del titolo originale francese (ma solo perché la Lucky Red l'ha fatto scegliere agli spettatori), per un film che si rivela non necessario, e neppure troppo divertente.

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