No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110224

true grit


Il Grinta - di Ethan e Joel Coen (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: è l'anno delle bimbettefenomeno



Verso la fine del 1800, dopo la fine della Guerra Civile Americana, la quattordicenne Mattie Ross, ragazza di campagna della contea di Yell, sempre in Arkansas, si reca a Fort Smith per riconoscere la salma del padre Frank, ucciso per futili motivi dal proprio dipendente Tom Chaney. La ragazzina, che racconta la storia quando ormai è un'anziana zitella, era sorprendentemente determinata e sveglia per l'età. Decisa a vendicare la morte del padre, dapprima contratta con il venditore di cavalli, presso i quali il padre e Chaney si erano recati, per riavere i soldi dei cavalli che alla fine aveva perso (perché rubati da Chaney, che dopo aver ucciso Frank Ross si era dato alla fuga), ed acquistare un nuovo cavallo, dopo di che si reca dallo sceriffo per prendere informazioni sui cacciatori di taglie ufficiali, che circolano nella zona.

Decide che Reuben J. Rooster Cogburn è quello giusto, quello che ha la true grit, e dopo una certa insistenza, lo contratta per riacciuffare Chaney. La cosa sulla quale Cogburn non vuole contrattare, è che Mattie vada con lui nel Territorio Indiano per la caccia. Ma Mattie ha la testa durissima, più dura di quella di Cogburn.

Intanto, anche il Ranger Texano LaBoeuf è sulle tracce di Chaney, per un crimine da lui commesso in Texas.



Mi piacerebbe capire il motivo che ha spinto i fratelli Coen ad intraprendere il terzo adattamento del romanzo omonimo (True Grit) di Charles Portis, ma forse possiamo arrivarci: alla fine, anche loro sono interessati alla Storia e alla formazione di quella grande nazione confederata, che sono gli Stati Uniti d'America, e visto che è stata soprattutto costruita con la violenza, questo si sposa piuttosto bene con una delle loro specialità. Non c'è quindi da aspettarsi, purtroppo, una storia complessa dal punto di vista intellettuale, seppur pregna d'ironia e sarcasmo come era A Serious Man, bensì appunto una riedizione di una storia conosciuta (e, in alcuni punti, anche piuttosto scontata), con una certa atmosfera congeniale, e delle sottolineature che diano il punto di partenza per qualche riflessione.

Un altro motivo per cui i Coen possono aver scelto questa storia, è il personaggio principale (che però è candidata come Best Actress in a Supporting Role, stranezze dell'Academy). Mattie Ross, infatti, sia da quattordicenne, sia da "anziana", incarna un po' lo spirito sbeffeggiatore dei fratelli Coen: parlantina inarrestabile, abile mercanteggiatrice, ironia feroce.

C'è sempre di che pensare, forse perché ci hanno abituato così. La legge e l'ordine di quei tempi, per ricordare le radici e per confrontarle con quelle attuali: sono davvero cambiate le cose? Ma soprattutto: gli uomini con un arma, erano stupidi solo a quei tempi (vedi la scena della "gara" tra Cogburn e LaBoeuf), oppure continuano ad esserlo? O Ancora: un eroe (Cogburn) solo a quei tempi finiva a fare il ... (non ve lo dico, nel caso non conosceste la storia), o ancora oggi è così?

Formalmente inappuntabile (bella fotografia dark, ricostruzioni storiche, costumi compresi, precise e belle da vedere), come pure dal punto di vista della direzione del cast, il film regala anche qualche scena importante: quella già citata poc'anzi, la prima contrattazione tra Mattie e il venditore di cavalli, la penultima prima della chiosa (Cogburn che salva Mattie, per non svelarvi di più rimarrò generico), quasi sovrannaturale, per citarne alcune.

Il cast, oltre ad un sempre più affascinante Jeff Bridges nei panni di Cogburn, assolutamente incomprensibile nella versione originale, a causa della sua pronuncia strascicata, e ad un onesto Matt Damon (LaBoeuf), vede una strepitosa debuttante (sui lungometraggi, aveva però fatto televisione e diversi cortometraggi), Hailee Steinfeld, nei panni della protagonista da giovane, Mattie Ross, che è brava da far urlare al miracolo, e speriamo di rivedere quanto prima alle prese con altri personaggi ed altri film, e due brevi apparizioni di Josh Brolin (Tom Chaney) e di Barry Pepper (Lucky Ned Pepper): in questo caso, meglio Pepper di Brolin, a parer mio.

Nonostante tutto questo, il film non risulta esaltante, soprattutto se confrontato con gli apici della filmografia dei fratelli Coen.

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