No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121229

argonauta

Argo - di Ben Affleck (2012)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Cominciata nel 1978, nel 1979, la rivoluzione islamica iraniana depone lo Scià Reza Pahlavi (solo formalmente, visto che lo stesso Scià era via dall'Iran dal 16 gennaio 1979), e il capo carismatico della rivolta, l'Ayatollah Khomeini, dopo un referendum vinto in maniera schiacciante, dichiarò l'Iran una Repubblica Islamica e, in pratica, accolse la Sharia come legge. Lo Scià, malato di cancro, si recò negli Stati Uniti per curarsi, e in Iran si diffuse un forte sentimento anti-americano, che portò all'assedio dell'ambasciata statunitense da parte dei sostenitori dell'Ayatollah, dopo il rifiuto da parte degli USA, di estradare Pahlavi come richiesto dal nuovo regime iraniano. Il 4 novembre 1979, la folla inferocita fece irruzione nell'ambasciata, prendendo in ostaggio gli addetti (oltre 50). Un piccolo gruppo di funzionari riuscì a fuggire, e si rifugiò nella casa dell'ambasciatore canadese a Teheran, Ken Taylor. Gli iraniani ci misero molto a ricostruire l'elenco del personale, e quindi ad accorgersi che mancavano esattamente sei persone; il governo statunitense (amministrazione Carter) cominciò a lavorare, congiuntamente con quello canadese, alla liberazione di questi sei funzionari, così come, dall'altro lato, trattava per liberare gli oltre 50 ostaggi nell'ambasciata. Il dipartimento di Stato (che coordina la politica estera), riunendosi con alcuni specialisti della CIA, espone i piani per liberare i sei; per la CIA, partecipano alla riunione Tony Mendez, esperto in "esfiltrazioni" (parola probabilmente inventata in italiano, ma che in pratica è il contrario di infiltration, infiltrazione) da paesi critici, ed il suo capo, Jack O'Donnell. Le proposte del dipartimento di Stato vengono bocciate dai membri della CIA, e Mendez, guardando alla tv Anno 2670 - Ultimo atto alcuni giorni dopo, ha un'idea, che sembra a tutti la "migliore delle cattive": simulare la produzione di un film di fantascienza ambientato in location esotiche, e far passare i sei, insieme a Mendez, per la troupe incaricata di visionare i luoghi dove si dovrà girare il film.

Terzo lungometraggio da regista per il bambolotto Ben Affleck, dopo il buon Gone Baby Gone, ed il seguente The Town, che a me non è piaciuto, probabilmente perché sono prevenuto, e invece a molti si. Argo è un buon film, senza dubbio; bel cast senza grandi stelle ma con una sfilza di caratteristi a dir poco eccezionali, curato nella direzione e nella parte tecnica, piuttosto ben scritto. Però ecco, le emozioni, nonostante la storia sia una storia vera e quindi "fatta" di sentimenti forti e realmente esistiti e provati da almeno due, se non tre, popoli, le emozioni, dicevo, scarseggiano. Un filo, appena un filo, di tensione nella decisiva scena dell'aeroporto, con un bel montaggio tra gli eventi che stanno per collidere, ma davvero niente più di un prodotto ottimamente confezionato. I riferimenti di Affleck sono abbastanza chiari, il cinema di Redford e anche quello di Eastwood, ma a mio modesto parere il Ben c'ha ancora da pedalare.
Bryan Cranston (Breaking Bad) è Jack O'Donnell, il sempre eccezionale Alan Arkin è il produttore Lester Siegel, il grande (in tutti i sensi) John Goodman è il make-up artist (truccatore è un po' riduttivo) hollywoodiano John Chambers,  Victor Garber (ve lo ricordate il padre di Sydney Bristow in Alias?) è Ken Taylor, Tate Donovan, Clea DuVall (giovane ma vista tante volte, indimenticabile in Carnivàle), Scoot McNairy (Monsters, adesso sui nostri schermi con Cogan), Rory Cochrane, Christopher Denham e Kerry Bishé sono i sei da esfiltrare, e ci sono anche Kyle Chandler (Friday Night Lights), Chris Messina (ultimamente in The Newsroom), Zeljko Ivanek (Oz, True Blood) e Titus Welliver (presente anche negli altri film diretti da Affleck, per me indimenticabile Jimmy O'Phelan in Sons of Anarchy). Affleck, che come regista omaggia il cinema in generale, con questo film, è il protagonista Tony Mendez, ed è in una curiosa versione capello lungo anni 70/80 e barba; se la cava discretamente, anche se continua, secondo me, a mancare di carisma. La prima scelta di Affleck per la parte di Mendez era Brad Pitt, che ha declinato per altri impegni. Il fatto che si sia sostituito a Pitt vorrà dire qualcosa?

2 commenti:

Filo ha detto...

Tutto giusto quello che hai scritto.
La cosa positiva è che Affleck prova a fare qualcosa di diverso dal cinema americano standard. Penso che si sia messo un po' in scia del suo amico (e mi sembra co-produttore di questo film) Clooney.
Però tra Argo e Syriana c'è un abisso.
Vedi per esempio (se ti ricordi) la scena finale del ritorno a casa di Affleck: assolutamente inutile e troppo "americana".
Comunque, come dicevo, almeno ci prova, dai. Se lo vedi in giro per RosiNNiano diglielo che noi comunque lo seguiamo con attenzione.

jumbolo ha detto...

come si diceva una volta in questi casi, "presenterò".