No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121208

The Beaver

Mr. Beaver - di Jodie Foster (2011)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

Walter Black è un imprenditore di successo: la sua azienda produce giocattoli. Economicamente senza grossi problemi, una bella moglie e due figli senza nessun problema evidente. Dietro l'angolo, però, l'ombra della depressione. Walter entra in questo buco nero, l'azienda va in crisi, lui pensa continuamente al suicidio, la famiglia rischia di andare in pezzi. Meredith, la moglie, coraggiosa fino a quel punto, abbandona. Gli intima di lasciare lei ed i figli, e Walter si rende conto che è meglio così. Mentre Porter, il figlio più grande, scrittore in erba che arrotonda la paghetta scrivendo temi per tutti gli studenti della scuola, ma ha qualche problema a relazionarsi, cresce convincendosi di non aver bisogno del padre, e il piccolo Henry al contrario ne sente molto la mancanza, Walter scova un nuovo metodo di cura: si mette una marionetta a forma di castoro (Mister Beaver, appunto) sul braccio sinistro, e guarisce. Non solo guarisce, ma torna in pista molto più carico di prima: senza pretendere di essere accolto in famiglia li visita sempre più spesso, gioca con Henry, torna in azienda ed estrae dal cilindro un nuovo gioco che spopola, insomma, tutto alla grande. Ma il castoro è ancora lì, sul braccio, ed è lui che parla al posto di Walter. Quindi, Walter mica è guarito.

Interessante questo film diretto ed interpretato da Jodie Foster (Meredith), e scritto da Kyle Killen (Awake, Lone Star): la sceneggiatura di questo film, come vi raccontavo nella recensione di Awake, è stata per qualche anno nella black list di Hollywood, quella delle sceneggiature considerate ottime ma che ancora nessuno aveva avuto il coraggio di produrre. Al botteghino non è stato un grande successo. In effetti, il tema che tocca, quello della depressione, è scomodo, e c'è da dire che il finale non è di quelli tutti sorrisi baci e abbracci. Però, anche se la Foster non calca la mano più di tanto sul tragico, e cerca di rimanere piuttosto equilibrata, l'impressione che ho è che questo film sia stato percepito come un film comico, e che quindi le persone che sono andate a vederlo al cinema ne siano uscite deluse (o quantomeno spiazzate). E' giusto quindi porsi alla visione con la mente sgombra. Il tono è incerto, per tutta la durata della pellicola. Si ride pure, perché molte situazioni sono decisamente comiche; ma sul fondo c'è tristezza, preoccupazione. Non è rose e fiori anche la sottotrama (e qui si riconosce un tema fondamentale nelle cose di Killen) che si sviluppa tra padre e figlio (il maggiore, Porter), fatta di scontri e di sbagli, di profondo affetto che non riesce a venire alla luce. Insomma, materiale interessante, che meriterebbe una visione.
Grande la prova di Mel Gibson nei panni di Walter Black. Nel cast, oltre come detto alla regista, una coppia di giovani attori attualmente emergenti: Porter è interpretato da Anton Yelchin con una buona prova, e la sua ragazza Norah è portata sullo schermo dalla già apprezzatissima Jennifer Lawrence.

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