No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20060718

Ylenia

Questo è un breve racconto. Farebbe parte di un'opera di più ampio respiro che vorrei scrivere, ma che da tempo si è arenata. Qualcuno di voi potrebbe averla già letta: se ne ha voglia la rilegga, magari gli fa un altro effetto. Non è niente di che. Non è quella che mi gira in testa da qualche giorno. Prossimamente quella. Per adesso, Ylenia.


YLENIA

Era a Roma per lavoro, aveva un incontro il giorno seguente; partì nel pomeriggio, sistemandosi in un albergo del centro. Capitando all’improvviso, nessuno degli amici romani fu disponibile, quindi cenò in albergo, poi andò in centro senza nessun indirizzo particolare.
Estate, faceva caldo; si sedette ai tavoli di una gelateria a Campo de’ Fiori, prese una birra. Si avvicinarono due ragazzine giovani, avranno avuto la metà dei suoi anni; non c’erano tavoli liberi, gli domandarono se potevano sedersi con lui.
“Prego” disse loro. Una si chiamava Ylenia, l’altra Carla. Carla era piuttosto insignificante, mentre Ylenia era bellissima, seppur acerba. Mora, pelle chiara, occhi neri, leggero strabismo, lineamenti delicati, naso in su, bocca grande, fisico da gazzella. Gli chiesero di dove era, cosa facesse in città; frivolezze. Non poté impedire al suo sguardo di caricare l’aria di tensione sessuale. Offrì loro qualcosa, Carla prese una birra, Ylenia un gelato. Dopo alcuni minuti, Carla andò al bagno e, stranamente, Ylenia rimase al tavolo.
“Di solito le ragazze non vanno al bagno sempre in due?” chiese non appena Carla fu lontana.
“Può fare da se. Volevo rimanere sola con te” rispose lei.
“Ti voglio piccola” ribatté lui a quel punto.
“Anch’io" disse lei, tentando uno sguardo provocante che non le riuscì. Pagò un taxi a Carla, ma si fece lasciare il suo casco. Sarebbero andati col motorino di Ylenia. Salutò Carla ringraziandola. Si avviarono al motorino mano nella mano, poi lei lo abbracciò all’altezza della vita mentre camminavano. Mentre passavano per un vicolo, lui vide che non c’era nessuno, la prese per le spalle, la sollevò leggermente da terra e la appoggiò ad un muro pieno di manifesti. Spinse il suo bacino contro quello di lei, con un movimento dall’alto verso il basso, e mentre premeva la sua erezione sul basso ventre della ragazza la baciò in maniera avida.
“Lo sai che sei uguale a quella modella croata prima che si gonfiasse le labbra?” le disse appena le loro bocche si disgiunsero.
“Non prendermi per il culo dai…..ti voglio scopare lo stesso, non sei obbligato a farmi dei complimenti”
“Vuoi dirmi che non te l’ha mai fatto notare nessuno?”
“No, mai”
“Quanti ragazzi ti girano intorno?”
“Abbastanza”
“E nessuno ti ha mai detto che le assomigli?”
“Te l’ho detto, mai”
“Che razza di coglioni!”
Andarono in albergo, non prima che Cris le avesse chiesto se aveva problemi ad andarci, se magari qualcuno che lavorava lì conoscesse i suoi. Nessun problema, lei si era anche accordata con Carla e aveva avvisato i genitori che avrebbe dormito da lei, quindi poteva rimanere per la notte intera. Cris insistette col tipo della reception per pagare come doppia la camera che aveva già pagato come singola. Riuscì a convincere il tipo, che capitolò dicendo che gli avrebbe dato volentieri una vera doppia, ma che non ne aveva libere.
“Non fa niente” gli disse Cris, e gli porse la mano come a braccio di ferro; il receptionist rispose alla stretta divertito; rise anche Ylenia.
Mentre salivano in ascensore, lei lo toccava da sopra i pantaloni, mentre lui le sfiorava il viso con l’indice della mano destra, scostandole i capelli. Fecero sesso, lui fu molto dolce, finché lei non gli chiese di legarla. Usò gli asciugamani, ma ci aggiunse un tocco personale : strappò una sua t-shirt e la imbavagliò. La legò al termosifone e mentre la prendeva da dietro la sculacciò, non troppo forte, per evitarle segni. Lei fu felice, e si addormentò mentre lo abbracciava; era una cosa che lui odiava, ma era così tenera. Quando fu sicuro che fosse addormentata si divincolò dall’abbraccio. La mattina seguente la svegliò solo quando la colazione fu in camera. Era bellissima anche appena sveglia. La lasciò, lui doveva andare all’incontro di lavoro. Le disse che poteva dormire ancora un po’, ma a mezzogiorno doveva lasciare la camera. Ylenia rispose che sarebbe andata via dopo poco. Si baciarono a lungo prima di lasciarsi.
Scese alla reception, il collega della notte aveva passato bene le consegne, ma Cris volle sommariamente riassumere la situazione; inoltre lasciò il suo numero di cellulare e invitò a chiamarlo nel caso la ragazza avesse tardato a lasciare la camera, in modo che potesse saldare l’eventuale notte in più; ma, si raccomandò: per nessun motivo dovevano dare il suo numero alla ragazza.

16 commenti:

lafolle ha detto...

stile coinvolgente.
bello bello.
vogliamo di più...

jumbolo ha detto...

prendo nota soprattutto delle critiche mau, quindi fatele pure.
si cresce così

Anonimo ha detto...

per un pò di righe da "che razza di coglioni" a 'fecero sesso' ho creduto che avresti tirato fuori dal cilindro una palaniuckata in camera d'albergo.
poi ho capito che no.
meglio il finale la mattina dopo che l'inizio.

per essere più preciso l'incontro, con aggancio non mi ha preso, forse perchè non accadendomi mai queste cose le ho trovate descritte in modo troppo inverosimile.uno stile un po' le ore, enormemente più raffinato. (non che non apprezzi, intendiamoci, devo solo essere preparato a quello che sto per leggere, è una mia fissazione).

l'approccio nel vicolo mi stava delusendo fino al dialogo finale, che personalmente ritengo come chiave di volta nel racconto. quel dialogo messo lì è un po' il punto di non ritorno. se hai mollato prima amen. se lo passi devi arrivare in fondo.

di li in poi sempre in crescendo. ho trovato un po' contorto il discorso della doppia, ma ci può stare, certe volte le cose nella vita sono contorte e basta.

queste le critiche.

avrei provato la prima persona. e usato un po' meglio l'amica (più o meno il concetto dell' oggetto che cade espresso da mau).

questi i consigli non richiesti.

i complimenti non li faccio che tanto lo sai già.
m.

jumbolo ha detto...

ieri avevo risposto diffusamente ma al momento di postare mi è andato in pappa il collegamento.

allora.

tutto è richiesto. non sono uno scrittore, ma mi piace scrivere e come tutte le cose (quasi tutte) le fai per te ma anche per gli altri, in questo caso per chi legge. quindi.
faccio tesoro di tutto.

se capisco bene, i dialoghi funzionano, le descrizioni a volte no, diciamo che spesso sono sommarie, si possono approfondire, ci si può lavorare. bene.

la prima persona. discorso lungo. ho cominciato questo scritto come un qualcosa di autobiografico unito a un qualcosa di, come dire, onirico desiderato, o meglio, quello che hai fatto e quello che avresti voluto fare, e l'uso della prima persona mi sembrava eccessivo, sarebbe stato troppo sfacciato.

però sul racconto che avevo in mente, che è ancora nella testa, pensavo di usare la prima. quindi ci siamo.

Anonimo ha detto...

io mi sono eccitata...ma devi andare avanti...
una critica...sempre queste donne belle, a volte mi piacerebbe venisse descritta una donna imperfetta, la ragazza e' troppo stile 'harmony' fisicamente perfetta

jumbolo ha detto...

la critica è fondata. sono tra due fuochi: descrivere le donne che piacciono a me, perfette, e non passare da "razzista". però se parlassi di donne imperfette magari parlerei d'amore.

un'altra riflessione: è perfetta fisicamente, ma è anche troia. e questo è importante!!!

a parte gli scherzi, grazie

Anonimo ha detto...

Quanto alle donne "che piacciono a me": prova a pensare a qualcuna che ti ha folgorato pur senza essere ESTERIORMENTE una gnocca da paura. Sono sicuro che ti verrà in mente qualcosa.
Quanto al racconto: non proprio il mio genere, un po' troppo asciutto. Concordo con le 2 parole in più sull'approccio. I preliminari sono molto meglio del "Ti è piaciuto?" dopo, no?
200 punti a tuo favore per il "però se parlassi di donne imperfette magari parlerei d'amore".
Momento di commozione personale (da quando è nata Matilde mi commuovo di nulla) per la frase "come tutte le cose (quasi tutte) le fai per te ma anche per gli altri" nella risposta al post.
Grazie comunque. E' sempre bello leggerti.

Anonimo ha detto...

ma perchè non hai voluto lasciarle il numero nella tua (supponiamo) fantasia?
e cmq quello che più mi ha infastidito è quando hai detto 'il suo corpo da gazzella'.....trovo molto più carnale un corpo più morbido, o almeno quello che mi eccita della mia imperfezione fisica è sentirmi un bollente oggetto sessuale, dove le mani sprofondano, e per citare 'la casa dei 1000 corpi': 'più la presa è tonda più la spinta affonda'.....

Anonimo ha detto...

..dovevi rendere uno sguardo tipo il film martha di fassbinder che visto il tuo blog dovresti conoscere....

jumbolo ha detto...

prima di tutto, faccio pubblica ammenda ma non sono mai riuscito a vedere niente di fassbinder. il nome del blog è dovuto a lafolle, ma non per questo sono giustificato. dovrei, ma nonostante il mio amore per il cinema, non ho mai visto niente di fassbinder.

poi.

capisco l'amore per la "mordibezza" e le forme più "importanti" delle donne; mi piacciono anche quelle, ma anche qui devo confessare che preferisco le forme snelle, quasi anoressiche. credo sia una mia deviazione, forse dovuta al mio continuo essere sovrappeso. nonostante sia una deviazione, ho deciso di viverla bene. e infatti sto piuttosto bene.

il personaggio non ha voluto lasciarle il suo numero per diversi motivi.
il primo è che la ragazza è troppo giovane. il secondo è che evidentemente è una persona indurita dalle esperienze e dai rapporti con le donne. il terzo è che vuol fare il figo. il quarto è che pensa che probabilmente, se nascesse un rapporto un po' più lungo da una botta e via, dovrebbe smettere di fare il puttaniere.

probabilmente non sono motivi convincenti, ma sono veri. anche se la storia è inventata.
capisci a me.

Anonimo ha detto...

guarda..mi hai fatto capire molto degli uomini con queste spiegazioni, quindi il tipo ha fatto bene a non lasciarle il numero a conti fatti...inoltre anche io essendo morbida amo gli uomini-anguilla...alti alti e magri magri...quindi ti capisco.....

jumbolo ha detto...

beh, non è che gli uomini ragionano tutti così, neppure io ragiono precisamente così. ribadisco, il personaggio è un po' quello che vorrei essere ma non sono.

Anonimo ha detto...

dunque...
non ne farei una distizione fra dialoghi e descrizioni. in realtà trovo che il racconto decolli solo da metà in poi. la prima parte mi è sembrata meno coinvolgente e meno originale. sembra quasi che siano scritte da due mani diverse.
mi sembra che nella prima parte (fino al dialogo sulla modella croata) ci sia una cura verso i particolari troppo didascalica, piuttosto che un vero interesse verso il dettaglio più o meno significante. (vedi invece la questione della camera, o della maglietta, o la sculacciata a non lasciar segni, o il fatto che lui si divincoli dall'abbraccio, tutte nella seconda parte)

sviluppare il personaggio dell'amica, piuttosto che per DeSadizzare il racconto secondo me poteva essere utile per avere uno sguardo differente sullo svolgimento iniziale. sento la mancanza di quello che può essere la sua opinione sulla situazione che si è andata a creare, è contenta? è gelosa? è eccitata? se l'aspettava perchè conosce la sua amica? la incoraggia? vorrebbe dissuaderla?

non mi piace tanto quando usi quel "Non poté impedire al suo sguardo di caricare l’aria di tensione sessuale" per anticipare quello che succede poco dopo quando rimangono soli e che se devo essere sincero lo trovo un po' forzato. credo che un dialogo in quel punto, magari giocato sulla ostilità che potrebbe (dico potrebbe) venirsi a creare fra cris e carla o sulla complicità fra carla e ylenia risolverebbe meglio la situazione.

discorso 'prima persona': il racconto è narrato in terza persona ora, ma rimane legato ad una soggettiva che non può non far pensare all'uso della prima persona. nonostante il tutto ci venga raccontato dall'esterno da un narratore omniscente, noi veniamo messi al corrente solo di quelle che sono le sensazioni del protagonista, mentre le ragazze rimangono oggetti oscuri ed insondabili nelle loro motivazioni. capiamo l'attrazione di cris verso ylenia perchè ci viene raccontata, ma non quella di ylenia, non ne abbiamo i mezzi.
ritengo che il passaggio dalla prima alla terza persona dovrebbe permetterci di allargare lo sguardo anche sulle sensazioni delle due ragazze.

riguardo all'aspetto fisico della ragazza so bene che è lo specchio di quello che ti piace e non discuto. poi trovo che sia irrilevante nell'economia del racconto.

riguardo al finale ritego essenziale che il protagonista non lasci il numero. è proprio quel particolare che lascia aperti molti interrogativi e che permette al racconto di continuare a respirare ancora dopo la fine. senza quell'ultima precisazione non solo il finale sarebbe stato meno incisivo ma tutto il racconto avrebbe perso di significato. almeno è quello che credo io.

m.

Anonimo ha detto...

si, il finale da oroginalita' al tutto, ma adesso non puoi lasciarci cosi, devi andare avanti, sai cosa sarebbe bello? che diventasse una sorta di thriller, che ylenia ti venisse a cercare, in qualche modo. ylenia, me la immagino come uno dei tanti personaggi femminili interpretati da isabelle huppert.

jumbolo ha detto...

ah

Anonimo ha detto...

il suo capo però in realtà è suo padre