Olive Kitteridge - Scritta da Jane Anderson, diretta da Lisa Cholodenko (2014) - Miniserie in 4 episodi - HBO
Crosby, Maine, USA. Olive Kitteridge, un'anziana insegnante in pensione, sta cercando un posto ideale, nei boschi vicino casa, per suicidarsi con una pistola in bocca. Come è arrivata a questo punto, considerando anche che pare stranamente calma per essere sul punto di compiere un gesto così estremo?
La miniserie, ripercorrendo gli ultimi 25 anni di vita di Olive, ce lo racconta. Olive è una donna dura, ma intelligente. Troppo intelligente per una provincia tutto sommato retrograda, troppo dura per un marito come Henry, semplice, accondiscendente, amorevole in maniera perfino sdolcinata. Olive, insegnante di ottimo livello che non trova soddisfazione nel suo lavoro, tendente alla depressione, tratta suo marito sempre troppo duramente, e suo figlio Christopher più o meno allo stesso modo, se ne accorge, ma non riesce ad invertire questa tendenza. Suo padre si è suicidato, sempre in preda alla depressione, e lei vive probabilmente terrorizzata di diventare come lui, o che chiunque le stia intorno diventi come lei. Detesta gli ignoranti e i sempliciotti, e non fa niente per nasconderlo.
Può una storia di una vita ordinaria diventare prima un libro best seller, e poi una miniserie con i controcazzi? La risposta è si, e ve lo dico senza aver letto il libro, che se ho capito bene, differisce dalla miniserie per il fatto di essere un libro i racconti brevi strutturato in forma di romanzo. La miniserie, che non poteva essere prodotta se non da HBO, difficilmente poteva essere un flop. Frances McDormand è una straordinaria Olive Kitteridge, e la regia è di Lisa Cholodenko, che ci ha regalato gioiellini quali Laurel Canyon e The Kids Are All Right. La sceneggiatura, che evidentemente è basata sul libro, ma che doveva "cucire" i racconti facendone un flusso, è stata scritta da Jane Anderson, sceneggiatrice di Mad Men dalla seconda stagione in poi, tra le altre cose. Del cast aggiuntivo parleremo più avanti, quel che voglio aggiungere adesso è che, ancora una volta, qui siamo davanti a grande cinema, solo che nasce per il "piccolo" schermo. Circa quattro ore di, come detto, una storia di una vita ordinaria, che rivela risvolti psicologici importanti, e riesce con una certa lievità ad ironizzare sul mal di vivere, sulle amarezze che pervadono la maggioranza delle persone a proposito della vita di coppia, o del vivere in ambienti che non soddisfano le proprie aspettative, rimpianti per storie che potevano essere ma che non si ha mai avuto il coraggio di cominciare, per parole e sentimenti che non si ha mai avuto il coraggio di esprimere.
Se non vi basta questo, passo ad elencarvi il resto del cast.
Richard Jenkins (Six Feet Under, L'ospite inatteso) è Henry Kitteridge.
Zoe Kazan (Ruby Sparks, Meek's Cutoff, Revolutionary Road, In the Valley of Elah) è Denise Thibodeau.
Rosemarie DeWitt (United States of Tara, Rachel sta per sposarsi) è Rachel Coulson.
Martha Wainwright (la sorella di Rufus) è Angela O'Meara, la pianista.
John Gallagher Jr. (The Newsroom) è Christopher Kitteridge adulto.
Devin Druid (Louie) è Christopher adolescente.
Jesse Plemons (Breking Bad, Friday Night Lights) è Jerry McCarthy.
Bill Murray è Jack Kennison.
Peter Mullan è Jim O'Casey.
Ann Dowd (The Leftovers) è Bonnie Newton (forse l'unica pseudo-amica di Olive).
Cory Michael Smith (nel cast di Gotham) è Kevin Coulson adulto (molto, molto bravo).
Rachel Brosnahan (House of Cards USA) è Patty Howe.
Qui una interessante recensione del The New Yorker, che parla pure di Jane the Virgin, una delle novità più fresche del 2014.
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