Eccoci qua, un anno dopo. Ascoltando quello che probabilmente è stato il disco dell'anno. Seguiranno le classiche top, anche se naturalmente il campo si è ristretto, a causa del tempo dedicato al lavoro, sempre più fagocitante.
Andiamo, o almeno proviamoci, con ordine. Dico, proviamoci, perché anche quest'anno (l'anno scorso non mi riuscì, non ero propriamente in forma) ce l'ho fatta a scolarmi una bottiglia di rosso da solo. La compagnia che preferisco, è un po' triste dirlo ma è così.
Questo 2014 è stato un anno straordinario. Dico sul serio. A livello personale, è stato veramente straordinario. Ha segnato una crescita impressionante, a livello lavorativo e personale. Una maturazione notevole, seppure ancora oggi ho difficoltà a definirmi adulto, a un passo dai 49 anni.
Dopo un'ennesima promozione, alla quale, se tutto va bene, dovrà seguirne un'altra, ancor più importante, e un incarico del tutto nuovo, una sfida totale, assorbente, totalizzante, è stato un anno tremendamente impegnativo, nel quale ho dovuto cominciare ad imparare a "gestire" un gruppo di persone eterogeneo. Non so dirvi se e come ne sono uscito, ma sembrerebbe piuttosto bene.
Si sono aperti scenari intriganti, per me ancora oggi curioso. Scenari dei quali abbiamo parlato più volte.
Ho imparato, ho parlato molte lingue, ho viaggiato, sono cresciuto professionalmente. Ho chiuso l'anno uscendo alle nove di sera dall'ufficio, dopo esservi entrato poco dopo le sei di mattina. Non me ne pento, e vado avanti: domani, cioè oggi, pomeriggio alle cinque, debriefing e punto della situazione. Accettato con entusiasmo e senza batter ciglio.
Unitamente alla crescita professionale, all'interno del gruppo per cui orgogliosamente lavoro, ho conosciuto persone. Qualcuna bene, altre meno, ma da tutte ho preso qualcosa, e chissà che alcune di loro non abbiano preso qualcosa da me.
Mi sono scoperto ciò che non credevo di essere. Io che, mi autocito, "penso sempre di essere il più stupido nella stanza", appaio tranquillo, sicuro di me. Cosa non voluta, mi piace pensare che dipenda dal fatto che sono sempre trasparente: se non capisco, lo dico, se sbaglio, chiedo scusa, e sempre, dico sempre, sono profondamente convinto che posso imparare qualcosa in qualsiasi situazione.
La curiosità di cui vi ho parlato spesso, quella che avevo la mattina presto quando mi reco a lavoro, mi segue, è sempre con me. Non c'è scoramento, non c'è indolenza, non c'è rancore né rabbia, nessun sentimento negativo. Solo, appunto, curiosità, voglia di fare meglio, e di imparare, sempre.
A livello personale, è ovvio che qualcosa ho pagato. Il tempo dedicato al lavoro è stato tantissimo. Quindi, come già rivelato, ho letto meno, non sono più andato al cinema. Non sono più andato a concerti. Troppa la stanchezza. Troppi, forse, gli anni. Ma, i 40 voli presi lo testimoniano, ho viaggiato molto, anche per lavoro, ma soprattutto per me, per curiosità, per vedere luoghi nuovi, non sempre ma per la maggior parte.
Ho visto crescere mio nipote, che quasi sul finire mi ha regalato una perla senza tempo (interpellato da mia sorella, domenica scorsa, alla domanda se voleva venire con me allo stadio a vedere il Livorno o andare al cinema, ha risposto "Voglio andare al cinema. Tanto con zio posso fare ciò che voglio. Lui mi vuole bene e mi fa scegliere"), e insomma, cresce bene, non possiamo lamentarci. Sono andato con lui due volte all'estero, l'ho portato per la prima volta (per lui) in aereo. E la seconda volta è stata la prima di mia sorella, ho avuto anche questa grande soddisfazione. Vi parrà cosa da poco, ma per me non lo è.
Mio padre ha passato momenti poco belli, ma adesso sta bene. Gli auguro ancora molti anni di pace. Mia zia è morta: che finalmente riposi. In pace, anche lei, ma da un'altra parte.
Ho cambiato auto. Ho deciso di vendere la casa. Gli amici, uno più uno meno, ci sono sempre. Una compagna non ce l'ho, è bene (riba)dirlo. Non l'ho cercata. Non mi ha trovato. Forse non è cosa. Forse mi sbaglio. Tutto può essere.
Sto imparando a far ridere in inglese. In italiano ne sono sempre stato capace, fin da piccolo. In spagnolo lo avevo già appreso. Anche queste son cose. Mica enormi. Ma cose.
Un altro anno è passato. Sono nove anni che scrivo su questo blog. Il prossimo anno a quest'ora saranno 10. L'impegno, in qualche modo, è di riuscire anche per quest'anno a pubblicare un post al giorno. Vi avverto subito, sarà dura e adotterò ogni tipo di stratagemma. Non vi lamentate: io ho quasi imparato a non farlo mai.
A tutti voi che anche solo per un istante vi siete soffermati qui, grazie. Quest'anno arriveremo a 100mila visite. Probabilmente, 95mila sono mie. Non fa niente. Del resto, parafrasando Woody Allen, sono l'unica persona che amo veramente. Anche questo è importante.
Vi auguro un 2015 come il mio 2014. Io, mi accontento di un 2015 ai livelli di questo 2014. E se sembra un gioco di parole, magari lo è.
Mezzanotte e ventuno minuti. Mi lavo i denti a vado a dormire. Inutile rimanere svegli se si ha sonno. Pragmatismo prima di tutto.
Cheers.
10 commenti:
Buon 2015, 'mano :)
questa è molto bella, devo ammetterlo. stai imparando a far ridere in italiano :)
Ottime New Year's resolutions Ale. Ti auguriamo un 2015 ancora più bello del 2014!
grazie! anche a voi!
ciao Ale, tante belle cose per il futuro!
ma vendere casa?! quale?!
e come sempre PUPPA!
"vendo casa" come i Dik Dik...quella che affittavo. tranqui.
avevo intuito :)
tra l'altro...già fatto....missione compiuta grazie all'agenzia...a tempo di record
Anche se in ritardo: Auguri, Ale.
grazie filo. altrettanto a te e famiglia.
Posta un commento