No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20150612

pensiero stupendo

Seguitemi. E' un ragionamento un po' complesso. Prendo spunto da questo incipit di un articolo di The Economist tradotto su Internazionale nr. 1105. Si intitola Estados Unidos, ed è di David Rennie.

"Nei tre mandati in cui ha rappresentato il Colorado al congresso, John Salazar si è abituato al cittadini arrabbiati che lo accusano di essere un messicano e non un vero statunitense. Durante le accese discussioni sull'Obamacare, la riforma sanitaria voluta da Barack Obama, un elettore gli ha detto di tornarsene da dove veniva. Erano attacchi fuori luogo. Salazar è orgoglioso delle sue origini ispaniche, ma il luogo da cui proviene ha radici americane più profonde di quelle degli Stati Uniti. Uno dei suoi antenati, Juan de Oñate y Salazar, fu tra i fondatori della città di Santa Fe, nel New Mexico. Era il 1598, circa 250 anni prima che diventasse territorio statunitense e quasi un decennio prima che degli avventurosi mercanti britannici sbarcassero a Jamestown, in Virginia. Salazar è un uomo di poche parole. Indossa jeans e cappello da cowboy e appartiene alla quinta generazione di una famiglia di agricoltori del Colorado. Lavora nello stesso angolo della San Luis valley dove si stabilì un suo bisnonno 150 anni fa, proprio quando il Messico cedette il territorio agli Stati Uniti. Le famiglie come quella di Salazar dicono che non hanno mai attraversato la frontiera, è stata la frontiera ad attraversare loro."

Ora. Sicuramente non vi ricordate questo mio post del 2011, intitolato Sogni. In questo post, proponevo alla Comunità Europea di inglobare molti stati del Nord Africa, la Turchia, il Libano, Israele, la Siria, e lavorare fortemente per risolvere la questione palestinese e anche quella dei Saharawi.

Oggi, la questione che pare interessare tutti gli italiani, e anche molti europei, è quella dell'immigrazione, che sta raggiungendo vette altissime. 
Lo so che non abbiamo soldi. Però, siccome la soluzione che propone sempre anche la Lega, per evitare che gli si dica che son razzisti, è quella "aiutiamoli si, ma a casa loro".
E allora, diventiamo propositivi, come dovrebbe essere un grande paese con una grande classe politica. Compriamo la Libia. Facciamoci dare un mutuo dalla BCE. Andiamo lì, risolviamo le cose, c'è il petrolio, ci sono chilometri di autostrade da costruire, centinaia di siti archeologici che aspettano solo di essere visitati in massa, coste da sfruttare turisticamente. C'è lavoro per tutti quelli che attraversano il Canale di Sicilia in cerca di una fuga e/o di una vita migliore. Sicuramente ci guadagneremo, ripagheremo il debito, e magari troviamo il verso di dare lavoro anche al Mezzogiorno, di riflesso. Ci sarebbe talmente tanto lavoro che finirebbero per andare a lavorare lì pure ingegneri di Rho, col fazzoletto verde nel taschino.
Semplifico troppo? Sicuramente. Ma se non si ragiona in grande non si risolvono i grandi problemi. Chiedete Kohl, a Churchill, a Marshall. Sicuramente, tutti con grandi difetti. Ma ricordati per grandi progetti, portati a termine, che hanno cambiato il volto dell'Europa.

Nessun commento: