Nattesferd - Kvelertak (2016)
Ecco che il combo norvegese è arrivato al terzo disco, cambiando poco o niente la loro attitudine, ma riuscendo ogni volta a risultare uno stupefacente viaggio nel mondo del rock. Come già ampiamente espresso nelle recensioni dei loro precedenti lavori, Meir e Kvelertak, il loro stile ingloba un approccio punk e death, e una ricerca melodica street e classic hard rock. Il risultato è qualcosa che si insinua nelle orecchie degli ascoltatori, e che a volte, non lo lascia più, così come le chitarre di 1985. Non che la lunga intro chitarristica (altra caratteristica dei norvegesi) della title track sia da meno.
Insomma, se non avete nulla contro il cantato scream di Erlend Hjelvik, e vi piace il rock che pesta duro, non potrete non appassionarvi alla band di Stavanger.
Here is that the Norwegian combo arrived on the third work, slightly (or for nothing) changing their attitude, but managing every time to be an amazing journey into the world of rock. As already expressed in the reviews of their previous works, "Meir" and "Kvelertak", their style incorporates a punk and death approach, and a melodic research as street 'n roll and classic hard rock. The result is something that creeps into the listener's ears, and that sometimes, does not leave the most, as well as the guitars of "1985", as long as the guitar intro (other feature of Norwegians) of the title track.
In short, if you have nothing against the scream singing by Erlend Hjelvik, and you like the rock that crushes hard, you will be enthralled from the band from Stavanger.
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