No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090511

Vasco e Bologna


La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco - di Enrico Brizzi


Analisi/racconto socio-politico-cultural-calcistico-universitario-musicale di Bologna dal 1974 al 2008, a cura di un ex giovane scrittore nato e cresciuto lì. Boy Scout del Bologna 16, tifoso del Bologna, fan di Vasco Rossi ma appassionato perfino dei Bad Brains (passione che, lo scopriamo leggendo questo breve libro, condivise con il nipote di Romano Prodi, il suo amico Andrea) e di tutta la musica indie, Enrico Brizzi, autore ormai di una corposa bibliografia, scrittore di un debutto folgorante nel 1994 (Jack Frusciante è uscito del gruppo) e di altri buoni libri (alcuni di più, altri meno), scrive questo omaggio alla sua città con il cuore in mano, ma non solo.

Intrecciando, appunto, l'amore per Bologna alla sua crescita come scrittore e come persona, alla sua ammirazione per uno dei personaggi più famosi che sia uscito dalle sue cantine (Vasco, anche se in verità lui è di Zocca, ma è a Bologna che visse negli anni precedenti al suo successo), alla storia relativamente recente e tribolata, ma ricca anche di soddisfazioni, del Bologna Football Club, alla disfatta della sinistra e alle trasformazioni dell'ex Partito Comunista Italiano, e a tutta una serie di spiegazioni sulle cose di Bologna, Brizzi dà alle stampe una lettura veloce, scorrevole ma molto interessante dal punto di vista sociologico.

Curiosa la parte "personale", dove rivela molte cose di lui e della sua carriera, cose che chi apprezza i suoi libri ma non si interessa al gossip ignora, tra l'altro anche amicizie e frequentazioni che probabilmente molti altri nasconderebbero, per paura di essere additati come "raccomandati", segnale, almeno per chi vi scrive, del fatto che Brizzi non ha niente da nascondere. Molto condivisibile, almeno per uno (sempre chi vi scrive, perdonatemi) che si ritiene di sinistra, l'analisi, seppur diluita nell'arco del racconto, sul "suicidio del Partito". Bello il "viaggio" nel movimento culturale bolognese ai tempi di Andrea Pazienza.


Una lettura veloce, ma che non si dimentica velocemente.

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