Viaje al corazón de la tortura - di Isabel Coixet 2003
Giudizio sintetico: da vedere
"Vivimos de espaldas al dolor, vivimos cada uno en su pequeño mundo, intentando permanecer ajenos al dolor de los otros, y ajenos también a los que están cerca de los que sufren, haciendo como si no pasara nada. Se tortura sistemática en más de la mitad de los países del mundo. Estos datos no pertenecen a la Edad Media ni al Imperio Romano, sino a un informe de las Naciones Unidas del año 2002. En este viaje hemos descubierto algunas, pocas, cosas. La más importante es que, pese a que la crueldad, el odio y la maldad parecen inherentes a la naturaleza humana, el valor, el coraje, y la generosidad también lo son".
"Viviamo di spalle al dolore, viviamo ognuno nel suo piccolo mondo, tentando di rimanere lontani dal dolore degli altri, e lontani anche da quelli che stanno vicini a quelli che soffrono, facendo finta che non sta succedendo niente. Si tortura sistematicamente in più della metà dei paesi del mondo. Questi dati non appartengono al Medio Evo o all'Impero Romano, bensì a un rapporto dell'ONU dell'anno 2002. In questo viaggio abbiamo scoperto alcune, poche, cose. La più importante è che, seppure la crudeltà, l'odio e il male sembrano inerenti alla natura umana, anche il valore, il coraggio e la generosità lo sono".
Andato in onda nel 2006 sul secondo canale della televisione spagnola TVE, all'interno di una serie chiamata Valor Humano, questo documentario che la regista spagnola Isabel Coixet ha girato nel 2003, a detta sua, ha generato poi il suo film La vita segreta delle parole. Pare infatti che il personaggio di Hanna, interpretato dalla splendida Sarah Polley, sia largamente ispirato alle esperienze e alla figura di Inge Genefke, che appare nel documentario, la fondatrice di IRCT, International Rehabilitation Council for Torture victims, organizzazione danese che si occupa appunto di dare assistenza alle vittime di torture.
La Coixet intervista alcuni membri dell'organizzazione, che a loro volta introducono alcuni "clienti", come li chiamano loro, vittime di tortura che sono stati assistiti da loro: Achana, indiana, torturata a Calcutta, unica indiana che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini (vincendo la causa), Hussein, sindacalista turco torturato in Turchia, poi fuggito in Grecia e da lì in Danimarca, dove si è ricostruito una vita e si occupa di ragazzi problematici in una scuola, dopo di che si "trasferisce" a Sarajevo dove, guidati da un altro membro dell'organizzazione, fa la conoscenza di alcuni personaggi che sono stati nei campi di concentramento della ex Jugoslavia durante la guerra, come a dimostrare che la tortura esiste molto, molto vicino alle nostre case.
Documentario molto bello, girato con tocco delicato e partecipe, segno tangibile del fatto che, se si vuole, si può fare televisione "alta" e intelligente.
Il sito di IRCT: http://www.irct.org/home-2.aspx
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