Holy Spider - Di Ali Abbasi (2022)Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
La giornalista di Teheran Arezoo Rahimi arriva nella città santa iraniana di Mashhad per indagare su un serial killer che prende di mira le prostitute di strada locali dipendenti dalla droga, soprannominato dai media "Spider Killer". L'assassino segue uno schema: prende le donne sulla sua motocicletta, le porta in un appartamento e le strangola con i loro veli, prima di sbarazzarsi dei loro cadaveri in aree desolate alla periferia della città. Rahimi fa squadra con Sharifi, il direttore di un giornale locale, per scoprire l'identità dell'assassino. Sharifi è stato in contatto con l'assassino, Saeed Azimi, essendo stato scelto da Saeed come una specie di pubblicista. Saeed afferma di ripulire la città in nome dell'Imam Reza, l'ottavo Imam sciita; viene mostrato in lacrime al santuario dell'Imam. Veterano della guerra Iran-Iraq, Saeed è sposato, ha tre figli e lavora come operaio edile. Alla fine, Rahimi e Sharifi sono abbastanza sicuri del programma, del luogo e dei modelli dell'assassino da attirarlo in una trappola. Rahimi, fingendosi una prostituta, sale sulla moto di Saeed. Sharifi li segue in macchina ma li perde nei vicoli della città. Rahimi, armata di un coltellino tascabile e di un registratore, progetta di estorcere una confessione all'assassino e di fuggire, ma viene presto sopraffatta. Dopo aver chiesto aiuto a gran voce, riesce a scappare e a raggiungere la polizia con le prove. Nei giorni successivi, Saeed viene arrestato dalla polizia. Mentre il caso va a processo, Saeed ottiene un forte sostegno pubblico. Quando gli viene offerta l'opportunità di dichiararsi pazzo, rafforza le sue motivazioni religiose, insistendo sul fatto che è solo "pazzo" per l'ottavo Imam e Dio. Quando Rahimi interroga Saeed in prigione, confessa di aver ucciso 16 donne e dichiara in modo sinistro che Rahimi sarebbe stata la sua diciassettesima vittima. Il giorno seguente, Saeed viene dichiarato colpevole e condannato a 100 frustate e alla morte.
Questo regista, iraniano danese, ci sta regalando grandissimi film (e non nego che sono in trepidante attesa per The Apprentice, biopic su Trump di prossima uscita, e da lui diretto), dopo Shelley e Border, questo Holy Spider, lasciatemelo dire, è un film enorme. Spietato, crudo, intrigante, ritmato, conserva l'estetica iraniana dei maestri di quel neo-neorealismo, ma lo innalza fino a vette iper professionali. Storia agghiacciante, recitazioni impeccabili, un film imperdibile.
This director, Iranian Danish, is giving us great films (and I do not deny that I am eagerly awaiting The Apprentice, a biopic on Trump that is coming out soon, and directed by him), after Shelley and Border, this Holy Spider, let me tell you, is a huge film. Ruthless, raw, intriguing, rhythmic, it retains the Iranian aesthetics of the masters of that neo-neorealism, but raises it to hyper professional heights. Chilling story, impeccable acting, an unmissable film.