Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Una famiglia sbarca con entusiasmo su un'isola disabitata al largo della costa meridionale del Cile con il sogno di costruirvi un albergo turistico. Quando l'uomo che li aveva portati dalla terraferma scompare, la famiglia diventa prigioniera sull'isola. Con il freddo, senza acqua e senza certezze, gli spiriti e la buona convivenza cominciano a dissolversi, rivelando quello che sono davvero i componenti della famiglia stessa: bestie. (Wikipedia)
Il giovane regista cileno potrebbe essere il nuovo Larraín: dopo un interessantissimo debutto, già questo secondo film è un lavoro eccezionale, che purtroppo non è stato abbastanza diffuso (nonostante abbia vinto il Festival di San Sebastián nel 2019). Un thriller psicologico spietato, claustrofobico, con un cast corale dove i due attori più conosciuti, García e Castro (senza dimenticare quello che è già il feticcio del regista, Gastón Salgado) giganteggiano con prove spettacolari. Recuperatelo, se l'avete perso.
The young Chilean director could be the new Larraín: after a very interesting debut, this second film is already an exceptional work, which unfortunately has not been widely distributed (despite having won the San Sebastián Film Festival in 2019). A ruthless, claustrophobic psychological thriller, with an ensemble cast where the two best-known actors, García and Castro (without forgetting the director's fetish, Gastón Salgado) tower with spectacular performances. Recover it, if you missed it.

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