No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080625

italietta


Promemoria - di e con Marco Travaglio - regia di Ruggero Cara; 24 giugno 2008, Collesalvetti (LI), Parco di Villa Carmignani


Il sottotitolo è "15 anni di storia d'Italia ai confini della realtà", ma ovviamente gli anni ripercorsi dalla documentazione che Travaglio illustra, parlando ben 3 ore davanti al parco di Villa Carmignani stra-esaurito, sono ben di più, visto che per ogni personaggio importante di questa specie di inchiesta giornalistico-giudiziaria è necessaria un'introduzione che racconti chi è (anche se lo sappiamo tutti) e da dove viene.

E' curioso questo esperimento, ma sintomatico del Paese in cui viviamo: prima i comici che diventano capopopolo e rasentano la politica (Grillo), ora i giornalisti scomodi e rompicoglioni che, più alla maniera del "teatro sociale" alla Paolini che alla maniera di Grillo, portano le loro inchieste, i loro reportage, le loro convinzioni, le loro congetture, a teatro. Come illustra lui stesso qui, lo spettacolo è fatto da 7 parti intervallate dalle musiche di Valentino Corvino eseguite dai due C-Project, in camicie bianco, che si occupano anche di "manovrare" i documenti audio.


Si parte da tangentopoli, la genesi, il sistema, i personaggi, i fatti. Travaglio ha il dono di un'esposizione chiara, si fa capire, non parla il politichese anche se è una persona colta (i francesismi, i latinismi e le parole forbite o ricercate che usa sono più che comprensibili); spesso lascia parlare i verbali, o le intercettazioni, spesso ci mette dietro una battuta, sembra quasi stia studiando i tempi comici giusti per diventare un uomo di spettacolo, anche se in realtà rimane una persona che pare riservata. Comunque sia, sempre molto calmo e addirittura trattenuto.

Gli intermezzi appaiono quasi superflui, ma del resto sono necessari per riposare, anche se qualche contributo audio, molti dei quali conosciutissimi, non smettono mai di stupire e divertire: ancora oggi spassosissimo il discorso di Berlusconi indirizzato a Bush e agli USA dove, in un inglese ridicolo, Silvio canta le lodi della bandiera a stelle e striscie e la definisce "a symbol of democracy and of freedom".

Travaglio, come detto, parla per 3 ore: inizia poco dopo le 21,15, finisce quasi a mezzanotte e mezzo. Si ride amaro, anche se il racconto (già sentito anche su Sky) sul mausoleo di Berlusconi e il suo incontro con Montanelli (una specie di omaggio al suo maestro) è agghiacciante, mentre il resoconto dell'interrogatorio di Fiorani in visita a Silvio in Sardegna, presenti Previti e Luigi Grillo di Forza Italia, è irresistibile (come nota Travaglio, "sembra un film di Totò"). Ci racconta cose che mediamente si conoscono bene. Prende applausi, e prende anche dei soldi, visto l'esaurito: ma noi presenti siamo contenti di pagare, perchè ci sentiamo stranieri in patria.


La cosa che fa impressione è che gli applausi si sprecano (il primo quando Travaglio non aveva ancora aperto bocca, segno di una certa stima di partenza), e che a rifletterci bene, è un po' come guardarsi allo specchio e darsi ragione. Chi la pensa come me, come chi applaudiva, o come Travaglio, in Italia, fa parte di una minoranza.

2 commenti:

drunkside ha detto...

quindi non c'è il rischio che il tutto sia un po' pesante? sai, per quanto piacevole possa essere Travaglio, 3 ore son tantine...

jumbolo ha detto...

mah, io faccio poco testo, però mi son meravigliato perchè non ho sentito o visto gente annoiata, che se ne andava prima o roba così. se non fosse stato per le zanzare, la fame assurda e il sonno sarei rimasto volentieri un'altra ora.