No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080620

la spettacolare vita di Giulio Andreotti


Il divo - di Paolo Sorrentino 2008


Giudizio sintetico: imperdibile


Da Wikipedia: Giulio Andreotti, nato a Roma il 14 gennaio 1919, democristiano; sette volte Presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria, una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno e ministro delle Politiche Comunitarie; sempre presente in Parlamento dal 1948 al 1991 come deputato e successivamente come senatore a vita.


Sorrentino immagina spaccati della vita di Andreotti nel periodo attorno al 1992, all'epoca dell'ultimo governo Andreotti, la candidatura a Presidente della Repubblica, le prime accuse per mafia, la nomina a senatore a vita. Sottotitola questo suo Il divo con un emblematico La spettacolare vita di Giulio Andreotti.


Il bravissimo Sorrentino, uno dei migliori (se non il numero uno) registi italiani contemporanei (ricordiamoli i suoi film: L'uomo in più, Le conseguenze dell'amore, L'amico di famiglia), sceglie di confrontarsi con una figura italiana al tempo stesso storica ma attuale, controversa ma istituzionale, ed elegge una via poco convenzionale per una cine-biografia (o quasi), se vogliamo un po' "americana", sicuramente molto "alternativa". Inoltre, sceglie rischiosamente di adottare alcuni espedienti (al contrario) molto convenzionali (voce fuori campo del protagonista e didascalie introduttive per i personaggi principali), e nonostante questo il risultato che ne esce è ultra-moderno. Un film dal ritmo vertiginoso, soprattutto nella prima parte, mi verrebbe da definirlo rock, dalla tecnica superba, dalle inquadrature suggestivamente fuori dalla norma (ma questo è uno standard sorrentiniano).

La fotografia è cupa, i "topici" di Sorrentino ritornano (la simmetria delle architetture, i personaggi grotteschi), la figura di Andreotti è dipinta, in fondo, come l'immaginario collettivo nazionale la immagina, ma la approfondisce con struggimenti interni che si esplicano nelle scene in chiesa.

Servillo è l'Andreotti delle vignette di Forattini, e al tempo stesso è Nosferatu, è il gobbo di Notre Dame, è Belzebù, Belfagor, è Hellraiser, e, al tempo stesso, è umano (alla sua umanizzazione concorre Anna Bonaiuto che interpreta, altrettanto magistralmente, la moglie del divo Giulio).

Straordinari i caratteristi che interpretano i componenti della corrente andreottiana della DC. Regia, come già detto, superba, scene indimenticabili, colonna sonora che spazia dal rock alla classica, azzecatissima.


Grande. Grande.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

secondo te rende giustizia allo statista?
mau

Anonimo ha detto...

ale te l'avevo già detto..5-6 scene sono magistrali..ma due su tutte per me...
lui e la moglie sulle note de "i migliori anni della nostra vita" e la scena dell'incontro con Riina...surreale,geniale,musica perfetta...

jumbolo ha detto...

Mau, sono di parte per giudicare se gli renda giustizia, nel senso che secondo me Andreotti non è uno al quale rendere giustizia, se in caso è lui che ci deve rendere qualcosa. Ma è un giudizio soggettivo. Credo che sia un film pungente, anche cattivo se vuoi, ma che la figura di Andreotti non sia quella di uno stinco di santo mi pare chiaro, visto quello che dicono di lui o che dicevano gente come Dalla Chiesa. Probabilmente il film non rende giustizia alla figura di Andreotti in quanto politico al servizio dello Stato, perchè evidentemente il regista non pensa che Andreotti politico abbia reso un servizio allo Stato. Almeno, io la vedo un po' così.

Giulia, si, concordo, anche se secondo me ci sono un bel po' di scene da ricordare, per cui più che altro per quelli che ancora non lo hanno visto, ho preferito non citarle. Già dalla scena iniziale mi pare si possa parlare di un film memorabile. La scena con la canzone di Zero, così come quella con Riina, è un classico di Sorrentino, che, così come i grandi registi, sanno dare epicità grazie anche alla musica scelta ad hoc.

Come già detto, io sono uscito dal cinema e sono diventato fan di Cirino Pomicino....Cirino Pomicino uomo dico....

Anonimo ha detto...

ale...il film l'ho visto con maurizio...abbiamo pensato tutti la stessa cosa su cirino pomicino...mito assoluto...
:-))

jumbolo ha detto...

grande
grandi

Anonimo ha detto...

io ho pensato che gli abbia invece "salvato l'immagine" con il monologo. dice "Perpetuare il male per garantire il bene", ha ragione purtroppo. per governare questo stato squallido bisogna sporcarsi le mani e Andreotti l'ha fatto meglio (o peggio) di chiunque altro.
forse dico questo perchè non lo considero il peggiore di tutti e penso che ci rappresenti meglio di chiunque altro politico.

bello che Sorrentino rimarchi il fatto che lui abbia un archivio col quale tiene tutti per le palle... hehe...

la scena con la canzone di Zero mi ha lasciato di sasso, invece.
l'avesse fatta Muccino avrei vomitato ma dato che l'ha fatta Sorrentino penso sia volutamente da soap opera sudamericana per casalingue annoiate. voleva dirci che c'è un lato tenero in quella coppia, un'ombra di normalità domestica? d'amore? ha scelto di farlo nel più facile dei modi: la musica è la prima cosa che arriva, prima dell'immagine e della parola.
facile facile. giusto così, alleggerisce, però non sapevo se ridere o piangere.

poi il film è strepitoso per il ritmo che ha, per i dialoghi, per le arguzie, per i cirini pomicioni e i prelati... però continuo a pensare che in Andreotti ci sia più che un mandante di assassini.

Sai cosa manca di più secondo me?
La ghigna di Andreotti.
Servillo lo imbolscisce, lo impettisce... sembra un paralitico.

Giulio ride sempre!!!!!

mau

jumbolo ha detto...

mah, personalmente quel monologo è quello che tutti sanno ma non si riesce a provare, per cui è un'accusa, un modo onirico di dimostrare che è un o IL burattinaio d'italia. a mio modo di vedere non ne salva l'immagine.

concordo per l'archivio.

scena con il pezzo di zero: grande, e direi non fondamentale ma importante, stempera e italianizza, ma a presa di culo. ovvia la differenza della mano, che fai notare. lapsus freudiano il tuo "casalingUe"? :))

ovvio che andreotti sia più che un mandante di assassini/i, ovvio, concordo con te, e sicuramente a livello politico, nonostante il modo tutto italiano di fare politica, è più statista lui di silvio.

si la cosa che fai notare è vera, sull'assenza di sorriso. chissà se è stata una scelta del regista o dell'attore. sarebbe interessante saperlo.

bello scambio, belle riflessioni!!

Anonimo ha detto...

belle sì!!! : )

no.. è un lapsus voluto la casalingua... hi hi...

sai cosa... nel monologo si ha proprio l'idea del monarca schiavo del proprio ruolo.
per quello mi sembra che un po' gli renda giustizia come statista.

(mi ha molto colpito la frase di De Gasperi: "è capace a tutto potrebbe essere capace di tutto".

molto ma molto forte...)

Sai, quella qualità molto fintamente neutra è tipica di Servillo, è un maestro totale. vive di silenzi, di un'espressione, ed è puramente teatrale.

è fortissimo proprio perchè da una frase, uno sguardo potrebbe partire qualsiasi cosa.

statuario... e sai che anche Pina Bausch dice che la cosa più difficile per un ballerino è stare fermo!!!
Mau

jumbolo ha detto...

questa è più bella!

Anonimo ha detto...

La Spagna ? Manca finezza.....(Giulio Andreotti dixi)