No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090703

ottavo padiglione


L'uomo che aveva picchiato la testa - di Paolo Virzì 2009


Giudizio sintetico: da vedere per capire Livorno; compendio di Ovosodo


Ho picchiato la testa, lasciatemi stare, non lo vedete, non son più normale

Ho picchiato la testa, lasciatemi dormire, avvertitemi quando è pronto da mangiare

Ma se lei chiamerà mandatela di qua

E' perchè son malato, tutti mi tormentano

E' perchè son sbagliato, tutti ne approfittano

Andate in comune, chiedete una pensione, così in questo stato, non posso lavorare

Perchè ho picchiato la testa, non son più normale, non son capace, di intendere e volere

Ma se lei chiamerà mandatela di qua

E' perchè son malato, tutti ne approfittano

E' perchè son malato, tutti ne approfittano


Ecco come recitava il testo di Ho picchiato la testa, travolgente canzone della band livornese Ottavo Padiglione, capitanata da Roberto Bobo Rondelli, anni fa. La band prendeva il nome dal reparto neuropsichiatrico dell'ospedale di Livorno, e la storia della canzone era in parte autobiografica, visto che, si scopre guardando il documentario "atipico" di Virzì sulla sua città di origine, Bobo da piccolo ha picchiato davvero la testa. Lo dice la sua mamma.

Virzì e Rondelli sono quasi coetanei, e hanno condiviso diversi anni della gioventù; è comprensibile quindi questa specie di omaggio del regista, ormai affermato, ad un amico, prima di tutto, che nonostante innate capacità musico-poetiche è rimasto prigioniero del personaggio del bravissimo perdente, dello spernacchiatore impenitente, mai disposto a compromessi, orgoglioso e spaccone quanto timido e impacciato, che tanto ricorda il concittadino Piero Ciampi.

Il personaggio merita davvero, ma non è tutto. Il lavoro imbastito da Virzì non si limita solo ad una minuziosa e amorevole descrizione del Rondelli, con tanto di interviste a lui, agli amici, ai detrattori, ai colleghi, ai fans, agli ex manager, ai produttori, ai discografici, ai critici musicali, alla madre, al sindaco, addirittura organizzando una sorta di tavola rotonda alla quale partecipano personalità tutto sommato rilevanti nel campo dell'arte, dello spettacolo, dello studio della lingua, tutte nate o legate strettamente a Livorno, che discutono del perchè Bobo sia rimasto così ingabbiato dalla sua città. Non solo.

Bobo è il tramite di una riflessione più ampia, che giustamente può fare chi è partito da Livorno e se n'è andato, per tornarci ogni tanto da vincitore, senza vantarsene (anzi, bisogna dare atto che Virzì, quando torna, torna non solo per rendere omaggio, ma per portare lavoro e per dare grande visibilità alla città), una riflessione che sviscera perfettamente il carattere di tutti i livornesi e il perchè chiunque nasca qui si bei di non combinare un bel niente (meglio disoccupato a Antignano che ingegnere a Milano), o di essere parecchio ignorante (a Livorno un ci s'avrà nulla ma siamo tanto ignoranti), e si vergogni di essere sensibile.

Non c'è da stupirsi, quindi, se il lavoro esce in dvd allegato con il quotidiano Il Tirreno, il più diffuso in città e dintorni; ma, se c'è qualche curioso, qualche studioso di antropologia, qualcuno a cui interessa capire la città più giovane della Toscana e il perchè la gente di qui ne sia così orgogliosa, se qualcuno ha amato alla follia Ovosodo senza essere né livornese, né toscano, oppure solamente si ricorda di aver ascoltato qualche canzone fulminante cantata da Bobo e se n'è innamorato, ecco, quel qualcuno dovrebbe procurarsi e/o vedere questo film, così poi non potrà fare a meno pure di procurarsi i dischi di Rondelli e magari dell'Ottavo Padiglione.


Perchè, come dice Bobo in Madame Sitrì, famosissima prostituta dell'epoca dei casini praticante in Livorno, viaggio d'andata senza ritorno, bella Livorno, mi fermo qui.

Ancora una volta, grande Paolo Virzì.

4 commenti:

drugo ha detto...

avevo visto degli estratti su you tube tempo fa ma non trovavo traccia del film\documentario.
ma il tirreno qui non si trova!
non so quasi nulla di livorno, ma rondelli lo adoro. l ho conosciuto anni fa con la canzone "i dolori del giovane walter" e qualche mese fa ho trovato questo video: http://www.youtube.com/watch?v=-hxEvUI_JtI

jumbolo ha detto...

il tirreno è del gruppo repubblica l'espresso per cui se chiedi a un edicolante qualsiasi dovrebbe essere in grado di fartelo arrivare altrimenti fammi sapere

jumbolo ha detto...

il video è contenuto anche nel docu, in parte, oltre a una reiterata intervista a bollani

drugo ha detto...

ottimo grazie!
mi informo e ti faccio sapere