No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090720

marrubio



Horehound - The Dead Weather




La prima cosa che mi viene da pensare è: speriamo che Jack White (pare si chiami John Anthony Gillis) non sia assalito dalla sindrome di John Frusciante (far uscire almeno 4 dischi all'anno). Per il resto, sono tranquillo, perchè l'ho sempre detto che è un genietto, e che non capivo perchè si portasse dietro quel freno a mano che è Meg (White, non la ex 99 Posse). Beh, evidentemente è uno di buon cuore (è la ex moglie).


Dopo i Raconteurs, e dopo essere riuscito in un'impresa che chiunque avrebbe pensato essere impossibile (far duettare Alicia Keys con una chitarra distorta), adesso tenta un'altra sfida e la vince: decidere di incidere un disco con un'altra band che non esiste, in 24 ore pianificare il tutto, e in pochi giorni incidere un lavoro più che decente. Su come sia andata, troverete ampi reportage dappertutto, mi permetto solo di ricordarvi i membri: Alison Mosshart dei The Kills alla voce, Jack Lawrence (Raconteurs e Greenhornes) al basso, Dean Fertita (tastiere nei Queens Of The Stone Age ma pure nei Raconteurs in tour) alla chitarra e alle tastiere, Jack White alla batteria e ogni tanto alla voce, ma insomma, i membri suonano un po' di tutto. Con un po' di sana cattiveria, si potrebbe dire che più che una sorta di Re Mida dell'indie-rock, Jack è una specie di crocerossina per pseudo-artiste: infatti, è riuscito a far incidere un disco decente ad Alison (ahahaha!).


Il lavoro è sporco come volevano, si ispira al blues delle radici elettrificandolo, a Jimi Hendrix e ai Led Zeppelin, e Jack suona la batteria un po' alla Brad Wilk (RATM), come nota correttamente Claudio Sorge su Rumore, anche se lui dice di essere ispirato dalla black music quando suona la batteria, così come è influenzato dal blues quando suona la chitarra. Probabilmente la verità sta nel mezzo, e non essendo un mostro tecnicamente, alla batteria, quello è il modo più energico ma semplice di suonarla, e il risultato alla fine, convince e dà un'impronta particolare al tutto, distaccando un po' il risultato da quello dei Raconteurs. E' un disco che suona come già sentito, e non perchè ci sono diverse cover (impressionante New Pony di Dylan), ma per motivi ovvi di influenze e stili. E' piacevole da ascoltare, senza dubbio.


Ma alla fine mi rimane sempre un interrogativo. Essendo quel genietto che è, Jack, se decidesse di impegnarsi in qualcosa di veramente innovativo, sono convinto che riuscirebbe a scolpirsi un posto nel firmamento del rock. O no?

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