No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090713

Taratuto story







No sos vos, soy yo - di Juan Taratuto 2004;



¿Quién dice que es fácil? - di Juan Taratuto 2007;



Un novio para mi mujer - di Juan Taratuto 2008






Giudizio sintetico: si possono vedere






No sos vos, soy yo: Javier e Maria stanno convivono da alcuni anni, lui è chirurgo e lavora in un ospedale della capitale argentina, ma ovviamente, nell'Argentina post-crack finanziario del 2001, tutto è incerto. Perfino in sala operatoria, durante operazioni complesse, può andare via l'energia elettrica. Maria non è contenta di come vanno le cose: prima insiste perchè i due si sposino civilmente, poi, avendo dei parenti residenti a Miami e con cittadinanza statunitense, convince Javier ad emigrare. La casualità vuole che Javier sia costretto a partire dopo Maria, per terminare di sistemare alcune cose: lasciare il lavoro, vendere la casa, disfarsi, insomma, di tutto quanto. Proprio mentre Javier si sta facendo portare all'aeroporto dall'amico di sempre, Luis, ecco che arriva una telefonata "strana" da parte di Maria. In pratica, Maria è andata a letto con un altro uomo, è in lacrime, disperata, e chiede a Javier di non andare. Javier attacca il telefono, ma la sua vita è distrutta, azzerata. Oltre ad essere senza quella che è stata per anni la sua metà, si ritrova senza casa e senza lavoro.






Debutto del giovane (è del 1971) Taratuto, argentino di Buenos Aires, con un copione scritto a quattro mani con la moglie, Cecilia Dopazo, che nel film interpreta Julia. Il film è ben fatto, sia a livello di riprese, fotografia, suono, colonna sonora, interpretazioni. La sceneggiatura è divertente, ma non solo. C'è spazio per la critica sociale (accennata), ma soprattutto per l'insondabilità dei sentimenti e dei comportamenti delle persone quando sono innamorate. Una commedia agrodolce dove è tutto ben dosato, anche se a volte ci sono espedienti abbastanza telefonati; si ride abbastanza, i dialoghi sono ben scritti, e ci sono anche alcune battute folgoranti.



La parte principale, quella di Javier, è affidata all'esperto Diego Peretti, molto attivo in televisione, molto bravo, lo ritroveremo anche nel secondo film di Taratuto. Nella parte di Maria troviamo Soledad Villamil, che avevamo visto in El mismo amor, la misma lluvia di Campanella, e nella parte dell'analista c'è Marcos Mundstock, una colonna portante del gruppo comico/musicale dei Les Luthiers, famosissimi e osannati in Sud America. La Warner Bros ha deciso di girarne un remake messicano, per il quale Taratuto scriverà l'adattamento.






¿Quién dice que es fácil?: Aldo è una persona estremamente controllata, metodica, ai limiti dell'ossessività. E' proprietario di un autolavaggio, dove non concede giorni di permesso ai suoi dipendenti neppure quando piove a dirotto, e di un appartamento accanto al suo, che vorrebbe affittare ma con una serie sterminata di condizioni. In pratica, preferisce tenerlo vuoto. Ma non ha fatto i conti con Andrea, una giovane, bella, iperattiva fotografa che ha passato gli ultimi 15 anni della sua vita in giro per il mondo, alla quale l'appartamento sembra perfetto. Due persone completamente opposte: per di più, Andrea è incinta, si scopre dopo che ha firmato il contratto d'affitto, e non sa di chi, vista la sua condotta promiscua. Chi potrebbe pensare che tra Aldo e Andrea...






Secondo lavoro di Taratuto, che a dispetto della situazione di partenza fa meno ridere di quel che si possa pensare. Forse il meno riuscito dei suoi (finora) tre film, fa cozzare due mondi, due tipi di solitudine, e ci regala un finale un po' troppo accomodante, ma è evidentemente un altro mattone nel discorso che Taratuto vuole affrontare, col sorriso sulle labbra, a proposito della coppia. Ma la realizzazione è, come al solito, professionale, così come le prove del cast. Azzeccata la colonna sonora. La parte principale (Aldo) è ancora appannaggio di Diego Peretti, sempre ottimo, mentre quella di Andrea è di Carolina Peleritti, che qui da noi abbiamo visto nel meraviglioso XXY; facce conosciute anche quelle di Mónica Galán (Cristina), vista in Tutto il bene del mondo di Alejandro Agresti, e Guillermo Toledo (Dr. Heinze), visto in Crimen perfecto e L'altro lato del letto. Dialoghi e situazioni divertenti (e, se lo vedrete, non potrete fare a meno di chiedervi chi ha rubato l'idea a chi, visto che i due film sono entrambi del 2007, e sto parlando di Irina Palm...), sceneggiatura prevedibile ma apprezzabile, scritta questa volta da Pablo Solarz.






Un novio para mi mujer: Diego "Tenso" Polski è una persona tranquilla, educata, semplice. Vive con la sua donna, Andrea detta "Tana". Andrea è sempre di cattivo umore, costantemente, a partire dal risveglio al mattino, fino alla sera quando arriva il momento di coricarsi. Non le va bene niente, si lamenta di tutto, a volte a ragione, spesso per niente. Non fa assolutamente niente, non ha lavoro, sarebbe una speaker, ma non la sfiora neppure l'idea di cercarsi un altro posto: è troppo impegnata a lamentarsi di qualsiasi cosa. Per il Tenso la situazione si fa insostenibile, e della cosa ovviamente se ne accorgono gli amici, che gli consigliano, visto che non riesce a dirle che vuole rompere la storia, di contattare il "Cuervo" Flores, un uomo anche piuttosto brutto, che però ha fama di irresistibile seduttore, e che in passato si prestava a questo tipo di imbrogli per guadagnare: corteggiare la moglie di un altro che non sapeva come fare a rompere. Ma il Cuervo non può avere le occasioni giuste se la Tana rimane perennemente in casa, quindi il Tenso arriva a pagare un giovane direttore di una radio locale perchè assuma la moglie per un programma qualsiasi, programma che invece ha da subito un immediato successo.



Le cose si complicano.






Uscito nell'agosto del 2008 in Argentina, il terzo film di Taratuto ha avuto uno straordinario successo di pubblico. Abbandona il suo attore feticcio Diego Peretti per un altro leggermente più giovane ma altrettanto famoso, Adrián Suar, col quale fa per l'ennesima volta un buon lavoro (si "soffre" veramente con Suar durante le sfuriate della Tana), si affida ancora una volta a Pablo Solarz per la sceneggiatura, e questa volta la cosa riesce ancora meglio che col precedente lavoro. Il film è molto divertente, e la figura di Andrea "Tana" Ferro, recitata in maniera splendida da Valeria Bertuccelli (anche lei l'abbiamo vista in XXY ma pure in Luna de Avellaneda, di Campanella, regista dal quale Taratuto "ruba" o riprende, l'abitudine a "dilungarsi" in riprese "extra" nei titoli di coda), qui in grandissima forma, è assolutamente il personaggio principale della storia, è al tempo stesso un personaggio estremizzato, ma che dice verità perfettamente condivisibili. La scena del compleanno è sublime. Ottimi anche gli attori non protagonisti, spassosa la figura del Cuervo Flores, interpretata da Gabriel Goity.

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