No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090704

rozzo e tamarro


Rudo y Cursi - di Carlos Cuarón 2008


Giudizio sintetico: da vedere


Tato (il Cursi) e Beto (il Rudo) sono due fratelli che vivono in uno sperduto paesino del Messico rurale, fanno i raccoglitori di banane, amano la mamma e odiano il patrigno (che la picchia), giocano a calcio nel tempo libero. Il Rudo sogna di diventare un portiere famoso, mentre il Cursi sogna di diventare un cantante, senza accorgersi di essere stonato. Un giorno, per caso, un talent scout calcistico argentino, che al momento lavora in Messico, fora una gomma della sua decappottabile nei pressi del campetto dove Rudo e Cursi stanno andando a giocare. Aiutano Batuta, il talent scout, che prima di ripartire si ferma a dare un'occhiata alla partita. Vede in entrambi del talento, e propone loro di portarsi dietro uno dei due per un provino per una squadra della capitale: a loro la scelta. I due "fanno scegliere" un rigore: Tato tira, Rudo cerca di parare. Vince Tato, e il mattino dopo parte con Batuta e la sua donna verso il Districto Federal (Città del Messico). Le cose andranno talmente bene, che Tato diventerà una stella di una squadra di prima divisione, fino ad arrivare alla Nazionale, inciderà un disco e si fidanzerà con Maya, una stellina della televisione che fino a poco tempo prima non lo guardava neppure quando Batuta presenta i due. Non solo. Batuta dopo qualche tempo, alla richiesta di un portiere da parte di un'altra squadra, chiama Rudo e lo fa arrivare a Città del Messico, e "piazza" anche lui.

Ma i soldi, il successo, gli eccessi, l'agiatezza, vanno saputi gestire. Rudo e Cursi sono poveri arricchiti. Rudo non sa resistere al fascino delle scommesse; Cursi è convinto di essere più bravo come cantante che come calciatore.

Si troveranno alla fine in due situazioni diametralmente opposte e, paradossalmente, allo stesso punto dal quale erano partiti: Tato che calcia un rigore nella partita decisiva, contro Beto.


Eccezionale successo in patria (Messico), già uscito in tutto il mondo e programmato a breve nei pochi paesi nei quali non ha ancora debuttato, non ha ancora nessuna distribuzione italiana. Debutto sul lungometraggio per Carlos Cuarón, ottimo sceneggiatore, tra l'altro anche per il fratello Alfonso, per il quale scrisse il bel Y tu mamà también del 2001 (anche quello con la coppia Bernal-Luna), e prodotto dalla neonata Cha Cha Chà Films, fondata dal trio delle meraviglie messicano Alfonso Cuarón (Y tu mamà también, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, I figli degli uomini), Alejandro González Iñárritu (21 grammi, Babel, Amores Perros) e Guillermo del Toro (Mimic, La spina del diavolo, Il labirinto del Fauno, Hellboy e Hellboy II), il film è davvero molto divertente, assolutamente non un film sul calcio (ma, come hanno già notato alcuni critici stranieri, è addirittura un film contro la mafia presente nel calcio, a tutte le latitudini), interpretato in maniera superlativa, soprattutto dalla coppia di protagonisti (visto in lingua originale, il loro marcato accento messicano "povero" è straordinario), ma è buonissima tutta la prova del cast, fotografato in maniera splendida (e qui mi verrebbe da inveire su tutto il cinema italiano, che si lamenta continuamente senza riuscire mai a far uscire dei prodotti decenti, sia a livello di fotografia che di suono in presa diretta, per non parlare delle sceneggiature), autoironico da parte dei messicani stessi, con un retrogusto molto, molto amaro, dopo tutte le risate. Da segnalare anche la buona prova dell'argentino Guillermo Francella nei panni di Batuta, e la presenza impossibile da ignorare della stupenda portoricana Jessica Mas nei panni di Maya.

La sceneggiatura è, in fondo, semplicissima e pure prevedibile, ma fa riflettere perchè è anche la fotografia perfetta di questo nostro mondo globalizzato anche nello sport (e nella corruzione dello/nello sport) e nel mondo dell'immagine e dello spettacolo (leggi: veline e calciatori).

Colonna sonora con nomi d'eccezione, nonostante sia tendenzialmente orientata sulla musica messicana: Black Keys, Devendra Banhart, Juana Molina, una spassosissima cover in spagnolo di I Want You To Want Me dei Cheap Trick eseguita da Gael Garcia Bernal stesso, Quiero que me quieras.


Quando lo vedremo in Italia?

3 commenti:

Topo Gigio ha detto...

Buenísima peli! Lo mejor es el excelente nivel de actuaciones.

jumbolo ha detto...

estoy totalmente de acuerdo contigo.

Anonimo ha detto...

Ahora que mencionas a Guillermo del Toro, una de sus primeras pelis fue "Cronos" muy recomendable.