No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20101124

la domestica


Affetti & dispetti (La Nana) - di Sebastiàn Silva (2010)

Giudizio sintetico: da vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: il lavoro nobilita...com'era?

Santiago del Cile. Raquel è a servizio come tuttofare in una casa dei Valdés, una famiglia benestante, da 23 anni. Ha cresciuto tre figli, Camila, la più grande, adesso adolescente, che comincia a scontrarsi col carattere di Raquel, e due maschietti un po' più piccoli. Non torna mai a casa da sua madre, con la quale intercambia solo brevi e sporadiche telefonate, esce pochissimo, si comporta ormai come se fosse una di famiglia. In casa le vogliono bene, e le perdonano qualche comportamento non proprio lineare. Ma Raquel è stanca e stressata, ha continui mal di testa squassanti, assume troppi medicinali, fin dal mattino presto. Se ne accorgono tutti, e, non avendo problemi di soldi, decidono di affiancarle un'altra nana (domestica), per farla lavorare meno. Raquel interpreta questa decisione come un segnale di ostilità, un qualcosa che minaccia la sua totale appartenenza a quella famiglia, nonostante lei sia sempre la nana, e non una familiare, e in maniera decisa e perfino scriteriata, decide di boicottare la prima collega, una ragazzina peruviana, con la quale ha vita facile, e poi la seconda, una donna non più giovane raccomandata ai Valdés dalla nonna, cambiando leggermente metodo ma raggiungendo ugualmente l'obiettivo: se ne va anche lei. Nel frattempo, la situazione di salute di Raquel peggiora.
Ecco che, durante alcuni giorni di convalescenza di Raquel, dopo uno svenimento, arriva Lucy. Lucy cambia le carte in tavola, col suo atteggiamento positivo, gentile, comprensivo e complice, ma soprattutto, l'atteggiamento di una persona che non vive per lavorare, anche se il suo lavoro lo svolge come si deve.

Secondo lungometraggio per il giovane regista cileno, film che ha vinto molti premi in giro per il mondo (anche a Torino), La nana, tradotto disastrosamente in Italia con un tristissimo Affetti & dispetti, è un film semplice e minimale, ma diretto, divertente e al tempo stesso crudele in alcuni passaggi, ma con un bel "percorso" di re-umanizzazione della protagonista, inizialmente lobotomizzata dal lavoro ma soprattutto dall'assenza di un qualcosa di proprio, e dalla proiezione di un'immaginaria appartenenza alla famiglia per la quale lavora.
La tecnica è, appunto, minimale, le riprese e i movimenti di macchina poveri ed essenziali, la fotografia dimessa, ma la resa è prepotente, le interpretazioni ottimali, lo schema semplice (nella prima parte si arriva a temere una tragedia, nella seconda si segue la tenera riscoperta di una se stessa anestetizzata, da parte della protagonista) ma di un certo effetto.
L'interpretazione di Raquel da parte di Catalina Saavedra è in un certo senso anticonvenzionale, ma di grande rilevanza. Grande realismo anche da parte del resto del cast.
Film interessante.

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