No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20160626

Cancro

Folfiri o Folfox - Afterhours (2016)

Undicesimo disco in studio per il gruppo milanese. 30 anni di carriera, unico membro originale, Manuel Agnelli. Escono Giorgio Prette (batteria), sostituito da Fabio Rondanini, e Giorgio Ciccarelli (chitarra), sostituito da Stefano Pilia. Le parole del titolo sono due trattamenti chemioterapici. Il padre di Agnelli è morto tempo fa per un cancro. I testi del disco sono chiaramente ispirati, in gran parte, dalla sua elaborazione del lutto.
Come succede, almeno a me, a lungo andare ci si stanca di una band. A me capita soprattutto con quelle italiane, devo riconoscere che un po', sono malato di esterofilia. Mi è accaduto con i Marlene Kuntz, mi è accaduto con gli Afterhours: dopo anni di dischi, riflessioni, molti concerti visti, non ho neppure ascoltato il disco precedente, Padania.
Eppure, a volte penso che questo allontanarsi, serva. Infatti, avuta la notizia dell'uscita di questo nuovo disco, mi sono messo all'ascolto con una certa tranquillità, ma pure con disillusione, e mi sono ritrovato negli orecchi un disco molto bello, a tratti meraviglioso. Usando un luogo comune, un disco maturo (lo dice lo stesso Manuel in uno dei pezzi più belli, Se io fossi il giudice: "che ci sia luce oppure/ sia oscurità/ cammino come un uomo e parlo/ come un uomo"), arrabbiato nella sua pacatezza, conscio delle sue possibilità così come dell'importanza di questa band per la musica italiana. A 50 anni Agnelli (lo capisco molto bene, anche se io non sono riuscito ad avere successo come musicista, e non per questo lo invidio, anzi, lo ammiro, per quanto possa spesso criticarlo) si comprende che non si ha più bisogno di preoccuparsi di quello che gli altri pensano di te, e quindi via libera a pezzi che sono si intrisi di rock e perfino di blues (Nè pani né pesci, un'altra perla di questo disco, che ne contiene moltissime), ma anche di canzone d'autore italiana, di quella sperimentata timidamente in Non è per sempre (Bianca, per me, rimane una delle canzoni più belle che gli Afterhours abbiano mai scritto, e probabilmente il mio giudizio è falsato dal sentimento), via libera a pianoforte, archi, noise, elettronica ben dosata, insieme a schitarrate furiose e attacchi frontali, ma soprattutto, splendide canzoni, e una prova vocale da incorniciare (ne Il trucco non c'è sembra di sentire Gaber). Intervallati da strumentali (Cetuximab, Ophryx) e sperimentazioni (San Miguel, Folfiri o Folfox), gli Afterhours ci regalano una raccolta di pezzi destinati a diventare dei classici: oltre alle già citate, Grande, Il mio popolo si fa, L'odore della giacca di mio padre, Non voglio ritrovare il tuo nome (eccezionale), Ti cambia il sapore, Qualche tipo di grandezza, Lasciati ingannare (una volta ancora), Oggi, Fa male solo la prima volta, Noi non faremo niente, Fra i non viventi vivremo noi, fanno di Folfiri o Folfox un disco davvero meraviglioso, un disco che rende orgogliosi di essere nati nello stesso Paese.



Eleventh studio album for the Milan group. 30-year career, the only original member, Manuel Agnelli. Giorgio Prette (drums), replaced by Fabio Rondanini, and Giorgio Ciccarelli (guitar), replaced by Stefano Pilia. The words of the title are two chemotherapy treatments. Agnelli's father died recently of cancer. The album texts are clearly inspired, in large part, by his mourning.
As it happens, at least to me, in the long run you get tired of a band. It happen especially with Italian bands, I must admit that I am a xenophilous. I happened with Marlene Kuntz, it happened with Afterhours: after years of records, reflections, many live concert seen, I have not even heard the previous album, "Padania".
Yet, sometimes I think that this "move away", works. In fact, having the news of this new release, I started listening with a certain peace of mind, but also with disillusionment, and I found myself in the ears a very beautiful record, wonderful sometime. Using a common place, a mature album (the same Manuel sings, in one of the most beautiful track, "Se io fossi il giudice", "che ci sia luce oppure/oscurità/cammino come un uomo e parlo/come un uomo" [that there is light or / darkness / I walk like a man and I talk / like a man]), angry in his calmness, aware of its possibilities as well as the importance of this band for the Italian music. At 50 Agnelli (I understand him very well, although I was not able to succeed as a musician, and not for this reason I envy him, indeed, I admire him, no matter how often I criticized him), understand that there is no longer need to worry of what the others think of you, so go-ahead with tracks that are steeped in rock and even blues ("Né pani né pesci", another pearl of this album, which contains many), but also of Italian songwriters, the kind they had experienced timidly into "Non è per sempre" ("Bianca", to me, remains one of the most beautiful songs Afterhours had ever written, and probably my judgment is distorted by the feeling), green light for piano, strings, noise, well-dosed electronics, along with furious guitars and frontal attacks, but most of all, wonderful songs, and a voice test to be framed (in "Il trucco non c'è" there seem to hear Gaber). Interspersed with instrumental ("Cetuximab", "Ophryx") and experiments ("San Miguel", "FOLFIRI o FOLFOX"), Afterhours give us a collection of pieces destined to become classics: besides the already mentioned, "Grande", "Il mio popolo si fa", "L'odore della giacca di mio padre", "Non voglio ritrovare il tuo nome" (superb), "Ti cambia il sapore", "Qualche tipo di grandezza", "Lasciati ingannare (una volta ancora)", "Oggi", "Fa male solo la prima volta", "Noi non faremo niente", "Fra i non viventi vivremo noi", make of "FOLFIRI or FOLFOX" a truly wonderful record, a record that makes us proud to be born in the same country.

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