The Martian - di Ridley Scott (2015)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
L'equipaggio della missione Ares III, già arrivata su Marte, sta esplorando Acidalia Planitia. Una inaspettata e fortissima tempesta di polvere rischia di far cadere il veicolo col quale sono scesi sulla superficie dalla loro nave madre Hermes, quindi rientrano in tutta fretta. Durante la frettolosa evacuazione, l'astronauta Mark Watney è colpito da dei detriti, e perso nella tempesta. I segnali telemetrici provenienti dalla sua tuta non indicano più nessun segno vitale, quindi, a malincuore, il comandante della missione, Melissa Lewis, dà ordine di rientrare senza di lui. La missione di lì a pochi sols è conclusa, e l'equipaggio, senza Mark, comincia il lungo ritorno sulla Terra.
Watney, in realtà non è affatto morto. Infatti, si risveglia dopo la tempesta, quasi in assenza di ossigeno, e dolorante. Rientra all'Hab (abbreviazione di Habitat, il modulo base delle operazioni sul pianeta), si toglie un pezzo di antenna che gli si è conficcata nella tuta e nell'addome, rendendosi conto che ha causato la falsa segnalazione delle cessate attività vitali, si cura mettendosi dei punti sulla ferita, ed inizia un video-diario. Si rende conto che nessuno sa che lui è vivo, e che l'unica sua possibilità di salvezza è non solo rimanere vivo circa quattro anni, ma anche raggiungere il cratere Schiaparelli, dove appunto, tra quattro anni dovrebbe atterrare la missione Ares IV. Problemi: lui ha scorte di cibo per circa 309 giorni, pur razionandole, e il cratere è lontano 3.200 km, mentre l'autonomia del veicolo a sua disposizione è molto limitata. Watney si mette al lavoro per risolvere questi problemi. Essendo un botanico, si inventa una coltivazione di patate all'interno dell'Hab, con terra marziana e coltivata con gli escrementi umani lasciati da lui e dai colleghi. Poi, si mette a lavorare sull'autonomia del rover a sua disposizione. Non sa, però, che data la sua presunta morte, la NASA sta seriamente mettendo in dubbio l'invio di ulteriori missioni su Marte...
E' un bel film, questo The Martian. Sicuramente, uno dei migliori di Scott negli ultimi anni. Tratto dal romanzo di debutto omonimo dello scrittore statunitense Andy Weir, il film di Scott non si addentra in riflessioni sociologiche o religiose, ma rilascia, qua e là, dubbi di coscienza (nei membri dell'equipaggio di Ares III), e dipinge una figura di eroe positivo, ottimista e sorridente. Inoltre, riprende l'idea di Weir, e lancia un messaggio pacifista e distensivo (la collaborazione della NASA con l'agenzia spaziale cinese). Tutta roba tagliata con l'accetta, sia chiaro, ma funziona, e il film prende e coinvolge. Matt Damon (Watney) è l'attore perfetto per una figura del genere. Non un capolavoro, intendiamoci, ma un film che si può vedere senza pentirsene.
It's a good movie, this The Martian. Certainly, one of the best from Ridley Scott in recent years. Based on the novel of the same name debut of the American writer Andy Weir, Scott's film does not go too deep into sociological or religious considerations, but leave drops, here and there, especially on doubts of consciousness (in the crew of Ares III), and paints a picture positive hero, optimistic and smiling. Furthermore, it takes back the idea of Weir, and launches a pacifist message and of detente (the collaboration of NASA with the Chinese space agency). All rough stuff, mind you, but it works, and the film takes and involves. Matt Damon (Watney) is the perfect actor for a figure like that. Not a masterpiece, obviously, but a film that you can see without regret.
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