Come ogni anno, mi tocca una visita ai nostri depositi esterni. In realtà non dovrebbe essere una visita di cortesia (dovrebbe essere il conteggio dell'inventario, cosa un po' empirica visto che stiamo parlando, spesso, di montagne di prodotto pulvirulento - 3mila tonnellate, ma anche 6/7mila a volte), ma quasi sempre si risolve con saluti, chiacchiere, e un pranzo o una cena, a seconda dell'orario. Ancora, le scadenze non sono tassative: l'ultima volta che sono stato a Manfredonia era il dicembre del 2015, e adesso siamo nel 2017, seppur da pochi giorni. Le premesse di questo breve viaggio verso il tacco dell'Italia sono caotiche: ho lavorato tutto il weekend dell'Epifania (venerdì 6, sabato 7 e domenica 8), per via di alcune coincidenze. L'arrivo di una perturbazione che abbassa le temperature sul Centro e Sud Italia, l'arrivo della neve nelle relative regioni, il nostro contratto esclusivo con Autostrade per l'Italia, che comprende anche l'obbligo, da parte nostra, a lavorare in emergenza la notte e i weekend, per la fornitura di quel prodotto che comunemente viene chiamato sale o scioglineve, ma che in realtà è cloruro di calcio (prodotto per il quale io sono il gestore dei flussi, a livello di gruppo quindi mondiale - non vi immaginate chissa cosa ma almeno, questi si, un sacco di menate e rompimenti di scatole, per il resto una tabella excel e un po' di buon senso), e ultimo ma non meno importante, suppongo, il guasto di ogni sito di previsioni del tempo da parte di tutti gli impiegati e dirigenti di Autostrade (tutti sapevano che avrebbe nevicato durante questo weekend, e noi abbiamo assistito all'assenza ingiustificata di molti ordini quantomeno il mercoledì o il giovedì, e alla fine sono stato svegliato da una collega alle 9,30 del venerdì mattina, collega che mi chiedeva se avevo letto la mail di mezz'ora prima, che segnava l'inizio dell'emergenza). Quindi, lunedì 9 gennaio mattina sono uno straccio, passo tutta la giornata a lavoro, ma nel pomeriggio devo partire ugualmente. Sono col collega M., e verso le 17 ci muoviamo verso l'aeroporto di Pisa, dove il volo partirà poco dopo le 19. Forse. Si, perché le condizioni meteo da noi non sono male (freddo, ma nessun tipo di precipitazione), ma in Puglia mica tanto: sta nevicando, e l'aeroporto di Bari, dove atterreremo, ieri è stato chiuso quasi tutta la giornata, e riaperto ai voli dopo le 19. Ci va bene, e il volo parte. Arriviamo verso le 21 prendiamo l'auto a noleggio, e dobbiamo attendere le catene, perché sono obbligatorie e non sono rimaste auto con le gomme invernali. Riusciamo a partire, fuori fa un freddo becco e atterrando, ho visto tutto imbiancato, facciamo quelle poche centinaia di metri che ci separano dall'hotel Parco dei Principi, parcheggiamo l'auto nel garage, e facciamo il check in. Purtroppo, doveva venire con noi anche un altro collega, che domenica sera si è ammalato, e dobbiamo pagare anche la sua stanza (il tempo disponibile per la cancellazione gratuita era esaurito). Saliamo in camera rapidamente e scendiamo per la cena, la gentile addetta dell'AVIS, al momento del ritiro dell'auto, ci ha consigliato la pizzeria lì vicina (Ristopizza dei Principi), e in effetti, si spende nulla e si mangia bene. Ci ritiriamo dal freddo esterno al tepore della camera, l'hotel è una garanzia, l'avevo provato la volta scorsa e devo dire che è veramente di categoria.
Martedì 10 sveglia verso le 6,30, preparazione, colazione, check out e via verso Manfredonia sperando che non nevichi. Speranza non esaudita, lungo il tragitto inizia a nevicare, per fortuna non forte, arriviamo dai nostri ospiti verso le 10 abbondanti, sta nevicando in continuo ma per fortuna non attacca, due chiacchiere, visita veloce del magazzino, e poi si attende l'ora di pranzo. Il pranzo è piacevolissimo, i nostri ospiti sono quattro, i quattro fratelli che avevamo conosciuto tre anni fa all'inizio della nostra avventura (mia e della mia squadra, i fratelli invece lavoravano già con la nostra società da qualche anno) ci sono tutti, e sono delle persone simpatiche e gioviali, il ristorante è quello di tre anni fa e non si riesce a dire di no o a ordinare quello che uno realmente vuole. Si finisce, dopo convenevoli e discussioni post prandiali (la nostra società vuole, giustamente, ridiscutere l'accordo, i gestori non sono al settimo cielo, io e la mia squadra però non siamo decisionali fino a quel punto, gestiamo "solamente" il loro flusso di lavoro in base a quello che abbiamo su scala nazionale), che sono le 16 di pomeriggio, e stiamo scoppiando non di salute, ma dal mangiare. Continua a far freddo ma non nevica più, e spero che sia così anche sul percorso che ci separa dall'aeroporto. Si parte, commenti post incontro mentre guido, e più ci si avvicina a Bari e più neve c'è al bordi della strada, ma per fortuna non nevica più. Guido con aumentata prudenza, si fa rifornimento giusto prima di arrivare a destinazione, e ci siamo, con un buon anticipo (non sono ancora le 18, il volo è alle 21).
Naturalmente, non abbiamo fame, infatti non ceneremo. Attendiamo, e facciamo due chiacchiere con alcuni sfortunati che da stamattina stanno aspettando di prendere il volo Ryanair per Bergamo, e che invece partiranno dopo di noi. In coda per l'imbarco conosciamo alcuni simpatici personaggi, e quando saliamo sull'aereo, due cose fondamentali. La prima: il collega mi chiede se ho tolto l'USB dall'auto. No. Provo a chiamare l'ufficio, ma non ce la faccio. Scoprirò che non è possibile, anche se chiami il numero dell'ufficio AVIS di Bari ti risponde il customer service di Budapest. Meno male che c'erano solo file musicali. La seconda: volo Ryanair, sfortunatamente sul volo di ritorno erano occupati i miei posti preferiti (la fila 2D/2E/2F, la seconda opposta al portellone di ingresso, tenete presente che non c'è la fila 1 da quella parte, quindi c'è più spazio e avete la parete davanti, infatti sono quelli che costano di più), e quindi ho preso la fila 1A/1B/1C: saliamo per primi ma dobbiamo attendere che siano saliti tutti, e questo vuol dire la perdita dell'uso delle gambe causa freddo. Non solo: i piloti chiedono il de-icing, quindi il portellone rimane aperto più a lungo del solito. Vabbé, alla fine si parte, con un certo ritardo, e si arriva, con un certo ritardo. Tanto per cambiare, vado a letto che è quasi l'una di notte.
Allegate un paio di foto fatte lungo la strada di ritorno da Manfredonia...
blabla
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