Non è la prima volta che mi organizzo un weekend lungo, o un city break, come si usa dire ultimamente, direttamente mentre sono in una trasferta di lavoro, e spero non sia l'ultima. Stavolta poi, la cosa divertente è che lunedì, anziché tornare a casa, ripassando da Bruxelles, dovrò andare in Francia, sempre per lavoro. Ma andiamo per ordine. L'aereo, prima volta con la Brussels Airlines, partirà da Zaventem, l'aeroporto ufficiale di Bruxelles, quello non troppo lontano dal centro, alle 16,30, quindi ho tutto il tempo, ma decido, per ottimizzare i tempi, di lasciare l'hotel alle 11,30, subito dopo aver fatto il check out (e sfruttare la camera fin quasi al limite, andare all'aeroporto a quell'ora (già prenotato il taxi ieri sera), in modo da arrivare per l'ora di pranzo, pranzare con calma lì, da qualche parte, e poi attendere diligentemente l'imbarco. Quindi mi sveglio un (bel) po' più tardi del solito, scendo a far colazione, risalgo per cazzeggiare e chiudere i bagagli, e poi fattasi l'ora, scendere e, come detto, fare il check out e prendere il taxi. Così faccio, se non fosse che, terminato il check out, uno dei concierge mi dice che il mio taxi è già arrivato (10 minuti di anticipo). Nessun problema, sono pronto. Mentre lascio la hall, noto una signora indiana, circondata da due caucasiche, chiaramente le sue assistenti. Sono sicuro che è chi credo che sia. La vedo ingrugnita e quindi non la disturbo. Ma, mentre esco, domando al concierge (in inglese): "scusi, ma quella signora indiana, nella hall, è Arundhati Roy?" Al che lui mi risponde "non lo so signore". Per un attimo, l'idea che in quell'albergo mi abbiano trattato come un'icona della letteratura mondiale, mi fa sorridere. Esco e salgo in taxi, digitando su google "Arundhati Roy Bruxelles". E' qui per il suo tour promozionale per l'uscita del suo secondo libro, Il ministero della suprema felicità, che arriva dopo 20 anni di distanza dal suo bellissimo debutto Il dio delle piccole cose, ed è passata anche dall'Italia. Questo weekend parte benissimo.
Arrivo all'aeroporto, osservando l'ottimo e ampio spazio per il drop off, cambiato dall'ultima volta (pochi mesi fa) in cui sono arrivato in taxi, ed entro. Check in automatico, drop del bagaglio in stiva, anche quello automatico, controlli, e via in cerca di un ristorantino dove pranzare. Scelta che cade, lo so mi sto turistizzando, su Amo', per una pizza. Dopo di che, si attende il volo. Volo regolare, arrivo all'aeroporto di Praga on time, il mio trasferimento è lì che mi attende, una ventina di minuti di tragitto, ed eccomi al Liliova.
Mi installo, attraverso la strada per un hamburger alla Pension U Lilie, prenoto un tour guidato per l'indomani, e mi corico. A domani.
Nel frattempo, qualche anteprima.
La torre dell'orologio astronomico, purtroppo in corso di restauro |
Il suggestivo vecchio cimitero ebraico |
Il castello |
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