No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20170807

Il vangelo

The Gospel - Arabrot (2016)

Se non ho sbagliato a contare, districandomi tra lunga durata ed EPs, questo dovrebbe essere l'ottavo album dei norvegesi Arabrot, band appunto norvegese ma con "base creativa" nel piccolo villaggio svedese di Djura (364 abitanti nel 2010), e che si chiama così prendendo il nome da una discarica di Hagesund. Una "scoperta" tardiva, come molte cose delle quali vi sto parlando ultimamente, scoperte che cerco di alternare alla solita vecchia merda, sulla quale a volte tendo a fossilizzarmi. Detto ciò, la band è in realtà la creatura di Kjetil Nernes, chitarrista, cantante e compositore, che poi si circonda di collaboratori al momento delle incisioni o delle prove dal vivo. Lavoro interessante e potente (la band ha lavorato spesso con Steve Albini), e dall'approccio decisamente particolare.
Musicalmente definiti noise, sludge, doom e post-punk, si posizionano secondo me come post-dark con un suono sludge. Ricordano i Nirvana di Bleach con, a volte, cantato quasi growl, con un pizzico di post new wave. A livello lirico, giocano parafrasando grandi classici della letteratura, e mettendo dentro al calderone esistenzialismo, surrealismo, erotismo, romanticismo, misticismo e anarchismo. In breve, spaccano culi.



If I'm not mistaking, districating me along full lengths and EPs, this should be the eighth album of Norwegians Arabrot, a Norwegian band but with a "creative base" in the small Swedish village of Djura (364 people in 2010). They call itself in this way from a Hagesund dump. A late "discovery", like many of the things I'm talking about lately, discoveries that I try to alternate with the same old shit, on which I, sometimes, fossilize on. That said, the band is actually the creature of Kjetil Nernes, guitarist, singer and composer, who then surrounds himself with collaborators at the time of recording or live performances. Interesting and powerful work (the band has often worked with Steve Albini), and the decidedly particular approach.
Musically defined as noise, sludge, doom and post-punk, I could ranking them as post-dark with a sludge sound. They remember me the Nirvana of "Bleach" with, sometimes, growl singing, with a pinch of post new wave. At lyrical level, they play by paraphrasing great classics of literature, and putting into the cauldron pills of existentialism, surrealism, eroticism, romance, mysticism and anarchism. In short, they kicks asses.

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