Bleach - Nirvana (1989)
Non è facile parlare di un disco così; personalmente, la deriva aneddotica è dietro l'angolo. Bleach è il disco di debutto della band che ha cambiato il corso della musica rock negli ultimi 30 anni, disco che non ebbe il successo che probabilmente meritava, e le cui vendite furono risollevate prima dal successo del secondo disco, Nevermind, del 1991, poi dalla morte suicida del leader della band stessa, Kurt Cobain, nel 1994. Ed è un macigno, un disco pesantissimo, cupo, disperato, uno dei diversi dischi che uscì dalle diverse band cosiddette della scena di Seattle, che prendevano l'hard rock, il metal e il punk, e li fondevano insieme ognuno alla propria maniera, alcuni facendo diventare questo genere rivoluzionario, e qualche disco di questi, capolavoro.
Nonostante la gestazione incredibilmente difficile (giusto per dirne una, il chitarrista aggiunto Jason Everman, che non suonò su nessun pezzo del disco, che fu poi integrato nella band e licenziato dopo il primo tour - poi assunto temporaneamente dai Soundgarden come bassista, e che appare nella foto di copertina - e anche nel poster contenuto in una delle prime edizioni, curiosamente mentre suona con indosso una t-shirt dei Soundgarden, fu quello che pagò il conto delle registrazioni a Jack Endino, 606,17 dollari), e il fatto che, ad esempio, i testi, così disse Cobain, furono scritti quasi tutti la sera prima delle registrazioni, per fare in fretta, l'uso di due batteristi diversi (e sottolineerei molto diversi: Floyd the Barber, Paper Cuts e Downer sono suonate da Dale Crover dei Melvins, e si sente, mentre il resto da Chad Channing), il disco è ancora oggi il mio preferito della produzione della band, selvaggio, ruvido all'inverosimile, un grido disperato, una composizione minimale ma straordinariamente ficcante: ogni pezzo rimane indelebilmente nella testa e nelle orecchie di chi ascolta. Ritornelli e riff sono ancora qui, a distanza di 28 anni. Mio personale pezzo preferito: School, ma Negative Creep e About A Girl seguono a brevissima distanza. Credo che tutte le persone che seguono questo blog conoscano questo album, ma nel caso ci fosse qualcuno che, a causa del fatto che è stato ibernato negli ultimi 30 anni, non avesse mai ascoltato Bleach (curiosa la storia del titolo, leggetela), sapete cosa dovete fare.
It's not easy to talk about an album like this one; personally, the anecdotal drift is around the corner. Bleach is the band's debut album that has changed the course of rock music over the last 30 years, a record that did not have the success it probably deserved, and whose sales were resumed earlier by the success of the second album, Nevermind, 1991 and later from the suicide death of the band's own leader, Kurt Cobain, in 1994. It is a boulder, a heavy, dreary, desperate, one of the many albums that came out from the so-called bands of the Seattle scene, who took the hard rock, metal and punk, and they all mated together in their own way, some creating this revolutionary genre, and some of these, masterpieces.
Despite the incredibly difficult gestation (just to say one, the added guitarist Jason Everman, who did not play on any tracks of the record, which was then integrated into the band and fired after the first tour - then temporarily taken by Soundgarden as a bass player, and which appears in the cover photo - and also in the poster in one of the first editions, curiously while playing wearing a Soundgarden t-shirt, it was the one who paid the recording bill to Jack Endino, $ 606.17), and the fact that, for example, the lyrics, as Cobain said, were almost all written in the night before the recordings, the fact that on the tracks there are two different drummers (and I would point out two very very very different drummers: Floyd the Barber, Paper Cuts and Downer are played by Dale Crover of the Melvins, and you can hear it, while the rest by Chad Channing), the record is still my favorite of the band's production, wild, rough to the unlikely, a desperate cry, a minimal songwriting, but exceptionally effective: each tracks remains indelibly in the head and ears of the listener. Refrains and riffs are still here, at 28 years of age. My favorite piece: School, but Negative Creep and About A Girl follow a short distance. I think all the people who follow this blog know this album, but in case there was someone who, due to the fact that he had been hibernated for the past 30 years, had never heard Bleach (curious also the title story, read it), you know what you have to do.
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