No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070314

salmastro?


L'aria salata - di Alessandro Angelini 2007


Giudizio sintetico: si può vedere


Fabio fa l'educatore in carcere, e vive un rapporto tormentato con la bella Emma, complice anche la diffidenza verso il padre di lei, e soprattutto i suoi soldi. Ma il tormento di Fabio è un altro, condiviso con la sorella Cristina, sposata felicemente e in dolce attesa: il loro padre è da 20 anni in carcere, e loro non ne sanno più niente, la madre, morta da poco, si è rifatta una vita tagliando i ponti con lui, trasferendosi in un'altra città e crescendo i figli da sola.

Nonostante i carcerati siano gente dura, Fabio se la cava piuttosto bene, fino al giorno in cui la sua strada incrocia quella di Sparti, un galeotto problematico.


Interessante il debutto sulla lunga durata di Angelini, già aiuto regista e autore di documentari, tutto giocato sulle ripercussioni del passato, delle scelte sbagliate e delle difficoltà giovanili, nella vita di tutti i giorni delle persone. Aiutato dalla sua esperienza di volontariato a Rebibbia, ci descrive fedelmente la vita del carcere senza enfatizzarla né in positivo né in negativo, e nel frattempo ci mostra sentimenti per niente nobili da parte di tutti i protagonisti, ma del tutto comprensibili, senza assoluzioni, senza vinti né vincitori.


Mattatori assoluti il sempre bravo Pasotti nei panni di Fabio e l'esperto Colangeli (esperienza teatrale, visto poco al cinema), un incedere volutamente incerto ma senza inciampi, unico neo la fotografia forse leggermente televisiva. Degna di nota la scena del finto autobus dei carcerati, impegnati in una finta libera uscita "turistica" per Roma. Malinconia di fondo spruzzata per tutto il film.


Da tenere d'occhio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bello il titolo,così evocativo e metafora di questo difficile rapporto tra il padre e il figlio (l'aria salata che si respira nella scena iniziale al mare viene riproposta anche nel finale).
bravo colangeli che regala un personaggio ricco di sfumature e sfaccettature, così come pasotti;bravura sottolineata dalla macchina da presa che così spesso si stringe sui volti,lasciando cogliere le espressioni e le emozioni più intime dei personaggi.
come al solito poco distribuito nelle sale...