No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070912

pipistrello


Batman Begins – di Christopher Nolan 2005

Giudizio sintetico: si può vedere

Batman Begins, ovvero, come il miliardario Bruce Wayne rimase orfano e, dopo l’elaborazione del lutto, decise di diventare Batman. I mezzi, oltre alle motivazioni, le persone coinvolte, le origini dei nemici storici.
Quando un soggetto, specialmente fumettistico, arriva al quinto sequel (a dire la verita’ questo sarebbe un prequel), vuol dire che oltre al crash bang boom c’e’ qualcos’altro che solletica la curiosita’ degli spettatori all around the world. In effetti, l’alter ego di Bruce Wayne ha un gran fascino, e Frank Miller ne ‘’Il ritorno del cavaliere oscuro’’ sulla carta, come Tim Burton con i primi due film, hanno contribuito ad accrescere la fama e la valenza di questa figura oscura, a due facce, dell’uomo pipistrello. Ovvio che i paragoni siano spontanei, e che lascino sempre e comunque un po’ di amaro in bocca ai fans.
Resta il fatto che questo prequel, firmato dall’ottimo Nolan, autore di un film notevole (Memento), e di un buon thriller (Insomnia), regista promettente, che si e’ preso un grande rischio assumendosi questa responsabilita’ piuttosto pesante (e con un grande budget), e’ un film abbastanza interessante, come sempre un po’ troppo lungo, con un cast notevole sfruttato cosi’ cosi’, non coraggiosissimo (ma del resto, siamo ad Hollywood). Sarebbe stato coraggioso se fosse andato fino in fondo senza mostrare Batman mai in costume, concentrandosi solo sulle ragioni e sulla preparazione, ma forse sarebbe stato chiedere troppo.
Il risultato e’ una prima parte con qualche flashback (bello il primo, gli altri diventano man mano pesanti) di troppo, e molto simile alla formazione de ‘’L’ultimo samurai’’ (curiosamente anche qui c’e’ Watanabe, sempre impenetrabile), che pero’ innesca interessanti pillole filosofiche che danno un certo spessore all’operazione, e la rendono convincente, usando anche metafore politiche di tutto rispetto, e una seconda nella quale si torna allo schema classico del fumetto con l’antagonista di turno (un Cillian Murphy bravo, ma forse troppo bello e patinato per sembrare un cattivo), e si risolve un po’ in fretta (a volte e’ anche meglio no?). Gotham City quasi solare nei ricordi di Bruce bambino, decadente, ma mai sulfurea ed evocativamente barocca come quella disegnata da Burton, dopo il suo ritorno all’ovile; Bale convincente ma non magnetico, Katie Holmes inadatta, Gary Oldman ci bastava rivederlo, su tutti Michael Caine, stupendo. No capolavoro, ma si puo’ vedere. Aria condizionata obbligatoria, visti i tempi.

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